Domenica 14 giugno durante la manifestazione "La Sagra dei Fumetti" a Villafranca (Verona), noi di Animeclick.it abbiamo tenuto un incontro dal titolo "MANGAKA ITALIANI : un viaggio nell'evoluzione tricolore del fumetto "Japan Style". Siamo stati davvero felici di poter trattare l'argomento "manga italiano" per la prima volta durante un evento dal vivo e abbbiamo potuto contare sull' intervento di alcuni autori ormai davvero molto conosciuti nel panorama fumettistico italiano come Gumitien (Angela Vianello), Loputyn (Jessica Cioffi) e Federica di Meo.

 


Non c'era mai stato un incontro tra noi appassionati e coloro che si ispirano al disegno manga in Italia, cosa che sta prendendo parecchio piede qui da noi.
Dopo tante chiacchiere sul web e fuori, a volte anche cattive, è interessante sapere il pensiero di chi di questo ne ha fatto il proprio lavoro. Ecco quindi il video e la trascrizione di questo incontro che, seppur funestato da un fortissimo temporale, siamo riusciti a portare a termine!

Animeclick: siamo qui con Federica Di Meo che tutti conoscono per disegnare il fumetto "Somnia", pubblicato da Planet Manga. Tu come definisci la tua creazione, un manga o un fumetto italiano?

Federica Di Meo: Si tratta di un fumetto italiano lavorato con la tecnica del manga giapponese.

A: La tua storia è piuttosto particolare. Tu sei stata a Tokyo a studiare questa tecnica no?

FDM: Si. Io sono stata autodidatta per dieci anni. Poi ho iniziato a collaborare con una ragazza che aveva studiato manga in Giappone e alla fine ci sono andata pure io per fare un corso di perfezionamento, per poter studiare le tecniche più nel dettaglio.
A mio avviso fino a quel momento in Italia i disegnatori nostrani avevano trattato questa tecnica con troppa, lasciatemelo dire, leggerezza. Bastava fare due occhi più grandi, i personaggi più magri del solito e il tutto veniva definito manga. Questo tipo di approccio, da lettrice dei primi anni duemila, mi aveva allontanato da questa tecnica ed è per questo che poi ho deciso di perfezionarmi con veri insegnanti giapponesi.


A: Come eravate visti in Giappone? Non gli sembrava strano questa cosa degli occidentali che venivano a imparare la tecnica manga?

FDM: I giapponesi non ci hanno mai visti come estranei che venivano a rubargli il lavoro. Ci vedevano come degli appassionati che volevano imparare la loro tecnica per portarla all'estero. Ne erano orgogliosi!
 


A: Passiamo ad Angela Vianello. Tu sei diventata famosa nel fandom internettiano per aver realizzato un anime: White. Come è nata questa idea?

Angela Vianello: Non avevo un progetto in particolare in realtà. Mi piaceva quel tipo di animazione, volevo provare a realizzarla e l'ho messa su YouTube. Non mi aspettavo nulla da questo. Mi ha fatto piacere che sia risultato gradito ma lo avevo fatto principalmente per provare un qualcosa di nuovo.
Cosa diversa è stato Aeon
, il mio fumetto... chiamiamolo così, che così non si offende nessuno...


A: Ma tu come lo chiami?

AV: Per me è un manga. Io ho usato parecchi elementi della cultura giapponese in questo titolo proprio perché l'ho inteso così. La denominazione manga serve anche a far capire ai non addetti ai lavori di che tipo di opera si tratta. Poi i puritani dicono che non è un manga, ma questo è ovvio.

A: Voi comunque siete in primis delle appassionate di anime e manga, questo è il vostro background che avete poi riportato nei vostri lavori. Voi siete l'espressione artistica di quello che è stato il boom del manga negli anni novanta.

AV: Certo! Quello che spiego a coloro che dicono "Il tuo non è un vero manga" è di giudicarmi per quello che faccio, non per catalogazioni.

A: Voi vi sentite antesignane di una nuova generazione di disegnatrici?

AV: In primis a me piace la mescolanza di culture! La stessa forma di disegno giapponese, quella più commerciale, è nata con l'influenza americana (Disney in particolare).
 


A: Jessica Cioffi a questo punto capita a pennello. Tu fai un fumetto, Cotton Tales, con ambientazioni di ispirazione europeo vittoriana con un'impostazione tipicamente manga.

Jessica Cioffi: Si, io però come le altre sono proprio contraria alle etichette. Sono cresciuta con i cartoni animati giapponesi, anche se non lo sapevo. Vedevo Lady Oscar su Italia 1 ma non sapevo fosse un anime.
Sono cresciuta così con questa cultura in modo naturale ma piuttosto inconsapevole. I miei primi disegni sono stati fatti prendendo ad esempio appunto quello che passava in tv.


A: Questa cultura, questo stile puoi dire che fanno parte di te no?

JC: Sì. Certo crescendo ho fatto ricerche, ho visto le varie tecniche carpendo quello che mi interessava per poi veicolarlo alle mie idee artistiche.

A: Tu sei anche una appassionata di cosplay vero?

JC: La mia passione per il disegno è andata di pari passo con quella del cosplay. Adoravo disegnare costumi. Le persone a volte mi fermano, stranite nel vedere che faccio il cosplay del mio stesso fumetto! Mi piace mescolare le due cose.
 

A: Federica vi aspettavate voi questo successo? Somnia è arrivata alla seconda serie. Un ottimo risultato realizzato poi proprio come Planet Manga.

FDM: Sì è stato un azzardo quello di uscire per Planet invece che per Panini ma è andata bene. Il lettore che segue la storia ormai non fa più caso che a realizzarlo siano state due italiane. Anche se ovviamente succedono situazioni bizzarre alle fiere. Prima è venuto un ragazzo, ha visto la copertina di Somnia e ha riconosciuto il titolo dalle recensioni sui siti internet ma è rimasto stranito dal fatto che la disegnatrice fossi io!
Lo dicevamo prima. Noi abbiamo respirato questa cultura ed è naturale che riportiamo questo tipo di storie nei lavori che facciamo. Siamo felici quindi che il pubblico stia apprezzando, portando quindi anche diverse piccole/medie case editrici a lanciare giovani disegnatori italiani che lavorano con questa tecnica.
Ci sono poi coloro che lavorano al manga in maniera ortodossa e chi meno. A me ad esempio piace lavorare in bianco e nero con l'inchiostro e i retini.


A: Cosa succederà nel futuro? Come avete detto si stanno aprendo diverse possibilità ai giovani che disegnano con questa tecnica. Cosa porterà tutto questo?

AV: Mi piacerebbe avere una De Lorean per poterti rispondere. La mescolanza di culture diverse penso aumenterà ancora. Già adesso non si riesce a classificare un fumetto: mezzo francese? Influenze giapponesi?

A: Il web come lo vedi? Molti artisti famosi di oggi sono usciti da li!

AV: Esatto, il web è potentissimo e mi fa meraviglia come il mercato se ne sia accorto tardi. La stessa tv! Il web ti da una visibilità enorme con costi paragonabili allo zero. Le cose fatte a mano purtroppo portano poca visibilità e dal punto di vista pubblicitario portano ormai a poco o a nulla.
 


A: Altra questione che fa molto discutere è appunto il leggere un fumetto sul web e leggerlo su carta. Molti sono quelli che rivendicano orgogliosamente la seconda scelta.

AV: Io apprezzo tantissimo tutte e due le cose. Certe cose rendono al massimo solo sul pc o viceversa. Sul web puoi lavorare su determinati colori che sono inadatti alla carta. A volte certi disegni fatti sul web li devo totalmente rifare per la carta. Io mi divido a metà, apprezzo entrambi

JC: Ho notato anche io questi due agguerriti schieramenti! Io ho iniziato su carta. Quando poi ho iniziato seriamente a lavorare sul mio fumetto ho avuto bisogno dell'ausilio del computer. Da un paio di anni, per esigenze tecniche, utilizzo quindi photoshop e mi sono resa conto che sì, sono cose diverse, ma che ti permettono di fare cose diverse e molto divertenti.


A: Come collimate la vostra vita privata con la vostra veste di disegnatici sempre in giro per fiere? Sui social ormai abbiamo imparato a farci l'idea che il treno è la vostra vera casa!

FDM: Devo ringraziare la mia dolce metà che mi vede tipo tre volte a settimana. Il lavoro...le tavole le faccio in albergo. Io lavoro totalmente a mano e ho bisogno di spazio. In treno desto parecchia curiosità visto che ho anche il taglierino. Prima lavoravo quasi sempre da sola, ora ho dei miei ex allievi che mi aiutano a retinare. Ah vero...insegno pure tecnica manga!
Il mio vero idolo infatti non è un'artista ma è Rita Levi Montalcini, una gran lavoratrice. Noi una settimana prima della consegna lavoriamo sulle diciassette ore al giorno. Quando usciamo fuori vediamo il cielo a puntini!


AV: Io non ce la faccio a lavorare sul treno anche se mi capita spesso di fare ore di ritardi a causa loro. Non ci credo a quelli che mettono i loro disegni perfetti sui social dicendo che li hanno fatti sul treno in movimento, ma come si fa a rimanere dritti? Io su cinque o sei ore di treno, ne lavoro una...è il mio massimo. Preferisco lavorare a casa.

JC: Io da quando giro per le fiere, non da molto, ho iniziato a trovarmi indietro con il lavoro! Ora andremo in pausa dalle fiere e ci chiuderemo in casa...

A: Tu ti ci vedi a insegnare come fa Federica Di Meo?

JC: Forse, magari iniziando con poche persone mi piacerebbe provare.

AV: Io lo faccio già! Faccio dei Workshop con tante persone. Ti fa aprire la mente, cambiare modo di vedere e paradossalmente imparo tante cose. Il bello però è conoscere e stare in contatto con tante persone.


A: Futuro?

AV: Voglio continuare a fare quello che faccio e magari provare un'esperienza all'estero. Non so se continuare con l'animazione in stile White, anche se mi ha fatto venire la pelle d'oca vederlo proiettare sul grande schermo qui a Verona di recente!

J: Il mio fumetto, se tutto va bene, terminerà in tre volumi. Io continuerò a disegnare comunque vada perché mi piace.

F: Io, come dicevo, sto lavorando alla seconda serie di Somnia. Mi aspettano 120 tavole in due mesi e mezzo. All'inizio dell'anno prossimo dovremmo chiudere anche la seconda serie e puntare verso la terza. Stiamo lavorando anche sui romanzi ispirati alla serie, una sorta di Light Novel proprio sull'esempio giapponese.