Mukashi mukashi... tanto tempo fa arrivò al palazzo dell'Imperatore una giovane e bella signora. Il suo nome era Tamamo No Mae e lei era così affascinante, intelligente, e aggraziata che l'Imperatore si innamorò di lei appena la vide. Così le si avvicinò e le chiese cosa avrebbe potuto fare per lei; ella rispose che desiderava rimanere a vivere a palazzo.
L'Imperatore, non potendo resistere al suo fascino accettò e così la giovane donna iniziò a vivere a corte. E più viveva lì, più le persone la adoravano, tanto lei era bella, educata elegante, studiosa ed intelligente. Spesso gli intellettuali di corte mettevano alla prova la sua conoscenza e Tamamo superava sempre ogni prova, andando anche oltre le loro aspettative.
 

Più stava in sua compagnia e più l'Imperatore si innamorava di lei, tanto che un giorno le chiese se voleva andare a vivere con lui all'interno del palazzo, nell'ala a lui riservata. Tamamo accettò di buon grado la sua offerta. I giorni passavano felici e i due erano sempre insieme, giorno e notte, quasi inseparabili. Ma con il passare del tempo l'Imperatore iniziò a farsi sempre più debole e arrivò al punto di non potersi nemmeno alzare dal letto! I servitori dell'Imperatore notarono però che Tamamo non mostrava alcun segno di tristezza, né di preoccupazione, ma era totalmente apatica; solo quando il sovrano ebbe una crisi peggiore delle altre e fu sul punto di morire, Tamamo si inquietò e apparì confusa.

Uno degli studiosi del palazzo iniziò a nutrire dei sospetti verso la giovane donna e cercò aiuto presso i monaci di un tempio in alta montagna. A loro raccontò come Tamamo fosse arrivata a corte e in breve tempo avesse affascinato tutti ed espresse i suoi dubbi e il timore che non fosse quello che diceva di essere. I monaci diedero allora allo studioso una piccola bacchetta e gli dissero di farla toccare da Tamamo: in questo modo ella avrebbe rivelato la sua vera natura.
 

L'uomo tornò rapidamente a palazzo e cercò subito la giovane: la trovò nella sua stanza, con lo sguardo fisso fuori dalla finestra, quasi annoiata. Lo studioso ne approfittò e chiese a Tamamo se, per ingannare il tempo e distrarsi, voleva andare con lui a fare una nuova prova di abilità. Le porse la mano, per invitarla a seguirlo, ma quando la donna si avvicinò, le premette la bacchetta contro il palmo ed immediatamente la pelle iniziò a fumare e Tamamo ritrasse la mano per il dolore! A quel punto ci fu un bagliore improvviso seguito da una coltre di fumo, attraverso la quale l'uomo vide 9 code spuntare da dietro la schiena della donna.

Lo studioso iniziò ad urlare per richiamare le guardie e quando queste entrarono in camera, Tamamo, messa con le spalle al muro e in preda al panico, si trasformò completamente in una Kyuubi, cioè una volpe a nove code. Saltò fuori dalla finestra e scappò a tutta velocità attraverso la città.
La gente, vedendola in quello stato, le lanciò pietre e oggetti taglienti e così, ferita, lasciò la città e si diresse verso le montagne. Intanto nel palazzo, gli studiosi informarono l'Imperatore della vera natura di Tamamo No Mae: le Kyuubi (dette anche kitsune) sono creature note per utilizzare il loro fascino per assorbire l'energia delle persone, specialmente di quelle più vicine a loro.
 

Affranto e ancora debole, ma miracolosamente fuori pericolo, l'Imperatore seppur a malincuore, ordinò per il bene del popolo di fare ciò che andava fatto e quindi furono assunti due guerrieri assassini qualificati, Kazusa-no suke e Miura-no-suke, per cacciare e uccidere la volpe. I due ci misero parecchio tempo per scovare Tamamo, ma infine la trovarono nascosta tra le montagne, dove si procacciava il cibo assalendo ignari viaggiatori. Quando vide i due guerrieri, lei li attaccò subito, ma i due erano molto abili e schivarono facilmente i suoi attacchi. Improvvisamente, Miura-no-suke disse ad alta voce: "Per ordine dell'imperatore, un traditore come te deve morire di una morte dolorosa !!!".

La volpe, a queste parole, si bloccò di colpo, ci fu un lampo fortissimo e i due guerrieri si ritrovarono davanti agli occhi una bellissima Tamamo No Mae in piedi davanti a loro, con nove code sulla schiena e gli occhi pieni di lacrime. Rimase lì tremante, lo sguardo fisso a terra, a metà fra il furente e il miserabile. "Fai quello che devi fare", disse alla fine. "Ma io non ho intenzione di morire senza combattere." Con queste parole attaccò i due guerrieri con artigli affilati e zanne scoperte. I tre iniziarono una lunga e dura lotta, che inflisse loro pesanti ferite tanto che Tamamo No Mae si trasformò di nuovo in una volpe e fuggì a tutta velocità.


I guerrieri cercarono di inseguirla ma lei era troppo veloce, così uno di loro tirò fuori arco e frecce. Dopo vari tentativi alla fine riuscì a centrare il petto della volpe che si trasformò nuovamente nella bella Tamamo; lacrime di tristezza, rabbia e dolore scorrevano sul suo bel viso, prima di morire. Nel momento in cui trasse il suo ultimo respiro, ella cambiò forma e divenne una pietra maledetta di colore nero, detta Sessho-Seki che era in grado di uccidere chiunque le si avvicinava, sprigionando un gas malefico.

La pietra rimase lì per molte generazioni, facendo molte vittime. Finché una notte, un monaco passò e iniziò un rituale attorno alla pietra maledetta: pregò per tutta la notte, mormorando incantesimi e ponendo candele benedette e incenso attorno ad essa. La mattina dopo si alzò e si avvicinò alla pietra, pose la sua mano sulla sua superficie, ma miracolosamente non successe niente.
Così si rivolse alla pietra con queste parole: "Ho sentito della tua storia, Tamamo no Mae, di come hai stregato l'Imperatore e di come hai ottenuto quello che ti meritavi, cioè una morte dolorosa e solitaria. Ma so che c'è molto di più dietro a questa storia e io vorrei ascoltarla. Ti prego voglio sapere la tua vera storia."

Attese qualche istante, fino a quando una voce si levò dalla pietra.
"Mi chiamo Tamamo No Mae, ma non sono sempre stata Tamamo No Mae. Il mio vero nome è Mizukume. Il mio padre adottivo mi ha trovata neonata nella foresta non sapendo che ero già maledetta essendo una volpe a nove code, che probabilmente è il motivo per cui i miei veri genitori mi hanno abbandonata. Quando avevo diciassette anni, il mio padre adottivo fu incastrato con una falsa accusa di tradimento e il palazzo lo ha condannato all'esilio; il dolore che ha provato lo ha portato alla morte.

Ero terribilmente arrabbiata e così ho subito cercato la vendetta introducendomi a palazzo e conquistando la fiducia e l'amore del giovane Imperatore. Ma mentre lentamente mi impadronivo della sua forza vitale, mi sono imbattuta in qualcosa di inaspettato: mi sono innamorata di lui, cosa che non faceva parte del piano. Una parte di me non voleva fargli male o farlo morire. Tutto questo mi ha resa molto confusa e il mio cuore si è spezzato ben prima di essere trafitta da quella freccia e questo è ciò che veramente mi ha ucciso alla fine. Per favore, monaco non posso più andare avanti così. Sono stata maledetta da quando sono nata e anche dopo la mia morte sono ancora maledetta. Ho ucciso tante persone, sia durante la mia vita che dopo la mia morte e mi dispiace molto. Ti prego, ti prego, liberami da questa condizione così miserabile".

Il monaco chiuse gli occhi e con la mano ancora appoggiata sulla roccia mormorò un incantesimo solenne che concluse con le parole "Grazie, Mizukume. Sei libera ora." Una brillante sfera di luce si alzò dalla pietra e salì verso il cielo. La pietra che ora non era più maledetta, si sbriciolò in mille pezzi che vennero sparsi per tutto il Giappone.

Fonte consultata:
Japanloverme