La macchina del tempo non esiste, ma a volte è comunque possibile fare un viaggio nel passato! Il sito della New York Public Library ha messo on line dozzine di foto del Giappone risalenti al 19° secolo.
L'autore di tali meraviglie a colori si chiamava Kusakabe Kimbei ed era nato nel 1841.
Kimbei fu uno dei primi fotografi giapponesi a salire alla ribalta internazionale. La tecnologia della fotografia fu introdotta nei paesi asiatici subito dopo la sua invenzione in Europa, nel 1839, in varie forme. La prima macchina fotografica che produceva dagherrotipi entrò in Giappone nel 1848, grazie a fotografi olandesi di stanza sull'isola di Dejima, a Nagasaki. All'inizio Kimbei lavorò come colorista di foto a Yokohama presso il negozio del fotografo italo-inglese Felice Beato (che aveva installato il suo studio con Charles Wirgman a Yokohama nel 1863), poi fondò un suo studio nella stessa città nel 1881.
Questa raccolta di foto è costituita da immagini catturate approssimativamente tra il 1880 e il 1890 e sono molto importanti, perché rappresentano uno degli ultimi scorci della società giapponese, prima della sua rapida modernizzazione, avvenuta dopo il 1868, quando il paese si aprì dal suo isolamento forzato. Kimbei ha fotografato i paesaggi urbani di molte delle più grandi città del Giappone, alcune davvero difficili da riconoscere.
Ad esempio la foto qui sotto ha come didascalia "Main street - Tokyo" ma riconoscervi Ginza è un'impresa....
Forse è più facile riconoscere Asakusa grazie alla pagoda sullo sfondo.
Mentre non mostrano i segni del tempo né il tempio Kinkakuji né il Kiyomizudera, entrambi a Kyoto.
Così come il Buddha di Kamakura che svetta oggi come allora.
Vi lascio con una ricca di galleria di immagini e se queste non vi bastano, potrete vederne altre sul sito della New York Public Library. Buon viaggio!
Ps: Vorresti andare in Giappone ma non sai come fare? Vieni con noi! Animeclick.it propone viaggi pensati esclusivamente per il nostro sito dall'agenzia Miki Travel, leader del settore. Per conoscere tutte le info pratiche (costi, date, itinerari, ecc...) visita il nostro sito Viaggi in Giappone con Animeclick.it E per tutte le ultime novità c'è la nostra pagina Facebook correlata! E mentre aspetti di partire ammira le splendide foto della nostra bacheca Pinterest.
Fonti consultate:
Dozodomo
DigitalcollectionNYPL
Enrocketnews
L'autore di tali meraviglie a colori si chiamava Kusakabe Kimbei ed era nato nel 1841.
Kimbei fu uno dei primi fotografi giapponesi a salire alla ribalta internazionale. La tecnologia della fotografia fu introdotta nei paesi asiatici subito dopo la sua invenzione in Europa, nel 1839, in varie forme. La prima macchina fotografica che produceva dagherrotipi entrò in Giappone nel 1848, grazie a fotografi olandesi di stanza sull'isola di Dejima, a Nagasaki. All'inizio Kimbei lavorò come colorista di foto a Yokohama presso il negozio del fotografo italo-inglese Felice Beato (che aveva installato il suo studio con Charles Wirgman a Yokohama nel 1863), poi fondò un suo studio nella stessa città nel 1881.
Questa raccolta di foto è costituita da immagini catturate approssimativamente tra il 1880 e il 1890 e sono molto importanti, perché rappresentano uno degli ultimi scorci della società giapponese, prima della sua rapida modernizzazione, avvenuta dopo il 1868, quando il paese si aprì dal suo isolamento forzato. Kimbei ha fotografato i paesaggi urbani di molte delle più grandi città del Giappone, alcune davvero difficili da riconoscere.
Ad esempio la foto qui sotto ha come didascalia "Main street - Tokyo" ma riconoscervi Ginza è un'impresa....
Forse è più facile riconoscere Asakusa grazie alla pagoda sullo sfondo.
Mentre non mostrano i segni del tempo né il tempio Kinkakuji né il Kiyomizudera, entrambi a Kyoto.
Così come il Buddha di Kamakura che svetta oggi come allora.
Vi lascio con una ricca di galleria di immagini e se queste non vi bastano, potrete vederne altre sul sito della New York Public Library. Buon viaggio!
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Fonti consultate:
Dozodomo
DigitalcollectionNYPL
Enrocketnews
Grazie Hachi per l'articolo.
Secondo quanto riporta la Treccani i tempi di posa andavano "da circa 20 minuti fino a tre quarti d'ora": sapete cosa vuol dire, le persone sui ponti o sui battelli si dovevano muovere il meno possibile altrimenti la loro figura sarebbe stata indistinta
A parte le disquisizioni tecniche, queste foto sono veramente molto interessanti, difficile trovarne di così "vecchie" in giro per il mondo: ottima iniziativa della biblioteca di New York e complimenti ad Hachi per il colpaccio!
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