Se anche nome e cognome vi dicessero poco, non preoccupatevi: il timbro della sua voce è inconfondibile, e i suoi ruoli talmente famosi e versatili da averlo reso uno dei doppiatori più professionali sulla piazza da oltre vent'anni. Max Alto è voce, cuore, passione e musica.

Ma per quanto i credits su film, telefilm e animazione lo accompagnino da anni immemori, il suo lato musicale vi parrà inedito e sorprendente... o forse non così tanto, se ricordate Change the World, la sigla di InuYasha cantata proprio da lui in inglese.
Il 18 dicembre 2015 è uscito il primo album dei Public Radar, il gruppo rock di cui Massimiliano Alto è esponente: AnimeClick ne ha approfittato per fare un' interessante e lunga chiacchierata con lui.


AnimeClick: Grazie innanzitutto per la tua disponibilità.

Max Alto: Mi erano state girate le domande in anticipo ed ho visto che erano parecchie, quindi cercherò di essere sintetico (ride)!

AC: Effettivamente sono tante, ma d’altronde tu hai una carriera di un certo livello!

MA: Eh capirai! Comunque anch’io AnimeClick lo conosco piuttosto bene...

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AC: Allora iniziamo. Nella cerchia di appassionati di AnimeClick non hai certo bisogno di presentazioni, ma come si racconterebbe in breve Massimiliano Alto ad un pubblico abituato a sentirlo da anni su cinema, telefilm e animazione per grandi e piccini?

MA: Uhm… ma bene o male ciò che si dice, anche perché io ho iniziato da bambino a fare questo mestiere per cui le serie rappresentative sono quelle. Sicuramente il personaggio, per motivo anche mio, storico, di momento preciso della mia vita è stato sicuramente Aladdin. Importante intanto perché dare la voce a un film della Disney comporta un’immortalità. Uno può pensare “sì, ma anche facendo le altre cose… “ e invece non è la stessa cosa, perché un film della Disney è una firma che lasci per sempre, è importante lo vedranno i tuoi figli, nipoti, pronipoti… tu muori, e quello continua ad andare!
Ti regala grande importanza prestare la voce a un’animazione così, e obiettivamente trovo che fosse un film d'animazione bellissimo, poi ne ho fatte altre di lavorazioni Disney importanti, Mucche alla riscossa, l’altro della Pixar - Ratatouille -, però, non lo so, sono più affezionato ad Aladdin per motivi anche legati al periodo.
 
AC: Chi ti sta intervistando serba una profonda affezione sin dall'infanzia a questo titolo, proprio grazie anche alla tua interpretazione, quindi sfondi una porta aperta…

MA:
Bene, bene, andiamo d’accordo… (ride).

AC: Sappiamo che in Aladdin non hai fatto la parte cantata, l’hai fatta però con Flynn Rider in Rapunzel. Per noi è stato bellissimo ritrovarti in un film Disney, dopo quest’incursione ti piacerebbe tornare a indossare i panni di un principe Disney?

MA: Diciamo intanto una cosa: io non ho cantato nel primo film di Aladdin, ma nel Ritorno di Jafar e Il principe dei ladri ho cantato. Devo dire che non critico la scelta del maestro dell’epoca, che ora non c’è più, Vincenzo Carapellucci. Lui non mi scelse ma fece bene, io non ero pronto per cantare quella canzone all'epoca.
Oggi sì, con la maturità, lo studio del canto e della voce… Oggi sì, forse lo potrei fare, tant’è vero che ho dimostrato con Rapunzel di poter cantare ed è stata una bellissima esperienza, forse anche una rivincita, no? Là non ho cantato, qui non doppio ma ho cantato (ride). Divertente, sì!
Qualunque cosa della Disney mi piacerebbe, anche un cattivo, perché no. Sono comunque sempre personaggi affascinanti, anche nel cattivo c'è la morale, il carattere, la personalità un po’ goliardica… qualcosa sempre c’è.
Se ricapitasse, lo farei volentieri!

AC: Rimanendo sul canto, andiamo ad InuYasha. All'apice del secondo boom degli anime, di quelli trasmessi su MTV con sigle originali come tanti si auspicavano, giungeva l'attesissimo Inuyasha con... sorpresa! Un ri-arrangiamento dell'opening giapponese cantato da te, che già alle spalle avevi interpretato diversi anni prima quella di Ranma.
Come nasce il progetto di Change the World?
Parlaci un po’ di questo!

Change The World ~ InuYasha Opening (english version)
 

MA: Beh, con Ranma era un altro momento, diciamo che c’erano tante cose… uno magari non si rende conto di che cosa implichi  una data cosa, sul momento. Magari la prende anche un po’ alla leggera, non hai l’idea che un domani possa cambiare la vita delle persone. Per me era una sigla come un'altra, a me piaceva fare Ranma e cantarla così. Tra l’altro quello era uno studio con cui ho mantenuto dei rapporti, con cui in seguito ho fatto cose mie.
Mentre con Change the World io ho detto subito che non l’avrei cantata se non fosse stata in inglese.
Avevo capito che Ranma aveva avuto una diffusione forte, un’eco pazzesca, pure in un periodo che non era come oggi Internet, ero anche un po’ preoccupato per la carriera musicale che volevo fare… capitemi bene, sono sempre dei marchi e non sempre positivi. Uno che canta una sigla di anime e poi fa un gruppo rock, non è proprio un sodalizio perfetto (ride). Allora mi sono detto "se devo ricantare una sigla, che sia in inglese!"
Tuttavia con Change the World mi hanno rassicurato subito, mi hanno detto che era in inglese, siamo andati a registrare a Mantova in uno studio bellissimo, c'era il produttore di questo pezzo ri-arrangiato di un gruppo giapponese, era il cantante dei Bulldozer, gruppo metal anni '80 che io conoscevo benissimo e col quale mi fece davvero piacere lavorare. E fu una bella cosa, una buona produzione, obiettivamente era fatto bene, ben curato, un buon prodotto.
Poi io non so come sia andato, non ho mai nemmeno seguito realmente le vendite o la diffusione, giuro, non so neanche se ha delle visualizzazioni YouTube, non so neanche quante siano…

AC: Possiamo assicurati che ha “spaccato”, come si suol dire, tra i fan è apprezzatissima anche la tua versione inglese. Quindi Grazie.

MA: Ecco, pensa un po’ se l’avessi scritta io, ora sarei miliardario (ride)!
Io ho fatto solo la mia parte, semmai grazie a voi! Sono stati bravi all’epoca a lanciarla!

AC: Capita che doppiando serie molto lunghe i personaggi mutino doppiatore.
Come ci si sente ad affidare un proprio personaggio ad un collega, com'è successo in Ranma con Boccanera e poi in InuYasha con Pezzulli? E in quest'ultimo caso, che sentimenti si provano quando si riprende un ruolo a distanza di anni e altre esperienze?


MA: Devo però spiegare un attimo perché è successo questo.
Ho cominciato le serie con l'intenzione di finirle, per un discorso di professionalità, non è che si inizia una cosa e poi la si lascia perché ci si stufa.
Io la serie di Ranma l'ho fatta tutta, poi è stata interamente ridoppiata per un discorso di diritti tv comprati dalla Doro TV e quindi passò a un altro direttore di doppiaggio e io per rispetto a Mazzotta con cui avevo fatto tutta la serie, decisi di non ridoppiarla. Mi sembrava stupido, decisi di non farla. Non è stato un passaggio a una sola persona, ma a un’intero cast, perché a parte Monica Ward cambiarono tutti.
In Inuyasha successe un po’ la stessa cosa. Abbiamo iniziato con la cooperativa CVD, dopodiché per dinamiche aziendali InuYasha passò al mio amico Mazzotta, che però stavolta era di un'altra società, e per coerenza io gli dissi che non l’avrei fatta con lui. Io sono sempre coerente, con amici e nemici. In questo caso quindi abbandonai la serie. Poi mi fu offerta l'ultima stagione e dissi “okay, facciamolo”. Era passato molto tempo, un momento in cui c’era la possibilità di farlo e l’ho fatto.
Ma per rispondere alla tua domanda, in realtà non vorrei deluderti. Per me sono dinamiche normali il fatto che possa cambiare una voce, per noi è lavoro, sarei disonesto se dicessi “oddio quanto m’è dispiaciuto”, in realtà no, anzi, ho trovato che comunque fossero molto bravi, e poi parliamo di due grandi professionisti, sia Boccanera che Pezzulli. So che, poverini, sono stati anche iper criticati ma loro che c'entravano? Io ho detto di no, e loro mi hanno sostituito. Anzi li ho quasi difesi in questo senso!

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AC: Di rientro da protagonista si può parlare senz'altro anche per il tuo Lelouch di Code Geass, serie trasmessa in chiaro da RAI4 quando ormai la popolarità degli anime in TV ha iniziato a subire qualche segno di cedimento. Che cosa ha significato per te misurarti con questo personaggio, tenendo presente anche che per molti fan la resa del doppiatore giapponese Jun Fukuyama è 'inarrivabile'?

MA: Uhm… e quindi com’è stata considerata la mia interpretazione (in tono preoccupato)?
 
AC: Beh, ci chiediamo se voi sentite le voci dei doppiatori originali prima di intervenire con le vostre e se sì, quanto le originali influenzano il vostro modo di recitare. E poi se c'è differenza fra doppiare un personaggio animato e un attore reale.
Una larga parte del fandom di anime e manga ritiene che i "seiyuu" (i doppiatori giapponesi) abbiano un qualcosa in più che consente loro di rendere al meglio le peculiarità delle caratterizzazioni dei personaggi degli anime, sei d’accordo?


MA: innanzitutto noi sentiamo sempre l'originale, bisogna sentirlo sempre e bisogna rispettarlo.
Purtroppo la cura e la cultura che c'è dietro a un certo tipo di recitazione nipponica a volte ci sfugge, anche per motivi di tempo. Per loro è una lavorazione che per noi potrebbe essere simile a una della Disney.
Molto spesso purtroppo l'animazione giapponese per noi non voglio dire che sia di quart'ordine ma quasi, come tempistiche di lavorazione intendo, e non come approccio al lavoro. Voi lo sapete, se mi avete seguito, io mi posso pure impegnare… ci ho lasciato le corde vocali su tutti questi anime e cartoni animati, non è che mi sono risparmiato, però è anche vero che ci sono delle tempistiche.
Quando lavorai con il disegnatore di Gundam capii quante cose ci sfuggono, che loro vogliono,  ma non sempre le possiamo ottenere a quella velocità, bisognerebbe fare dieci anelli a turno, e invece facciamo anche 300 righe di cartoni animati. Ho cercato di avvicinarmi il più possibile sull’originale, come faccio sempre. Trovo onestamente che la mia voce fosse molto diversa in questo caso, magari non ho preso esattamente quella autorevolezza e quella possanza anche vocale che lui aveva.
Ho fatto del mio meglio. Magari un po’ di vantaggio ce l’ho perché a volte basta che io apra bocca e già così qualcuno è contento, ma io sinceramente non mi sarei mai messo su quel personaggio, detta proprio francamente.


AC: Lelouch è un personaggio molto controverso, anche all’interno del fandom di Code Geass ci sono profonde spaccature tra chi seguiva il suo ideale e chi lo osteggiava. Tu che hai indossato i suoi panni, da che parte stavi?

MA: E’ un personaggio così tormentato, al limite quasi dell’incomprensione. Bada bene, quando io doppiavo, era in colonna separata, quindi facevo tutto da solo. Parlavo da solo, non avevo un confronto con i dialoghi degli altri; a volte la trama era piuttosto criptica, perché non era facilissima quella serie, e credo che voi me ne darete atto. Non è Ranma né InuYasha. C'è un discorso politico, di guerra e tormento, anche solo come inquadrature, Code Geass è principalmente con voci fuori campo, inquadrature dall’alto, i primi piani sono pochi. E’ una serie molto particolare da questo punto di vista e io… non lo so, non so dirti da che parte stavo. E’ un personaggio divertente perché sofferto. Questo mi è piaciuto. Sicuramente non ho dovuto urlare, se non in qualche momento. Questo senz'altro mi ha appagato.

AC: Il Signore degli Anelli è stato un'opera corale, nonché progetto cinematografico e non solo, sviluppato su diversi anni. Come si è posta la voce di "Sam" all'interno di questo contesto, considerando che in fondo questo personaggio per la maggior parte del tempo è un "quasi-protagonista"? Che ricordi hai di questo progetto?

MA: Ci furono dei provini con Francesco Verano, il direttore. Sapevamo che kolossal fosse, il Signore degli Anelli lo conosciamo tutti, forse anche lì non avevamo però perfettamente idea di quanto questa cosa sarebbe divenuta gigantesca, e imponente, come successo e tutto il resto.
Io l’ho affrontato come al solito, cercando di entrare in quello che era un personaggio per me molto lontano perché io non sono fan di questo genere di fantasy, così complesso.
Guerre Stellari è una cosa, Il Signore degli Anelli è un'altra, ben più complessa. Tolkien è forse stato insegnante di tutti, forse anche di Lucas. Io non ero un fan, ho tentato di leggere anche il libro ma non era proprio il mio genere. Ho cercato di affrontarlo professionalmente come mio solito, abbiamo vinto il provino, le lavorazioni sono state belle.
Non ho aneddoti particolarissimi, di difficoltà particolari, anche perché considerate comunque che noi non vediamo moltissimo delle scene.
Già la lavorazione era abbastanza blindata, con immagini in bianco e nero, alcune non si vedevano bene, c'erano sempre le barre che coprivano l'immagine per la pirateria… insomma, non te lo godi così il film più di tanto, non hai un’idea vera e propria.
Uno s’immagina che vede a tutto schermo, a colori, che entri nel personaggio… invece hai un piccolo schermo, sei in una piccola sala, non ci sono tutti i dettagli necessari per capire… è difficile che uno non si coinvolga, a meno che magari non sia proprio un fan del film. Ma io onestamente ho bisogno di altre caratteristiche, per essere coinvolto.
Aladdin io invece lo vedevo: a colori e su un grandissimo schermo, è stato anche più facile all’epoca, stavo quasi per mettermi a piangere quando ha donato la libertà al genio. Oggi, se fosse stato in condizioni più ristrette, forse non mi sarei emozionato.


AC: Una domanda simile nasce in riferimento a Charlie della serie tv Lost; tra i tanti protagonisti ha un ruolo speciale che è rimasto nel cuore di molti per la sua umanità, determinazione e per la crescita che affronta da quando approda sull’isola. Immaginiamo ti renda orgoglioso l’aver prestato la voce ad un personaggio così amato, è così?

MA: Intanto LOST la ritengo davvero una grandissima serie che avevo inizialmente sottovalutato, invece poi m’ è piaciuta molto.  
Sono rimasto deluso forse come tutti dal finale, da uno sviluppo che poteva finire sicuramente prima e in maniera migliore. Charlie in più ha una caratteristica che a me mi è molto cara. Innanzitutto è inglese, quindi mi era simpatico, e poi era una rockstar. Che chiedere, meglio di lui!? Era divertente (ride).
Tra l’altro io avevo fatto anche il provino su quell’attore proprio per il signore degli anelli, che come ricorderete è stato poi doppiato da Paolo Vivio.
Poi l'ho anche diretto LOST, l'ho proprio vissuto pienamente il prodotto.
Un grande personaggio, davvero. Anche quella era una lavorazione corale studiata nei minimi dettagli dove tutti sono dei personaggi fantastici, ed un incastro perfetto. JJ Abrams e Lindelhof sono stati veramente bravi… in quello. In altre cose non mi pronuncio, tra cui Star Trek e Star Wars, meglio se sto zitto. Ma in quello sono stati veramente bravi.

AC: Torniamo un po’ indietro nel tempo e parliamo di un personaggio particolarissimo: Yakko degli Animaniacs. Com’è stato lavorare ad una serie così divertente e "fuori di testa"? Ti piacerebbe rifare un’esperienza simile? Tutti abbiamo impressa nella memoria la canzoncina di Yakko sulle nazioni del mondo!
 
Animaniacs ~ Le Nazioni del Mondo di Yakko


MA: La serie era bellissima e secondo me è stata molto sottovalutata in italia, o più che altro, è stata evidentemente lanciata male perché era un classico della Warner, come lo sono stati Porky Pig, Daffy e Bugs Bunny. Potevano essere dei classici, e in effetti in America lo sono al pari degli altri, in italia non lo sono diventati ed è un peccato.
La serie era molto intelligente, molto divertente, aveva poi queste canzoni pazzesche, perché quella delle nazioni ricordo che quando me la fecero vedere mi prese un colpo. Poi era solo UNA delle tante canzoni, mi ricordo che una volta, in tre giorni di lavoro gli interventi musicali erano una novantina, veramente un massacro, cantati con una voce per loro pitchata, noi invece dovevamo cantare già perfetti con la vocetta alterata (nb: qui Max fa la voce stridula e soffocata), era un incubo!
Mi è preso un colpo in quella canzone e mi dissi “no, io non ce la faccio a farla”, anche perché non eravamo in uno studio di registrazione musicale ma alla FonoRoma, ovvero uno Studio di Doppiaggio, dove non sono attrezzati per fare musica. C’era il maestro… o era buona la prima, o niente. E io… ho fatto buona la terza, mi ricordo che fu così. Feci una specie di miracolo (ride).

AC: Beh, complimenti.

MA:
No ma non la potrei più rifare, te lo dico francamente! Ogni volta mi dico che non è possibile, non so proprio come ho fatto. Meno male che c’è YouTube e mi ricorda com’ero (ride)!

AC:  Wolf’s Rain è un anime molto amato all’interno della nostra community; che ricordi hai del suo doppiaggio?

MA: Io purtroppo devo dire la verità: poco mi ricordo! Perché Wolf's Rain è stato uno degli ultimi anime che ho fatto prima di Code Geass, se non sbaglio era il periodo tra quello e Full Metal Panic. Ma poi ero un personaggio non così particolare, non è che parlassi tantissimo. Ma onestamente non ho un ricordo vivo, in quel momento io già stavo dirigendo, incominciavo con il cambio di rotta della mia, chiamiamola “carriera” di doppiatore.
Ero anche un po' stanco dei cartoni animati, perché senza andare ora cadere nel disprezzo che sarebbe la cosa più semplice, non è sempre qualificante, dopo un po' si vogliono fare live action, dei personaggi in carne e ossa, se proprio devo doppiare. In quel momento addirittura iniziavo a dirigere, quindi non avevo proprio più interesse per questo, per questo non mi sentite più tanto.
Non ho più così tanta voglia  di mettere la mia voce, ho optato per un altro tipo di carriera, che ora ancora mi appaga. Poi mi stancherò pure di quella, ahahahha, e andrò in pensione!


AC: Da diversi anni ti sei spostato sulla direzione di doppiaggio. E' un tipo di lavoro che ti regala più soddisfazioni del doppiaggio stesso? Ti manca doppiare? C’è qualcosa che nel tuo curriculum ancora senti che ti manca da fare?

MA:
A parte tutto il periodo degli anime e di tanti cartoni che ho fatto - perché poi uno ricorda gli anime ma di cartoni ne ho fatti veramente tanti, anche di altre distribuzioni, cose francesi, Titeuf... non me li ricordo tutti, ma erano tanti e le serie lunghe - e dopo un po' “vocalmente parlando” uno si stanca, vengono pagati meno e considerati meno importanti, quando in realtà è la cosa più faticosa che ci sia.
Tre turni al giorno, nove ore al giorno, e uno fa una voce che deve parlare così (nd: Max Alto qui fa la voce “strozzata” )… è veramente stancante, e poi non è neanche così gratificante purtroppo.
Un conto è un film d'animazione o un live action con una persona in carne e ossa che ti insegna di più, ti metti a confronto in maniera diversa, entri in un personaggio che è già definito e quindi devi essere più tu ad adattarti, non più tu a interpretarlo e crearlo quanto piuttosto a rispettarlo.
Sono dei dettagli fondamentali.

La mia carriera di doppiaggio io l'ho cambiata perché volevo fare il direttore di doppiaggio e  lì c'è stata una concomitanza fortunata. La Cast aveva una serie che era gli Osborne, io fui suggerito da una persona alla quale devo anche molto, mi dissero di sì e da lì in poi cominciai a lavorare con loro. Funzionando come direttore diventa difficile fare tutte e due le cose, infatti fui sostituito su ER, su Una Mamma per Amica perché non potevo più continuare su entrambe.
Ma ero contento, perché era quello che volevo fare. Anche perché il film più importante della mia vita che volevo fare e pensavo di non poter mai fare in realtà l’ho fatto! So che è un ri-doppiaggio, ma è Amadeus! Basta, una volta fatto quello, la mia carriera come doppiatore poteva anche finire.
Ho fatto tutto quello che volevo, non ho più bramosie, traguardi personali, io mi vedo più regista che attore, in questo senso.

... continua