Il 25 febbraio sarà la data d'uscita di Lo Chiamavano Jeeg Robot, il film italiano su un supereroe romano. La pellicola probabilmente ha poco a che vedere con i tre portali, ma riesce ad essere il punto d'incontro tra una serie criminale come Gomorra, i supereroi dei comics americani e i robot giganti giapponesi. Oltre ad essere un'opera interamente italiana e ben riuscita, il che ci può rendere molto orgogliosi.

Lo Chiamavano Jeeg Robot è l'opera prima di Gabriele Mainetti. Egli, con il suo ultimo cortometraggio Tiger Boy, ha ricevuto numerosi premi, tanto da essere inserito nella lista per le nomination agli Oscar.
 
Lo Chiamavano Jeeg Robot - Recensione


Trama


Ci troviamo a Tor Bella Monaca, quartiere della periferia romana dove vive Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria), un piccolo criminale dal carattere ombroso e scontroso. Dopo un bagnetto nel Tevere ottiene dei superpoteri, nello specifico la classica super forza e super resistenza. All'inizio impara ad usare tali poteri per i suoi scopi e per la sua carriera da delinquente, ma quando conosce Alessia (Ilenia Pastorelli) e la sua anima buona e infantile, tutto cambia. La ragazza vede in lui un eroe, nello specifico il suo eroe Jeeg Robot d'acciaio. Nel frattempo, però, si dovrà scontrare con lo Zingaro (Luca Marinelli), un capobanda locale che vuole affermarsi e diventare uno che conta veramente e che farà di tutto per danneggiare Enzo.
 
Luca Marinelli è lo Zingaro


Jeeg Robot


Nel film non ci saranno trasformazioni o robot giganti, ma saranno presenti numerosi riferimenti alla cultura pop e giapponese. E il tutto parte proprio dall'opera di Go Nagai.
 
Durante alcuni scavi archeologici in Giappone, il professor Shiba riporta alla luce un'antica campana di bronzo appartenuta al misterioso popolo Yamatai della regina Himika, in procinto di risvegliarsi da un sonno di secoli nelle profondità della terra. Per impedire che il potente artefatto torni nelle mani della sanguinaria sovrana sciamano, lo scienziato decide di nasconderlo nel petto di suo figlio Hiroshi, rimasto coinvolto in un incidente di laboratorio, salvandogli la vita e rendendolo invulnerabile e capace di trasformarsi nella testa di Jeeg, il robot d'acciaio, destinato a difendere l'umanità dai perfidi mostri Haniwa.
 
La maschera di Enzo / Hiroshi


Roma


Non c'è supereroe senza la sua città: Batman ha la sua Gotham, Flash ha la sua Central City e Enzo ha la sua Roma. Anche qui la metropoli fa da protagonista. È ciò che dà origine e che definisce l'eroe. Questa, però, non è una Roma da cartolina, come quella di La Grande Bellezza, ma è una Roma di periferia, sporca e degradata. Anche perché la storia si svolge quasi interamente nel quartiere di Tor Bella Monaca, tristemente noto per i suoi livelli di criminalità e di degrado urbano.

La città è studiata su più livelli, ha un respiro ampio. È vero che, per i romani o per chi la conosce bene, non sarà difficile riconoscerne i luoghi, come le viuzze di Trastevere, i centri commerciali o le stazioni del tram. Le vicende in fondo si svolgono a Roma, in cui è possibile respirare a pieni polmoni il clima della città, dal dialetto - anche se non particolarmente marcato - al modo di fare dei personaggi. La città, però, ha anche un'impronta più ampia: è una covo di eroi e criminali, dove gli equilibri vengono sconvolti da esplosioni e scontri. Non bisogna vederla solo come Roma, ma come la metropoli di un supereroe, esattamente come lo sono Gotham e New York.
 
Ilenia Pastorelli è Alessia


Cast


L'ombroso, scontroso e introverso protagonista Enzo Ceccotti, chiamato anche Hiroshi, è interpretato da Claudio Santamaria. L'attore ha alle spalle una lunga carriera cinematografica. Divenuto famoso grazie a L'ultimo Bacio di Gabriele Muccino, ha poi lavorato in numerose pellicole italiane tra cui Diaz e alcune straniere come 007 - Casinò Royal

Luca Marinelli è invece lo Zingaro, il piccolo capobanda con le manie di grandezza e all'occorrenza anche cantante, spinto da una follia che richiama il Joker. Marinelli comincia a lavorare a teatro, per poi approdare al cinema come protagonista ne La Solitudine dei Numeri Primi. Più volte premiato come giovane promessa del cinema, reciterà anche nel film La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino.

La vera sorpresa è la protagonista femminile, ovvero Alessia, una ragazza trentenne rimasta bambina, dall'anima fanciullesca e appassionata di Jeeg Robot. Ad interpretare ottimamente questo difficile ruolo c'è la debuttante Ilenia Pastorelli, conosciuta per aver partecipato alla dodicesima edizione del Grande Fratello.
 
Claudio Santamaria è Enzo / Hiroshi


Considerazioni


Lo Chiamavano Jeeg Robot rispecchia tutti i classici del genere supereroistico, trasportandoli nella realtà romana e italiana. Un passato difficile e tormentato, i rifiuti tossici nel Tevere, la scoperta e la conoscenza dei propri poteri, la presa di decisione su come usare tali poteri e un villain folle e pericoloso. Il film, però, è un qualcosa di mai visto prima nel panorama italiano. È una pellicola di puro intrattenimento e azione, lasciando da parte tutta quell'intellettualità tipica del nostro cinema. L'autore, non vuole far riflettere, ma solo divertire ed emozionare gli spettatori, con botte, bombe, risate e supereroi. Il tutto, come detto prima, in uno scenario plausibile e reale. Mainetti è riuscito a fare quello che finora sembrava impossibile.

Non è la solita commedia all'italiana o il solito cinema d'autore, qui ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo. Mainetti non si erge ad intellettuale per istruire il proprio pubblico, ma si siede in mezzo ad esso, in prima fila; si appassiona insieme allo spettatore; mostra tutta la sua passione per i comics, gli anime e tutto ciò che è pop - non solo straniero, ma anche italiano. Augurando tutto il meglio a quest'opera - poiché un sequel sembra altamente probabile - speriamo che questo non sia un caso isolato, bensì l'inizio di qualcosa di nuovo che smuova un po' le acque nel cinema italiano. 

Forse l'unica pecca risiede nel budget, troppo misero per un film di questo tipo, che va a danneggiare la resa degli effetti speciali. Basso budget, però, non sempre è sinonimo di bassa qualità: Mainetti è riuscito infatti a gestirlo alla perfezione, adattandolo alle proprie necessità, ma una qualità maggiore degli effetti speciali avrebbe fatto solo del bene. 

Dal 20 febbraio uscirà nelle edicole il fumetto di Lo Chiamavano Jeeg Robot. Senza rischi di spoiler, il fumetto è parallelo e complementare al film, mantenendo in poche pagine lo spirito e l'atmosfera del film. La storia è scritta e curata da Roberto Recchioni, curatore di Dylan Dog e creatore di Orfani. Inoltre, uscirà con quattro copertine da collezione firmate Roberto Recchioni, Zerocalcare, Leo Ortolani e Giacomo Bevilacqua.


Trailer

 


Giudizio

 
Mainetti porta una ventata d'aria fresca nel cinema italiano, con un'opera inaspettata, audace e finora ritenuta impossibile. Riesce a confezionare un ottimo film grazie ad una buona storia, ottime interpretazioni e scelte registiche, ma soprattutto ad una forte passione per la cultura fumettistica e giapponese. Lo Chiamavano Jeeg Robot è una pellicola di genere che in molti volevano, ma in cui pochi credevano. Non ci troviamo di fronte ad un colossal americano, a causa del budget ridotto, ma se gli Stati Uniti possono vantare i propri Avengers, noi possiamo sfoggiare il nostro Enzo/Hiroshi e testa alta.