Negli scorsi giorni è stata pubblicata la versione inglese del Report 2015 dall'AJA (Association of Japanese Animation) sulla situazione dell'animazione giapponese nel 2014.
Di seguito vi riportiamo i vari grafici presenti nel report con una breve contestualizzazione, rimandando tuttavia al documento originale per un maggiore approfondimenti e ulteriori dettagli al riguardo.
Il 2014 ha fatto segnare il record di produzioni animate TV, battendo il precedente record del 2006: si parla di 322 serie televisive.
Guardando la situazione da un altro punto di vista tuttavia, il 2014 rimane inferiore al 2006 e al 2007 per quanto riguarda i minuti totali prodotti per l'animazione televisiva. Questo è dovuto al recente aumento delle serie di corti, aventi episodi di durata tra i 5 e i 15 minuti, contro i 20 abbondanti delle serie canoniche.
Il 2014 ha tuttavia fatto segnare un record anche per quanto riguarda il minutaggio, con ben 57.868 minuti di anime trasmessi in orario notturno.
Positivi sono stati anche i risultati sul fronte cinematografico, col terzo miglior risultato degli ultimi 15 anni, nonostante l'addio dello Studio Ghibli col solo Quando c'era Marnie. La produzione cinematografica è stata guidata dai grandi successi di Stand by Me Doraemon e YO-KAI Watch, facendo però segnare meno titoli sopra il miliardo di yen (solo 8, contro i 14 del 2013).

Sul fronte meramente numerico, il 2014 segna il record sia come numero di prodotti che come minutaggio complessivo degli ultimi 15 anni, mostrando un maggiore interesse dei produttori verso i film cinematografici a fronte del calo dei risultati dell'home video.
Sul fronte delle esportazioni invece, gli ultimi anni sembrano aver sancito il fallimento del cosiddetto Cool Japan, il tentativo del governo giapponese di sfruttare anime e manga per promuovere la diffusione della propria industria culturale all'estero. Dal 2006 è infatti iniziato un netto calo dei ricavi ottenuti dall'animazione giapponese all'estero, che ha visto il suo minimo nel 2012; il recente exploit dello streaming legale si spera tuttavia possa portare ad una crescita del settore, con anche importanti agenzie a livello mondiale come Netflix che hanno iniziato a interessarsi agli anime (esempio ne è la serie Knights of Sidonia).
Positivo è invece il trend in Giappone, con una crescita delle vendite del merchandising e un costante aumento dei ricavi online, contro l'home video che sta calando a livello globale.
Fonte consultate:
- AJA - Report on Japanese Animation Industry 2015 (versione giapponese)
Di seguito vi riportiamo i vari grafici presenti nel report con una breve contestualizzazione, rimandando tuttavia al documento originale per un maggiore approfondimenti e ulteriori dettagli al riguardo.
Il 2014 ha fatto segnare il record di produzioni animate TV, battendo il precedente record del 2006: si parla di 322 serie televisive.
Guardando la situazione da un altro punto di vista tuttavia, il 2014 rimane inferiore al 2006 e al 2007 per quanto riguarda i minuti totali prodotti per l'animazione televisiva. Questo è dovuto al recente aumento delle serie di corti, aventi episodi di durata tra i 5 e i 15 minuti, contro i 20 abbondanti delle serie canoniche.
Il 2014 ha tuttavia fatto segnare un record anche per quanto riguarda il minutaggio, con ben 57.868 minuti di anime trasmessi in orario notturno.

Positivi sono stati anche i risultati sul fronte cinematografico, col terzo miglior risultato degli ultimi 15 anni, nonostante l'addio dello Studio Ghibli col solo Quando c'era Marnie. La produzione cinematografica è stata guidata dai grandi successi di Stand by Me Doraemon e YO-KAI Watch, facendo però segnare meno titoli sopra il miliardo di yen (solo 8, contro i 14 del 2013).

Sul fronte meramente numerico, il 2014 segna il record sia come numero di prodotti che come minutaggio complessivo degli ultimi 15 anni, mostrando un maggiore interesse dei produttori verso i film cinematografici a fronte del calo dei risultati dell'home video.

Sul fronte delle esportazioni invece, gli ultimi anni sembrano aver sancito il fallimento del cosiddetto Cool Japan, il tentativo del governo giapponese di sfruttare anime e manga per promuovere la diffusione della propria industria culturale all'estero. Dal 2006 è infatti iniziato un netto calo dei ricavi ottenuti dall'animazione giapponese all'estero, che ha visto il suo minimo nel 2012; il recente exploit dello streaming legale si spera tuttavia possa portare ad una crescita del settore, con anche importanti agenzie a livello mondiale come Netflix che hanno iniziato a interessarsi agli anime (esempio ne è la serie Knights of Sidonia).

Positivo è invece il trend in Giappone, con una crescita delle vendite del merchandising e un costante aumento dei ricavi online, contro l'home video che sta calando a livello globale.


Fonte consultate:
- AJA - Report on Japanese Animation Industry 2015 (versione giapponese)
Come detto sopra, significa che aumentano corti e serie da 12 episodi, precludendo la possibilità di narrare opere di più ampio respiro. Onestamente spero che questo trend tenda a invertirsi: meglio meno serie, ma più curate (specialmente se parliamo di adattamenti da cartaceo, cosa che non sempre è facile da fare nei format classici da 12 o 24).
EDIT: ho una domanda: le serie da 2 cour vengono conteggiate come uniche in questa statistica?
Nel documento di quest'anno hanno eliminato l'elenco di tutti gli anime presi in considerazione, tuttavia sono andato a controllare quella dell'anno precedente e c'è Valvrave segnato come serie unica da 24 episodi.
Ok, grazie della risposta.
Visto che negli ultimi... (quanto? 3-4 anni?) le serie divise in due blocchi da 12 sono aumentate di numero, mi chiedevo se la divisione contasse nella numerazione totale a fini statistici.
Se non contano, mi verrebbe da dire che l'aumento di serie sia dovuto in maggior parte ai corti di pochi episodi (altro elemento notevolmente espanso negli ultimi anni, anche più dello spezzettamento delle serie in più cour).
Sono d'accordo, ma solo in parte. E' vero che ormai vedere un anime da 24/26 episodi è cosa rara, ma non per questo l'aumento del numero di serie trasmesse risulta negativo. I corti sono pur sempre delle opere, e alcuni di questi li ho trovati molto belli. Anche una serie da 12, alle volte, può essere veramente ben fatta.
Non sempre il "più lungo" è meglio
Lungi da me fare il nostalgico ma ormai, tra le nuove proposte, più che ecchi e moe non vedo.
Mi sembra un po' tutto un copia/incolla di cose già viste e, molto spesso, senza anima.
Sbaglio?
Sono d'accordo con te, molte opere sono dei copia e incolla.
Comunque una bella notizia, speriamo che anche qui in Italia aumentino, ma la vedo difficile.
Forse sono io che con l' età sono diventato più esigente, non so.
Però mi sembra che, negli ultimi anni l' offerta si sia un po' impoverita per quanto riguarda l' originalità e la creatività delle nuove serie, soprattutto quelle originali.
Ovviamente è una mia considerazione, lungi da me cercare la ragione a tutti i costi
Verissimo.
Però quello era un genere ben definito, quello robotico.
Non ti sembra che ora il fan service e il moe abbiano preso il sopravvento un po' su tutte le tipologie di prodotti, nel mondo dell' animazione?
È a questo "appiattimento" a cui mi riferisco.
Non c'erano solo quelle e cmq molte di quelle produzioni erano fatte con tutti i crismi, con disegni molto curati, realistici, protagonisti erano veri uomini e vere donne, i temi del sacrificio, del dolore, della solitudine, dell'essere orfani erano molto più marcati non come oggi che abbiamo come protagonsiti dei viziatelli figli di console, smartphone e cazzatine varie, per lo più sempre allupati e affamati, disegnati da cani con 4 linee in croce, colorati con tonalità fredde da computer, animati anche peggio.
Se ci sono tali tipi di protagonisti, è solamente perchè attirano, e dunque sono ben visti dalla maggior parte del pubblico, almeno giapponese.
Per quanto mi riguarda, sono uno di quelli che apprezza protagonisti un po' più anticonformisti (e chiedo scusa per il gioco di parole), ma non mi fanno schifo nemmeno "i soliti", a patto che non siano effettivamente mere copie prive di qualsivoglia contenuto.
Attirano perchè il pubblico ormai conosce solo quelli, sono anni che propongono sempre la solita minestra condita da ragazzino sfigato o stupidotto che dà sfogo ai suoi istinti più animaleschi, attorniato da qualche ultratettona di turno, che diventa il più forte avendo zero tecnica in combattimento ma tanto culo da prescelto su cui ricade un qualsivoglia potere senza che se lo meriti minimamente (almeno il Goku in DB si fa il culo in allenamenti e acquisisce da adulto un bel fisico prestante e quindi è un pò più credibile di un Luffy/Naruto/Natsu e cloni al seguito qualsiasi).
Risposta monosillabica da perfetto ignorante in materia, almeno prenditi il disturbo di replicarmi punto su punto di quanto ho scritto se ne sei capace.
La solita sequela di luoghi comuni passatisti da nostalgico. Ci sono sempre stati stereotipi sui personaggi in ogni decennio, ci sono oggi e c'erano allora; i temi del sacrificio, dell'amicizia, del dolore su Shonen Jump ci sono sempre stati e ci sono anche adesso. Poi non parliamo dei disegni, se reputi curato il disegno di mazinga e credi che una qualsiasi serie Kyoani abbia quattro linee in croce, hai grossi problemi. E questo a prescindere dai gusti.
Non capisco perché sia così complesso comprendere che ogni epoca ha i suoi stili e le sue espressioni influenzate dal momento storico contingente in cui sono esistite e che non si può pretendere che tutto rimanga così per sempre. Prima di criticare con le solite menate sul passato glorioso, cercate di comprendere il mondo in cui vivete OGGI. Nessuno vi toglierà la vostra preferenza per le serie passate, ma avrete almeno le chiavi di lettura per capire e magari gradire anche serie moderne e sopratutto sono sicuro la smetterete di rompere le palle ogni santa volta con questi discorsi da vecchi fatti da ventenni.
Caro anticonformista, mi spiace dirti che sei il classico conformista dell'anticonformismo.
Non mi sembra proprio, al massimo ne sono una netta minoranza, per la maggiore vanno i temi dell'apparire a tutti i costi, del cazzeggio, del diventare famosi e popolari, qualunque pinco pallino da un giorno all'altro diventa un protagonista cool amato da tutti senza un minimo di sforzo.
I temi dell'ecchi e delle demenzialità sono ai massimi livelli pure in quelle storie in cui si dovrebbe esigere rigore e serietà.
I disegni di Mazinga o di Ken il guerriero erano milioni di volte più curati, particolareggiati, anatomicamente dettagliati al confronto dei disegnini da bimbi dell'asilo di oggi, perfino io so disegnare meglio di questi mangaka e chara design da 4 soldi che si stanno arricchendo grazie ai gusti di bassa lega delle nuove generazioni che ignorano i classici e si illudono che il moderno sia il meglio che sia mai stato realizzato in campo manga/anime.
Le epoche, i gusti, gli stili cambiano nel tempo ma ciò non vuol dire che bisogna involvere ma piuttosto evolvere, cosa che non sta avvenendo affatto e non solo in questo settore.
Discorsi da vecchi? Ma quanti anni avresti tu fammi capire? Se per te un ventenne è già vecchio devi essere molto piccino, beh allora ti consiglio prima di parlare a vanvera di studiarti i classici così avrai la chiave di lettura per capire quanto poco vale la robaccia d'oggi giorno, almeno per il buon 90%.
Non posso che quotare! Il calo estero non mi stupisce visto in certi casi che razza di contenuti propongono ormai. Uno prima quello che prendeva andava bene o quasi. Ora diversa roba la si deve lasciare in Giappone (giustamente)!
Ovviamente non è solo questo. Il calo di ascolti del pomeriggio ad esempio da noi ha avuto il suo peso. Infatti da qualche anno Mediaset non importa quasi niente.
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