Il Ministero degli Interni Giapponese, come ogni anno, ha pubblicato attraverso le pagine del sito dell'Ufficio Statistiche una serie di dati sulla popolazione raccolti durante lo scorso anno fiscale e che vengono proposti al pubblico a maggio. Sono informazioni che vanno ad aggiungersi a quelle ottenute con i censimenti quinquennali e permettono di ottenere una fotografia più dettagliata e precisa dell'andamento della società nipponica. Alcuni degli elementi che si possono dedurre da questi dati sono sconfortanti.
 

Ancora una volta le statistiche annuali rivelano che il numero dei bambini giapponesi continua a calare. E' dall'inizio degli anni ottanta, 35 anni fà, che continua il declino della popolazione nipponica e parallelamente a questo continua il declino della percentuale di bambini fra la popolazione. Una perdita lenta ma netta.
 

La stima nella figura è realizzata considerando la popolazione di base e sottraendo da essa la differenza fra nascite e morti, gli immigrati, coloro i quali si siano spostati da una prefettura all'altra o siano emigrati all'estero, ed aggiungendo le persone che hanno acquisito la nazionalità nipponica.
 


 


Anche un semplice colpo d'occhio alle due immagini fà comprendere come dall'aprile 2015 il numero di bambini ( 0-14 anni) è diminuito di 150.000 unita. Nello stesso periodo la popolazione delle persone sessantacinquenni, o di età superiore, è aumentata di 810.000 mila unita, pari ad un incremento dello 0,6% della popolazione totale. I numeri indicano un decremento netto della popolazione di 150.000 unità, una percentuale molto bassa, sicuramente, ma significativa se valutata insieme agli altri dati. Tutti i dati confermano che la popolazione nipponica stà invecchiando ed il numero dei pensionati stà aumentando nettamente a scapito delle nuove generazioni.

Non si tratta di dati nuovissimi, il problema è oramai da tempo all'attenzione pubblica ma nessun governo sembra capace di venirne a capo. Parlare di "Estinzione" del popolo giapponese come è stato fatto è semplicemente allarmistico e fuorviante. I problemi della denatalità e dell'invecchiamento della popolazione necessitano di una politica realistica e seria ma certamente continuando in questo trend si potrebbe assistere alla progressiva sparizione o peggio all' indebolimento della cultura tradizionale giapponese. Alla decadenza di arti e tecniche antiche di secoli che hanno bisogno, per continuare ad essere vitali e non ridursi a mero spettacolo per turisti, di menti e mani giovani che sappiano reinterpretare la tradizione mettendola al servizio della realtà moderna. E c'è anche da chiedersi come questo invecchiamento potrà influenzare la produzione dell'
Entertainment giapponese, che già oggi ha gravi difficoltà. Non possiamo far a meno di accennare ai tanti problemi dell'animazione e della cinematografia giapponese, di cui spesso vi abbiamo parlato, e che si riflettono nel declino qualitativo e quantitativo di queste arti appena coperto dal successo straordinario di alcuni autori e dal fascino di questo mondo.

Senz'altro, e sia detto senza retorica, un ruolo importante giocheranno le donne giapponesi:  il modo in cui verrà concepito e valutato il loro ruolo sociale e le loro esigenze e le esigenze dei loro figli in futuro. Modi nuovi e diversi dovranno essere trovati per soddisfare i bisogni di una generazione di donne lavoratrici a cui il mero ruolo di "Office Lady", con tutto il carico di negatività che esso comporta e a cui certa cultura machista predominante nell'impresa nipponica li relega, va molto ma molto stretto.

La denatalità, l'invecchiamento della popolazione non è problema esclusivo del Giappone, anche l'Istituto Nazionale di Statistica ( ISTAT) diffondendo, lo scorso febbraio, i dati annuali sulla popolazione del nostro paese ha denunciato il progressivo invecchiamento degli Italiani, la diminuzione delle nascite ed i problemi per la struttura sociale del nostro stato che questo comporta. Ma l'Italia è un paese, per storia, geografia e cultura molto più aperto, alcuni direbbero troppo aperto, rispetto al Giappone, e se questo propone parecchi problemi di accoglienza e di civile convivenza, ci dà anche delle speranze per il futuro. Purchè si adottino politiche concrete!


Non è casuale che spesso in antiche botteghe fiorentine si possano vedere dei giovani artigiani, di origine giapponese, all'opera su arti nate in riva all'Arno centinaia di anni orsono. E forse questa via dovrebbe essere un buon esempio per tutti.

Fonte Consultata:
Rocket News
Fatto Quotidiano