Una delle novità più significative che, negli ultimissimi anni, ha interessato il mercato degli anime, è stato l'affermarsi di un nuovo genere narrativo che, in attesa di una sua nomenclatura definitiva, sono solito chiamare “intrappolati in un MMORPG”. Per chi ancora non lo sapesse, un MMORPG (acronimo di Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) è un videogioco che permette ad un numero enorme di persone di giocare insieme collegandosi in rete; i giocatori, in particolare, interpretano personaggi creati ad hoc, capaci di imparare nuove abilità e diventare più forti affrontando sfide via via più difficili, il tutto all'interno di mondi di dimensioni spesso davvero notevoli.


Estremizzando l'esperienza che si può vivere giocando ad un MMORPG, gli anime appartenenti a questo genere si basano sull'ipotesi che, a seguito di un qualche particolare evento, persone reali rimangano “intrappolate” all'interno di uno di questi giochi nei panni del loro alter ego virtuale; da questo momento in poi essi dovranno vivere seguendo le regole del gioco in questione, perseguendo diversi obiettivi e rischiando la pelle ogni giorno.

Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo! (o più semplicemente Konosuba) è anch'esso un anime di questo tipo; nato nel 2013 come una light novel scritta da Natsume Akatsuki ed illustrata da Kurone Mishima, ha ottenuto l'anno successivo un adattamento manga sulle pagine del Monthly dragon age con disegni affidati a Masahito Watari. All'inizio del 2016, lo Studio Deen decide di produrne un anime ma viene considerato inizialmente come un trascurabile prodotto di nicchia: composto da soli dieci episodi e decisamente poco pubblicizzato Konosuba si è rivelato invece un grandissimo successo al punto che si è deciso di annunciare la realizzazione di una seconda stagione già al termine dell'ultimo episodio.

Spendiamo qualche parola sulla trama. Morto a seguito di un incidente davvero ridicolo, l'anima del sedicenne Katsuma Sato viene portata al cospetto della dea Aqua che gli offre la possibilità di reincarnarsi nei panni di un eroe in un mondo fantasy che vive secondo le dinamiche tipiche di un MMORPG. Il ragazzo, che durante la sua vita era stato un hikikomori appassionato di videogiochi, è allettato dall'offerta, anche perché per rendere più semplice il suo inserimento nel nuovo mondo gli viene data la possibilità di portare con sé un oggetto o un'abilità potentissima. Dopo un litigio con la dea, però, per ripicca Katsuma sceglie di portare con sé la stessa Aqua e la sua richiesta, nonostante le vibranti proteste di lei, viene accettata. Giunti nel nuovo mondo, Katsuma si renderà subito conto che la sua compagna, a dispetto della sua natura divina, è un soggetto completamente inutile; così, non possedendo nessun'altra abilità particolare, si troverà costretto a sgobbare duramente per cercare di aumentare rapidamente di livello. E come accade in qualsiasi MMORPG degno di questo nome, dovrà anche impegnarsi a cercare dei nuovi compagni con cui formare un party almeno decente; peccato che quelli disponibili saranno strambi almeno quanto la capricciosa dea dell'acqua.

Konosuba è, fondamentalmente, una parodia a carattere demenziale degli MMORPG; seppur godibilissimo anche da chi non li conosce, il suo vero valore può essere colto meglio da chi invece ci gioca (o ci ha giocato) abitualmente: costoro, infatti, saranno capaci di intuire meglio le varie sfumature comiche presenti in questo anime. Qualcuno potrebbe ribattere che in realtà si tratta del solito anime che riprende i soliti cliché presenti in mille altri titoli e si limita a dargli una bella rimescolata senza apportare nulla di veramente innovativo; ma una parodia non ha il compito di rinnegare i cliché ma, al contrario, quello di abusarne fino a ridicolizzarli. Ed è proprio questo quello che accade qui: basta guardare la caratterizzazione che è stata attribuita ad i vari personaggi per capirlo. 

Il protagonista non è un eroe invincibile ma è un soggetto sotto la media le cui doti principali sono il sarcasmo ed una certa esperienza come videogiocatore; il tank (ossia quella classe che negli MMORPG ha il compito di concentrare su di sé tutti gli attacchi del nemico) viene rappresentato come una masochista; il mago è una chuunibyou capace di usare una sola magia al giorno; il curatore è una dea svampita ed inutile. Queste figure, parlando in generale, potrebbero anche non piacere; ma è innegabile il fatto che gli abbinamenti fatti siano azzeccatissimi.

E dato che stiamo parlando dei personaggi, per una volta, una menzione particolare meritano anche i “nemici”, esilaranti come pochi. Il “Dullahan” in particolare è il boss più improbabile mai visto: a dispetto della figura maestosa di cui dispone, ogni volta che appare riesce puntualmente a coprirsi di ridicolo. Ma, come dicevo in precedenza, il numero delle chicche presenti in questo anime è davvero troppo grande per poterle elencare tutte.

 


Va specificato che, a differenza di quanto si possa pensare, Konosuba non è un harem, o almeno non lo è per come concepisco io il genere. E' vero che Katsuma è circondato solo da ragazze ma non c'è nessun coinvolgimento sentimentale (almeno per ora) e la mancanza di questo elemento mi induce a negargli questa collocazione.
E' presente, invece, la componente ecchi ma, personalmente, non l'ho trovata né eccessiva né particolarmente fastidiosa; fa eccezione a quanto detto il simpatico vestitino di Aqua che risolve l'annoso dilemma “vista mutandine sì – vista mutandine no” non facendo indossare alla dea alcun tipo di biancheria intima. Ovviamente Aqua si ritroverà spesso col sedere nudo in bella vista; ed obiettivamente questo lo si poteva evitare.

Il comparto grafico mi è sembrato davvero buono: i disegni sono semplici ma molto belli da vedere; l'uso dei colori è quello classico, in cui ogni tonalità è scelta col fine aiutare lo spettatore a distinguere meglio i personaggi e le abilità che posseggono. 
Altrettanto buono è anche il comparto sonoro: la sigla di apertura, Fantastic Dreamer cantata da Machico è molto orecchiabile; ma il vero capolavoro è la sigla di chiusura, Chiisana Boukensha, una dolcissima cantilena cantata addirittura dalle tre doppiatrici dei tre personaggi femminili principali.

Se non può essere considerato come l'anime migliore nel suo genere, Konosuba, a parere di chi scrive, è sicuramente il più divertente fra quelli visti finora. Uno dei suoi suo maggiori meriti è la costanza di rendimento: in genere titoli di questo tipo funzionano per due-tre episodi e poi cominciano a declinare impietosamente. Konosuba, invece, offre un livello di divertimento costante per tutta la sua durata, grazie a personaggi dotati di una forte carica umoristica e ad una sceneggiatura follemente geniale. Va detto che il numero di episodi complessivi poteva e doveva essere maggiore: è strano che lo Studio Deen non abbia subito intuito il potenziale di questo prodotto. Che dire, evidentemente tra loro non ci sono moltissimi giocatori di MMORPG...