A giudicare dalle reazioni suscitate un po' ovunque, non credo proprio che Occultic; nine potrà mai aspirare al titolo di “anime dell'anno”: il numero di spettatori spazientiti, delusi, arrabbiati o che più sinceramente ammettono di non averci capito un tubo è decisamente elevato. Quasi tutti, in particolare, lamentano l'assenza di una spiegazione adeguata agli eventi che si susseguono con l'avanzare degli episodi; e praticamente tutti bocciano l'episodio finale, la cui colpa principale è quella di chiudersi senza aver colmato questa lacuna. Ma è davvero così che stanno le cose? Discutiamone.
Personalmente, dopo averne terminato la visione, ero piuttosto incline a dare credito a queste critiche; in parole povere nemmeno io ci avevo capito un accidente. Tuttavia, dato che m'ero preso la briga di scrivere questa recensione, ho ritenuto doveroso approfondire il livello d'indagine ed i risultati ottenuti sono stati, con mio grande stupore, a dir poco sorprendenti.

 

Occultic; nine nasce nel 2014 come una light novel, scritta da Chiyomaru Shikura (autore, fra gli altri, del celebratissimo Steins; gate), disegnata da Pako e pubblicata dalla casa editrice Overlap. Nel 2015 la Kōdansha provvedeva a pubblicarne un adattamento manga, affidandone i disegni a Ganjii; l'anno successivo la A-1 Pictures decise di convertirlo in un anime per la regia di Kyōhei Ishiguro e Miyuki Kuroki.
Dopo aver ripreso la figura del sedicente “viaggiatore del tempo” John Titor, Chiyomaru Shikura sposta adesso la sua attenzione sulla controversa figura dell'inventore serbo-americano Nikola Tesla. Personalmente non conoscevo l'opera ed il pensiero di questo scienziato; dalla breve ricerca da me condotta ho scoperto che si tratta di un personaggio ancor oggi molto discusso a causa di alcuni suoi progetti mai realizzati relativi ad armi ad altissimo potenziale distruttivo. Nulla invece ho trovato riguardo a presunte teorie paranormali e allo studio della natura dell'anima: l'unica traccia che sembra collegare Tesla a questa storia è la sua teoria (in parte dimostrata empiricamente) secondo cui sarebbe possibile alterare il comportamento dell'uomo attraverso la manipolazione di frequenze radio. Ma non è detto che non ci sia anche altro di cui io ignoro l'esistenza. 
Veniamo ora alla trama vera e propria o meglio quello che di essa si può raccontare senza fare troppe rivelazioni.
Il Chōjō Kagaku Kirikiri Basara (tradotto in italiano col nome di “Assolutaglio”) è un blog affiliato sull'occultismo gestito dal “Dio Neet” Yuta Gamon, un soggettone che spera di arricchirsi aumentando il più possibile il numero degli accessi al suo sito. Nonostante il boom dell'occulto verificatosi negli ultimi anni, la posizione del blog e del suo fondatore è molto netta: sono tutte balle, il paranormale non esiste. Assolutaglio, però, non ha un numero di affiliati molto alto per cui il ragazzo è alla ricerca di nuove idee e di nuove collaborazioni utili a far compiere lo sperato salto di qualità al suo blog e soprattutto al suo portafogli. Spinto dalla sua amica d'infanzia Ryouka a cui, come al solito, madre natura non ha fatto mancare nulla, decide di mettersi in contatto col professor Hashigami Isayuki, un famoso scienziato che da un po' di tempo ha rivolto la sua attenzione allo studio dei fenomeni paranormali; quando si reca nel suo ufficio, però, lo trova morto. Yuta ancora non lo sa ma questo evento, per quanto tragico, si rivelerà essere solo la punta dell'iceberg di un complotto che finirà per stravolgere completamente la sua tranquilla esistenza.

 

Come avrete avuto modo di notare ho deciso di intitolare questa recensione “Occultic; nine istruzioni per l'uso”. Questo però non vuol dire che qui troverete la soluzione a tutti i misteri proposti dall'anime e questo per due motivi: il primo è che questa è una recensione e non uno spoiler; la seconda è che ci sono ancora diverse cose che mi restano oscure, per cui non vorrei azzardare teorie su cui potrei essere sbugiardato. Quello che invece sosterrò con fermezza è che, almeno per quanto riguarda le parti più importanti della storia, l'anime in questione contiene già tutte le risposte che si cercano: sono solo state nascoste con grande cura. Perciò quello che mi propongo di fare è di suggerire al lettore quella che, secondo me, è la strada da percorrere se si vuole raggiungere la tanto sospirata illuminazione.
La prima banalissima cosa da sapere è che Occultic; nine è un anime che mette a dura prova l'attenzione dello spettatore: chi non è interessato o chi preferisce guardare anime che non richiedano un eccessivo livello di concentrazione farebbe meglio a spendere il suo tempo dedicandosi ad altro. Se invece decidete di affrontare la sfida tenete bene a mente che l'autore fa uso di diversi mezzi di distrazione di massa che fanno il loro lavoro con un'efficacia quasi scientifica: "oppai" enormi e ballonzolanti, false flags, voci che si sovrappongono le une alle altre, lunghe spiegazioni di concetti scientifici complessi, dialoghi a velocità mac 3 e così via.
Ma Occultic; nines è anche un puzzle i cui pezzi mancanti spesso vanno a nascondersi sotto un bicchiere o in una fessura della scatola: l'anime è pieno di indizi, spiegazioni, dettagli e a volte addirittura di evidenze che però lo spettatore non riesce a cogliere subito o che cataloga come irrilevanti; in realtà essi saranno fondamentali per la corretta ricostruzione della storia. Armarsi di pazienza e tenere una costante concentrazione è fondamentale: anche un solo attimo di disattenzione potrebbe compromettere la comprensione di alcune parti della trama.
Pur essendo un anime fantascientifico Occultic; nines fa dell'uso logica uno dei suoi capisaldi. Proprio per questo l'autore non spiega tutto dettagliatamente ma spesso lascia allo spettatore il compito di usare la sua capacità d'intuizione per risolvere almeno una parte del mistero; la visione di questo anime richiede, dunque, una partecipazione attiva e non un'osservazione passiva di ciò che accade. Raccogliere tutti i pezzi del puzzle non sarà sufficiente: bisognerà essere anche abili ad incastrarli l'uno nell'altro.
Infine Occultic; nine, così come già Steins; gate, dà una grandissima importanza al fattore temporale ed estende questo concetto dagli attori allo spettatore. Difficilmente, infatti, al primo giro si riuscirà a comprendere troppo; ma, così come fanno i personaggi, si può sempre tornare indietro e ricominciare daccapo per mettersi a caccia dei pezzi mancanti, stavolta con la consapevolezza di sapere cosa e dove cercare.

 

Ma il gioco vale la candela? Può questo anime giustificare un tale dispendio di energie con una storia di qualità superiore alla media? Rispondere a queste domande mi è già più difficile.
La trama, obiettivamente, è avvincente e ricca di pathos; in particolare mi è piaciuta l'idea di base secondo cui l'uomo nasce già malato, dato che non può evitare la vecchiaia e la morte, e che quindi il compito finale della medicina è quello di trovare una cura a questo male originario.
I tanti personaggi che ruotano intorno a Yota, poi, sono ben costruiti e risultano credibili nel modo in cui affrontano la loro particolare situazione. Protagonista a parte, nessuno spicca in misura maggiore rispetto agli altri, ma il loro contributo allo svolgersi degli eventi è sempre perfettamente bilanciato.
Se, infine, ciò non bastasse, c'è sempre la soddisfazione di riuscire a scoprire quel dettaglio che nessun altro ha notato, come una ragazza che nasconde qualcosa mentre si aggiusta i capelli o altro.
Accanto a tutti questi aspetti positivi c'è però forse un eccesso di zelo nel cercare di renderne difficile la comprensione che potrebbe far storcere il naso anche a chi piace vedere ogni tanto qualcosa di veramente impegnativo. 
Per quanto riguarda l'aspetto grafico l'A-1 Pictures ha svolto senza dubbio un ottimo lavoro, grazie a disegni e ad atmosfere che si coniugano benissimo con una storia ricca di pathos e mistero. Di alto livello anche le musiche di Masaru Yokoyama e le due sigle, rispettivamente "Seisū 3 no nijō" di Kanako Itō e "Open your eyes" di Asaka.

 
 
A causa delle forti difficoltà interpretative, il rischio che il reale valore di Occultic; nine non venga colto appieno dal pubblico è qualcosa di più di una semplice eventualità: in fondo, immaginare una buona storia non è sufficiente se non la si sa raccontare a chi la ascolta. In questo caso, però, non si tratta affatto di scarsa capacità di comunicazione ma di una scelta mirata, volta a creare un prodotto che stimoli lo spettatore ad osservare e riflettere. Il così tanto criticato finale rappresenta proprio la sintesi di questa impostazione. Chiyomaru Shikura sembra dirci sogghignando: "Perché chiedete una spiegazione adesso se non ho fatto altro che dirvi come stavano le cose per ben dodici episodi?"