Ieri durante l'evento Cartoons on the Bay, in corso a Torino, abbiamo assistito ad un evento molto interessante. Sotto la moderazione di Marco Pellitteri si sono presentati davvero dei nomi importanti dell'odierna industria degli anime: Noritaka Kawaguchi (CEO CoMix Wave Films), Shinichiro Kashiwada (Produttore della Aniplex), Fumitaka J. Torio (Senior vice presidente di Global Sales Sony Creative), Keisuke Tsuchihashi (Senior producer della tv NHK), Sayoko Kinoshita (Direttrice artistica del Festival di Hiroshima), Fusako Yusaki (Artist, designer, animator).
 

Il Giappone è stato per decenni, con gli Stati Uniti, il maggior produttore d'animazione per il cinema, la tv, l'home video e negli ultimi tempi per le piattaforme digitali.
Quest'ultima sfida, sottolineano i produttori, è la pista da battere per l'industria animata nipponica. La tv ha sempre meno risorse, i costi sono alti e gli studi che si stanno imponendo per i film cinematografici, come il CoMix Wave di Shinkai, non sono interessati a lavorare fuori dall'ambito dei lungometraggi per il grande schermo. Le piattaforme digitali sono sicuramente fonte di nuova linfa e soldi in un mercato sempre più carente di fondi e di animatori capaci. Dopo un periodo di forte crisi del settore, che i presenti pongono cronologicamente dopo il 2008, ora il mercato è in ripresa anche se non si nega che mancano idee originali. Oggi le light novel non vendono più come prima, anche i manga sono stati ampiamente sfrutatti e servono quindi soggetti originali validi che non è facie trovare. 

Nella sessione di domande mi sono permesso di chiedere il perchè l'industria degli anime abbia preferito puntare quasi solo sul mercato interno piuttosto che cercare di esportare il proprio prodotto all'estero come fu per gli anni 80 e 90. Mi è stato risposto con una vera ammissione di questa scelta. Il senior producer della NHK ha in parte giustificato la scelta con il fatto che in occidente il prodotto animato è indirizzato in pratica solo verso un target infantile mentre molte produzioni giapponesi sono indirizzate a giovani adulti o adirittura 40enni. Il produttore Aniplex ha tenuto a rimarcare il succeso internazionale di un brand come Sword Art Online senza scomodare Your Name. e altri successi cinematografici. Un forte incentivo, di cui sono pienamente coscienti, all'animazione giapponese è il simulcast. Questo uso dei portali streaming per proporre in tempo quasi reale gli anime oltre i confini patrii è sicuramente una grande rivoluzione, impensabile qualche anno fa.
 

Interessante la risposta ad un'altra domanda dove è stato chiesto se l'animazione giapponese tenderà a rinnegare l'animazione classica per favorire l'avvento massiccio della tecnologia come succede altrove. Ha risposto il Ceo di Comix Wave, spiegando che la CG è sicuramente un aiuto valido ma che non ha alcun intenzione di rinunciare alla maniera tradizionale. 
Tutti sono stati concordi poi nel dire che il successo veramente grande di Your Name. a livello internazionale è importante ma non è un punto di partenza, solo una parte di una ripresa generale di un'industria che in Giappone è davvero importante.
E' stato chiesto se gli Studios si apriranno a disegnatori o professionisti italiani o esteri ed è stato risposto che tutti sono ben accetti ma devono parlare giapponese. Senza conoscere il giapponese non si può lavorare in questo ambiente.