Esordirà a maggio sul numero 23 della rivista Morning dell’editore nipponico Kodansha.
Il bravissimo autore, soprattutto abile sceneggiatore, purtroppo, non ha mai goduto di troppo seguito in Italia, ma la causa è sicuramente imputabile in primis al trattamento che gli editori nostrani hanno riservato alle sue affascinanti opere.
Terminato Karakuri Circus, ecco un manga il cui solo titolo preannuncia atmosfere ancora più dark e inquietanti: Kuro Hakubutsukan Springald (Springald - Il Museo Nero). La vicenda è ambientata a Londra in epoca Vittoriana, e si ricollega al mistero di Jack lo Squartatore e ai suoi efferati delitti, che consegnarono al terrore la città.
Prima di Ushio e Tora, iniziato nel 1990 e serializzato sul settimanale Shonen Sunday della Shogakukan, Kazuhiro Fujita disegnò un breve manga intitolato Renrakufune Kigo (Il Traghetto Misterioso), ancora un racconto di combattimenti e mostri della tradizione nipponica. Dopo il successo di Ushio e Tora, Fujita si è dedicato a Karakuri Circus, altra grande hit chiusa la scorsa estate col volume 43, in Italia interrotto da Play Press dopo appena 12 uscite (corrispondenti ai primi sei tankobon originali).
Fonti:
Fum.Ante!
I giorni del bianconiglio
Morning.
Il bravissimo autore, soprattutto abile sceneggiatore, purtroppo, non ha mai goduto di troppo seguito in Italia, ma la causa è sicuramente imputabile in primis al trattamento che gli editori nostrani hanno riservato alle sue affascinanti opere.
Terminato Karakuri Circus, ecco un manga il cui solo titolo preannuncia atmosfere ancora più dark e inquietanti: Kuro Hakubutsukan Springald (Springald - Il Museo Nero). La vicenda è ambientata a Londra in epoca Vittoriana, e si ricollega al mistero di Jack lo Squartatore e ai suoi efferati delitti, che consegnarono al terrore la città.
Prima di Ushio e Tora, iniziato nel 1990 e serializzato sul settimanale Shonen Sunday della Shogakukan, Kazuhiro Fujita disegnò un breve manga intitolato Renrakufune Kigo (Il Traghetto Misterioso), ancora un racconto di combattimenti e mostri della tradizione nipponica. Dopo il successo di Ushio e Tora, Fujita si è dedicato a Karakuri Circus, altra grande hit chiusa la scorsa estate col volume 43, in Italia interrotto da Play Press dopo appena 12 uscite (corrispondenti ai primi sei tankobon originali).
Fonti:
Fum.Ante!
I giorni del bianconiglio
Morning.
speriamo che nel frattempo qualcuno si decida a completare la serie di karakuri circus qui in Italia
PS - ximpalullaorg, dove sarebbero gli "evidenti cali qualitativi" di Ushio e Tora negli ultimi 6 volumi? Personalmente lo ritengo il miglior shonen manga che abbia mai letto (ok, forse non è il solo ma cmq è lì tra i primi...), sei il primo da cui leggo un simile commento... O_O' (ma in effetti se il finale di U&T viene ritenuto "in calo" non mi stupisce più di tanto che Fujita non sia apprezzato...)
Non è giusto!
Non è giusto!
Un grande fumettista come K.F. non può rimanere nel limbo!
Voglio leggere il finale di karakuri! Sigh!
Per lo meno rendo grazie alla star di avermelo concluso, già fermo al 14° granata m'era venuto un colpo...
La pp mi deve un karakuri, un katsu, un get backers, un shin a.o. [...]
Capisco l'entusiasmo, anch'io ho apprezzato a suo tempo Ushio e Tora, ma cerchiamo di non esagerare con certe affermazioni dato che i personaggi in questione non sono certo l'esempio di caraterrizzazione perfetta. Infatti quando poi scrivi "di fatto il miglior shonen mai pubblicato da noi" riesci, secondo me, ad inquadrare meglio l'opera di Fujita. Uno shonen in tutto e per tutto e quindi anche in una resa eccessiva dei caratteri dei personaggi che, per carità, non voglio deplorare ma che non può certo esser definita la migliore.
Comunque, anch'io sono del parere che nel finale non ci sono state particolari cadute (tranne forse che sono morti tutti i miei personaggi preferiti? Mah, non credo che questo possa essere un difetto...) all'infuori di qualche passaggio troppo sbrigativo che meritava qualche pagina in più ma questo è un aspetto che spesso fa capolino nelle parti finali di fumetti abbastanza lunghi dove il disegnatore si trova a disegnare con un po' di stanchezza addosso ed infatti più di una volta in questi epiloghi si percepisce una certa voglia di chiudere al più presto.
Alla prossima
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