Traduco questo lungo articolo che riassume ed illustra la partecipazione del controverso regista degli otaku ad un programma dell’emittente televisiva giapponese NHK, "Welcome Back for an Extracurricular Lesson, Sempai!". L’articolo originale è di Justin Sevakis, fondatore del sito Anime News Network e attualmente occupato presso l’ImaginAsian Entertainment, dopo aver lavorato per il distributore americano Central Park Media.
Adatto il pezzo nella speranza di fare cosa gradita ad una gran fetta dell’utenza di AnimeClick, spesso dimostratasi molto interessata alle vicende che ruotano attorno alla produzione del regista e del suo studio Gainax.

Articolo del 3 maggio 2007, di Justin Sevakis:

Hideaki Anno parla ai bambini!

Il fandom degli otaku ha il suo manifesto bambino in Hideaki Anno. Magrissimo, trasandato, e con picco massimo d’autostima ben al di sotto dei livelli misurabili, egli è diventato famoso per i suoi modi nevrotici tanto quanto per gli anime che ha diretto.
Nel 1997, poco dopo il successo di Evangelion e durante la pre-produzione di Kare Kano (in Italia Le situazioni di Lui e Lei), Anno partecipò ad un popolare show di NHK dal titolo traducibile in “Bentornato per una lezione supplementare, Sempai!”, in cui popolari personalità visitavano la loro città natale per insegnare in una classe della loro vecchia scuola elementare. Per chi abbia scrutato nell’oscurissima corrente di pensiero che egli ha manifestato in Evangelion, la possibilità di questa partecipazione può certamente strappare un sorriso.

Che amiate o odiate Evangelion, Anno è un autore che non si può ignorare. Il suo esclusivo stile figurativo, di certo, ha permanentemente influito sugli anime successivi ad Eva, ma il suo lavoro da allora sembra dimostrare molto di più. I suoi live action, Love & Pop e Shiki-jutsu sono lavori importanti che esplorano quell'insicurezza che l’ha portato alla ribalta. In più, ho trovato molto affascinante il modo in cui pensa alle emozioni e le racconta alla gente.

Questa settimana ho trovato lo special tv Buried Treasure molto più chiarificante di quant’altro abbia letto a proposito di quest’uomo. Dal momento che vi potrebbe essere difficile reperire questo special tv, vi eviterò la mia solita vaghezza e tenterò di farne un resoconto più completo. E’ il minimo che possa fare.

All'inizio ci viene presentata la città natale di Anno, Ube, un centro industriale nella prefettura di Yamaguchi. Non è un luogo particolarmente piacevole. In più c’è un'aura di sporcizia generale. Apparentemente Ube, sostenuta da un impianto chimico industriale, ne ha passato di tutti colori durante un qualche violento periodo economico. Il cielo è dominato dallo smog e dalle ciminiere industriali. Le scuole elementari Unoshimma, che Anno frequentò da bambino, sono ancora in uso, e sembra che non siano mai state ristrutturate da quando il regista le frequentava.

I ragazzi sono adorabili, ovviamente. Uno di loro annuncia con orgoglio di essere un otaku. Molti di loro sono fans di Eva. Prima dell’arrivo di Anno, i bambini hanno scritto e disegnato ciò che pensano di lui, in base alle opinioni che si sono fatti dalla visione di Eva. Confusi, esordiscono subito scioccamente.

Anno, intanto, è nel mezzo di un altro crollo al pensiero di insegnare ai bambini. Apparentemente i produttori del programma hanno dovuto persuaderlo in qualche modo a partecipare. “Non sono troppo fiducioso”, dice, con poca disinvoltura. Passeggia per la città, pieno di nostalgia (ovviamente non ci torna quasi mai), ricordando qualche episodio d’infanzia come “qua attorno c’era un fiume ed era pieno di moscerini e zanzare”.

Terribilmente impaurito dai ragazzi, Anno entra in classe e inizia a passare attraverso le fantasie che i ragazzi hanno disegnato su di lui, con una varietà che va dallo shoujo manga, al bishounen fino a qualcosa di simile ai robot del 1950. “E’ completamente sbagliato”, risponde nervosamente ad una bambina che l’aveva ritratto in abiti rosa. Notando la sua infelice postura, una bambina lo rassomiglia all’Eva 01...

Il compito non era solo un'occupazione. “La società giapponese è ossessionata dall’informazione, perciò volevo loro per immaginare qualcosa di completamente inconsapevole”, nota. Malgrado lo neghi, ha chiaramente programmato qualche piano di gioco. Ecco una veloce sessione di domande e risposte:

-“Qual è il tuo hobby?”
-“Il lavoro è come un hobby per me”.
-“Cos’è quella cosa-robot chiamata Evangelion?”.
-“Deriva da una parola sacra cristiana che significa ‘Vangelo’. Ha anche radici greche. Ho scelto questo nome perché suona complicato”.
-“Che cosa piace a Rei?” chiede un otaku bambino. “Non ci ho pensato”, è la brusca replica di Anno.

Non è esattamente una persona loquace, ma è molto consapevole che alcuni suoi modi di agire influiscono sul comportamento dei bambini nei suoi riguardi, perciò cerca di tenere la guardia alzata con loro. Anno ammette di avere un problema di autostima. “Non vado pazzo di me stesso. Dico spesso che coloro che non si piacciono hanno grandi idee, ma penso che chi dice questo non capisca veramente la sofferenza che implica”, riflette.

-“Ti piacciono gli anime che fai?”.
-“Ci sono parti che mi piacciono e parti che non mi piacciono”.
-“Quali parti non ti piacciono?”.
-“Le parti che faccio io”.

Comunque, dà ai bambini una veloce lezione d’animazione, usando la classica dimostrazione della “palla rimbalzante”. Ai ragazzi viene dato un light box (un tavolo luminoso) e un ferretto (i perni che s’inseriscono nei buchi per il posizionamento dei fogli di carta), per provare a realizzare l’animazione. La loro reazione è quella tipica degli animatori la prima volta: “Tutto quel lavoro, per un’animazione così corta!”.

Dopo un veloce pranzo scolastico (Anno mangia appena, e rifiuta tutta la carne e il pesce), i ragazzi salgono in autobus e sono accompagnati in città, ad intervistare i genitori di Anno e i suoi amici d’infanzia. Il loro obiettivo è quello di provare a scoprire che tipo di bambino è stato.
Era molto carino, come si può immaginare.

I bambini interrogano le persone a casaccio, e le risposte scatenano grandi risate. La madre di Anno parla ai bambini con una voce stanca e attempata, mentre il padre esclama giudizi come “Non era molto bravo negli sport”. Dopo aver dimostrato presto grande talento nella pittura, fu respinto ad un concorso e volse la sua attenzione ai manga. “Ha una personalità ostinata”, fa notare sua madre.

Un amico dice che Anno amava guardare le stelle. Il tema del suo diploma elementare era basato su come si sentisse frustrato all’idea che non gli venisse permesso di disegnare manga in classe. Anno poi ricorda la partecipazione ad una manifestazione su Gundam, organizzata sulla terrazza di un grande magazzino.

Il giorno seguente, i bambini hanno il compito di applicare quanto appreso tentando di fare un’animazione su di lui. Anno, che inizialmente era molto intimidito dai bambini, è ora allegro. “Poiché loro non provano a barare nel tentativo di fare qualcosa di tecnicamente valido, il loro lavoro è puro. Io avevo quasi perso quella parte di me, e sono contento di riscoprirla”.

Dopo la presentazione delle animazioni dei ragazzi, Anno spiega loro l’utilità di questi liberi esercizi d’animazione. “Nei test scolastici c’è solo una risposta per ogni domanda, e potete prendere zero o mezzopunto se sbagliate. Ma nella realtà, le cose non sono o nere o bianche, perciò pensate da soli alle soluzioni ed esprimetele con le parole o le immagini. Questo è il vostro modo di comunicare con la gente. Questo è l’importante”.

La classe sembra capire, ma alla fine del programma, Anno sembra aver imparato un pò più su se stesso e, oserei dire, anche ad apprezzarsi un pò di più. Mi domando se questo possa influire sui suoi prossimi lavori.

“Per esprimere qualcosa è fondamentale saper raccontare agli altri ciò che si sono persi. E’ la difficoltà di sostenere un’idea tra le altre.
Lo sforzo di mettersi alla prova è normale. Quelli che sono incapaci di relazionarsi agli altri come si fa in genere, provano in maniera più sagace, così da tenere i loro rapporti. Così è per me, almeno”.

Inutile dire che, per un fan di Anno, questo special televisivo è un lusso enorme, non solo per conoscerlo meglio, ma per il cambiamento che si può vedere in lui. Non è chiaramente vestito dallo staff del programma, e alla fine dello show ha perfino un portamento diverso. Certamente, c’è anche il valore inestimabile di un video su di lui – un uomo maturo – in posa da Kamen Rider sopra uno scivolo al parco giochi.

I suoi paesaggi, i tralicci delle linee elettriche, le strutture architettoniche – inclusi alcuni dei suoi marchi visivi – sono così evidentemente influenzati da questi dintorni che ci aspettiamo quasi di veder spuntare Asuka ad ogni angolo. I suoi vecchi dipinti, esibiti da sua madre, mostravano già un poco del suo stile, ma i suoi disegni non erano già altrettanto riconoscibili.

NHK è famosa per i suoi documentari, e questa serie non fa eccezione. Gli schermi delle tv giapponesi sono solitamente affollati da testi luminosi dai colori vivaci, secondo le preferenze degli spettatori, e i programmi spesso sono montati in maniera povera, ma “Welcome Back” è curata quasi come un pezzo della NBC. Sottigliezze di editing includono il frequente uso del tema musicale di Evangelion (di Shiro Sagisu), e l’inquadrare Anno e i bambini in situazioni particolari che richiamano momenti di Evangelion (con alcune riprese dal teleobiettivo preferito di Anno, quello ad “occhio di pesce”). Fortunatamente l’uso di queste particolari lenti non è invasivo e la trasmissione non scade nel parodistico.

Da allora Anno ha espanso un po’ i suoi orizzonti, collaborando con i filmmakers più innovatori del Giappone come Shunji Iwai (All About Lily Chou Chou), Katsuhito Ishii (The Taste of Tea), e perfino interpretando un piccolo ruolo nel film di Ishii, Funky Forest. I suoi live actions sono stati un successo controverso, sia per la critica che a livello commerciale. Si è anche sposato, e ora sta per chiudere il cerchio con l’uscita dei nuovi film di Evangelion. Se la sua creatività ne è un’indicazione, egli sembra ora più felice che in passato (avrebbe potuto fare il live action di Cutey Honey prima di cadere in depressione?), ed è divertito dal pensiero che questo special tv abbia potuto catturare uno dei suoi punti di svolta.

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Fonte: Anime News Network.