La leggenda del serpente bianco
Una delle fiabe cinesi più famose tra quelle messe in scena all'Opera di Pechino, è una leggenda tradizionale che la Toei ha realizzato in animazione nel 1958.
Bai Suzhen (questo il nome tramandato in Cina) è uno Yokai, uno spirito/serpente bianco, che può assumere anche fattezze femminili. È l'incarnazione del principio della vita, il mondo dell'immaginario che per tradizione è femminile; per essere reso inoffensivo deve legarsi alla realtà (principio maschile o della creazione artigianale). L' amica e alleata è Xiao Qing, che nella fiaba tradizionale è il serpente nero, cioè sua sorella, nel film di animazione è un pesce tramutatosi in ancella.
Come si è visto, ci sono state modifiche nel passaggio da leggenda popolare a lungometraggio animato. Nel primo caso, la Yokai si innamora di Xu Xian quando entrambi sono adulti, mentre nel film, Xu Xian bambino salva la vita al serpente senza conoscere la sua vera natura. Bai Suzhen si fa promettere dal ragazzo che non sarebbe mai cresciuto. Gli ha chiesto una promessa d'amore di cui egli non è ancora consapevole.
Quello su cui un po' tutte le versioni concordano è il ruolo da "cattivo" del monaco buddista, Fa Hai, una specie di esorcista. L' uomo "non voleva più studiare i canoni buddisti, ma voleva solo creare problemi e seminare discordie tra il prossimo" (cit.). Fa Hai si convince che Bai Suzhen sia uno spirito maligno e comincia a perseguitare lei e il suo innamorato (suo marito nell'opera originale).
Il primo doppiaggio italiano, opera della Rai nel 1970, interpreta la leggenda come il conflitto interiore del giovane nel cammino per diventare adulto. Solo dopo aver acquisito consapevolezza del proprio sentimento, amando con raziocinio e non lasciandosi solo trasportare dai sogni, potrà salvare se stesso e la donna del suo cuore. Il doppiaggio Rai dell'epoca, restaurato da Dynit fin dove ha potuto, risulta piuttosto discutibile. Comunque non vi pentirete della visione di questo film, che scegliate la versione Rai o l'edizione più recente e fedele. Entrambe sono disponibili nel menu dvd Dynit.
Curiosità: Miyazaki ha dichiarato che per fare Ponyo si è ispirato alla Leggenda del Serpente Bianco.
Bai Suzhen (questo il nome tramandato in Cina) è uno Yokai, uno spirito/serpente bianco, che può assumere anche fattezze femminili. È l'incarnazione del principio della vita, il mondo dell'immaginario che per tradizione è femminile; per essere reso inoffensivo deve legarsi alla realtà (principio maschile o della creazione artigianale). L' amica e alleata è Xiao Qing, che nella fiaba tradizionale è il serpente nero, cioè sua sorella, nel film di animazione è un pesce tramutatosi in ancella.
Come si è visto, ci sono state modifiche nel passaggio da leggenda popolare a lungometraggio animato. Nel primo caso, la Yokai si innamora di Xu Xian quando entrambi sono adulti, mentre nel film, Xu Xian bambino salva la vita al serpente senza conoscere la sua vera natura. Bai Suzhen si fa promettere dal ragazzo che non sarebbe mai cresciuto. Gli ha chiesto una promessa d'amore di cui egli non è ancora consapevole.
Quello su cui un po' tutte le versioni concordano è il ruolo da "cattivo" del monaco buddista, Fa Hai, una specie di esorcista. L' uomo "non voleva più studiare i canoni buddisti, ma voleva solo creare problemi e seminare discordie tra il prossimo" (cit.). Fa Hai si convince che Bai Suzhen sia uno spirito maligno e comincia a perseguitare lei e il suo innamorato (suo marito nell'opera originale).
Il primo doppiaggio italiano, opera della Rai nel 1970, interpreta la leggenda come il conflitto interiore del giovane nel cammino per diventare adulto. Solo dopo aver acquisito consapevolezza del proprio sentimento, amando con raziocinio e non lasciandosi solo trasportare dai sogni, potrà salvare se stesso e la donna del suo cuore. Il doppiaggio Rai dell'epoca, restaurato da Dynit fin dove ha potuto, risulta piuttosto discutibile. Comunque non vi pentirete della visione di questo film, che scegliate la versione Rai o l'edizione più recente e fedele. Entrambe sono disponibili nel menu dvd Dynit.
Curiosità: Miyazaki ha dichiarato che per fare Ponyo si è ispirato alla Leggenda del Serpente Bianco.
Una leggenda cinese, una storia intrisa di cultura popolare dove a fare da colonna sonora sono le musiche tradizionali.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
I due si incontrano quando lui da bambino acquista un serpente bianco che gli adulti dicono di abbandonare giudicando dalle sembianze.
I due si ritrovano da adulti, si amano, ma il loro amore è ostacolato da un monaco che vede gli Yokai solo come spiriti maligni.
Ma il serpente/Fanciulla è un serpente bianco, e puro e sincero è il suo sentimento per il ragazzo, tanto da rinunciare all'immortalità per salvargli la vita.
Fine parte contenente spoiler
Il ritmo oggi risulta un po' lento, ma credo che andasse bene per gli standard di allora.
Una dolce storia d'amore semplice, schietta e sincera.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
I due si incontrano quando lui da bambino acquista un serpente bianco che gli adulti dicono di abbandonare giudicando dalle sembianze.
I due si ritrovano da adulti, si amano, ma il loro amore è ostacolato da un monaco che vede gli Yokai solo come spiriti maligni.
Ma il serpente/Fanciulla è un serpente bianco, e puro e sincero è il suo sentimento per il ragazzo, tanto da rinunciare all'immortalità per salvargli la vita.
Fine parte contenente spoiler
Il ritmo oggi risulta un po' lento, ma credo che andasse bene per gli standard di allora.
Una dolce storia d'amore semplice, schietta e sincera.
Primo lungometraggio animato a colori, «La leggenda del serpente bianco», narra dell’amore fra un giovane essere umano e uno Yokai che si trasforma in fanciulla di bell'aspetto.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
L’ostacolo principale consiste in un bonzo dai grandi poteri che pensa che gli spiriti siano malintenzionati e che il giovane sia stato posseduto, stregato… ma il serpente-fanciulla lotterà per il proprio amore (c’è del femminismo in questo?) e la storia, che ad un certo punto sembra mettersi male per entrambi, avrà un lieto fine.
Fine parte contenente spoiler
Diciamolo apertamente: nonostante il charater design sia datato il risultato è che i protagonisti non si possono considerare brutti, per quanto riguarda il ritmo in alcuni punti rallenta, le musiche (tradizional-popolari) sono carine, benché non siano state tradotte a differenza di quelle Disney. Uno dei nei principali consiste nel fatto che il lungometraggio dovrebbe essere in italiano, ma è in italiano solo in parte e in parte in giapponese sottotitolato, ma si può perdonare questa svista. Tra l’altro mentre la voce del protagonista maschile può essere attribuita ad un adolescente la voce della protagonista femminile è secondo me più matura… cosa non in linea con l’aspetto giovanile e con l’aria da fiaba.
Un'altra cosa che non mi è piaciuta è l’accoglienza del pubblico italiano: pur non essendo un capolavoro data la sua importanza “storica” per quanto riguarda l’animazione giapponese mi pare che la visione di solo 1600 coraggiosi sul canale gratuito VVVVID sia un po’ scarsa…. Vero che era passato in Rai negli anni ‘70 ma da allora il numero dei fans degli anime giapponesi è aumentato.
Invitando a essere più volenterosi gli otaku italiani, assegno al film un bel 7.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
L’ostacolo principale consiste in un bonzo dai grandi poteri che pensa che gli spiriti siano malintenzionati e che il giovane sia stato posseduto, stregato… ma il serpente-fanciulla lotterà per il proprio amore (c’è del femminismo in questo?) e la storia, che ad un certo punto sembra mettersi male per entrambi, avrà un lieto fine.
Fine parte contenente spoiler
Diciamolo apertamente: nonostante il charater design sia datato il risultato è che i protagonisti non si possono considerare brutti, per quanto riguarda il ritmo in alcuni punti rallenta, le musiche (tradizional-popolari) sono carine, benché non siano state tradotte a differenza di quelle Disney. Uno dei nei principali consiste nel fatto che il lungometraggio dovrebbe essere in italiano, ma è in italiano solo in parte e in parte in giapponese sottotitolato, ma si può perdonare questa svista. Tra l’altro mentre la voce del protagonista maschile può essere attribuita ad un adolescente la voce della protagonista femminile è secondo me più matura… cosa non in linea con l’aspetto giovanile e con l’aria da fiaba.
Un'altra cosa che non mi è piaciuta è l’accoglienza del pubblico italiano: pur non essendo un capolavoro data la sua importanza “storica” per quanto riguarda l’animazione giapponese mi pare che la visione di solo 1600 coraggiosi sul canale gratuito VVVVID sia un po’ scarsa…. Vero che era passato in Rai negli anni ‘70 ma da allora il numero dei fans degli anime giapponesi è aumentato.
Invitando a essere più volenterosi gli otaku italiani, assegno al film un bel 7.
Questo film prodotto alla fine degli anni 50 è stata una delle prime grandi risposte asiatiche ai colossi americani dell'animazione, pur non potendo contare su una qualità video all'altezza degli statunitensi, in cui i nipponici avranno ancora molto da imparare da questo punto di vista.
Comunque sia, per la bellezza dei colori e per la storia narrata, il lungometraggio si fa conoscere fuori dalle mura asiatiche, riscuotendo un ottimo successo di critica tanto che nel momento in cui l'opera viene proiettata nel nostro paese, le viene conferito un importante premio, che servirà alle generazioni future degli animatori dei quest'opera a fare molto meglio e sicuramente con più mezzi a disposizione.
Questa storia sicuramente è stata di ispirazione per molti cartoni sulle maghette che hanno spopolato per quasi tutto l'arco degli anni 80, visti i tremi trattati all'interno del film.
L'opera ripercorre delle antiche tradizioni orientali, dove i nipponici da sempre ne sono grandi specialisti nella trasposizione animata, in cui si parla di una travagliata storia d'amore di un povero ragazzo che amava un serpente bianco in cui le fattezze nascondevano una principessa bellissima , purtroppo l'amore tra i due fu diviso da un monaco che aveva l'intenzione di carpire i segreti nascosti nel serpente per usarli ad ingrandire il suo potere, ma fortunatamente il protagonista dell'opera glielo impedirà e il finale sarà gratificante per il medesimo.
In questa storia quindi ci sono già stregonerie e magie che dominano la scena per tutto il film, ricordando molto le attuali storie disneyane tra ranocchi e principesse dove questa narrazione scorre, pur con ritmi insoliti.
Il bello di questa storia però è tutto incentrato sul serpente bianco, non ha caso un colore di purezza, testimonianza del grande potere di cui la principessa è stata investita, ci farà capire quanto può essere grande l'amore tra due persone che si vogliono bene, specie se messe di fronte a difficoltà insormontabili, si viene premiati sempre e vicendevolmente, in cui si scopre che le ricchezze materiali o le peculiarità possedute sono nulla in confronto ad un sentimento troppo grande, ed un sentimento simile lo ritroveremo anni più avanti quando Yu dovrà decidere se rimanere per sempre una ragazzina o L'incantevole Creamy.
Un'opera realizzata quasi "a mano", ma già con contenuti che nel prosieguo delle realizzazioni future, sarà d'esempio per molte altre.
Comunque sia, per la bellezza dei colori e per la storia narrata, il lungometraggio si fa conoscere fuori dalle mura asiatiche, riscuotendo un ottimo successo di critica tanto che nel momento in cui l'opera viene proiettata nel nostro paese, le viene conferito un importante premio, che servirà alle generazioni future degli animatori dei quest'opera a fare molto meglio e sicuramente con più mezzi a disposizione.
Questa storia sicuramente è stata di ispirazione per molti cartoni sulle maghette che hanno spopolato per quasi tutto l'arco degli anni 80, visti i tremi trattati all'interno del film.
L'opera ripercorre delle antiche tradizioni orientali, dove i nipponici da sempre ne sono grandi specialisti nella trasposizione animata, in cui si parla di una travagliata storia d'amore di un povero ragazzo che amava un serpente bianco in cui le fattezze nascondevano una principessa bellissima , purtroppo l'amore tra i due fu diviso da un monaco che aveva l'intenzione di carpire i segreti nascosti nel serpente per usarli ad ingrandire il suo potere, ma fortunatamente il protagonista dell'opera glielo impedirà e il finale sarà gratificante per il medesimo.
In questa storia quindi ci sono già stregonerie e magie che dominano la scena per tutto il film, ricordando molto le attuali storie disneyane tra ranocchi e principesse dove questa narrazione scorre, pur con ritmi insoliti.
Il bello di questa storia però è tutto incentrato sul serpente bianco, non ha caso un colore di purezza, testimonianza del grande potere di cui la principessa è stata investita, ci farà capire quanto può essere grande l'amore tra due persone che si vogliono bene, specie se messe di fronte a difficoltà insormontabili, si viene premiati sempre e vicendevolmente, in cui si scopre che le ricchezze materiali o le peculiarità possedute sono nulla in confronto ad un sentimento troppo grande, ed un sentimento simile lo ritroveremo anni più avanti quando Yu dovrà decidere se rimanere per sempre una ragazzina o L'incantevole Creamy.
Un'opera realizzata quasi "a mano", ma già con contenuti che nel prosieguo delle realizzazioni future, sarà d'esempio per molte altre.