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esseci

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
La visione di "MF Ghost" mi ha fatto tornare indietro negli anni (ahime pure di tanto) quando da bambino mi infervoravo per i cartoni animati/anime a tema competizioni automobilistiche tra i quali "Falco il super bolide" (Machine Hayabusa) o "Grand Prix e il campionissimo" (Arrow Emblem: Grand Prix no taka) mandati in onda tra la fine degli anni '70 e l'inizio della decade successiva (e tale contesto temporale rende ahimè la misura della mia età...).
Poi ho perso man mano interesse per il genere anche a causa della scarsità di offerta, perdendomi verso la fine degli anni '90 il precursore della serie in recensione ovvero "Initial D".
Nel 2023, avendo ripreso da poco la passione per il mondo dell'animazione nipponica, trovo tra le proposte uscite nella stagione autunno-inverno questa serie che ho iniziato a seguire immediatamente per curiosità e anche per variare il solito genere che prediligo ossia le commedie romantiche o gli anime psicologici fantascientifici.

L'ho già anticipato: non ho (ancora) visto "Initial D" che è l'anime che da quanto ho costituisce una sorta di prequel di "MF Ghost" non solo perché il mangaka che ha scritto "Initial D" è lo stesso di quello di "MF Ghost" (Shuichi Shigeno) ma anche perché un paio dei protagonisti di Initial D (T. Fujiwara, che è il maestro del protagonista della serie e R. Takahashi che ha fondato il trofeo MGF) sono citati all'interno di "MF Ghost".

Il contesto è tuttavia molto diverso. Si passa dalle sfide e corse clandestine ad uno scenario "futuribile" dei nostri giorni in cui le auto a motorizzazione esclusivamente termica possono circolare in Giappone solo in una speciale competizione che si svolge su strade normali che diventano una sorta di circuito simil "Nordschleife" del Nurburgring poiché la motorizzazione di massa è ormai affidata esclusivamente alla trazione elettrica.

Chi (come me) ha a cuore le auto sportive con motori a pistoni potrà solo pensare con orrore allo scenario descritto: una specie di "riserva" in cui auto super prestigiose con Porsche, Ferrari, Lamborghini, Bmw, Alfa Romeo, Nissan, Toyota, Lotus, ecc. si ritrovano a confrontarsi in una serie di competizioni in cui i piloti mettono in mostra le loro doti con sfide all'ultima staccata e con drift spettacolari lungo strade normali di montagna o cittadine che rappresentano la quintessenza delle capacità di guida di un pilota che si rispetti in una sorta di gara speciale di rally su asfalto con vetture di serie adeguatamente preparate per assetto, gomme e motori alle competizioni del circuito/trofeo MGF.

Di "MF Ghost" ho potuto apprezzare sia il discreto realismo delle autovetture e le dinamiche di corsa durante la competizione. Le autovetture sono tutte molto ben disegnate anche nei dettagli. Quella del protagonista Kanata Katagiri Livington, una Toyota GT86 (gemella nella realtà alla Subaru BRZ) è disegnata con una cura e un realismo maniacale, anche a livello di sound con le diverse tonalità dei motori. Anche le caratteristiche tecniche e dinamiche sono trattate con cura.
Vedere gareggiare nella stessa competizione macchine completamente diverse per caratteristiche e prestazioni come una GT86 (solo 2000cc boxer aspirato con 200cv a trazione posteriore e un peso "piuma") o una Nissan GTR (3600 cc bi-turbo con una potenza di 570cv e trazione integrale ma un peso "monstre") che si sfidano nonostante le categorie di appartenenza molto differenti e imparagonabili sono rese bene nelle gare dove prevale la prestazione pura la seconda si avvantaggia sulla prima, dove contano le doti come la leggerezza e le capacità del pilota le differenze tendono ad annullarsi e consentono di mostrare le abilità del pilota. Anche le animazioni in CG sono realizzate in modo realistico con le auto che cabrano in accelerazione e in caso di frenata violenta, o che si coricano nei curvoni affrontati a piena velocità senza tener conto dei dischi dei freni che diventano incandescenti nelle frenate violente in staccata prima di una curva.

Ed arrivo così al protagonista della serie, il giovane Kanata Livington – che per non essere scoperto come asso del volante affermato in Europa gareggia come Kanata Katagiri – torna in Giappone, la terra natia del padre ospitato da una famiglia amica del padre per scoprire il mistero della sua scomparsa e per gareggiare nel trofeo MGF.

Ovviamente il 90% della trama della serie è dedicata alle competizioni che sono illustrate e narrate con dovizia di particolari con narrazione spesso oltremodo dilatata tanto da risultare ridondante. In questo contesto il protagonista dimostra le sue superbe qualità di guida il tutto con il veicolo meno performante ma dal nome e numero evocativo: l'86 che è anche il nome dell'autovettura utilizzata che richiama la Toyota ae86 della serie di "Initial D".

Se il punto di forza di "MF Ghost" è la narrazione delle competizioni, a livello di trama prova ad introdurre anche un po' di romance con la co-protagonista Ren Saionji, figlia dell'amico del padre di Kanata e che quest'ultimo conosce proprio perché ospite della sua famiglia.
Ma l'approfondimento psicologico dei vari personaggi lascia un po' a desiderare, almeno in questi primi 12 episodi della serie, restando tutti un po' imprigionati negli stereotipi classici di personaggi analoghi e anche un po' nella retorica nipponica, incluso il protagonista che fa dell'understatement/modestia e dell'elegia alla gentilezza i suoi punti di forza.

Il chara-design è particolare e mi è sembrato coerente con quello del manga e ammetto che a me tutto sommato è piaciuto.

"MF Ghost", in attesa dell'uscita prossima della seconda serie animata, a me è piaciuto per la qualità descrittiva delle gare e al netto dei soliti difetti degli spokon, riesce a rappresentare un quid novi rispetto al mondo delle gare clandestine. Per coloro che sono appassionati del mondo delle gare automobilistiche, vale la pena concederle una chance di visione.


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Lav3nd3r_Boy

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Dal punto di vista dell'intrattenimento niente da dire: l'idea delle corse MF è davvero stimolante, soprattutto per la presenza di diverse supercar come le Porche o la Ferrari. I personaggi ispirano molta simpatia, persino quelli più problematici come il pilota che esce solo con ragazze di diciassette anni. C'è persino il ritorno della colonna sonora eurobeat, che sfortunatamente non è così impattante come nel prequel e che spesso si confonde con la telecronaca, ma che comunque fa piacere, in quanto è una strizzata d'occhio ai fan più stagionati.
Peccato che il tutto resti in superficie, niente ha raggiunto realmente il mio cuore. Le animazioni sono di buon livello, con una CGI finalmente decente, ci sono anche tante belle ragazze e la musica pompa, ma è tutto lì. Come una 'tamarrissima' serata in una discoteca di provincia.
"Initial D" era anche una motivante storia ci crescita, in cui attraverso affascinanti duelli notturni al limite della legalità i protagonisti affrontavano il loro futuro, cercando di raggiungere i propri sogni tra derapate e difficoltà quotidiane. Qui è semplicemente tutto uno show, cosa assolutamente non negativa, ma che potrebbe deludere, se ci si fa delle aspettative sbagliate.


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deku3922

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Ho iniziato questo anime da fan di "Initial D" e quindi con la speranza di trovare un'opera degna di essere definita il suo seguito, e son contento che questa mia aspettativa non sia stata delusa.

Lo stile e le animazioni ricordano molto la serie originale, e non sono l'unico elemento caratteristico, tanti sono i riferimenti, e la cosa non mi è dispiaciuta affatto, dalle colonne sonore al character design, ogni episodio è nello stesso stile del suo predecessore.

L'evoluzione della trama l'ho trovata molto interessante, ho notato come molti aspetti tecnici siano stati affrontati con realismo e non manchino spiegazioni specifiche, inoltre i personaggi della serie precedente sono presenti, ma non hanno un ruolo predominante, il che ha lasciato spazio ai nuovi personaggi e non li ha messi in ombra.
Tutti questi elementi riescono a mantenere lo spettatore incollato allo schermo e farlo immedesimare ancora di più all'interno del mondo delle corse.

Unico difetto a parer mio è l'evidente bisogno di nuove stagioni: questa stagione mi è sembrata solo un accenno per qualcosa che verrà dopo, il che non è sbagliato, ma vengono anticipate troppe cose rimandate poi a un approfondimento futuro. Questo da una parte mette più hype sulle stagioni che verranno, ma d'altra parte si rimane con un nulla di fatto, con una stagione che ha il solo scopo di "introdurre".

Nonostante questo personalmente l'ho trovata un degno seguito del capolavoro che la precede, ne consiglio la visione agli appassionati e attenderò con ansia le prossime stagioni.