Melanzane - Estate in Andalusia
Ci sono sport in cui il confine tra competere per sé e competere per il raggiungimento di un obiettivo condiviso è più labile che in altri. Il ciclismo è uno di questi: fai parte di una squadra, ma al tempo stesso non sei la squadra. Quale che sia il tuo ruolo, quali che siano le direttive a cui devi sottostare rimani pur sempre un atleta, e un atleta si sente realizzato solo quando vince. Nessuno vuole vivere una vita da gregario, nessuno vuole vedere vanificati i propri sforzi; avere successo equivale a costringere il mondo a riconoscere la tua esistenza, e se il mondo crede in te, tu stesso ci crederai un po' di più. La semplicità con cui "Melanzane - Estate in Andalusia" affronta questa tematica, peraltro calandola in un contesto non meno complesso, non potrà non conquistare anche chi, come me, non segue questa particolare disciplina sportiva, che pure un tempo faceva sognare l'Italia intera.
Un atleta incapace di gestire lo stress è un atleta finito, un po' come un attore che si lasci sopraffare dalla paura del palcoscenico. Tuttavia è praticamente impossibile non provare alcuna emozione nei riguardi della cosiddetta gara di casa, perché fallire proprio dove tutto ha avuto inizio sarebbe troppo doloroso.
L'idea di dover attraversare il suo odiato paese natale non sorride a Pepe, ruota di scorta obtorto collo di una squadra che difficilmente gli rinnoverà il contratto, anche perché quello stesso giorno suo fratello Ángel convolerà a nozze con quella che, in origine, era la sua ragazza. Gli ordini di scuderia prevedono che si limiti a spianare la strada al proprio compagno per permettergli di vincere, ma quando per uno scherzo del destino si ritroverà ad essere lui l'uomo da battere dovrà dar fondo a tutte le sue riserve - fisiche e non - per dimostrare agli sponsor e a se stesso di non essere ancora arrivato al capolinea.
La storia scorre su due binari complementari: il primo segue Pepe ad una ravvicinata ma rispettosa distanza, mentre il secondo ci racconta di lui dal punto di vista di familiari e compaesani, che gli augurano con tutto il cuore di riuscire a diventare un grande ciclista. Per far sì che queste due prospettive si incastrino ad arte è necessario ricorrere di tanto in tanto ad un pizzico di esposizione (altrimenti detta "info-rigurgito" nel caso di un suo sconsiderato utilizzo), sia di carattere tecnico che di carattere puramente narrativo, ma nulla di così invasivo da minare in maniera significativa la godibilità dell'intreccio, perfetto nella sua studiata ma tutt'altro che legnosa essenzialità.
Un altro punto forte dell'opera è senza dubbio l'introspezione psicologica dei personaggi. La perenne insoddisfazione di Pepe è perfettamente comprensibile per lo spettatore, che tuttavia spera che prima o poi si accorga di quanto Ángel, Carmen e tutto il suo paese nutrano per lui un affetto sincero - affetto che il ragazzo, troppo preso dalle sue vicissitudini professionali, certamente subodora ma non riesce ad apprezzare né ad ammettere di ricambiare. E poi c'è l'Andalusia stessa, terra bellissima e capricciosa che forse gli ha fatto il regalo più bello di tutti: no, non le melanzane del titolo, bensì il sacro fuoco dell'ambizione, della voglia di spingersi laddove nessuno - perlomeno di sua conoscenza - ha mai osato anche solo sognare di arrivare.
Anche il comparto tecnico non delude: sono convinta che ogni paese abbia una sua aura cromatica, e quella di "Melanzane" corrisponde esattamente a quella che associo e assocerò sempre alla Spagna. È stato il primo aspetto che mi è saltato all'occhio e di cui, probabilmente, conserverò il ricordo più accurato. Il character design sa forse di già visto, ma al tempo stesso riesce a trasmettere un'idea di simpatica familiarità che va meravigliosamente a braccetto con la "straordinaria ordinarietà" dei personaggi: oserei dire di essere rimasta intenerita da particolari come gli occhiali da vista di Pepe, così come ho apprezzato molto la bellezza per nulla aggressiva di Carmen e del suo semplicissimo vestito da sposa.
Animazioni e regia sono piacevolmente discrete, non nel senso di mediocri, bensì che lasciano respirare la storia proprio come ci si aspetta che facciano. Buono anche il sonoro, con delle musiche decisamente d'atmosfera (del resto non approfittare in tal senso della ricchezza folkloristica del setting sarebbe stato da sciocchi) e un doppiaggio italiano che, oltre a conferire la giusta espressività ai personaggi, si sforza persino di non martoriare la fonetica spagnola, complice forse il fatto che il cosiddetto seseo, ovvero la tendenza a pronunciare le c e le zeta dolci come se fossero delle esse, è proprio originario dell'Andalusia. Ma attenzione: questa deformazione linguistica, così comune nei paesi dell'America Latina, in patria è considerata sinonimo di ignoranza, un po' come succede nello stesso Giappone in cui, a causa del loro particolarissimo dialetto, gli abitanti della città di Osaka hanno la nomea non essere granché intelligenti.
Quale che sia sia la vostra posizione nei confronti del ciclismo, quindi, se vi avanzano quarantacinque minuti di tempo provate a dare un'occhiata a questo mediometraggio. Non lo considererei un vero spokon, perciò escludo che possa convertire chicchessia a questo sport, ma è certamente in grado di intrattenere.
Un atleta incapace di gestire lo stress è un atleta finito, un po' come un attore che si lasci sopraffare dalla paura del palcoscenico. Tuttavia è praticamente impossibile non provare alcuna emozione nei riguardi della cosiddetta gara di casa, perché fallire proprio dove tutto ha avuto inizio sarebbe troppo doloroso.
L'idea di dover attraversare il suo odiato paese natale non sorride a Pepe, ruota di scorta obtorto collo di una squadra che difficilmente gli rinnoverà il contratto, anche perché quello stesso giorno suo fratello Ángel convolerà a nozze con quella che, in origine, era la sua ragazza. Gli ordini di scuderia prevedono che si limiti a spianare la strada al proprio compagno per permettergli di vincere, ma quando per uno scherzo del destino si ritroverà ad essere lui l'uomo da battere dovrà dar fondo a tutte le sue riserve - fisiche e non - per dimostrare agli sponsor e a se stesso di non essere ancora arrivato al capolinea.
La storia scorre su due binari complementari: il primo segue Pepe ad una ravvicinata ma rispettosa distanza, mentre il secondo ci racconta di lui dal punto di vista di familiari e compaesani, che gli augurano con tutto il cuore di riuscire a diventare un grande ciclista. Per far sì che queste due prospettive si incastrino ad arte è necessario ricorrere di tanto in tanto ad un pizzico di esposizione (altrimenti detta "info-rigurgito" nel caso di un suo sconsiderato utilizzo), sia di carattere tecnico che di carattere puramente narrativo, ma nulla di così invasivo da minare in maniera significativa la godibilità dell'intreccio, perfetto nella sua studiata ma tutt'altro che legnosa essenzialità.
Un altro punto forte dell'opera è senza dubbio l'introspezione psicologica dei personaggi. La perenne insoddisfazione di Pepe è perfettamente comprensibile per lo spettatore, che tuttavia spera che prima o poi si accorga di quanto Ángel, Carmen e tutto il suo paese nutrano per lui un affetto sincero - affetto che il ragazzo, troppo preso dalle sue vicissitudini professionali, certamente subodora ma non riesce ad apprezzare né ad ammettere di ricambiare. E poi c'è l'Andalusia stessa, terra bellissima e capricciosa che forse gli ha fatto il regalo più bello di tutti: no, non le melanzane del titolo, bensì il sacro fuoco dell'ambizione, della voglia di spingersi laddove nessuno - perlomeno di sua conoscenza - ha mai osato anche solo sognare di arrivare.
Anche il comparto tecnico non delude: sono convinta che ogni paese abbia una sua aura cromatica, e quella di "Melanzane" corrisponde esattamente a quella che associo e assocerò sempre alla Spagna. È stato il primo aspetto che mi è saltato all'occhio e di cui, probabilmente, conserverò il ricordo più accurato. Il character design sa forse di già visto, ma al tempo stesso riesce a trasmettere un'idea di simpatica familiarità che va meravigliosamente a braccetto con la "straordinaria ordinarietà" dei personaggi: oserei dire di essere rimasta intenerita da particolari come gli occhiali da vista di Pepe, così come ho apprezzato molto la bellezza per nulla aggressiva di Carmen e del suo semplicissimo vestito da sposa.
Animazioni e regia sono piacevolmente discrete, non nel senso di mediocri, bensì che lasciano respirare la storia proprio come ci si aspetta che facciano. Buono anche il sonoro, con delle musiche decisamente d'atmosfera (del resto non approfittare in tal senso della ricchezza folkloristica del setting sarebbe stato da sciocchi) e un doppiaggio italiano che, oltre a conferire la giusta espressività ai personaggi, si sforza persino di non martoriare la fonetica spagnola, complice forse il fatto che il cosiddetto seseo, ovvero la tendenza a pronunciare le c e le zeta dolci come se fossero delle esse, è proprio originario dell'Andalusia. Ma attenzione: questa deformazione linguistica, così comune nei paesi dell'America Latina, in patria è considerata sinonimo di ignoranza, un po' come succede nello stesso Giappone in cui, a causa del loro particolarissimo dialetto, gli abitanti della città di Osaka hanno la nomea non essere granché intelligenti.
Quale che sia sia la vostra posizione nei confronti del ciclismo, quindi, se vi avanzano quarantacinque minuti di tempo provate a dare un'occhiata a questo mediometraggio. Non lo considererei un vero spokon, perciò escludo che possa convertire chicchessia a questo sport, ma è certamente in grado di intrattenere.
Quanto ero riottosa all'idea di guardare quest'anime… Io e il ciclismo non andiamo d'accordo, nemmeno in televisione. L'ho sempre trovato uno sport noioso e poco avvincente. Eppure, se mi fossi lasciata influenzare da questo piccolo particolare, mi sarei persa questo gioiellino. Lungo la metà di un film - 45 minuti - questo prodotto è sostanzialmente l'apoteosi di una terra, l'Andalusia, raccontata attraverso la piccola grande impresa di una dei suoi figli, Pepe.
Cominciamo dal titolo. Perché melanzane? Perché le melanzane in salamoia, piccolissime e pallide, sembrano essere il cibo locale per eccellenza. Devono essere stagionate cinque giorni, si infilano in bocca intere tenendole per il picciolo ed è un delitto accompagnarle con la birra: bisogna annegarle con il vino locale! L'estate, torrida e impietosa, è la stagione nella quale si corre la Vuelta… Un po' come dire la nostra Milano-Sanremo? Insomma, l'ho sentita nominare perfino io, quindi penso la conoscano tutti.
Dunque abbiamo un giovane ciclista gregario, Pepe, che corre la Vuelta proprio nel giorno in cui si sposa il fratello maggiore. E viene da chiedersi se non lo sapessero da prima, in famiglia, che quel giorno Pepe sarebbe stato impegnato. Sembrerebbe un'imperdonabile mancanza di considerazione per un membro della famiglia, non fosse che, lungo il medio metraggio, si scopre che Pepe, per quanto si tifi per lui, è un po' disprezzato perché ha abbandonato il paese per andare all'estero. E Carmen, la moglie del fratello… diciamo semplicemente che, per Pepe, correre nella Vuelta e ottenere un buon risultato è un riscatto da una vita di oscurità, dolore, e anche umiliazione.
Grande attenzione viene riservata alle dinamiche all'interno dei gruppi di ciclisti in fuga e all'inseguimento, non trascurando i retroscena, gli ordini di scuderia, le meschinità, le illazioni.
Il finale è certamente scontato, ma per arrivarci passiamo per una volata finale che è forse un piccolo capolavoro dell'animazione. Basti dire che, ripensandoci ora, mi balzano in mente due parole: Picasso e Guernica.
Dei disegni non si può far altro che tessere lodi: gli sfondi sono così realistici e accattivanti che viene voglia di schermarsi gli occhi e accendere un ventilatore. I personaggi sono dipinti con realismo, senza essere eccessivamente seducenti e "finti". Non ci sono bamboline di porcellana, non ci sono ragazzini effeminati, solo persone normali che si muovono in una terra solennemente impietosa e magnifica.
Da vedere assolutamente.
Cominciamo dal titolo. Perché melanzane? Perché le melanzane in salamoia, piccolissime e pallide, sembrano essere il cibo locale per eccellenza. Devono essere stagionate cinque giorni, si infilano in bocca intere tenendole per il picciolo ed è un delitto accompagnarle con la birra: bisogna annegarle con il vino locale! L'estate, torrida e impietosa, è la stagione nella quale si corre la Vuelta… Un po' come dire la nostra Milano-Sanremo? Insomma, l'ho sentita nominare perfino io, quindi penso la conoscano tutti.
Dunque abbiamo un giovane ciclista gregario, Pepe, che corre la Vuelta proprio nel giorno in cui si sposa il fratello maggiore. E viene da chiedersi se non lo sapessero da prima, in famiglia, che quel giorno Pepe sarebbe stato impegnato. Sembrerebbe un'imperdonabile mancanza di considerazione per un membro della famiglia, non fosse che, lungo il medio metraggio, si scopre che Pepe, per quanto si tifi per lui, è un po' disprezzato perché ha abbandonato il paese per andare all'estero. E Carmen, la moglie del fratello… diciamo semplicemente che, per Pepe, correre nella Vuelta e ottenere un buon risultato è un riscatto da una vita di oscurità, dolore, e anche umiliazione.
Grande attenzione viene riservata alle dinamiche all'interno dei gruppi di ciclisti in fuga e all'inseguimento, non trascurando i retroscena, gli ordini di scuderia, le meschinità, le illazioni.
Il finale è certamente scontato, ma per arrivarci passiamo per una volata finale che è forse un piccolo capolavoro dell'animazione. Basti dire che, ripensandoci ora, mi balzano in mente due parole: Picasso e Guernica.
Dei disegni non si può far altro che tessere lodi: gli sfondi sono così realistici e accattivanti che viene voglia di schermarsi gli occhi e accendere un ventilatore. I personaggi sono dipinti con realismo, senza essere eccessivamente seducenti e "finti". Non ci sono bamboline di porcellana, non ci sono ragazzini effeminati, solo persone normali che si muovono in una terra solennemente impietosa e magnifica.
Da vedere assolutamente.
Nella rovente estate spagnola, Pepe Benengeli affronta la corsa ciclistica del Giro di Spagna partendo non certo tra i favoriti. Nel frattempo suo fratello Angel sta sposando la bella Carmen, la donna di cui Pepe era innamorato prima di darsi seriamente al mondo del ciclismo. La voglia di emergere e di riscattarsi davanti alla famiglia nella sua città natale aiuterà il giovane Pepe durante la difficile tappa.
Andalusia, estate: sotto una temperatura che tocca i 45° si svolge una estenuante corsa ciclistica. L'ambientazione è di quelle curate nei minimi particolari. “Melanzane - Estate in Andalusia” ha una durata di 46 minuti circa, ma nel frattempo riesce comunque nell'intento di suscitare emozioni allo spettatore. Mentre i corridori sfrecciano veloci come il vento, intorno a loro si staglia un paesaggio dai colori caldi e avvolgenti: campi di grano e prati verdi, montagne e villaggi.
Il protagonista corre come incontro a un nuovo domani. Finalmente ha la possibilità di mettersi in mostra anche se non è il corridore principale per il suo sponsor. L'occasione è di quelle da non perdere e sfruttare al massimo e così l'adrenalina sale e la bici viene inforcata alla massima velocità.
In meno di un'ora non si assiste solamente a una corsa ciclistica perché anche se a tratti s'intuiscono le vicissitudini dei vari personaggi, come siano cresciuti e i sentimenti che li hanno spinti a diventare ciò che sono. Due fratelli, che si sono sempre contesi la stessa bicicletta, hanno finito anche con il contendersi la stessa donna. Ma sono andati avanti, ognuno per la propria strada.
E' la prima volta che ho potuto apprezzare un anime incentrato finalmente su uno sport appassionante come quello del ciclismo. Fatica e sudore sono stati descritti veramente bene. La gara viene rappresentata con cura maniacale e ogni dettaglio, anche il gesto più banale, dà quasi la sensazione che si assista a una vera competizione.
La caratterizzazione dei personaggi è un altro aspetto che mi sento di sottolineare. Le personalità dei protagonisti viene fuori prepotentemente, ed è inevitabile provare simpatia per loro.
Estate in Andalusia è un film breve che riesce a farsi apprezzare per la sua semplicità e schiettezza.
Una curiosità sul titolo “Melanzane - Estate in Andalusia”: la parola “melanzane” si riferisce al piatto tipico della zona, melanzane in salamoia. Un piatto che nel film viene mostrato spesso.
Andalusia, estate: sotto una temperatura che tocca i 45° si svolge una estenuante corsa ciclistica. L'ambientazione è di quelle curate nei minimi particolari. “Melanzane - Estate in Andalusia” ha una durata di 46 minuti circa, ma nel frattempo riesce comunque nell'intento di suscitare emozioni allo spettatore. Mentre i corridori sfrecciano veloci come il vento, intorno a loro si staglia un paesaggio dai colori caldi e avvolgenti: campi di grano e prati verdi, montagne e villaggi.
Il protagonista corre come incontro a un nuovo domani. Finalmente ha la possibilità di mettersi in mostra anche se non è il corridore principale per il suo sponsor. L'occasione è di quelle da non perdere e sfruttare al massimo e così l'adrenalina sale e la bici viene inforcata alla massima velocità.
In meno di un'ora non si assiste solamente a una corsa ciclistica perché anche se a tratti s'intuiscono le vicissitudini dei vari personaggi, come siano cresciuti e i sentimenti che li hanno spinti a diventare ciò che sono. Due fratelli, che si sono sempre contesi la stessa bicicletta, hanno finito anche con il contendersi la stessa donna. Ma sono andati avanti, ognuno per la propria strada.
E' la prima volta che ho potuto apprezzare un anime incentrato finalmente su uno sport appassionante come quello del ciclismo. Fatica e sudore sono stati descritti veramente bene. La gara viene rappresentata con cura maniacale e ogni dettaglio, anche il gesto più banale, dà quasi la sensazione che si assista a una vera competizione.
La caratterizzazione dei personaggi è un altro aspetto che mi sento di sottolineare. Le personalità dei protagonisti viene fuori prepotentemente, ed è inevitabile provare simpatia per loro.
Estate in Andalusia è un film breve che riesce a farsi apprezzare per la sua semplicità e schiettezza.
Una curiosità sul titolo “Melanzane - Estate in Andalusia”: la parola “melanzane” si riferisce al piatto tipico della zona, melanzane in salamoia. Un piatto che nel film viene mostrato spesso.
Melanzane - Estate Andalusa è davvero un film gradevole sebbene sia abbastanza corto. Potrebbe benissimo essere stato commissionato dall'ente turistico spagnolo per promuove l'Andalusia. Di certo dopo avere visto il film, la meticolosità con la quale sono rappresentate le città, i paesaggi, i personaggi, gli usi e i costumi, ti viene proprio voglia di andarci, in vacanza.
La trama è semplicissima. Il ciclista Pepe, originario dell'Andalusia vince la tappa della Vuelta nella sua città. Ciò, oltre a essere una vittoria agonistica, è anche un riscatto sociale verso la vita e i suoi parenti, in particolar modo il fratello, che gli ha rubato Carmen.
L'anime ha una storia semplice e spensierata. Da vedere.
Il chara ricorda quello di Miyazaki, ma non è una sua produzione.
La trama è semplicissima. Il ciclista Pepe, originario dell'Andalusia vince la tappa della Vuelta nella sua città. Ciò, oltre a essere una vittoria agonistica, è anche un riscatto sociale verso la vita e i suoi parenti, in particolar modo il fratello, che gli ha rubato Carmen.
L'anime ha una storia semplice e spensierata. Da vedere.
Il chara ricorda quello di Miyazaki, ma non è una sua produzione.
Melanzane - Estate andalusa è un film animato del 2003 prodotto dalla Madhouse con la regia di Kitaro Kosaka. La prima cosa che salta all'occhio è la somiglianza del chara dei personaggi con le opere studio Ghibli-Miyazaki, infatti io pensavo che il film fosse loro, invece con sorpresa ho scoperto la vera provenienza, ed ho potuto notare che il prodotto risulta addirittura migliore di alcuni prodotti dell'accoppiata vincente sopra nominata; ma questo è solo un mio punto di vista.
L'anime tratta un argomento molto originale e fino ad oggi quasi "dimenticato" nel mondo degli anime: il ciclismo. Infatti tra le opere che ho visionato o di cui sono a conoscenza non mi sembra di ricordarne alcune che trattano questo argomento (di certo chi ne sa più di me potrà smentirmi).
Il protagonista, Pepe Benengeli, è appunto un ciclista che sta partecipando al Giro di Spagna. L'anime ripercorre una tappa del giro, ed in particolare una tappa che passa per il paese natale di Pepe, paese dal quale lui è voluto fuggire perché non soddisfatto della vita locale.
L'anime dunque, dalla durata di quarantacinque minuti, termina con la fine della giornata portando con sé tutti i ricordi di un uomo, di una famiglia, di un paese.
È molto bello l'intreccio con il matrimonio del fratello di Pepe, che si sposa proprio in questo giorno.
Di tutti i personaggi e i luoghi che compongono questa piccola perla dell'animazione, alla fine ti rimane qualcosa, poiché anche se non sono indimenticabili, sono "veri", e riescono grazie al lavoro dei creatori a tirare fuori la realtà delle persone e del luogo in cui vivono.
Tecnicamente l'anime risulta ad un livello molto elevato, i disegni e gli sfondi sono curati davvero molto bene, e le animazioni sono ad un alto livello. Anche la colonna sonora è più che sufficiente, e sicuramente molto espressiva.
L'anime è sicuramente da vedere per cui lo consiglio a tutti, non sottovalutatelo se non siete fan di questo sport, perché io stesso non lo sono, ma questi pochi minuti hanno saputo emozionarmi e rendermi felice della scelta di aver visionato il prodotto.
L'anime tratta un argomento molto originale e fino ad oggi quasi "dimenticato" nel mondo degli anime: il ciclismo. Infatti tra le opere che ho visionato o di cui sono a conoscenza non mi sembra di ricordarne alcune che trattano questo argomento (di certo chi ne sa più di me potrà smentirmi).
Il protagonista, Pepe Benengeli, è appunto un ciclista che sta partecipando al Giro di Spagna. L'anime ripercorre una tappa del giro, ed in particolare una tappa che passa per il paese natale di Pepe, paese dal quale lui è voluto fuggire perché non soddisfatto della vita locale.
L'anime dunque, dalla durata di quarantacinque minuti, termina con la fine della giornata portando con sé tutti i ricordi di un uomo, di una famiglia, di un paese.
È molto bello l'intreccio con il matrimonio del fratello di Pepe, che si sposa proprio in questo giorno.
Di tutti i personaggi e i luoghi che compongono questa piccola perla dell'animazione, alla fine ti rimane qualcosa, poiché anche se non sono indimenticabili, sono "veri", e riescono grazie al lavoro dei creatori a tirare fuori la realtà delle persone e del luogo in cui vivono.
Tecnicamente l'anime risulta ad un livello molto elevato, i disegni e gli sfondi sono curati davvero molto bene, e le animazioni sono ad un alto livello. Anche la colonna sonora è più che sufficiente, e sicuramente molto espressiva.
L'anime è sicuramente da vedere per cui lo consiglio a tutti, non sottovalutatelo se non siete fan di questo sport, perché io stesso non lo sono, ma questi pochi minuti hanno saputo emozionarmi e rendermi felice della scelta di aver visionato il prodotto.
Malanzane è un titolo atipico e diverso dai soliti, che dovreste vedere. È disponibile anche doppiato in italiano, se siete fortunati lo potreste trovare in qualche edicola dispersa a pochi euro. Se vi capita, prendetelo perché è un titolo di gran valore.
Si tratta di un medio metraggio, ambientato in Spagna, più precisamente in Andalusia, che affronta un tema che non ho ricordi di vedere in un anime, ovvero il ciclismo. In poco tempo ci vengono presentati una serie di personaggi fuori di testa. Il protagonista, ora impegnato in una gara, è spinto da motivazioni che hanno radici piuttosto profonde e pertanto non sarà semplicemente seguito nella sua impresa sportiva, ma impareremo a conoscerlo in modo piuttosto approfondito grazie ai flashback e ai racconti degli altri personaggi.
Si tratta di un’opera realizzata con cura e attenzione, strutturata su una sceneggiatura intelligente e mai pesante, divertente e in grado di far sia pensare che sorridere. La trama nella sua semplicità è un pretesto per presentarci un gruppetto di personaggi ben assortito e affiatato, immersi in un contesto affascinante e non inflazionato, ovvero quello andalusiano.
La cura si può anche notare osservando il comparto tecnico, che ha il suo punto forte nei design e nella caratterizzazione dei personaggi, che pur non apparendo appariscenti, riescono ad essere estremamente espressivi e realistici. Anche le animazioni fanno ottimamente il loro dovere, così come l’accompagnamento musicale, discreto ma azzeccato.
Un anime come se ne vedono pochi, che ricorda per diversi aspetti alcuni lavori per degli Studio Ghibli. Altamente consigliato.
Si tratta di un medio metraggio, ambientato in Spagna, più precisamente in Andalusia, che affronta un tema che non ho ricordi di vedere in un anime, ovvero il ciclismo. In poco tempo ci vengono presentati una serie di personaggi fuori di testa. Il protagonista, ora impegnato in una gara, è spinto da motivazioni che hanno radici piuttosto profonde e pertanto non sarà semplicemente seguito nella sua impresa sportiva, ma impareremo a conoscerlo in modo piuttosto approfondito grazie ai flashback e ai racconti degli altri personaggi.
Si tratta di un’opera realizzata con cura e attenzione, strutturata su una sceneggiatura intelligente e mai pesante, divertente e in grado di far sia pensare che sorridere. La trama nella sua semplicità è un pretesto per presentarci un gruppetto di personaggi ben assortito e affiatato, immersi in un contesto affascinante e non inflazionato, ovvero quello andalusiano.
La cura si può anche notare osservando il comparto tecnico, che ha il suo punto forte nei design e nella caratterizzazione dei personaggi, che pur non apparendo appariscenti, riescono ad essere estremamente espressivi e realistici. Anche le animazioni fanno ottimamente il loro dovere, così come l’accompagnamento musicale, discreto ma azzeccato.
Un anime come se ne vedono pochi, che ricorda per diversi aspetti alcuni lavori per degli Studio Ghibli. Altamente consigliato.
Probabilmente il primo anime incentrato completamente sul ciclismo, "Melanzane – Estate Andalusa", si presenta con un tratto ispirato, o dovrei dire quasi copiato, al celebre maestro Miyazaki, tanto che sulle prime battute si ha il dubbio di essere di fronte proprio a un lavoro dello studio Ghibli.
Rievocando con inaspettata maestria e particolare meticolosità i tratti caratteristici dell’Andalusia, sebbene si tratti di un solo lungometraggio e non di una serie di più episodi, nel giro di un’ora e mezza lo spettatore viene catapultato nel coerente realismo di una gara ciclistica. Per la precisione si tratta di una tappa della Vuelta, la quale si svolge lungo i classici, torridi e bollenti paesaggi ondulati della caratteristica terra iberica. Sicuramente il lungometraggio è un prodotto atipico e anticonvenzionale, fuori dagli schemi e per questo ancor più apprezzabile, dalla trama semplice quanto stuzzicante.
Protagonista della vicenda è Pepe, uno dei ciclisti impegnati nella gara che, a pochi minuti dalla fine della tappa, riceve l’ordine (più dagli sponsor che dalla squadra stessa) assieme a un compagno di scattare in fuga, non tanto per vincere la tappa, quanto per attirare l’attenzione e ravvivare una corsa che fino a quel punto era parsa fin troppo controllata.
La fuga di Pepe è però diversa da tutte le altre mai vissute nella sua carriera: la strada infatti attraversa un tipico paesino mediterraneo di campagna dove egli è nato e cresciuto, sfilando proprio di fronte al piccolo bar che l’ha visto crescere e dove ora tutti i suoi amici, parenti e conoscenti, attraverso una televisione, lo stanno seguendo con grande trepidazione. Ma non è tutto: è anche il giorno in cui suo fratello sta per sposare la donna che egli ha amato per tutta la vita, che probabilmente ama ancora, e da cui si è tristemente separato anni addietro.
L’antefatto è semplice, breve, conciso. La vicenda si sviluppa rapidamente così come rapidamente i ciclisti scivolano come schegge sul nastro d’asfalto bollente, in un climax di emozioni che terminerà con una mirabolante volata.
Siamo di fronte a un prodotto che riesce a emozionare e a farsi seguire con un certo interesse. La cura con cui vengono rappresentati fedelmente i dettagli tecnici delle biciclette, delle macchine, delle stesse tute e degli accessori di ogni ciclista fa dell’anime un piccolo gioiellino dal punto di vista visivo. Il character design è chiaramente “rubato” a Miyazaki, e i personaggi principali ben caratterizzati.
Probabilmente il termine migliore per descrivere "Melanzane – Estate andalusa" è “realismo”: un vero e proprio spaccato di vita di un giovane sportivo spagnolo, l’esistenza lenta e sonnecchiante di un minuscolo borgo nell’Andalusia, un’estate torrida, una volata resa ancor più spettacolare da una scelta grafica tutta da vedere, una storia d’amore con un punto interrogativo e una bellissima scoperta: quest'anime, nella sua semplicità, è l’ennesima riprova che per emozionare non servono mosse segrete, attacchi speciali o segreti spaventosi, ma - è questo il caso di dirlo - una semplice bicicletta e una storia come tante.
Ottimo.
Rievocando con inaspettata maestria e particolare meticolosità i tratti caratteristici dell’Andalusia, sebbene si tratti di un solo lungometraggio e non di una serie di più episodi, nel giro di un’ora e mezza lo spettatore viene catapultato nel coerente realismo di una gara ciclistica. Per la precisione si tratta di una tappa della Vuelta, la quale si svolge lungo i classici, torridi e bollenti paesaggi ondulati della caratteristica terra iberica. Sicuramente il lungometraggio è un prodotto atipico e anticonvenzionale, fuori dagli schemi e per questo ancor più apprezzabile, dalla trama semplice quanto stuzzicante.
Protagonista della vicenda è Pepe, uno dei ciclisti impegnati nella gara che, a pochi minuti dalla fine della tappa, riceve l’ordine (più dagli sponsor che dalla squadra stessa) assieme a un compagno di scattare in fuga, non tanto per vincere la tappa, quanto per attirare l’attenzione e ravvivare una corsa che fino a quel punto era parsa fin troppo controllata.
La fuga di Pepe è però diversa da tutte le altre mai vissute nella sua carriera: la strada infatti attraversa un tipico paesino mediterraneo di campagna dove egli è nato e cresciuto, sfilando proprio di fronte al piccolo bar che l’ha visto crescere e dove ora tutti i suoi amici, parenti e conoscenti, attraverso una televisione, lo stanno seguendo con grande trepidazione. Ma non è tutto: è anche il giorno in cui suo fratello sta per sposare la donna che egli ha amato per tutta la vita, che probabilmente ama ancora, e da cui si è tristemente separato anni addietro.
L’antefatto è semplice, breve, conciso. La vicenda si sviluppa rapidamente così come rapidamente i ciclisti scivolano come schegge sul nastro d’asfalto bollente, in un climax di emozioni che terminerà con una mirabolante volata.
Siamo di fronte a un prodotto che riesce a emozionare e a farsi seguire con un certo interesse. La cura con cui vengono rappresentati fedelmente i dettagli tecnici delle biciclette, delle macchine, delle stesse tute e degli accessori di ogni ciclista fa dell’anime un piccolo gioiellino dal punto di vista visivo. Il character design è chiaramente “rubato” a Miyazaki, e i personaggi principali ben caratterizzati.
Probabilmente il termine migliore per descrivere "Melanzane – Estate andalusa" è “realismo”: un vero e proprio spaccato di vita di un giovane sportivo spagnolo, l’esistenza lenta e sonnecchiante di un minuscolo borgo nell’Andalusia, un’estate torrida, una volata resa ancor più spettacolare da una scelta grafica tutta da vedere, una storia d’amore con un punto interrogativo e una bellissima scoperta: quest'anime, nella sua semplicità, è l’ennesima riprova che per emozionare non servono mosse segrete, attacchi speciali o segreti spaventosi, ma - è questo il caso di dirlo - una semplice bicicletta e una storia come tante.
Ottimo.
"Nasu - Andalusia no Natsu" è una piccola perla che merita assolutamente di essere vista, senza lasciarsi ingannare dal tema di fondo poco usuale.
La trama è molto semplice: Pepe Benengeli è un novello ciclista che, nel giorno del matrimonio del fratello, si trova a correre per conquistare la fama, ma, soprattutto, per dimostrare a se stesso qualcosa di più forte.
Non c'è molto altro da dire, dopotutto dura a malapena 45, ma è una scelta che condivido appieno: penso sia meglio creare 45 minuti di animazione splendida che dilungarsi per poi scadere in qualcosa di troppo pesante. E in questi tre quarti d'ora quest'anime non vi annoierà di certo. Il modello dello studio Ghibli è palese: i disegni sono semplici ma molto espressivi, le animazioni perfette (ed è qualcosa di molto importante, visto che si va a rappresentare una corsa ciclistica), le colorazioni limpide e vivaci, l'uso del computer limitato e non invasivo, perfetto per le ambientazioni.
L'anime ci fa osservare da lontano anche le usanze andaluse, con i loro cibi e le loro danze. Ci porta in una realtà nuova, poco conosciuta, e ci fa vivere con poche parole (nel vero senso della parola) una storia ricca di significato. Il protagonista, Pepe, è un uomo comune, che ottiene risultati discreti, in cui ognuno può ritrovarsi, e che lotta per dimostrare agli sponsor e alla sua famiglia di potercela fare, ma soprattutto per riscattare se stesso da ferite che porta nascoste dentro di se.
Quindi non bisogna farsi ingannare dalla breve durata, dal tema sportivo un po' strano, o dal titolo buffo (come ho fatto io XD): Nasu è un anime che merita di essere visto, anche solo per la sua breve durata, e che non vi farà rimpiangere di averlo fatto.
P.S: i gatti neri portano sfortuna (povero Gilmore!).
La trama è molto semplice: Pepe Benengeli è un novello ciclista che, nel giorno del matrimonio del fratello, si trova a correre per conquistare la fama, ma, soprattutto, per dimostrare a se stesso qualcosa di più forte.
Non c'è molto altro da dire, dopotutto dura a malapena 45, ma è una scelta che condivido appieno: penso sia meglio creare 45 minuti di animazione splendida che dilungarsi per poi scadere in qualcosa di troppo pesante. E in questi tre quarti d'ora quest'anime non vi annoierà di certo. Il modello dello studio Ghibli è palese: i disegni sono semplici ma molto espressivi, le animazioni perfette (ed è qualcosa di molto importante, visto che si va a rappresentare una corsa ciclistica), le colorazioni limpide e vivaci, l'uso del computer limitato e non invasivo, perfetto per le ambientazioni.
L'anime ci fa osservare da lontano anche le usanze andaluse, con i loro cibi e le loro danze. Ci porta in una realtà nuova, poco conosciuta, e ci fa vivere con poche parole (nel vero senso della parola) una storia ricca di significato. Il protagonista, Pepe, è un uomo comune, che ottiene risultati discreti, in cui ognuno può ritrovarsi, e che lotta per dimostrare agli sponsor e alla sua famiglia di potercela fare, ma soprattutto per riscattare se stesso da ferite che porta nascoste dentro di se.
Quindi non bisogna farsi ingannare dalla breve durata, dal tema sportivo un po' strano, o dal titolo buffo (come ho fatto io XD): Nasu è un anime che merita di essere visto, anche solo per la sua breve durata, e che non vi farà rimpiangere di averlo fatto.
P.S: i gatti neri portano sfortuna (povero Gilmore!).
Esistono piccole perle dell'animazione nascoste, che sanno sorprendere per la loro capacità di emozionare anche in poco tempo, e di stupire lo spettatore, di immergerlo completamente nella storia...Estate Andalusa fa senz'altro parte di questo gruppo. Questo piccolo capolavoro, ancora poco noto in occidente, è un perfetto esempio di come il cinema d'animazione possa trattare tematiche quotidiane con una profondità e una poesia pari, se non superiori, a quelle di film live action. nel sud della Spagna, in un paesino andaluso famoso per la produzione di melanzane, si apprestano a sfrecciare gli atleti di una gara di ciclismo di prestigio internazionale. Tra loro vi è anche Pepe, originario del luogo che ha lasciato qualche anno prima, per lasciarsi alle spalle le ferite del passato...
Mentre a bordo della sua bici Pepe osserva gli assolati paesaggi andalusi scorrergli davanti agli occhi, dopo essere aiutato da un pizzico di fortuna, nel suo cuore si fa largo l'idea di una opportunità di riscatto, per dimostrare a tutto il paese, ma soprattutto a se stesso, che la sua gara con la vita è ancora aperta.
Inserisco quest'anime tra quelli che sono stati capaci di emozionarmi, ma anche tra i migliori lavori di animazione che abbia visto, grazie ai disegni molto belli, le musiche davvero caratteristiche, tipiche del luogo dove ha vita la storia, una storia che scalda il cuore, anche se breve, che mette in scena bellissimi personaggi, dotati di un "vero" carattere, e che dona nel complesso una sensazione di malinconia e di nostalgia da provare assolutamente. Inoltre la storia di Pepe è un po' la storia di ognuno di noi, e ci dimostra che anche i sogni più irrealizzabili, con un po' di fortuna, ma soprattutto con la volontà di crederci, e di lasciare il passato alle spalle, possono divenire realtà e cambiarci la vita...
Quest'anime è per tutta la famiglia, un vero gioiello che in molti dovrebbero apprezzare!
Mentre a bordo della sua bici Pepe osserva gli assolati paesaggi andalusi scorrergli davanti agli occhi, dopo essere aiutato da un pizzico di fortuna, nel suo cuore si fa largo l'idea di una opportunità di riscatto, per dimostrare a tutto il paese, ma soprattutto a se stesso, che la sua gara con la vita è ancora aperta.
Inserisco quest'anime tra quelli che sono stati capaci di emozionarmi, ma anche tra i migliori lavori di animazione che abbia visto, grazie ai disegni molto belli, le musiche davvero caratteristiche, tipiche del luogo dove ha vita la storia, una storia che scalda il cuore, anche se breve, che mette in scena bellissimi personaggi, dotati di un "vero" carattere, e che dona nel complesso una sensazione di malinconia e di nostalgia da provare assolutamente. Inoltre la storia di Pepe è un po' la storia di ognuno di noi, e ci dimostra che anche i sogni più irrealizzabili, con un po' di fortuna, ma soprattutto con la volontà di crederci, e di lasciare il passato alle spalle, possono divenire realtà e cambiarci la vita...
Quest'anime è per tutta la famiglia, un vero gioiello che in molti dovrebbero apprezzare!
Io ho trovato questo anime un'ode all'Andalusia molto appropriata, me ne ha fatto venire la nostalgia (anche se non ci sono mai stata). I disegni sono abbastanza realistici e la colonna sonora l'ho apprezzata.
Un anime sportivo sul ciclismo... è la prima volta che ne sento parlare e così ho voluto "toccare con mano" e devo dire che non mi ha deluso. Mi ha trasmesso il calore, l'afa delle giornate andaluse, la stanchezza, la spossatezza della fatica fisica, la voglia di vincere, di primeggiare per una volta su tutti, la voglia di assaggiare le melanzane in salamoia col vino!
La storia di Pepe mi ha emozionato, con una dolcezza, fra flashback e racconti del fratello maggiore si dispiega e...colpisce, come un pugno nello stomaco. Non te l'aspetti ma poi ti scopri a pensare che l'avevi sempre saputo, che Pepe stava correndo per qualcuno, per qualcosa, per dimenticare, per perdonare.
Lo consiglio si, lo consiglio davvero.
Un anime sportivo sul ciclismo... è la prima volta che ne sento parlare e così ho voluto "toccare con mano" e devo dire che non mi ha deluso. Mi ha trasmesso il calore, l'afa delle giornate andaluse, la stanchezza, la spossatezza della fatica fisica, la voglia di vincere, di primeggiare per una volta su tutti, la voglia di assaggiare le melanzane in salamoia col vino!
La storia di Pepe mi ha emozionato, con una dolcezza, fra flashback e racconti del fratello maggiore si dispiega e...colpisce, come un pugno nello stomaco. Non te l'aspetti ma poi ti scopri a pensare che l'avevi sempre saputo, che Pepe stava correndo per qualcuno, per qualcosa, per dimenticare, per perdonare.
Lo consiglio si, lo consiglio davvero.
Un anime sul ciclismo? Mai visto uno e, sinceramente, da non appassionato inizialmente non mi sembrava interessante.
Poi ci sono ritornato su e devo dire che è stato una bella scoperta.
Il lato tecnico è abbastanza curato, con un po' di CG usata per dare il senso della velocità ed animazioni e disegni nel complesso validi.
Bella la trovata per dare il senso della volata finale.
Interessante anche il tratto, che riesce a regalare volti molto espressivi e realistici (niente bel tenebroso dai capelli lungi ed argentei, insomma...).
Soprattutto nei visi maschili è visibile l'influenza dei classici (uno su tutti Anna dai capelli rossi).
Buono l'accompagnamento che fa il suo lavoro, anche se non resta impresso come capolavoro assoluto.
Melanzane - estate andalusa racconta la storia di Pepe, ciclista professionista ma gregario della squadra, che si trova ad affrontare una tappa della Vuelta nella sua terra e a passare proprio per il suo paese.
Il suo compito è quello di supportare l'atleta di punta del team, di fare il lavoro sporco.
Le cose però prendono una piega inaspettata e...
Non proseguo con i dettagli per non rovinarvi la sorpresa.
Analizzando questo film di circa 45 minuti non si può non notare la delicatezza e la classe dello stile narrativo.
Ogni aspetto è dosato con sapienza.
Dai momenti "sportivi" in cui riusciamo a percepire la durezza e la passione che stanno dietro a questo sport, il cinismo del sistema e l'esaltazione che può esserci dietro a quello che noi siamo abituati a vedere in tv.
Il tutto alternato con momenti introspettivi e narrativi molto significativi e presentati con la giusta verve.
Non ci sono super eroi, gente con talento straordinario predestinata a compiere imprese epiche.
Nella modesta e "selvaggia" Andalusia ogni passo, nella vita reale come nello sport, è frutto di sudore della propria fronte.
La vita è fatta di cose semplici, potrebbe sembrare fin troppo in alcuni casi, ma che sono la vita, quella vera.
Pepe, protagonista-narratore-osservatore, non si sente totalmente calato in quella vita di cui forse ha perso le cose più importanti.
La bicicletta è l'ancora di salvezza che lo tiene galla mentre è alla ricerca della sua dimensione.
Un'opera eccellente, che dimostra quanto si possa far bene anche con soli 45 minuti a disposizione.
E non sono un appassionato di ciclismo...
Poi ci sono ritornato su e devo dire che è stato una bella scoperta.
Il lato tecnico è abbastanza curato, con un po' di CG usata per dare il senso della velocità ed animazioni e disegni nel complesso validi.
Bella la trovata per dare il senso della volata finale.
Interessante anche il tratto, che riesce a regalare volti molto espressivi e realistici (niente bel tenebroso dai capelli lungi ed argentei, insomma...).
Soprattutto nei visi maschili è visibile l'influenza dei classici (uno su tutti Anna dai capelli rossi).
Buono l'accompagnamento che fa il suo lavoro, anche se non resta impresso come capolavoro assoluto.
Melanzane - estate andalusa racconta la storia di Pepe, ciclista professionista ma gregario della squadra, che si trova ad affrontare una tappa della Vuelta nella sua terra e a passare proprio per il suo paese.
Il suo compito è quello di supportare l'atleta di punta del team, di fare il lavoro sporco.
Le cose però prendono una piega inaspettata e...
Non proseguo con i dettagli per non rovinarvi la sorpresa.
Analizzando questo film di circa 45 minuti non si può non notare la delicatezza e la classe dello stile narrativo.
Ogni aspetto è dosato con sapienza.
Dai momenti "sportivi" in cui riusciamo a percepire la durezza e la passione che stanno dietro a questo sport, il cinismo del sistema e l'esaltazione che può esserci dietro a quello che noi siamo abituati a vedere in tv.
Il tutto alternato con momenti introspettivi e narrativi molto significativi e presentati con la giusta verve.
Non ci sono super eroi, gente con talento straordinario predestinata a compiere imprese epiche.
Nella modesta e "selvaggia" Andalusia ogni passo, nella vita reale come nello sport, è frutto di sudore della propria fronte.
La vita è fatta di cose semplici, potrebbe sembrare fin troppo in alcuni casi, ma che sono la vita, quella vera.
Pepe, protagonista-narratore-osservatore, non si sente totalmente calato in quella vita di cui forse ha perso le cose più importanti.
La bicicletta è l'ancora di salvezza che lo tiene galla mentre è alla ricerca della sua dimensione.
Un'opera eccellente, che dimostra quanto si possa far bene anche con soli 45 minuti a disposizione.
E non sono un appassionato di ciclismo...
Ma come? un animé sportivo SENZA GIAPPONESI? Senza mosse speciali? Senza improbabili colpi di scena? Ebbene sì. Questo è Summer in Andalusia, l'animé sceneggiato da Cassani e De Zan... (ovviamente, sto scherzando).
Andiamo con ordine. SiA racconta la storia di una singola tappa della Vuelta, in una calda, caldissima giornata nella più torrida regione della penisola iberica, l'Andalusia.
Il gruppo procede stancamente quando due corridori di una infima squadretta ricevono l'ordine dal direttore sportivo di andare in fuga per far contenti gli sponsor (sembrerà strano, ma da appassionato di Velò vi assicuro che funziona così...). Uno di questi, Pepe, sta per vivere una giornata speciale... la corsa attraversa la sua regione, passerà di fronte al bar della sua infanzia e, proprio nelle ore della corsa, il fratello maggiore si sposerà con la donna che lui ha amato sin dall'infanzia - ed il cui rifiuto ha spinto a dedicarsi integralmente alla dura e severa disciplina della bicicletta.
Ovviamente non vi rivelo altro... vi dico solo che la storia di SiA si completerà con una bellissima volata finale che, pur scontata nell'esito, rimane una delle cose più belle mai dedicate allo sport dall'animazione nipponica.
Passiamo al lato tecnico: animazioni pulite, gestite in perfetto stile Miyazaki, integrate con un discreta (in entrambi i sensi) animazione CGI, che permette di rendere con successo la velocità della corsa, specie nelle sue fasi finali. Un plauso, sincero, a tutto il pacchetto di realizzazione. Abbiamo di fronte un vero spaccato di vita di un ciclista, realistico come nessun serial e nessuna fiction è mai stato... dalla gestione della corsa alle magagne fra ciclisti, e soprattutto a ciò che raramente la televisione ci mostra. Il carrozzone di una tappa di una grande corsa a tappe, la durezza dello sforzo, la silenziosa vioenza di uno sport in cui tutto si deve a quello strumento, ed al quale tutto va sacrificato...
Un prodotto, da qualsiasi parte lo si guardi, quasi perfetto. Miyazaki sarebbe orgoglioso di questi suoi imitatori...
Bello, bello, bello...
(oh, sarà che sono appassionato, ma SiA è per me un sogno che diventa realtà...)
Andiamo con ordine. SiA racconta la storia di una singola tappa della Vuelta, in una calda, caldissima giornata nella più torrida regione della penisola iberica, l'Andalusia.
Il gruppo procede stancamente quando due corridori di una infima squadretta ricevono l'ordine dal direttore sportivo di andare in fuga per far contenti gli sponsor (sembrerà strano, ma da appassionato di Velò vi assicuro che funziona così...). Uno di questi, Pepe, sta per vivere una giornata speciale... la corsa attraversa la sua regione, passerà di fronte al bar della sua infanzia e, proprio nelle ore della corsa, il fratello maggiore si sposerà con la donna che lui ha amato sin dall'infanzia - ed il cui rifiuto ha spinto a dedicarsi integralmente alla dura e severa disciplina della bicicletta.
Ovviamente non vi rivelo altro... vi dico solo che la storia di SiA si completerà con una bellissima volata finale che, pur scontata nell'esito, rimane una delle cose più belle mai dedicate allo sport dall'animazione nipponica.
Passiamo al lato tecnico: animazioni pulite, gestite in perfetto stile Miyazaki, integrate con un discreta (in entrambi i sensi) animazione CGI, che permette di rendere con successo la velocità della corsa, specie nelle sue fasi finali. Un plauso, sincero, a tutto il pacchetto di realizzazione. Abbiamo di fronte un vero spaccato di vita di un ciclista, realistico come nessun serial e nessuna fiction è mai stato... dalla gestione della corsa alle magagne fra ciclisti, e soprattutto a ciò che raramente la televisione ci mostra. Il carrozzone di una tappa di una grande corsa a tappe, la durezza dello sforzo, la silenziosa vioenza di uno sport in cui tutto si deve a quello strumento, ed al quale tutto va sacrificato...
Un prodotto, da qualsiasi parte lo si guardi, quasi perfetto. Miyazaki sarebbe orgoglioso di questi suoi imitatori...
Bello, bello, bello...
(oh, sarà che sono appassionato, ma SiA è per me un sogno che diventa realtà...)