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Potetochippusu

Episodi visti: 9/9 --- Voto 10
Esiste un prima e un dopo “First Love”, tale è la capacità di questa serie tv di scuotere lo spettatore. Dieci, normalmente un voto cosi pretenzioso, è quasi riduttivo se attribuito a questo prodotto, perfetto in ogni suo aspetto. La fotografia è mozzafiato, ogni scena cattura lo spettatore immergendolo in un’atmosfera velatamente romantica. L’interpretazione degli attori è mirabile, non c’è istante in cui non risultino estremamente credibili, dimostrandosi capaci di rendere con naturalezza un ampio range di emozioni. La cura per i dettagli è maniacale, tanto nel trucco, perfettamente utilizzato per ringiovanire e invecchiare gli interpreti, che nella scenografia, ogni flashback è così realistico da far dimenticare di star guardando una serie tv del 2022.
In ultimo, ma non per importanza, la colonna sonora: due meravigliose canzoni della impareggiabile Hikaru Utada, le quali fungono anche da ispirazione stessa per storia raccontata in “first love”.
La serie riesce perfettamente a rappresentare la passione e lo struggimento non solo del primo amore, ma di quello vero e profondo, che trascende destino e difficoltà. Una storia dolce amara, che farà scorrere fiumi di lacrime, alcune tristi, ma molte di gioia, che merita di essere vista, amata (e anche rivista) fino in fondo, momento per momento.


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esseci

Episodi visti: 9/9 --- Voto 8
Lo ammetto, sono anche un romanticone e riconosco che la serie "First Love" mi ha favorevolmente impressionato per i temi trattati, la sceneggiatura e la qualità realizzativa, sebbene abbia una caratterizzazione squisitamente orientale nel ritmo (molto contemplativo e con lunghi momenti di silenzio nei dialoghi tra i protagonisti, tipico delle produzioni giapponesi) e nello svolgimento della trama.
La precisazione appena scritta è doverosa: un'opera del genere va approcciata con un atteggiamento "paziente". A differenza di produzioni tipiche di stampo occidentale, la trama è molto dilatata e riflessiva e un po' ripetitiva, permeata della tipica impostazione delicata e molto malinconica, un po' "zen" (sull'ineluttabilità del destino e sulla circolarità delle esistenze e degli eventi) che forse per noi "superficiali e consumisti" occidentali potrebbe risultare un po' stucchevole e di difficile "digestione".
I contro di questo approccio sono: la sostanziale e difficilmente giustificabile "inerzia" dei personaggi nelle loro azioni che li fa sembrare un po' atarassici, apatici e passivi, che non "prendono il toro per le corna" ma sembrano attendere una perenne "epifania" (azione di qualcuno che intervenga a risolvere l'impasse che si determina in primis a causa della profonda timidezza e introversione dei giapponesi nel manifestare i propri sentimenti e impressioni) da parte di qualcuno che risolva anche per loro una situazione "incagliata".

Attenzione! Devo comunque fare un "leggero" accenno di spoiler della storia narrata...

La trama in sè è semplice: i due protagonisti Yae e Harumichi si innamorano alle scuole superiori e tra alterne fortune ma con grande entusiasmo e romanticismo continuano la loro storia d'amore fino all'università per Yae e all'accademia per piloti militari per Harumichi.
Un evento traumatico grave subito da Yae determina una amnesia permanente dei suoi ricordi, soprattutto di quelli vissuti nel passato recente, tanto da non far più riconoscere a Yae l'amato Harumichi.
Non solo il destino ci mette lo zampino, ma anche la madre di Yae che non ha mai visto di buon grado la relazione della figlia con Harumichi e che di conseguenza cerca di allontanarli per favorire la relazione di Yae con il dottore che l'ha presa in cura per l'amnesia...
Ma non tutto è perduto e il destino sembra restituire ai due protagonisti una ulteriore "chance" facendoli reincontrare dopo parecchi anni da adulti: lei tassista, separata dal marito (il medico che l'ha curata per l'amnesia) e con un figlio (Tsuzuru) e lui vigilante (non più pilota) fidanzato e in procinto di sposarsi con Tsunemi (analista che l'ha curato dopo la missione in Iraq).
L'incontro è un po' surreale: lui la riconosce ma lei no, in quanto ancora sofferente dell'amnesia fin da giovane...
Questo aspetto determina la classica situazione drama sentimentale "orientale": Harumichi non rivela a Yae il loro passato... ma attende il corso degli eventi, nella speranza di capire realmente i suoi sentimenti sia verso Tsunemi, sia nei confronti della ritrovata Yae...
Mi fermo qui altrimenti svelo troppo, sia sulla costruzione degli eventi narrati, sia sul finale...

La originalità della serie sta non tanto nella storia ma nel modo in cui è sviluppata la narrazione: un sapiente utilizzo mixato del flashback e flashforward tra "trapassato remoto" (Yae e Harumichi da studenti delle scuole superiori), passato remoto (Yae e Harumichi all'università e all'accademia militare), passato prossimo (Yae sposata con il figlio e Harumichi pilota militare che conosce Tsunemi), presente (Yae tassista e Harumichi vigilante privato), tale da rendere la serie una sorta di puzzle che man mano che si procede con la visione di compone e si completa fino al finale.
Tale mix è talmente "spinto" che potrebbe inizialmente disorientare lo spettatore ma spiega in modo intelligente e parzializzato gli eventi che hanno portato al mancato riconoscimento da parte di Yae di Harumichi una volta che si incontrano dopo anni in cui non hanno più avuto notizie l'una dell'altro.
Se la storyboard è un po' complessa ma originale e ben costruita, giudizio altrettanto positivo va espresso sui personaggi e sugli attori che li impersonano tra passato e presente.
Il primo aspetto che emerge è il contrasto tra la versione di Yae e Harumichi nel passato da adolescenti e quella del presente. Su questo aspetto gli attori sono stati bravi a rendere la solarità, l'entusiasmo, i sogni, la semplicità e il profondo legame tra Yae e Harumichi rispetto al disincanto, la disillusione, la malinconia e del vago senso di dolce tristezza della loro versione da adulti.
Il tema della crescita e del passaggio alla vita adulta, con l'abdicazione ai propri sogni adolescenziali a causa degli eventi e delle circostanze della vita è a mio avviso il tema di fondo della serie oltre alla grande storia di amore.
Il tutto è, come anticipato, narrato in "mood orientale". Quindi narrazione contemplativa, atteggiamenti di inerzia inspiegabili per la nostra mentalità pragmatica, indugi e silenzi con primi piani molto prolungati su sguardi e comunicazione non verbale (un po' vagamente alla Sergio Leone), che dimostrano anche l'abilità dei due attori adulti a rendere l'imbarazzo e i c.d. "retropensieri" di certe situazioni in cui Yae e Harumichi interagiscono.
Molto toccante sia l'interpretazione di Takeru Satō (Harumichi da adulto) sia quella di Hikari Mitsushima (Yae da adulta).
Il primo per quegli sguardi ed espressioni pregni di composta sofferenza nel vedere la sua amata Yae da adulta tanto vicina ma anche tanto lontana non solo a causa dell'amnesia ma anche per il possibile matrimonio incombente con Tsunemi ed in generale per un destino "ingiusto" che l'ha privato dei suoi sogni: il vulcanico, strafottente ed impulsivo ragazzo adolescente (ma anche sensibile, buono e generoso), interpretato da un altrettanto bravo Taisei Kido, ha lasciato il posto ad un adulto "provato" dall'aver rinunciato ai suoi sogni d'amore e realizzazione professionale, convincendosi "oborto collo" ad accontentarsi delle "opportunità" che la vita gli ha offerto dopo aver perso Yae.
La seconda per come è riuscita a rendere implicitamente nelle azioni che compie la Yae da adulta il "vuoto" dei ricordi e le sofferenze subite nella vita: da eccellente studentessa di lingue e l'opportunità di andare all'estero a terminare gli studi con il sogno di diventare hostess di volo per stare vicino al suo amato Harumichi, si ritrova giovane madre e sposa casalinga umiliata dalla famiglia di lui con un figlio e poi separata in ristrettezze economiche per sbarcare il lunario... E non da meno è stata Rikako Yagi nell'interpretazione di Yae da giovane, rendendo al meglio la sua ingenuità e dolcezza.
Ma se Harumichi resta compostamente passivo e riluttante a reagire al fato avverso, Yae pur nella inconsapevolezza dei suoi ricordi perduti resta un personaggio buono, positivo, gentile e sensibile nei confronti di tutti, con un grande senso di rispetto del prossimo e del dovere nei confronti del figlio da crescere e di Harumichi che nel frattempo si è avvicinato a lei facendole riemergere sentimenti e sensazioni dimenticati e assopiti per le continue rinunce cui si è sottoposta per il bene delle persone a lei care e vicine.
Insomma una bella interpretazione dei due attori che attribuiscono alla trama un "colore" personalizzato: ci mettono del loro (e tanto) per portare la serie ad un livello buono grazie anche alla regia che, come ho già scritto, si affida sia alla loro interpretazione sia ad alcuni artifizi formali per valorizzare la trama e "sgomitolare" il filo attorcigliato della storia in modo da renderlo man mano lineare.
La storia della serie è originale e liberamente ispirata a due canzoni di Hikaru Utada: "First Love" (1999 - debutto dell'artista e suo grande successo) e "Hatsukoi" (2018).
E la musica, con la canzone del 1999 diventa nella serie il "grimaldello" che funge da cliff hanger per sbloccare la situazione tra i due protagonisti nel finale...
L'ambientazione in Hokkaido e in particolare a Sapporo, fanno scoprire allo spettatore paesaggi di un Giappone anche rurale, molto naturale, freddo e nevoso, ben lontano dalla complessità e caos di Tokyo: qui la pioggia (tipica dell'estate umida del Giappone e rappresentata in tanti film, serie e anime anche in modo metaforico) è sostituita da abbondanti nevicate che rendono bene "l'inverno" in cui sono caduti inesorabilmente i due protagonisti e contrasta con il loro forte legame affettivo...
La serie a mio avviso presenta anche qualche ingenuità e forzatura narrativa che danno la sensazione di deja vu "telefonato": vedi l'espediente dell'amnesia, il simmetrico espediente dei ricordi che riaffiorano grazie alla musica e alla "scatola del tempo" (che mi ricorda l'anime "Orange") e la casualità della scoperta della nuova vita di Harumichi lontano dal Giappone...
Ma si possono perdonare, per chi apprezza questo genere di opere, perché in fondo una grande storia di amore è, parafrasando un manga e anime di qualche tempo fa che ho apprezzato, "come dopo la pioggia"... e in questo caso dopo una "come dopo una grande nevicata"...