Pygmalion
"Pygmalion" è una serie composta da tre volumi, opera prima di Chihiro Watanabe, di genere action con tratti horror, intervallati da scene splatter, edito per l'Italia da Mangasenpai.
La storia è abbastanza semplice: durante una fiera, incentrata sul mondo delle mascotte, in un Giappone praticamente contemporaneo, improvvisamente inizierà una carneficina, in cui il nostro protagonista dovrà riuscire a salvare sé e le proprie persone care.
Lo svolgimento sarà abbastanza lineare e poco rilevante, ed è per me il maggior difetto di questa serie, cioè la sua mancanza di pathos in ogni sua forma o intensità; l'interesse primario, che convoglierà l'intera attenzione del lettore, sarà assorbito dal mistero dietro al fenomeno che è il fulcro della questione, e al suo raggiungimento.
Per quanto apprezzo l'idea di fondo, che dà anche il titolo all'opera stessa, personalmente mi sono in parte sentito un pelo tradito dalle aspettative che l'idea di base avrebbe potuto generare, e di come invece sia stato in gran parte banalizzato.
Purtroppo, non si riuscirà ad affezionarsi ai personaggi, avendone avuta solamente una blanda presentazione che non permetterà al lettore di interessarsi della loro sorte; lo stimolo principale che incanalerà l'attenzione dello spettatore saranno le cruenti morti che si intervalleranno fra un momento di fuga o una parte più narrativa, per lasciare spazio alle varie investigazioni del caso, per riuscire a far dipanare il bandolo della matassa ai vari personaggi della storia.
Il fattore che maggiormente dovrebbe colpire dovrebbe essere il contrasto fra le tanto amate e ormai dilaganti mascotte, che in terra nipponica spopolano più che mai, con il loro fare 'coccoloso' e caloroso, e la loro trasposizione in "Pygmalion", cioè feroci, animalesche e mostruose, che travalicano ogni possibile comprensione, nella loro spasmodica ricerca di essere umani da spappolare e trucidare.
Personalmente, ho apprezzato tale idea, ma credo che non sia stata così d'impatto e ben sfruttata come avrebbe potuto essere, in parte perché in Occidente tutto il culto per le mascotte è mancante, ma specialmente perché il contrasto non era così netto, essendo che le dolci e carine mascotte verranno spesso trasfigurate in mostri ripugnanti, cosa che farà perdere l'idea iniziale, giovandone solo per il loro fascino horror di mostruose aberrazioni, ma lasciando per strada la loro identità e perciò unicità, perdendosi in un mare di tante altre opere non dissimili da questa.
Piccola nota di merito va alla sequenza inerente al personaggio del maiale con la salopette: personalmente, l'ho trovato il momento più alto dell'opera in sé.
Come anticipato, i personaggi non lasceranno particolarmente il segno, non avendo granché di particolare per poter rimanere impressi nella memoria del lettore. La loro caratterizzazione sarà pressoché bidimensionale, dominata da chiari e scuri, che li contraddistingue prevalentemente in due fasi ben precise, momenti di panico per il pericolo che incombe, momento di riscatto in cui dover reagire, senza avere null'altro nel mezzo.
Mancherà tutto un lato umano, che avrebbe potuto almeno in parte far empatizzare il lettore, o far provare qualsiasi emozione rispetto alle loro vicende.
Il disegno l'ho trovato abbastanza buono e dettagliato nelle ambientazioni, mentre in parte un po' grezzo per quanto riguarda i personaggi, che non ho trovato, neanche per l'aspetto grafico, particolarmente d'impatto.
Ottimo invece il graffio che l'autore riesce a imprimere nelle scene più movimentate e action, e che ben si confà al genere di storia raccontata.
Simpatiche le varie mascotte, ma avrei apprezzato maggior fantasia e preponderanza delle stesse, perché mio malgrado le ho trovate abbastanza mal gestiste e meno sfruttate di quel che si poteva fare.
L'edizione l'ho trovata abbastanza bella, specialmente a partire dalle sovracoperte; avendo l'edizione con il cofanetto, al suo interno ho avuto il piacere di trovare il primo volume nella versione "black limited", che ho particolarmente apprezzato, disponendo del titolo in rilievo, traslucido, ed essendo più morbida e opaca, al contrario degli altri due volumi, che saranno più 'plasticosi', e non avranno alcuna particolarità nel titolo.
Per le immagini di copertina, ho preferito più quelle dei primi due volumi, rispetto a quella del terzo, che, al contrario, ho trovato in parte bruttina, un 'mappazzone' di personaggi buttati lì così.
Disporrà anche di bandelle, che risulteranno particolarmente inutili, non riportando né informazioni né nulla, se non la stessa breve dichiarazione di una riga, dell'autore, ripetuta pari e uguale per tutti e tre i volumi.
I tankobon saranno molto pratici, ben sfogliabili, leggeri, con una carta che tradisce solo qualche trasparenza, solidi e ben maneggevoli, ma non saranno presenti pagine a colori o altri inserti particolari.
Infine, il cofanetto non l'ho trovato particolarmente congeniale o degno di lode; poi sarò stato sfortunato, ma il mio si è smontato praticamente al primo tocco. Purtroppo, non li trovo per niente pratici, ma graficamente fanno il loro bell'impatto, mostrando fin da subito, e con chiarezza, quale sarà il mood dell'opera.
In conclusione, se cercate uno splatter in cui non sarà richiesta particolare attenzione per seguire lo svolgimento degli eventi, senza molte pretese sul farsi colpire da varie e brevi scene truculente, beh, "Pygmalion" fa per voi. Nota di merito per i disegni, e per essere riuscito a tirare le fila della vicenda narrata, cosa per niente scontata, anche se con un risultato non certo eccelso.
La storia è abbastanza semplice: durante una fiera, incentrata sul mondo delle mascotte, in un Giappone praticamente contemporaneo, improvvisamente inizierà una carneficina, in cui il nostro protagonista dovrà riuscire a salvare sé e le proprie persone care.
Lo svolgimento sarà abbastanza lineare e poco rilevante, ed è per me il maggior difetto di questa serie, cioè la sua mancanza di pathos in ogni sua forma o intensità; l'interesse primario, che convoglierà l'intera attenzione del lettore, sarà assorbito dal mistero dietro al fenomeno che è il fulcro della questione, e al suo raggiungimento.
Per quanto apprezzo l'idea di fondo, che dà anche il titolo all'opera stessa, personalmente mi sono in parte sentito un pelo tradito dalle aspettative che l'idea di base avrebbe potuto generare, e di come invece sia stato in gran parte banalizzato.
Purtroppo, non si riuscirà ad affezionarsi ai personaggi, avendone avuta solamente una blanda presentazione che non permetterà al lettore di interessarsi della loro sorte; lo stimolo principale che incanalerà l'attenzione dello spettatore saranno le cruenti morti che si intervalleranno fra un momento di fuga o una parte più narrativa, per lasciare spazio alle varie investigazioni del caso, per riuscire a far dipanare il bandolo della matassa ai vari personaggi della storia.
Il fattore che maggiormente dovrebbe colpire dovrebbe essere il contrasto fra le tanto amate e ormai dilaganti mascotte, che in terra nipponica spopolano più che mai, con il loro fare 'coccoloso' e caloroso, e la loro trasposizione in "Pygmalion", cioè feroci, animalesche e mostruose, che travalicano ogni possibile comprensione, nella loro spasmodica ricerca di essere umani da spappolare e trucidare.
Personalmente, ho apprezzato tale idea, ma credo che non sia stata così d'impatto e ben sfruttata come avrebbe potuto essere, in parte perché in Occidente tutto il culto per le mascotte è mancante, ma specialmente perché il contrasto non era così netto, essendo che le dolci e carine mascotte verranno spesso trasfigurate in mostri ripugnanti, cosa che farà perdere l'idea iniziale, giovandone solo per il loro fascino horror di mostruose aberrazioni, ma lasciando per strada la loro identità e perciò unicità, perdendosi in un mare di tante altre opere non dissimili da questa.
Piccola nota di merito va alla sequenza inerente al personaggio del maiale con la salopette: personalmente, l'ho trovato il momento più alto dell'opera in sé.
Come anticipato, i personaggi non lasceranno particolarmente il segno, non avendo granché di particolare per poter rimanere impressi nella memoria del lettore. La loro caratterizzazione sarà pressoché bidimensionale, dominata da chiari e scuri, che li contraddistingue prevalentemente in due fasi ben precise, momenti di panico per il pericolo che incombe, momento di riscatto in cui dover reagire, senza avere null'altro nel mezzo.
Mancherà tutto un lato umano, che avrebbe potuto almeno in parte far empatizzare il lettore, o far provare qualsiasi emozione rispetto alle loro vicende.
Il disegno l'ho trovato abbastanza buono e dettagliato nelle ambientazioni, mentre in parte un po' grezzo per quanto riguarda i personaggi, che non ho trovato, neanche per l'aspetto grafico, particolarmente d'impatto.
Ottimo invece il graffio che l'autore riesce a imprimere nelle scene più movimentate e action, e che ben si confà al genere di storia raccontata.
Simpatiche le varie mascotte, ma avrei apprezzato maggior fantasia e preponderanza delle stesse, perché mio malgrado le ho trovate abbastanza mal gestiste e meno sfruttate di quel che si poteva fare.
L'edizione l'ho trovata abbastanza bella, specialmente a partire dalle sovracoperte; avendo l'edizione con il cofanetto, al suo interno ho avuto il piacere di trovare il primo volume nella versione "black limited", che ho particolarmente apprezzato, disponendo del titolo in rilievo, traslucido, ed essendo più morbida e opaca, al contrario degli altri due volumi, che saranno più 'plasticosi', e non avranno alcuna particolarità nel titolo.
Per le immagini di copertina, ho preferito più quelle dei primi due volumi, rispetto a quella del terzo, che, al contrario, ho trovato in parte bruttina, un 'mappazzone' di personaggi buttati lì così.
Disporrà anche di bandelle, che risulteranno particolarmente inutili, non riportando né informazioni né nulla, se non la stessa breve dichiarazione di una riga, dell'autore, ripetuta pari e uguale per tutti e tre i volumi.
I tankobon saranno molto pratici, ben sfogliabili, leggeri, con una carta che tradisce solo qualche trasparenza, solidi e ben maneggevoli, ma non saranno presenti pagine a colori o altri inserti particolari.
Infine, il cofanetto non l'ho trovato particolarmente congeniale o degno di lode; poi sarò stato sfortunato, ma il mio si è smontato praticamente al primo tocco. Purtroppo, non li trovo per niente pratici, ma graficamente fanno il loro bell'impatto, mostrando fin da subito, e con chiarezza, quale sarà il mood dell'opera.
In conclusione, se cercate uno splatter in cui non sarà richiesta particolare attenzione per seguire lo svolgimento degli eventi, senza molte pretese sul farsi colpire da varie e brevi scene truculente, beh, "Pygmalion" fa per voi. Nota di merito per i disegni, e per essere riuscito a tirare le fila della vicenda narrata, cosa per niente scontata, anche se con un risultato non certo eccelso.
Non nutro mai particolari aspettative leggendo un manga horror/splatter. Amo il genere per la violenza e la morbosità, ma non ho mai creduto fosse una letteratura con velleità di grandezza e non mi sono mai illuso, a priori ed in nessuna delle mie pregresse esperienze, di star per leggere una perla di ricercatezza, valori, perfezione. Ho amato prodotti come "Shiki", la serie di "Higurashi", "Corpse Party" per svariati motivi; questo non significa però che inizialmente nutrissi per loro le speranze massime. Anzi, ho saputo apprezzarli proprio perchè non ho mai considerato elitario, eccelso e privilegiato questo genere di letteratura. Nutrendo quindi basse considerazioni fin dal principio non ho dovuto rivedere le mie impressioni al ribasso, ma al massimo al rialzo.
"Pygmalion" quindi è un manga a cui mi sono avvicinato senza aspettarmi granchè se non violenza e cattiveria, una sensazione di ossessione maniacale e malsana durante la sua lettura. Questo è quanto chiedo ad ogni singolo manga o anime horror/splatter nel quale mi imbatto: violenza, crudità, estremismo, emozioni forti. Mi interessa relativamente poco di trama, caratterizzazione dei personaggi, ricercatezza ed originalità; il primo elemento che cerco, che è poi quanto contraddistingue e differenzia prodotti del genere dagli altri, è la pura e semplice ondata di emozioni violenti e spietate. Poi certo, quanto viene presentato in più è da considerarsi un accessorio più o meno apprezzabile, ma è carattere di secondaria importanza nei miei canoni.
"Pygmalion" ha una sezione iniziale che lascia sperare nel meglio, secondo questa mia ottica. Il primo capitolo è forte, d'impatto, violento come piace a me. Le premesse ci sono e, sinceramente, ne ero stato piacevolmente colpito. Purtroppo, la concentrazione di spietatezza anormale scema e si annacqua nonostante la scarsa lunghezza del manga, 19 capitoli. A salvarsi sono solo un paio di capitoli nella zona centrale, con un side villain sessualmente reprobo e seriamente inquietante, e quale pannello nella fase terminale. Il resto dello scarno prodotto è dietrologia, un pappone semiserio e pseudo psicologico sulle ragioni dell'avvento dei fantocci pubblicitari omicidi. Una ricerca del movente emotivo che, oltre ad essere non particolarmente originale ed eccentrico, finisce per annoiare e sminuire l'impatto visivo avuto inizialmente. Una ricerca che si riduce a toccare, banalmente ed in maniera scontata, emozioni ed azioni da shounen di second'ordine.
"Pygmalion" è secondo me un'occasione persa. Le aspettative erano buonissime, considerando anche una veste grafica davvero buona capace, a mio parere, di rendere ancora meglio quella violenza che speravo di trovare con frequenza disarmante e martellante. Purtroppo la realtà dei fatti riporta un manga più cerebrale che d'azione, più di ricerca psicologica che d'impatto fisico.
E' alla fine un misero 5 perchè è un manga che non ha successo nell'unico, anzi no nel principale campo che deve render distinguibile e differente dal resto un prodotto horror/splatter. "Pygmalion" è un'automobile sprovvista di motore: bella, con accessori funzionali, interni in pelle, sedili riscaldabili, ma senza l'unica vera cosa capace di renderla l'oggetto studiato per il suo scopo primigenio. Possiamo apprezzarla quindi per l'estetica e gli optional, sederci dentro e stare al caldo, ma non potremo certo andarci a fare un viaggio; allo stesso modo, il manga può venire apprezzato per ottima veste grafica e riflessioni psicologiche, ma non possiamo considerarla appieno come un horror/splatter rispettabile
"Pygmalion" quindi è un manga a cui mi sono avvicinato senza aspettarmi granchè se non violenza e cattiveria, una sensazione di ossessione maniacale e malsana durante la sua lettura. Questo è quanto chiedo ad ogni singolo manga o anime horror/splatter nel quale mi imbatto: violenza, crudità, estremismo, emozioni forti. Mi interessa relativamente poco di trama, caratterizzazione dei personaggi, ricercatezza ed originalità; il primo elemento che cerco, che è poi quanto contraddistingue e differenzia prodotti del genere dagli altri, è la pura e semplice ondata di emozioni violenti e spietate. Poi certo, quanto viene presentato in più è da considerarsi un accessorio più o meno apprezzabile, ma è carattere di secondaria importanza nei miei canoni.
"Pygmalion" ha una sezione iniziale che lascia sperare nel meglio, secondo questa mia ottica. Il primo capitolo è forte, d'impatto, violento come piace a me. Le premesse ci sono e, sinceramente, ne ero stato piacevolmente colpito. Purtroppo, la concentrazione di spietatezza anormale scema e si annacqua nonostante la scarsa lunghezza del manga, 19 capitoli. A salvarsi sono solo un paio di capitoli nella zona centrale, con un side villain sessualmente reprobo e seriamente inquietante, e quale pannello nella fase terminale. Il resto dello scarno prodotto è dietrologia, un pappone semiserio e pseudo psicologico sulle ragioni dell'avvento dei fantocci pubblicitari omicidi. Una ricerca del movente emotivo che, oltre ad essere non particolarmente originale ed eccentrico, finisce per annoiare e sminuire l'impatto visivo avuto inizialmente. Una ricerca che si riduce a toccare, banalmente ed in maniera scontata, emozioni ed azioni da shounen di second'ordine.
"Pygmalion" è secondo me un'occasione persa. Le aspettative erano buonissime, considerando anche una veste grafica davvero buona capace, a mio parere, di rendere ancora meglio quella violenza che speravo di trovare con frequenza disarmante e martellante. Purtroppo la realtà dei fatti riporta un manga più cerebrale che d'azione, più di ricerca psicologica che d'impatto fisico.
E' alla fine un misero 5 perchè è un manga che non ha successo nell'unico, anzi no nel principale campo che deve render distinguibile e differente dal resto un prodotto horror/splatter. "Pygmalion" è un'automobile sprovvista di motore: bella, con accessori funzionali, interni in pelle, sedili riscaldabili, ma senza l'unica vera cosa capace di renderla l'oggetto studiato per il suo scopo primigenio. Possiamo apprezzarla quindi per l'estetica e gli optional, sederci dentro e stare al caldo, ma non potremo certo andarci a fare un viaggio; allo stesso modo, il manga può venire apprezzato per ottima veste grafica e riflessioni psicologiche, ma non possiamo considerarla appieno come un horror/splatter rispettabile