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7.0/10
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Tratto da una delle migliori opere di Masakazu Katsura, "Video Girl Ai" riesce a farsi notare nella massa dei video d'animazione pur non essendo un capolavoro.
La trama parte da presupposti piuttosto deboli e si sviluppa in maniera zoppicante, quasi una consuetudine per le opere del "Maestro dei Retini". Ma in questo caso le sbavature della sceneggiatura sono nullificate dalla più intensa e romantica storia che Katsura sia mai riuscito a realizzare.
Il protagonista è Yota Moteuchi, un sedicenne un po' sfigato, innamorato cotto della sua bellissima compagna di classe Moemi, a cui però piace Takashi, il migliore amico di Yota. E nel giorno in cui, dopo un pomeriggio tra amici, Takashi respinge la confessione d'amore della ragazza, sulla via del ritorno Yota (dispiaciuto più per i sentimenti di Moemi che non per i suoi) si imbatte in uno strano videonoleggio, dal quale prende in prestito un video intitolato "Ai Amano - Ti consolerò". Una volta a casa, inserita la cassetta nel videoregistratore... magia! Dallo schermo sbuca davanti ai suoi occhi proprio Ai, in carne ed ossa. Ai è una videogirl, e il suo compito è quello di consolare i ragazzi che hanno subìto una delusione d'amore. Ma il videoregistratore di Yota era difettoso, e ha riprodotto Ai in maniera errata, instillandole dei sentimenti che dovrebbero esserle estranei. Cosa accadrebbe se Ai finisse per innamorarsi di Yota? E come potrebbe andare a finire tra loro sapendo che Ai, al termine della durata di riproduzione del nastro, deve sparire per sempre?
Come si può facilmente intuire il tema centrale dell'opera è il binomio amore/separazione (in questo caso quasi "morte", visto il destino ineluttabile di Ai). Gli episodi non brillano per originalità, e peraltro molte situazioni appaiono abbastanza inverosimili. Ma si riescono comunque a percepire, sinceri, i sentimenti dei protagonisti, ed è questa la forza dell'anime. Le puntate seguono fedelmente i primi due volumi del manga, permettendosi modifiche solo nel finale, interlocutorio e un po' spiazzante, ma decisamente efficace.
Tecnicamente l'opera ha soprattutto il pregio di mantenere a grandi linee il realistico character design di Katsura, cosa che ha sicuramente complicato il lavoro per gli animatori e gli intercalatori, che pure sono riusciti a meraviglia nel loro compito. Si nota anche una grande cura per i dettagli e la fotografia (impressionante per l'epoca), sebbene la regia sia un po' povera di idee. La colorazione è attenta, ma in certi casi le scelte di palette sono discutibili (i capelli grigiastri di Ai sono inguardabili, un biondo platino sarebbe stato più azzeccato). Per i cultori: abbondano i fan service.
La colonna sonora è discreta ma decisamente anonima, e difficilmente colpisce nel segno. Fa eccezione la romanticissima sigla finale, "Ano hi ni", che nel testo porta la firma dello stesso Katsura.
L'anime merita una visione, specie se si è apprezzato il manga. Consigliato a chi, come me, è un inguaribile romantico. ^^