logo AnimeClick.it

-

Delicata favola firmata Miyazaki, che con la sua infantile spensieratezza sembra voler rinnovare il miracolo di "Tonari no Totoro".
La storia ha luogo nei pressi di una scogliera sul mare. In una casa costruita in cima alla scogliera vive Sosuke, un bambino che frequenta ancora la scuola materna. Un giorno, giocando sulla riva, trova uno strano pesce rosso che ribattezza Ponyo. In realtà Ponyo è una creatura per metà umana e per metà marina che conosce la magia, fuggita dallo strano laboratorio sottomarino di un individuo che per molti versi pare uno stregone.
La trama sembra proprio quella di una fiaba, e della fiaba ha anche il carattere. Ma fin da subito si sente la presenza del Maestro Miyazaki, che anche nei passaggi più innocui inserisce spunti di quelle tematiche che da sempre caratterizzano i suoi lavori. In questo caso il tema principale è il rapporto uomo-natura, inteso come denuncia dell'inquinamento e del mancato rispetto dell'uomo nei confronti del mare. Ponyo infatti viene trovata da Sosuke priva di sensi, incastrata in un barattolo di vetro, dopo essersi imbattuta in un peschereccio con reti a strascico che solleva dal fondo marino spazzatura di ogni tipo. Ma un'altra tematica, presente anche ne "Il Castello Errante di Howl", è il sopraggiungere della vecchiaia. Tematica che il film affronta tramite la descrizione delle varie personalità degli anziani ricoverati nella casa di riposo accanto all'asilo di Sosuke.
La storia, pur deliziosa, per certi versi pecca di facile buonismo, come dimostrato da un "happy ending" forse troppo "happy" e generalizzato, che sicuramente chiude in maniera adeguata quella che è soprattutto una favola, ma che stronca sul nascere qualsiasi riflessione possibile al termine della visione.
Tecnicamente il film è leggermente diverso dai precedenti di Miyazaki. Alla consueta grande regia e alle splendide animazioni qui vengono affiancate scelte peculiari volte ad allargare il target dell'opera: assenza quasi completa di ombreggiature; preferenza per campiture piatte, dai colori molto brillanti e con contrasti vivissimi; fondali semplici, ma accesi e dai toni molto saturi; infine un certo gusto per l'iperbole e l'esagerazione grafica (come nella meravigliosa scena della tempesta). Tutti questi elementi rendono il film sicuramente molto gratificante per gli spettatori più piccini, e possono essere apprezzati anche da chi piccino non lo è più da un bel po' di tempo. Ma incrinano quella poesia che in altre opere il Maestro era riuscito a creare grazie alla sobrietà e all'eleganza visiva, pur proponendo una più che valida alternativa.
Dal punto di vista sonoro l'opera è decisamente riuscita. Oltre agli splendidi brani di sottofondo sono da segnalare gli effetti audio, specie quelli riferiti alle scene marine. E la sigla finale, come già accaduto per "Totoro", entra nelle orecchie con facilità irrisoria per non uscirne più.
Per concludere: l'opera, come tutte quelle di Miyazaki, merita più di una visione. Forse alcuni fan ne rimarranno delusi, ma io credo comunque che si tratti di un lavoro stupendo.
Consigliato a chi sa sognare con la semplicità di un bambino.