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Dolce, ingenuo, simpatico e poetico. Ecco come riassumerei in quattro aggettivi il lungometraggio “Il mio vicino Totoro”.
Amo di più il Miyazaki de “La città incantata” che trasmette forti emozioni con un pizzico di trama, ma qua non c'è da seguire una trama, ma bensì il quotidiano. Accompagniamo le due sorelline Satsuke e Mei (11 anni la prima, 4 la seconda) che si trasferiscono insieme al padre in una nuova casa in campagna, in attesa che la madre venga dimessa dal vicino ospedale.
Nel cambio di vita si denota anche una certa “fantasia” se così possiamo dire, con i nerini del buio, spiritelli della fuliggine che occupano le vecchie case abbandonate, con totoro stesso e tutto il resto affrontato come se fosse tutto all'ordine del giorno, con un'innocenza mostruosa. Ed è proprio questa la forza del film, almeno secondo me.

La pellicola poi ci porta a innamorarci letteralmente di tutti i protagonisti della storia, vista la loro dolcezza/bellezza, e ci strappano anche qualche sorriso.
Totoro è un anime che forse ci vuole ricordare di essere spensierati, a qualsiasi età, e di vivere la vita con naturalezza e vivacità, nel rispetto della natura, poiché anche noi ne facciamo parte.

Creato dallo studio Ghibli nel 1988, l'animazione non ne risente per nulla, ottima come sempre. Totoro è un film d'animazione per tutta la famiglia, poetico come Miyazaki sa fare, un'ora e mezza di beatitudine, dal video viene trasmessa questa semplicità e dolcezza che fanno star bene e emozionano lo spettatore, senza aspettarsi colpi di scena o trame intricate.
C'è solo questo: dolcezza e amore, in fondo questo è quello che mi trasmette Totoro.

Il mio voto è 8; mi è piaciuto, senza dubbio, questo racconto di Miyazaki, non do di più solo perché ho visto anche altri lavori del maestro e li ho apprezzati di più sotto certi punti di vista, ma lo consiglio veramente a tutti, guardatelo almeno una volta, non ve ne pentirete.
P.S.: a che ora passa il gattobus?