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4.0/10
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In un futuro non troppo lontano gli uomini vivono in una società distopica che li controlla ogni secondo, li fa vivere in un isolamento quasi completo; unico contatto con gli altri sono i monitor, aggeggi iper-tecnologici con svariate funzioni, compresa quella da fungere da GPS per localizzare il possessore ovunque si trovi. La città in cui si muovono i protagonisti è deserta, le strade pattugliate costantemente da poliziotti meccanici, le telecamere sparse ovunque. Tutto procede tranquillamente finché una serie di efferati omicidi sconvolge le coscienze della popolazione. Una vera disgrazia, ma non c'è da avere paura, ad affrontare il brutto cattivone che ha osato perpetrare un gesto così nefando assistito dai suoi unici due impiegati sottopagati ci penseranno le nostre allegre protagoniste: quattro adorabili ragazze, che casualmente vanno tutte nella stessa scuola - che sia l'unica della città? -, un team formato da un hacker professionista, un'esperta di arti marziali, un'assassina provetta, e infine, immancabile come sempre, quella "normale".
Certo non ci sarebbe niente di male se <i>Loups-Garous</i>, ovvero "lupo mannaro", fosse un anime che non si prende sul serio, un film concepito solo per farsi due risate, con personaggi e storia chiaramente esagerati. In questa maniera forse sarebbe risultato gradevole, ma il lungometraggio non ci sta, vuole essere credibile, vuole trattare temi evidentemente più grandi di quello che può offrire, finendo inevitabilmente per fare una pessima figura.

Il primo grande difetto è sicuramente una scarsissima caratterizzazione della società in cui le nostre ragazze vivono, le uniche cose che vengono dette e fatte vedere allo spettatore sono piccoli dettagli, cose buttate qua e là tanto per dare una parvenza di realismo all'ipotetica città in cui si dipana la vicenda, cose che non riescono a giustificare buona parte dei comportamenti delle protagoniste. Ma forse questo è anche dovuto ai profili psicologici delle nostre eroine che tendono a ricalcare i soliti stereotipi visti e stravisti: piccola genietta estroversa, tsundere, main character inetta che diventa grande grazie alla "forza dell'amore" delle sue amiche.
Inoltre sono presenti alcune contraddizioni non di poco peso, quale ad esempio il fatto che in una società che opprime gli individui fin dall'infanzia, li fa vivere da soli, li spinge all'isolamento, di punto in bianco, quando i bambini raggiungono i quindici anni - l'età che presumo abbiano le nostre amiche - li obbliga ad andare a scuola per imparare a socializzare con gli altri. Non riesco a trovare il senso di questo comportamento. Oltretutto l'anime è tratto da un romanzo, quindi mi aspettavo una contestualizzazione più decente, qualcosa che si avvicinasse a quella di <i>1984</i>, di <i>Brave new world</i> o de <i>Il signore delle mosche</i>, tutti libri che si possono tranquillamente accostare a questo prodotto viste le tematiche affini e che rivelano quanto quest'ultimo sia mediocre.

Il comparto tecnico non se la cava meglio. Per quanto le animazioni e gli ambienti non siano male, il design spigoloso dei personaggi è piuttosto brutto e decisamente non aiuta a prendere sul serio le protagoniste. Come se non bastasse l'uso di una CG davvero invasiva, che per fortuna non è stata sfruttata per molte scene, e un comparto sonoro a dir poco orribile riescono a rendere la visione ancora meno piacevole di quanto già non sia. In particolare mi riferisco alle "canzoncine" della band delle ragazze, a dir poco inascoltabili, ma se anche piacessero bisognerebbe ammettere che sono decisamente inadatte a un film di questo genere.

Eppure, nonostante tutto, se fosse solo per questo, il lungometraggio potrebbe anche risultare piacevole a chi voglia riempire una serata noiosa d'estate e non abbia di meglio da fare. Ma non temete, non accadrà mai, perché ad affossare il tutto ci penserà una trama che definire prevedibile sarebbe un eufemismo. A volte mi ritrovavo a sperare che non accadesse nulla, perlomeno in questa maniera mi sarei ritrovato sotto gli occhi una storia più classica, ma per certi versi meno banale.
Ma anche questo era sopportabile. Ciò che rovina completamente tutto è il motivo per cui il cattivone ha elaborato il suo piano diabolico, una vera sciocchezza degna del più demenziale dei film in circolazione. E tuttavia, se per caso ci fosse ancora qualcuno intenzionato a visionare questo prodotto, si faccia un favore: si guardi subito gli ultimi dieci minuti e dopo, consapevole di non essersi perso alcuna gemma dell'animazione, usi quell'ora e mezza che avrebbe sprecato con <i> Loups-Garous</i> per visionare qualcosa di meritevole, qualcosa come, tanto per restare in tema, <i>Ghost in the Shell</i>.