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10.0/10
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Incipit: in un futuro (o passato?) lontano, in uno scenario steam-punk, La leggenda narra che i lupi, considerati semi divinità, si sono estinti. In realtà sono ancora in mezzo a noi: per sopravvivere hanno assunto sembianze umane. Quattro di loro, Kiba, Tsume, Hige e Toboe, partono alla ricerca di Cheza, la fanciulla del fiore, colei che ha il potere di mostrare loro la via per il Rakuen, il paradiso,il nirvana, lo shangri-la dei lupi. Ma non sono i soli; ad ostacolare il loro viaggio ci sono Darcia, un nobile decaduto su cui pende una maledizione, e Cher una scienziata al servizio dell'esercito.

Niente è come sembra in questo anime. I quattro protagonisti sembrano giovani uomini, in realtà sono magnifici orgogliosi lupi.
Darcia, il Cattivocon la maiuscola, in realtà agisce a causa del dolore lancinante per il suo perduto amore.
Cher non è solo una scienziata, ma spinta da una profonda empatia con Cheza verrà travolta da qualcosa più grande di lei.
La trama è sì complicata, a tratti lenta, ma tocca il cuore, pone questioni filosofiche, ci avvolge e non possiamo fare a meno di proseguire episodio dopo episodio.
Il mio voto è dovuto innanzitutto alla qualità tecnica: a partire dal design dei lupi, curatissimo nei minimi dettagli - si ha l'impressione quasi fisica di poter toccare con mano e accarezzare il pelo dei lupi -, passando per quello degli umani, molto particolare, e finendo con i paesaggi, sia cittadini che naturali, che sono molto vari.
Il doppiaggio è all'altezza del prodotto con i maggiori nomi della scuola italiana: Massimiliano Manfredi (Orlando Bloom) per Kiba riesce a infondere al personaggio autorevolezza, malinconia e struggimento. Francesco Pannofino (Georeg Clooney) per Darcia dà al personaggio crudeltà e tormento. E poi Massimilano Alto, Ilaria Latini, la De Bortoli. insomma un vero parterre de roi!
La colonna sonora è magistrale: Yoko Kanno ha dato qui secondo me il meglio di se stessa. Oltre alle sigle di testa e di coda, veramente pregevoli, le musiche di sottofondo spaziano da brani di musica classica a ballate romantiche a pezzi di ispirazione brasiliana. Le collaborazioni sono numerose, dalla filarmonica di Varsavia a quella di Roma fino a registrazioni a Rio de Jainero. C'è persino un brano Amore Amaro, cantato direttamente in italiano!
Infine, i quattro episodi aggiuntivi a mio avviso hanno migliorato molto il finale, rendendolo più chiaro e più conclusivo, oltre a dargli maggior pathos (tenete a portata di mano i fazzoletti se siete cuori sensibili!)
Non è un anime per tutti, ma secondo me vale la pena, dategli un'occasione.