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7.0/10
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Gli anni '90 e 2000 hanno segnato la produzione di moltissimi remake e seguiti di opere del celebre "Go Nagai". Basti pensare a "Cutie Honey '21", rivisitazione in salsa moderna dell'emancipata eroina dai capelli rosa (che tra l'altro funge anche da seguito alle precedenti serie), ad "Amon - The darkside of the Devilman", che getta finalmente luce sul passato del demone Amon, controparte di Akira Fudo, a "Mao Dante Nuova Serie", sequel ufficiale dell'omonima serie e tanti altri. Se parliamo, perciò, di opere che bene o male hanno segnato la carriera del mangaka ponendolo come uno dei principali esponenti della fumettistica nipponica di tutti i tempi, non possiamo escludere l'opera che probabilmente più di ogni altra l'ha consacrato come genio, perlomeno da noi: Mazinger. Il celebre robottone ha avuto tantissime reinterpretazioni, essendo il mecha più parlato e sviluppato dall'autore stesso, sia in formato cartaceo sia animato. Ed è proprio di un anime che parleremo, una produzione in 7 OAV del 2001, "Mazinkaiser".

Il titolo risulta immediatamente azzardato e intraprendente sin dai suoi primi minuti, sopratutto per i fan incalliti della serie, questo perché sposta l'intera saga in un continuum alternativo dove gli eventi di "UFO Robot Grendizer" (da noi conosciuta come "UFO Robot Goldrake") non hanno mai avuto luogo, fornendoci una nuova realtà. La scena si apre con Koji Kabuto alla guida di Mazinger Z e Tetsuya Tsurugi a quella del Grande Mazinger alle prese con i soliti mostri meccanici del Dr. Hell, a difesa dell'Istituto di Ricerche del prof. Yumi. All'improvviso Mazinger Z sembra avere la peggio e viene sconfitto dal Barone Ashura, che lo manda quasi in pezzi. Qui il Pilder di Koji viene scaraventato via in un luogo sconosciuto, facendo perdere le tracce di sé per poi riapparire a fine episodio con un nuovo robot, così familiare ma così diverso e insolito dalla norma: Mazinkaiser. Mazinkaiser si presenta come una versione più accattivante del normale Mazinger, più grosso, più mastodontico e con un aspetto decisamente più minaccioso. Inoltre l'esistenza di questo robot sembrava più una leggenda che una certa realtà, lasciando a bocca aperta il professor Yumi alla sua visione. Sarà quindi un alleato o un nemico?

Come detto prima, la produzione è decisamente azzardata perché smantella una saga che è stata un punto fermo per generazioni e generazioni, mostrandoci così una nuova interpretazione e visione della serie. Detto questo vien da chiederci se l'esito è stato positivo o negativo e se questa nuova produzione sia stata all'altezza dei precedenti, soddisfacendo i fan del maestro Nagai e del robottone protagonista: non proprio.
La serie in realtà non si presenta come l'apertura di un altro filone o comunque come una rivisitazione impegnativa, ma più che altro come un tributo al titolo. Questo perché "Mazinkaiser" presenta lo stesso medesimo schema dei suoi due predecessori ("Mazinger Z" e "Il Grande Mazinger") senza una trama chissà quanto elaborata e anzi, decisamente semplice e lineare. Di conseguenza riporta sia pregi sia difetti delle passate produzioni.

Per cominciare quasi tutti gli episodi presentano una tabella di marcia rigorosamente precisa e lineare dove i fatti avvengono molto simili l'uno all'altro per poi concludere con l'ovvia vittoria del mastodontico mecha con il nemico che se ne va via con la coda tra le gambe. Anche la psicologia e la caratterizzazione dei personaggi ricalcano un po' quelle delle passate serie, dove vedremo un allegro Koji Kabuto sempre in mille battibecchi con Sayaka, il tutto contornato da (moltissimi) sketch a base di una modesta carica erotica, ma per poi vederlo fare il suo dovere a bordo del robot. Anche Sayaka, per l'appunto, rimarrà invariata, e purtroppo in combattimento sarà relegata a principessa da salvare o a mero supporto marginale, alla stregua di Boss Robot. Già, anche Boss sarà partecipe, per fortuna, perché le sue gag saranno simpaticissime e rallegreranno il più delle volte le scene umoristiche, rivelandosi l'anima del contesto. Ovviamente questo per il lato comico, perché per quello serio Koji la farà da protagonista - com'è giusto che sia d'altronde. Altro lato un po' deludente è il robot in sé, che non ci fornirà una spiegazione chissà quanto ricercata del suo esistere, che invece sarà semplicissima e ovvia. Riassumendo, la serie non presenta un'innovazione delle due serie di riferimento originali, ma mantiene le loro linearità e funzionale semplicità.

A controbilanciare queste pecche però troviamo un'atmosfera decisamente piacevole ed elettrizzante, che farà la gioia dei fan, regalandoci 7 episodi vivaci, movimentati, accattivanti, ma mai noiosi. I combattimenti sono stati bilanciati molto bene senza essere né troppo lunghi né troppo corti, visivamente piacevoli e facili da seguire. Altra nota positiva è il tratto, che si ispira chiaramente a quello del maestro, ma che riesce a trovare un equilibrio tutto suo, fornendoci perciò un'immagine di Koji molto dinamica e a suo modo originale. Le animazioni sono buone così come gli effetti, che sanno sollevarsi dal mediocre e che ottengono più che la sufficienza. Le musiche le ho trovate discrete anche se non particolarmente memorabili, ma sanno fare il loro dovere nelle scene sia d'azione sia umoristiche risultando perciò funzionali. Nota di merito va all'elettrizzante "Fire Wars", opening della serie, dove ritroviamo il celebre Hironobu Kageyama, lo storico esecutore della famigerata "Cha-La-Head-Cha-La", che tutti i fan di Dragon Ball Z conosceranno, probabilmente la sigla che più ha permesso al bravo cantante di farsi apprezzare nel campo degli anime.
Per concludere, "Mazinkaiser" è sicuramente un prodotto da visionare. La sua esistenza è un tributo al famoso "Mazinger" perciò sarà più apprezzata da coloro che già conoscono la storia originale, ma essa può anche essere visionata dai profani del genere, che troveranno un titolo divertente che saprà essere anche serio quando il momento lo richiederà.