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Trama: Asuna, la piccola protagonista, ha l'abitudine di salire su una roccia e da lì, grazie a una strana radio che sfrutta una sorta di diodo/cristallo, captare vari suoni; un giorno capta una musica bellissima, che non si sa da dove provenga e che, nonostante i suoi successivi tentativi nel succedersi delle stagioni, non capterà più. A questo punto fa la comparsa un misterioso personaggio, un ragazzo di nome Shun che salva Asuna da un altrettanto misterioso mostro, e che dice di provenire da Agartha e di essere venuto sulla Terra per vedere le stelle e per incontrare una persona (presumibilmente Asuna); basta poco e Asuna si innamora di questo ragazzo. Purtroppo il ragazzo scomparirà, lasciando Asuna nello sconcerto. Nel frattempo, nella scuola della ragazza arriva un nuovo professore, Mr Morisaki, che, in una delle sue prime lezioni, narra il mito di Hizanami e Hizanagi - simile al nostro di Orfeo ed Euridice -, e in particolare narra di questo luogo mitologico conosciuto in tutto il mondo con diversi nomi: Ade, Agartha, Shambhala. Ovviamente Asuna rimane stupita nel sentire il nome di Agharta, e si avvicinerà al professore, che si dimostrerà essere un appartenente a una organizzazione militare il cui scopo è proprio quello di penetrare in Agartha, luogo che si dice sia pieno di ricchezze e in cui risiedono conoscenze sconosciute all'umanità, tra cui quella di riportare in vita i morti. Lo scopo personale di Mr Morisaki è infatti quello di riportare in vita l'amata moglie. Asuna e Mr Morisaki riusciranno a entrare in Agartha, intraprendendo un lungo viaggio fino a Finis Terra, luogo in cui si possono incontrare gli Dei per esprimere un desiderio: ovviamente il desiderio di Mr Morisaki è quello di riportare in vita la moglie... e quello di Asuna? Ritrovare Shun? La ragazza stessa non sa perché si sia addentrata in Agartha, e per lei questo sarà un viaggio di formazione. Lungo il cammino i due affronteranno varie peripezie, a volte aiutati e a volte osteggiati dal fratello di Shun, Shin.

Questa in breve la trama.
Il film di Shinkai è, per certi versi, una rivisitazione del mito di Orfeo e Euridice, e il tema ultimo è il rapporto dell'uomo con la morte, l'affrontare una perdita, l'elaborazione del lutto. E' questo che farà Asuna lungo il viaggio. Tema decisamente forte e per certi versi molto triste: infatti il film, anche nel finale, è intriso di questa tristezza. Memorabile la canzone finale: "Hello Goodbye & Hello", tristezza mista a speranza.

Lato tecnico
Shinkai non si smentisce. La cura dei fondali è maniacale, i colori sono vividi, la luce è intensa, e ogni cosa è dunque perfetta. Il limite forse di Shinkai è che a volte c'è una sorta di sfasamento tra la perfezione dei fondali e la semplicità dei personaggi (è un po' lo stesso effetto che mi fanno i film in CG: personaggi in due dimensioni, semplici, e tutto il resto troppo tecnico): i personaggi sono troppo "approssimativi", "semplici", stilisticamente parlando, rispetto a tutto ciò che gli sta attorno. Il character design infatti ricorda un po' la morbidezza dello studio Ghibli. E non solo il character design. E qui arriva il punto dolente: purtroppo lungo la visione del film ho avuto una serie di déjà-vu riguardanti lo studio Ghibli, su tutti "Mononoke Hime" e "Laputa".

Shinkai è considerato l'erede di Miyazaki - un grande onore, dunque - e non ho capito francamente se in questo film certe "visioni" Ghibli siano volute o meno: Shinkai, sentendosi definire l'erede di Miyazaki, ha voluto per certi versi onorare questo paragone facendo volutamente un film simile alle opere di Miyazaki, o è rimasto schiacciato da tale paragone tanto da sentirsi in obbligo di somigliare al maestro? Quanto la somiglianza con lo studio Ghibli è voluta (una sorta di omaggio, dunque) o quanto è inconscia/forzata? Nel primo caso, qualora si tratti di un omaggio a Miyazaki, è una cosa positiva, ma se invece Shinaki sente il paragone come un peso che lo spinge a fare opere stile Ghibli, allora è un male: non perché ci sia qualcosa di male a sfornare prodotti stile-Ghibli, che personalmente adoro, quanto perché spero che Shinkai non perda la sua peculiare identità, che ha dimostrato con il capolavoro che è "Byousoku 5 centimeters".

Un altro aspetto negativo è la sensazione che la trama si sia lasciata dietro qualcosa: non vengono approfonditi certi misteri, in particolare il personaggio di Shun e il suo legame con la ragazza rimane solo sullo sfondo, o così ha scelto il regista in quanto Shun è solo propedeutico al viaggio che Asuna deve compiere. Fatto sta che si sente un qualcosa che manca: certi aspetti fondamentali della storia, certe rilevazioni, vengono solo sfiorati.
Complessivamente il mio voto è 9 perché si tratta di un film notevole, sia dal punto di vista della tematica affrontata sia dal lato tecnico. Non mi sento di dare un 10 perché in alcuni punti la trama è un po' debole, e ho avuto troppi déjà-vu delle opere dello studio Ghibli. Ma magari è solo una mia sensazione, per cui sarò curiosa di leggere altre recensioni in merito.