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6.0/10
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"Hamtaro" è una delle poche serie lunghissime di cui sono sicura di avere visto tutti gli episodi. Come dimenticare il cricetino arancio che dominava le mie giornate quando avevo sei anni e frequentavo imperterrita le elementari con l'immancabile zaino di "Hamtaro"? Un anime che m'era piaciuto tantissimo e che però ora, ripensandoci, non era 'sto granché. Gli do 6 per non mettergli un'insufficienza perché, anche se rivolto a un pubblico di bambini, è troppo infantile, troppo, purtroppo. Questo voto è la media tra il voto che gli avrei dato allora e quello che gli do ora, fate voi.

Trama: ogni episodio ne possiede una propria, ma diciamo che il filo conduttore è questo: una ragazza, Laura, con un criceto, Hamtaro, si trasferisce in una nuova casa e, dopo avere iniziato a frequentare la scuola, inizia a farsi dei nuovi amici. Ogni sera lei scrive il proprio diario insieme al suo criceto, Hamtaro, che non si comporta per niente come un criceto normale. Infatti, ogni giorno mentre la padroncina è via, esce dalla sua gabbia (tranquillamente!) e se ne va a zonzo per la città in maniera molto lesta. Incontra altri criceti nella Club House e vive moltissime avventure nelle quali a volte rischia la pelle, ma nemmeno dimostra di avere paura e ci fa sempre su una risata.
Dei criceti che popolano la Club House ricordo Boss, il boss, un criceto di campagna; Dotto, Tricky, Ghiotto, Sciarpina, Timidi, Tigro e Tigra, Bijou... insomma tutti criceti con nomi strani che ne accentuano le caratteristiche.

Grafica: il design non è certo uno dei migliori, ma, come la trama, si addice al pubblico per il quale è stato prodotto: ombre quasi inesistenti, colori stesi in modo piatto con luci poste occasionalmente dove pareva ai produttori. Le linee non sono molto morbide, piuttosto "pixelate", gli occhi tutti uguali e inespressivi. Trovo la musica ridicola e le opening e le ending proprio bambinesche e la colonna sonora è sempre uguale, quasi inesistente.

Nel complesso "Hamtaro" è un'opera che ora, guardando indietro, mi pone davanti molti quesiti tra i quali: perché mi piaceva? Come? In che modo!? Fatto sta che la me di sei anni saprebbe rispondere a tono alle accuse che ora sto rivolgendo all'anime che aveva come protagonisti i miei beniamini. E' per questo che lo consiglio caldamente a tutte le bambine (al massimo di 8/9 anni): voglio che qualcuno lo apprezzi come facevo io allora. Se siete più grandi non guardatelo, rovinereste tutto.