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Rai4 recentemente ci ha intrattenuto con l'anime "Puella Magi ★ Madoka Magica", titolo originale "Mahō shōjo Madoka Magika", anime genere majokko del 2011 scritto dal Magica Quartet e diretto da Akiyuki Shinbō.
Madoka Kaname è una ragazzina del secondo anno delle medie, la sua vita trascorre serenamente circondata dall'affetto della sua famiglia e delle sue amiche, Sayaka Miki e Hitomi Shizuki, fino a quando non comincia a fare uno strano sogno ricorrente in cui una ragazza misteriosa le salva la vita combattendo.

Non mi aspetto mai niente di trascendentale da un majokko se non delle maghe che combattono il male e qualche gag. Ma qui il concetto va oltre ogni immaginazione. Nei primi due episodi ci si aspetta un majokko di stampo classico, forse più serio del normale, ma con elementi tutto sommato ordinari. Al terzo episodio, lo schiaffo in pieno viso. Non c'è niente di consueto, niente che fa sperare in un lieto fine. E soprattutto niente di allegro. E' una tragedia, la realtà presentata non può essere modificata, non si può tornare indietro, sebbene qualcuno ci provi continuamente, invano.

Ma veniamo alla descrizione vera e propria. La storia è ben concatenata grazie alle relazioni profonde, sia di amore sia di odio, tra i personaggi; ognuno ha un ruolo fondamentale. La protagonista, anche se talvolta non sembrerebbe, è Madoka Kaname, ragazzina sensibile ed emotiva, non accetta le ingiustizie e si dispera se qualcuno soffre. Ha due amiche molto strette, Sayaka, esuberante e impulsiva, e Hitomi, più seria e riflessiva. Madoka si è sempre sentita inutile e senza uno scopo nella vita, fino a quando non incontra Homura e Kyubey, una sorta di famiglio. Carino, vero? Aspettate qualche puntata. Quest'ultimo vede in lei un potenziale magico incredibilmente alto e tenta in tutti i modi di persuaderla a diventare una maga. Come unica antagonista di Kyubey, Homura Akemi, nuova compagna di classe di Madoka, chiusa e diffidente, che avverte Madoka di non fidarsi del simpatico famiglio. La prima maga che appare nell'anime, Mami Tomoe, cordiale e buona verso il prossimo, diventerà il modello di vita di Madoka. L'unica combattente che all'inizio starà un po' antipatica è Kyoko Sakura, disillusa e individualista, ma con il tempo si imparerà a conoscerla e capirla.
Kyubey offre la possibilità a delle ragazze prescelte di avverare un loro desiderio a un unico prezzo: diventare maghe per sempre. Una volta trasformate, le maghe ottengono la Soul Gem, una gemma magica contenente il loro potere che permette la trasformazione per combattere contro le streghe, degli esseri esistenti in una realtà distorta aventi come unico scopo quello di spargere i semi della disperazione e della morte a discapito delle ignare persone, che, marchiate dal bacio della strega, non possono vederle, in quanto esse appaiono sotto forma di catastrofi, devastanti eventi meteorologici o malattie. Una volta sconfitte le streghe, quello che rimane è il Grief Seed, il seme indispensabile per purificare la Soul Gem, che ad ogni vittoria ottiene un po' di oscurità. Tutto ciò appare più o meno nella norma, se non fosse che dietro l'apparizione delle streghe si nasconde un'amara verità che il buon Kyubey non esita a sputarvi addosso dopo alcune puntate con tutta la sua non-chalance. Le maghe non sono semplici combattenti, le streghe non sono semplici nemici e tu vuoi tirare un pugno alla tv e possibilmente anche al Magica Quartet.

Le ambientazioni sono l'elemento che più mi ha colpita. Il panorama che si vede spesso durante i dialoghi tra Madoka e i vari personaggi è parecchio suggestivo, la scuola in cui studiano le ragazze ha del futuristico grazie ai suoi "muri" trasparenti, le scene casalinghe sono ricche di dettagli che richiamano le caratteristiche dei personaggi, come i quadri in levitazione e l'ingranaggio di un orologio a casa di Homura (collegherete più avanti nella storia) o l'accogliente casa di lusso di Mami.
Il mondo delle streghe è la peculiarità dell'anime. Per poterle sconfiggere, le maghe devono combattere sul suolo nemico, una barriera in cui, se una persona normale l'oltrepassa, viene risucchiata senza la possibilità di tornare indietro, una sorta di mondo psichedelico e infernale, con elementi richiamanti molti quadri famosi di Dalì, Chagall, Klimt, Van Gogh, Picasso, che rappresentano i rimorsi, i rimpianti, le paure relativi alle persone presenti al cospetto della strega.

Le musiche come "Gradus Prohibitus" che accompagnano le maghe durante le folli battaglie si sposano benissimo con l'inquietante contesto, come del resto tutta la colonna sonora di Yuki Kajiura, dai momenti di trama con "Sis Puella Magica!" ai momenti più tranquilli con "Postmeridie" e "Salve, Terrae Magicae", all'opening "Connect", fino all'ending "Magia".
La grafica generale è molto ben curata, a partire dai colori accesi, ai fasci di luce che attraversano i personaggi in determinati risvolti della storia mettendoli in ombra, creando così un effetto totalmente azzeccato, alla caratterizzazione fisica delle maghe, ognuna con il suo abito e la sua arma, di Kyubey, con la sua staticità calcolata, e in particolar modo delle streghe e dei loro aiutanti, ricchissimi di dettagli.
Ho apprezzato molto questa piccola opera psichedelica e la consiglio a chi non vuole imbattersi nel solito majokko, a chi viene attirato dalle atmosfere e dalle musiche destabilizzanti e a chi accetta i finali un po' contorti.