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3.0/10
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<b>Attenzione! Possibili spoiler</b>

"Ozuma" è una miniserie composta da 6 episodi di genere avventura fantascientifica, messa in onda nella primavera 2012.

Il Natura Sam Coine salva Maya da incursori Sand-borne di Theseus dai quali è inseguita. Inizia così la brevissima e spesso noiosa avventura del giovane dalla faccia adulta membro della Bardanos, una nave dei Natura che può immergersi nella sabbia, capitanata da Bainas: un passato semplice e ovvio lega i due.
Ciò non toglie che per rendere più credibile agli occhi dei più otaku l'opera presentata dal grande Leiji Matsumoto, la miniserie sia pervasa da nozioni di teoria dei segnali, fisica e termodinamica che risultano spesso inserite in modo forzato oppure per far sembrare la serie istruttiva o forse "ganza" agli occhi di chi non se ne intende troppo. Anche clonazioni umane, accenni di genetica e con ciò di bioetica non mancano infarcendo tutto nel grosso minestrone di Ozuma, grande quanto la stazza della balena delle sabbie, che così enorme in realtà non è.

Sulle tematiche della trama banale e scontata altro non si può aggiungere, se non il fatto che non ho avuto empatia per i personaggi, troppo forzati, e fini al loro compito assegnato loro dallo sceneggiatore e dal regista. Non mancano ovviamente l'ambientalismo, la natura, i legami familiari e sentimentali legati al ricordo dei tempi che furono, narrati in modo tale che risultano praticamente "buttati lì" alla rinfusa.
La caratterizzazione dei personaggi risulta quindi superficiale, banalotta e scontata, visto che nei 6 episodi i personaggi non hanno molto spazio di manovra considerate le scelte stilistiche di preferire combattimenti lenti e che portano a un nulla di fatto. Senza contare che questi scontri sono ridicoli a causa del loro contesto: le navi/astronavi sono costrette ad attraversare distese di sabbia nello scenario desertico post-apocalittico, ma hanno l'innovazione/castroneria concettuale di potervici immergere dando vita a combattimenti sotto la sabbia fra navi basati su sonar, anche se restano poco credibili e ridicoli per questa fantasticheria.
Sam è il classico ragazzino pieno di aspettative dalla vita, estroverso e impulsivo; Mimay, la sua amichetta che si può ipotizzare sia innamorata di lui e lo toglie dai guai; Bainas, la capitana della Bardanos imperscrutabile, dura ma amata dai sottoposti, una marmaglia variegata di specialisti nelle loro mansioni.
I nemici sono solo delle macchiette in attesa dell'avvento di Ozuma: Gido Gailer, comandante della flotta Theseus, la cui storia si intuisce da subito per alcune immagini e la cui pettinatura lascia poco spazio all'immaginazione sulla sua identità; il generale Danga, che risulta un pochino definito solo nel finale della serie.
Non manca anche il classico idolo, la figura centrale dello scomparso da trovare e i cui insegnamenti sono seguiti tutt'ora divenendo legge: Dick, fratello di Sam, scomparso dopo esser convinto di catturare Ozuma grazie alla dea dei Theseus, Maya-sama.

La grafica è sublime, pulita ed eccelsa: gli scenari sono curatissimi e il cielo sembra reale, sia nelle sue sfumature di azzurro sia per le nuvole spesso non troppo definite. La CG è presente, si nota eccome, e non sempre è ben amalgamata con il resto dei disegni che spiccano quando la computer grafica fa da sfondo, inoltre le sue animazioni non sono troppo naturali come la grafica restante. Encomiabile la scelta dei colori e le varie gradazioni per strutture di edifici, acqua, pareti rocciose dalla texture sorprendentemente verosimile.
I volti in pieno stile matsumotiano invece a volte stonano con il personaggio, in particolare, a mio avviso, Sam ha un volto troppo adulto, "Capitan Harlock-like", per l'età che dovrebbe avere.
Sul sonoro le BGM non sono degne di nota, l'opening è molto orecchiabile e salta subito in mente già dopo il primo ascolto: "Neverland" dei FTISLAND è un brano di genere j-rock frizzante. L'ending "Utagoe" (ウタゴエ) di Nami Kizuki invece è dolcissima dai toni lenti, pacati e delicati, una buona outro mielosa e dai retrogusti nostalgici e tristi che accompagnerà anche l'epilogo dell'ultimo episodio.

Riassumendo, "Ozuma" è una buona occasione sprecata e che necessitava di più episodi. Non capisco nemmeno il senso di svelare tutto alla fine del quinto episodio, facendo risultare i primi episodi privi di mordente, noiosi e quasi senza senso. Anche i personaggi così ne risultano danneggiati e le loro scelte e motivazioni sembrano irragionevoli o lasciano in noi solo freddezza.
Maya potrebbe essere considerata la classica dea-chiave che, attraverso Ozuma che nel corso del tempo ha raccolto molte specie degli ecosistemi nelle varie zone, deve decidere le sorti dell'umanità. A tal proposito anche Maya si è clonata svariate volte risultando quindi nel presente con i telomeri molto corti. Sintomo, questo, presente in quasi tutti gli Ideal Children, esseri dal corredo genetico perfetto "costruiti" anni fa dagli scienziati, rispetto ai Natura, i veri eredi degli esseri umani che furono. Ozuma invece null'altro è che un'enorme banca dati, un'arca di Noè, una culla della vita che nel corso di secoli ha raccolto e conservato i geni delle specie viventi raccolte.
Inutile dire che anche l'elemento del QTF, fase di quasi transizione, spazio in cui la materia solida perde coesione e assume proprietà dei fluidi sembra la controparte dell'ATField di Evangelion, aggiunto per dare un di più che non basta.

Tirando le somme, non basta un'opening carina e qualche sentimento all'ultimo episodio, sarò inclemente.
Voto: 3.