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Come sempre, quando si parla di un'opera di Inio Asano, si deve cercare di non cedere alle sensazioni, ai giudizi nati all'istante, appena letta la pagina. Ci si deve ragionare un po', rileggere forse diverse volte i volumi o i singoli capitoli. Ci si deve chiedere: possibile che io stia davvero leggendo una cosa così? E la risposta non può che essere: ebbene si.
Tolgo subito via l'impiccio di descrivere l'edizione: bellissima, sia le copertine ruvide che la carta, peccato il prezzo 7,90 a volume.
Kosuke Isobe è un ragazzino piuttosto complicato, sempre chiuso in casa nella camera che condivideva con il fratello morto, gestendo il blog che prima gli apparteneva.
Koume Sato è una ragazzina piuttosto sciocca che per vuote ragioni decide di intraprendere una relazione con il sopracitato Isobe. Una relazione che è solamente fisica, ogni tanto qualche discorsuccio filosofeggiante (tanto per dire un termine). Una relazione la cui fisicità è completamente rappresentata dall'autore. Tutti gli atti sessuali vengono completamente resi. Questi due corpicini immaturi e legnosi che si attorcigliano e apaticamente decidono di trascorrere così il tempo, tanto tempo. Ebbene qui succede la più grossa pecca dell'opera. Il primo volume è talmente gonfio di scene "erotiche" da annoiare e voler buttare il volume dal primo ponte che si attraversa. Il secondo è un po' più sobrio... ma andiamo per ordine.
Il fulcro degli avvenimenti "violenti" avviene all'interno del primo volume dove è evidente come Asano si sia destreggiato in un'opera che aveva proprio voglia di creare, dove tutte le idee venutegli in mente si dimostrano e si sviluppano. Ed anche il primo volume, così pieno di volontà, è il peggiore dei due. Qui Asano porta all'estremo la sua voglia di provocazione, la sua finta conoscenza dell'essere umano, il suo "non avere peli sulla lingua". La trasparenza delle scene di sesso non arriva neppure più a disturbare il lettore, forse quello che per la prima volta si affaccia all'universo di Asano ma un lettore abituale, che ha seguito la crescita e l'arrestarsi della maturità di Asano non può che pensare come questi sia un autore già bello che andato, finito, la cui creatività ed originalità sono andati da tempo e si aggrappa a scelte ed immagini ormai prive di qualsiasi emozione.
Il colpo di scena con il quale si conclude il primo volume viene velocemente sviluppato e dimenticato nel secondo. Questo secondo volume, infatti, tende ad essere molto più mentale che fisico, infatti se non in un'unica occasione non si avranno più scene infinite di infinite posizioni. Se nel primo volume Isobe era totalmente succube della perversa malvagità di Koume, nel secondo il fianciullo si riscatta ed inizia a pensare con i propri istinti. Proprio quando i personaggi iniziano a diventare persone normali l'opera si ferma, fiorisce e ti dice che passato il momento negativo, confuso, tempestoso, facendo mente locale e pensandoci molto a lungo, le cose si sistemano e prendono una piega piacevole che sa tanto di futuro sperato e lucente.
Qui c'è stata un po' una sorpresa da parte di Asano. Sinceramente non mi aspettavo un finale del genere, non dopo l'aria torpida e puzzolente in cui m'aveva abituata per tutto il tempo. Ma subito dopo lo stupore c'è stata la solita delusione. Tanto fervore per nulla. Il secondo volume è sì più calmo, rilassato ma è come se fosse stato buttato lì, povero dell'audacia e della spavalderia del primo. Ma forse anche questa è una delle solite metafore di Asano (non dirò mai Asaniane, non esiste) cercare di dare tempi e ritmi come fosse una melodia classica. Forse è questa parte così poco personale (ebbene la personalità di Asano la conoscono tutti ormai e si sa di cosa sto parlando) che salva in parte l'opera dall'affogare dal sopracitato lancio dal ponte, e non la rende completamente una sciocchezza.
Il disegno riesce molto bene a rappresentare la poesia e la malinconia che Asano non riesce ad esprimere con la storia. E' sempre e solo stato un disegnatore. L'acidità dei corpi dei due è magistralmente rappresentata, sopratutto Koume, acerba davvero, priva delle forme della maturità, tinta di quella perversione tutta giapponese per i corpi delle bambine. Gli scenari come sempre sono bellissimi... almeno quelli.
Così, per tirare le somme, dopo tanto ragionare e rileggere, trovo davvero di poter capire quanto possa essere scarso un autore leggendo un'opera come questa. Non solo ho letto la fine dei fantastici giorni della pubertà di Koume e Isobe ma ho letto anche la fine dell'universo di Asano e per fortuna non della sua matita. Ma questo, alla fine, diviene un particolare davvero insignificante.