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9.0/10
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"Partner" è un manga in 3 volumi della talentuosa Miho Obana, nota al grande pubblico per "Kodomo no Omocha". Con grande perizia la Obana porta in scena una storia avvincente e appassionante, che si sviluppa con un taglio quasi cinematografico. Sono rimasta talmente colpita da questa breve opera (che ho apprezzato più del famoso "Giocattolo dei bambini"), da volerla premiare con un 9 pieno.

Nae e Moe sono due gemelle omozigote ancora liceai: Nae è atletica e ha atteggiamenti quasi da maschiaccio, mentre Moe è più dolce e indifesa, e per questo cattura più facilmente l'attenzione dei ragazzi. Nae e Moe sono legate da una forte amicizia a Takashi e Ken, due gemelli dizigoti loro coetanei. Così come le due ragazze, anche i due fratelli sono molto diversi nel carattere: Takashi è istintivo e burlone, invece Ken è pacato e gentile. Malgrado entrambe le sorelle abbiano un debole per Ken, questo finisce per fidanzarsi con Moe, che sembra ignorare i sentimenti della sorella per il ragazzo. Ma quando un giorno Nae scopre che la sorella, ben consapevole di tale sentimento, ha scelto di fidanzarsi con il ragazzo senza ripensamenti, nasce fra le due una violenta lite, durante la quale Nae sfoga il suo senso di inferiorità nei confronti della gemella. Pentitasi amaramente del suo scatto d'ira, Nae decide di comprare un regalo di compleanno anticipato per Moe, senonchè tornata a casa scopre che Moe è morta in un incidente stradale. Questo è l'inizio di un incubo, ulteriormente accresciuto dalla scomparsa del cadavere della giovane che si unisce ad altri tre casi di strane sparizioni di cadaveri che affriggono il Giappone. Di lì a poco Nae, Takeshi e Ken vengono però coinvolti in un in un affare losco: dopo aver incontrato per strada, dopo molti mesi dall'incidente, una ragazzina identica alla defunta Moe,i tre giovani vengono rapiti e tenuti prigionieri da un'organizzazione, che si rivelerà essere capitanata da uno scienziato folle impegnato nel resuscitare i cadaveri in automi.

Il disegno è quello tipico della Obana: corpi molto snelli, occhi e visi più grandi e rigidità dei movimenti. Nae non è graficamente diversa da Sana. Alla staticità nelle pose si accompagna anche una certa fissità negli sguardi, spesso poco espressivi o eccessivamente standardizzati. In generale il tratto della Obana non mi dispiace, anche se nella resa appare un po' infantile, malgrado poi i temi trattati siano invece molto impegnativi.

La trama è complessa: non è certo priva di alcune ingenuità stilistiche (il passato del professore è un po' prevedibile in quanto tipico di ogni "cattivo" che si rispetti!), eppure la storia si sviluppa con coerenza. L'introspezione psicologica è quasi sublime (ed è per questo che ho deciso di valutare il manga con un 9): in soli 3 volumi, la mangaka sviluppa le paure e il carattere di ciascun personaggio, mostrandone debolezze e contraddizioni. Infatti l'opera intera è basata sulla contraddizione: Nae e Moe sembrano in perfetta sintonia, eppure il loro rapporto è molto fragile ed è basato su continui compromessi; Takeshi appare come uno sbarbatello privo di tatto, eppure è un ragazzo molto sensibile e tenace; Ken sembra il principe azzurro delle fiabe senza macchia e senza paura, ma nasconde invece un animo fragile e instabile. In una continua lotta per la sopravvivenza e la libertà, fra ansia e colpi di scena, la Obana offre una storia ricca di mistero e di crescita.

Certamente non è facile classificare un'opera di questo tipo: non è uno shojo scolastico, malgrado i protagonisti siano dei liceali e siano uniti da un rapporto di amicizia/amore; non è neanche un vero horror (è presente qualche scena più "stravagante", ma nulla di realmente horror!); non è neanche un'opera di fantascienza pura, in quanto quello degli automi dopo la morte è soltanto un pretesto per indagare i sentimenti umani; infine non è neanche "azione", in quanto i primi due volumi sono molto statici (si svolgono all'interno del laboratorio e oscillano fra la continua stasi della vita dei prigionieri nel laboratorio e inquietanti scoperte sugli esperimenti ivi condotti). Consiglio comunque "Partner" a tutti gli amanti del genere. Se decidete di leggerlo sperando di ritorvarvi una nuova Sana, resterete delusi: "Partner" è una storia più cinica, in quanto lascia meno spazio ai sentimentimenti a favore invece di una profonda analisi caratteriale dei protagonisti.