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Mi chiedo cosa diavolo sia passato per la testa del rispettabilissimo mangaka Seo Kouji, quando, invece di chiudere la serie, fin lì brillantissima, intorno al decimo volume o poco più in là, ha preferito allungare il brodo oltre misura, finendo per ottenere un lavoro che, qualitativamente, è veramente un pessimo biglietto da visita per la sua carriera di fumettista.
Se infatti la prima metà scarsa della serie è in linea con gli standard qualitativi a cui ci ha abituato Seo con altri lavori, tipo l'ottimo Suzuka, da un certo punto in poi, evidentemente a corto di idee, ma pressato dalla buona vendibilità del brand "Kimi no Iru Machi", si inizia a vedere un decadimento generale del manga che arriverà veramente a livelli deprimenti.

Partiamo subito da una delle cose più evidenti : lo stile grafico. Già dando un'occhiata alle figure dimostrative presenti qui su Animeclick, si vede come i disegni siano piuttosto elaborati e ricchi di dettagli, con ottimi sfondi, ispirati dalle zone intorno a Hiroshima, dove lo stesso autore ha vissuto, e un bellissimo chara design dei personaggi, tutti sempre ben caratterizzati, e ricchi di espressività e vitalità notevoli nei loro tratti.
Provate invece a scorrere, su qualche sito di scanlation, qualche pagina dei volumi dal 20 in poi (ma forse anche prima) e molto probabilmente vi chiederete se le pagine appartengono alla stessa serie o ad una similare, ma di un altro autore. I disegni infatti, nei volumi finali, sono letteralmente abbozzati, realizzati con una superficialità allucinante e il loro effetto sugli occhi del lettore è decisamente sgradevole.

La stessa cosa avviene se si passa ad analizzare trama e i profili psicologici dei personaggi. Se fino ad un certo punto, infatti, tutto gira alla perfezione, si arriva ad oltrepassare una sorta di confine immaginario, ma evidente, in cui il crollo del canovaccio e della cura dell'autore diventa sempre più evidente, pagina dopo pagina. Ecco quindi che la trama che fino a quel momento era piuttosto avvincente, pur trattandosi fondamentalmente di una manga di genere sentimentale, finisce per svuotarsi a poco a poco, tanto che a un certo punto i vari capitoli si snoderanno, uno dietro l'altro, come episodi autoconclusivi, passando dall'organizzazione di una vacanza in un episodio, alla ricerca di lavoro in quello dopo.

E peggio ancora è il destino che tocca ai poveri protagonisti. Anche in questo caso, di punto in bianco, si assiste ad un appiattimento (per usare un eufemismo) del cast, che finisce per compiere le proprie gesta spinto (nella maggior parte dei casi) da incomprensibili e improbabili pulsioni sessuali. Si perché, e qui veniamo ad un'ulteriore nota dolente, rendendosi conto, evidentemente, dello sfacelo in cui ha fatto sprofondare il suo lavoro, il buon Seo ha pensato bene di farcire le pagine della seconda metà dell'opera con tonnellate di fanservice... ma non quello "buono", che è accettabile e può anche avere una ragione di esistere, bensì quello terrificante, unico sistema per far mantenere interesse ad una serie ormai in caduta libera. Ecco quindi che il buon Haruto, protagonista maschile del manga, si troverà circondato da gentili fanciulle (tutte bellissime, naturalmente) inesorabilmente attratte dal suo organo dispensatore di piacere, il tutto rappresentato con una profondità tale, da farmi rimpiangere i vecchi filmini di Cicciolina. Che tristezza...
Concludendo, un manga che fino ad un certo punto pareva instradato brillantemente sulla strada che percorrono i capolavori, ma che si è poi arenato per le scellerate scelte del suo autore, che l'ha di fatto sprofondare nel limbo dei fumetti di serie B.