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Il fantastico mondo di Vattelappesca è dominato da circa cinquecento anni dall'impero del tirannico mago imperatore Arthur Gaz. Stufi di questa situazione (si pensi che l'espressione "e che Gaz" era diventato un motto diffusissimo) un'alleanza fra sei nazioni decide di entrare in guerra, ma con risultati piuttosto deludenti; questo fino a quando otto eroi decidono di consegnare al vecchio imperatore la terribile lettera arancione dell'INPS. Non essendo in regola con i contributi il corpo dell'imperatore viene fatto a pezzi ed ognuno degli eroi decide di tenere per sé una parte delle spoglie a titolo di risarcimento.
A cinque anni di distanza dalla fine della guerra, l'alleanza è ormai rimasta come ultima ed unica superpotenza mondiale ed è impegnata in un'opera di riappacificazione e miglioramento delle condizioni economico-sociali della popolazione. Però, come succede sempre in questi casi, non tutti sono contenti della nuova situazione e rimpiangono il vecchio impero; a dare una speranza ai nostalgici ed una nuova preoccupazione ai capi dell'alleanza è la scoperta che l'imperatore negli anni precedenti alla sua morte era stato piuttosto prolifico: grazie alla sua grande abilità come mago, infatti, era riuscito ad ingravidare addirittura una fotocopiatrice che diede alla luce (non si sa se con dolore o meno) molte figlie tutte uguali. Peccato che il vecchio non si era accorto che la macchina non fosse stata prodotta in loco ma aveva origini svedesi per cui la sua prole non riusciva a parlare correttamente la lingua del posto ma, come succede ad un qualsiasi straniero che cerca d'imparare l'italiano, si limitavano a comunicare usando le poche parole che conoscevano ("Io andare, tu aiutare, io grata, ecc ecc).
Oltre ad essere identiche, queste bambine avevano un altro punto in comune: tutte erano alla ricerca degli otto eroi per recuperare le spoglie del padre anche se con motivazioni diverse. Ciò ovviamente faceva temere che il vero intento fosse quello di ricostituire l'impero e magari resuscitare l'imperatore con il concreto pericolo di dovergli pagare la pensione per chissà quanti secoli.
Una di queste bambine è una ragazzina in bianco e nero piuttosto goffa che va in giro con una bara come bagaglio (i trolley in negozio erano finiti per cui o questo o nisba); nel corso del suo viaggio incontrerà Toru ed Akari, due fratelli sabotatori di mestiere che decideranno di aiutarla nel perseguimento del suo scopo, ossia "padre, funerale". Ad ostacolarli, tra gli altri, ci sarà il conte Gillette, una sorta di Lady Oscar stavolta uomo sul serio, che per tenere fede al suo nome lascerà che i protagonisti gliela facciano in barba diverse volte.
E questo è il racconto semiserio di un anime che proprio non ha saputo conquistarmi anche se, in fondo in fondo, troppo male non è. La trama m'è sembrata piuttosto traballante in diversi punti, l'azione per i due terzi dell'anime è eccessivamente lenta, i personaggi non hanno molto carisma; indubbiamente si poteva fare molto di meglio, anche perché un certo potenziale indubbiamente ce lo aveva pure. Invece l'anime non decolla mai ma continua a fare giri a vuoto sulla pista di decollo.
Non nego che, nonostante tutto, è possibilissimo che a qualcuno questo anime possa piacere; proprio per questo mai come in questo caso ritengo opportuno sottolineare che il mio giudizio si basa su ciò che questo titolo ha trasmesso a me medesimo e basta. E ciò che mi ha trasmesso non è sufficiente a fargli raggiungere la sufficienza.