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"Zero no Tsukaima" è il classico anime che si è portati a sottovalutare al primo approccio. Solito harem in salsa fantasy, con ragazze più o meno succinte a misure di taglia diverse con conseguente specializzazione magica e caratteriale, e un protagonista ‘desiderato’ normalmente ambiguo, oscillante tra imbranataggine e usi e costumi da vecchio marpione.
In realtà c’è più di questo, poiché, al di là della più o meno riuscita dei personaggi, dietro la trama di questa avventura ad Halkeginia c’è uno sforzo creativo, a mio parere, di buon livello. Intrighi politici, vecchi rancori, commistioni di mondi e naturale evoluzione degli eventi riempiono di polpa una struttura narrativa basata sulla natura conflittuale del rapporto tra il giovane famiglio proveniente dal Giappone e la nobile dai capelli rosa che lo ha evocato. Un rapporto a tratti stucchevole, alleviato comunque da uno scenario geografico-politico che ricorda il caro vecchio mondo di stampo tardo medioevale/rinascimentale, e che influisce non poco sulle alterne vicende amorose della coppia.
I sorrisi e le mezze risate ci sono, ma l’anime presenta anche aspetti di serietà ed epica (il finale di stagione 2 ad esempio) non indifferenti, che a volte cozzano un po’ troppo con l’inevitabile tendenza fanservice (spinta soprattutto nella terza ‘mediocre’ stagione) di prodotti di questo genere.
Menzione in negativo per il carattere della protagonista: insopportabile nei suoi lati eccessivamente tsundere almeno per tre stagioni e mezzo, cresce nel finale come tutta la storia.
Tecnicamente ben fatto, sia come musiche che per effetti, da segnalare anche i rimandi a classici del fantasy letterario e non - da "Lord of the Rings" a "Harry Potter" e, finanche, a "Skyrim" - richiamati con discreta sottigliezza.