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Tratto, piuttosto liberamente a quanto pare, da una omonima serie di videogiochi (solo due capitoli in realtà e uno uscito dopo di esso), "Blue Reflection Ray" è ambientato nel futuro prossimo di un mondo distopico in cui gli esseri umani di sesso maschile sono quasi del tutto scomparsi. Ciò ha evidentemente portato le donne a riprodursi con, non meglio specificati, mezzi asessuati, il che però sembra anche aver causato alle stesse una discreta serie di problemi che vanno dalla depressione, all’ansia, alle manie di persecuzione fino a sfociare in casi di abbandono della prole o di adesione a sinistre sette politico-religiose di ideologia suprematista.

In questo fosco quadro d’insieme ci sono le protagoniste della serie ovvero Ruka Hanari e Hiori Hirahara, due povere studentesse, già di base con un bel po’ di problemi ciascuna, che -per puro caso- finiscono per diventare delle guerriere Reflector che dovranno difendere le ragazze in difficoltà da altre Reflector malintenzionate che vogliono depredarne i sentimenti. Perché costoro lo facciano non si sa e anche con lo svolgimento della storia resterà un po’ un mistero. Così come nel mistero resterà la una misteriosa organizzazione che supervisiona l’operato di Ruka e Hiori. Probabilmente si tratta del Gran consiglio dei dieci assenti.

Posto che non mi è riuscito di giocare al gioco originale, e prima di una qualsiasi analisi, credo che si debba partire da ciò che mi aspettavo da questa serie. Per dirla senza parafrasare, pensavo di trovare una sorta di PrettyCure dal taglio e con personaggi più adulti, magari con qualche spruzzatina di un saffico yuri. Ahimè, mi sbagliavo.
Della struttura col “mostro della settimana” manco a dirlo, neanche l’ombra. L’azione di per sé poi è abbastanza rarefatta per cui un qualunque Pretty Cure al confronto pare Dragon Ball Super.
Lo Yuri poi è stato messo lì con l’inganno dai produttori perché tra le protagoniste non se ne vede neanche a parlarne. Dopo la metà della serie arriveranno due tipe che effettivamente fanno coppia, ma nel bilancio finale saranno piuttosto irrilevanti (e io infatti le chiamo le Sailor Uranus e Sailor Neptune dei poveri).

Probabilmente l’aspetto peggiore della serie è nei personaggi. Protagoniste depresse e complessate, che lo diano a che vedere o no, aggrovigliate in loop sui loro schemi logici da cui non vengono mai fuori. Antagoniste più o meno sulla stessa linea, con l’aggiunta di tendenze distruttive o autodistruttive. Uscir fuori da questo loro guscio è cosa di grande sforzo per loro nei momenti topici, ma lo è ancora di più per lo spettatore che magari dovrebbe ricorrere a degli stupefacenti.

Oltretutto di protagoniste così passive raramente se ne sono viste. Davvero quelli della fazione dei buoni non combinano una mazza dall’inizio alla fine e i cattivi praticamente si incartano da soli. A Ruka e Hiori potrebbero, e aggiungerei dovrebbero, dare una mano gli aiutanti ma, ironia della sorte, la loro senpai Reflector (Momo) è quasi sempre fuori dai giochi e la loro migliore amica (Miyako), l’unica che si impegna d’animo per fare qualcosa, non è e non sarà in grado di trasformarsi. Ciò nonostante è l’unica di tutto il cast che tira una legnata degna di questo nome all'avversaria, pensate un po'.

Passando al lato più tecnico e materialistico, la serie si presenta con un design dei personaggi abbastanza “delicato” che appare adatto a sottolineare le atmosfere sentimentali e velatamente yuri della serie ma che, al contempo, proprio per questo sembra mancare un po’ di grinta.
Buona l’estetica soprattutto nelle fasi di combattimento con scenari che alla lontana sembrano ricordare un Madoka Magica (alla lontana però…). Abbastanza anonima la città che fa da ambientazione anche se questo potrebbe essere un “riflesso” della condizione psicologica dei suoi abitanti. Ogni tanto poi, cade anche una neve nera che sembra di stare ne “L’eternauta”.
Buone le musiche in generale e gradevoli le sigle in cui spicca la seconda opening cantata oltretutto da Eir Aoi, ben nota soprattutto nella saga di Sword Art Online.

Prima di essere un non bell' anime, "Blue Reflection Ray" è più che altro un’occasione sprecata che fallisce i suoi obiettivi sotto vari punti di vista sprecando l’occasione di avere a disposizione un buon soggetto. Non penso infatti che la serie possa attirare al franchise nuovo pubblico, né soddisfare chi (come me) cercava una storia con un po’ di Yuri e neanche soddisfare chi ha inizialmente giocato al videogame a meno che non sia un fan sfegatato.
Sprazzi di discreta grafica e discreta musica non bastano, purtroppo, a salvare la situazione in questo caso.