Mi spiace dover constatare come, ancora una volta, si sia voluto ricorrere alla censura quando, invece, di sarebbe potuto optare per l'educazione: in questo caso, "educazione alla lettura dei manga (e dei fumetti in genere)", guidando bambini, ragazzi e rispettivi genitori a scegliere l'opera più adatta all'età dei giovani lettori.
Noi lettori abituali lo sappiamo bene, esistono manga per tutti i gusti, i cui contenuti sono (previe differenze culturali) "aggiustate" sull'età e anche sul sesso dei lettori.
Basterebbe sapere questo e fornire una guida ai lettori più giovani; e invece no, si finisce sempre scegliere la demonizzazione totale attraverso il divieto e la censura.
Anche l'Italia è stata investita, tempo fa, da questo tipo di pregiudizi (e alcuni adulti ne sono ancora vittime) soprattutto perchè, tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, le TV italiane avevano presentato prodotti come "Ken il guerriero" o "Ranma 1/2" sotto l'etichetta "cartoni animati", mettendoli di fatto sullo stesso piano dei cartoni Disney.
E qual è stato il risultato? Un grosso fraintendimento e la falsa convinzione che tutti i cartoni giapponesi fossero violenti, diseducativi o "zozzi".
Nessuno aveva spiegato al pubblico di allora che anime come Ken, Ranma o Lamù erano in realtà destinati ad un pubblico maturo, e non ai bambini.
O non ci vedo io o non c'è scritto l'età degli studenti nell'articolo. Chiaro che se stiamo parlando di elementari e medie fanno bene. Nemmeno io faccio leggere ai miei figli Berserk, perché non mi sembra adatto a dei bambini. In quel caso più che parlare di censura parlerei di buon senso...
Perchè, nelle biblioteche scolastiche ci sono anche i fumetti?
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