Io personalmente preferisco sempre le onomatopee originali senza riadattamento grafico del disegno, con a fianco o a piè della vignetta la traduzione in italiano.
Faust
- 17 anni fa
00
concordo, la giusta via di mezzo da lasciare le onomatopee così e cambiarle completamente. Effettivamente in questo la Planet ha fatto un ottimo lavoro con Ikigami. Invece mi da un po' fastidio che la Planeta lasci le onomatopee senza uno straccio di traduzione... certe volte non capisci che sta succedendo!
KenzoTenmaFRNSGL
- 17 anni fa
00
In realtà ogni volta che ho visto la traduzione anche a margine di un'onomatopea non ho mai trovato riscontro in quello che c'è scritto in originale (solitamente i rumori sono resi in katakana), forse perché non esiste una corrispondenza precisa tra come noi intendiamo un suono e come lo stesso suono lo intende un giapponese. Come rendere la lettera di un rumore è anche una questione culturale. Se vi chiedete cosa ci sia scritto nelle onomatopee certo non pensate che sia quello che viene messo a margine. Prendiamo ad esempio il volume 21 dell'immortale (per chi ce l'ha): quando Habaki va a trovare la figlia sente il rumore di lei che spacca la legna, ma non fa spakk (termine inventato visto che da più l'idea del verbo spaccare che del suono reale) ma kaan; quando habaki si incazza con la figlia perché questa non vuole farsi adottare, lui non fa urgh (quello lo fa paperone quando perde soldi) ma nuuuuu (etc.); quando Makie suona lo shamisen non fa pling, ma ben. Quello che si fa in italiano non è una traduzione (i suoni non puoi tradurli) né una trascrizione, è inventare dei modi per rendere comprensibile un suono. Che poi questi modi siano veramente comprensibili è altro conto. Non so quanto comprendere un rumore scritto sia fondamentale, anche perché nelle scene d'azione o in situazioni particolari è una cosa intuibile (prendete violence jack, non è che senza note non si capisca quello che succede). Non so neanche quali rumori corrispondano alla scrittura wham o thrust o crkt (almeno io questi tre suoni non li ho mai sentiti). Se le chiamano onomatopee dovrebbe esserci una corrispondenza minima col reale. Il punto è che, visto che i giapponesi si impegnano tanto a rendere in maniera particolare i suoni (tanto da farne quasi una lettura a parte), cambiarli completamente non ha senso neanche in italiano (se mi scrivi splash va bene -anche se il rumore splash non esiste-, se ti inventi termini ammucchiando lettere a caso no -la h la t e la s sono le più inflazionate), cercare di dargli un senso per chi legge è una scelta sensata fino ad un certo punto (se scrivessero "rumore della lancia che fende l'aria" o "brezza leggera che passa attraverso le travi smosse di una casa di legno" le persone forse non capirebbero, ma capisco meno whiussh -che sarebbe il rumore della lancia, boh?). Quello che fanno con l'immortale mi sta anche bene, tanto le note dei rumori non le leggo. L'importante è che resti l'originale, visto che fa parte del disegno più che della parte scritta. Gulp, ho scritto troppo...
-----
Volevo aggiungere una cosa a quello che ho scritto prima dopo aver letto attentamente questo passaggio dell'articolo integrale: "La differenza che passa tra leggere un fumetto con le onomatopee in originale con traduzione a fronte, e un manga in cui i rumori sono adattati, è molto simile a vedere un film sottotitolato piuttosto che doppiato. Si ha la massima fedeltà con l'originale, ma si perde l'immediatezza con cui il lettore deve potersi avvicinare all'opera. Lo scopo dell'editore, infatti, dovrebbe essere quello di far godere al lettore italiano la stessa esperienza di quello giapponese." Per la prima parte posso anche essere d'accordo, ma dal momento che si tratta di una forma di arte disegnatascritta e non parlata non è che leggere una nota faccia male agli occhi. Non paragonerei neanche le due cose, per le quali c'è un approccio senso-immagine abbastanza diverso (semplicemente senza sottotitoli un film in originale non lo capisci, le situazioni sì; per i fumetti sbaglio o tutti hanno iniziato da piccoli guardando le figure, e anche mancando l'immediatezza del senso non erano opere cubiste, vabbé...). Sull'immediatezza avrei da ridire, visto che leggere -qualsiasi cosa, dalla rivista di moda al Circolo Pickwick- richiede sforzo interpretativo e, nel caso di un fumetto, associazione complessa (sembra più difficile leggere un libro, ma le aree del cervello interessate dalla lettura di fumetti sono maggiori -non pappa pronta come gli intellettuali pensano) con le immagini. Una scritta originale più che essere saltata senza darle importanza al contrario stimola la curiosità verso qualcosa che non si conosce (e questo lo dico per esperienza mia di quando ho iniziato a leggere manga, per gli altri non so se sia lo stesso). Per quanto riguarda l'ultima parte della citazione, niente di più errato a livello cognitivo. Non esiste la possibilità che un lettore italiano provi la stessa esperienza di quello giapponese per diversi motivi: la traduzione non potrà mai rendere pienamente il senso delle parole di un'altra lingua; la differenza culturale, che però -bisogna ammetterlo- non limita la comprensione di alcune situazioni anche molto folkloristiche; le interpretazioni che si fanno di ogni cosa (quando parte la rissa perché uno ci ha visto questo e un altro no); semplicemente il fatto che non siamo giapponesi. Non voglio riaprire una discussione su quanto sia davvero comprensibile un manga, per carità. Parlo di adattamento, non di sensazione. E non credo che l'adattamento dei rumori sia poi una cosa così simpatica, per quanto ci siano persone capaci che ci lavorino sopra. Ho detto prima che è impossibile tradurre un rumore perché non è tecnicamente una parola (a meno che uno che si soffia il naso in Giappone non lo faccia in giapponese), ma una convenzione di scrittura (che poi uno può rendere come gli pare) che può variare da paese a paese ma non ha corrispondenza precisa (io mi posso alzare la mattina e dire che frrrr è il suono di un gatto che ruota un ombrello sopra un pallone o che vhshaaaa è il suono dello scaldabagno di casa mia -infatti fa così). Già mi immagino schiere di linguisti, glottologi e quant'altro che dibattono su come rendere il rumore di un polpo che suga un paguro da una conchiglia (io propongo frrr con una erre in meno per non confonderlo col gatto di prima). Editori, date rette, non pensate che il pubblico che legge manga e fumetti sia facilone e voglia sempre la soluzione più facile. Ogni tanto parlateci con le persone che leggono, non ragionate per loro. Anche perché quello che per voi che adattate sembra ostico o inibente (termine che potevo evitare) non è detto che necessariamente lo sia. Anche allacciarsi una scarpa rende meno immediato il camminare ma non pago nessuno per farlo al posto mio.
Armisael
- 17 anni fa
00
Immangine invariata con a margine: -Traduzione letterale del suono come lo leggerebbero i nipponici e a piede o successiva, una spiegazione per gli occidentali.
Nulla di complesso. O no?
Futoshi
- 17 anni fa
00
Concordo con Armisael. Le onomatopee vanno lasciate invariate, con a margine la traslitterazione e da qualche altra parte (anche tra parentesi) la "traduzione". E commento anche il commento di Kenzo Tenma (di cui ho letto solo la prima parte). In realtà le onomatopee classiche (splash, bang, gulp, sigh, ecc.) sono parole onomatopeiche inglesi/americane che esistono veramente (es.: gulp = inghiottire, sigh = sospirare o sospiro (e si legge "sai"), ecc.). Non so chi e quando, ha cominciato ad usare come onomatopee parole che non esistono, ma che dovrebbero rendere l'idea del rumore che vorrebbero simboleggiare. "Spakk" si può capire, ma si capisce anche dal disegno che accompagna! Inventare per inventare, sarebbe meglio lasciare, nel caso dei manga, le onomatopee originali (che sono disegnate, fanno parte della tavola!) e affiancare loro la semplice traslitterazione.
Mr.Mime
- 17 anni fa
00
Io sinceramente lascerei tutto come in originale. Considerando che i titoli sono dinamici per natura, quando leggo un titolo non sento la necessità di sapere se in ideogramma è "Tump" piuttosto di "Splash". Considerate inoltre che la stragrande maggioranza delle onomatopee giappo, non ha una vera e propria traduzione dato che in Italia se ne fa uso in maniera ridotta.
Al limite si può sottotitolarle, ma anche qui, personalmente farei a meno.
Ciao.
Rensie
- 17 anni fa
00
Anche io lascerei tutto come in originale con traduzione a margine o in fondo.
Kaneda
- 17 anni fa
00
Le onomatopee sono espresse tramite sillabe dell'alfabeto hiragana e katakana, quindi interpretabili correttamente solo da chi sa qualche sillaba jap. Certamente la vicinanza con un fulmine, un esplosione, ecc... rende facile la comprensione, ma non sempre ciò è immediato. Quindi, a mio avviso, la traduzione è meglio.
Mistobaan
- 17 anni fa
00
Io preferisco le onomatopee tradotte. Almeno capisco che "razza di rumore fa" qualcosa. Poi ognuno la può pensare come vuole. E' anche vero che ho pescato manga con onomatopee originali con accanto un piccolo asterisco e la traduzione sopra la vignetta
Charcharodon
- 17 anni fa
00
Ma ragazzi, a questo punto lasciamo anche i dialoghi direttamente in giapponese, visto che comunque una traduzione italiana non renderà mai bene l'originale!!
(se non si è capito, a me sta benissimo che le onomatopee vengano tradotte e riscritte in italiano... ho sempre trovato orrendo vedere le onomatopee originali, magari anche ribaltate, e a fianco appiccicata una malatraduzione italiana)
Xed
- 17 anni fa
00
Se devono essere tradotte che le traducano bene, se devono fare delle pecette da schifo come "chi-sapete-voi", preferisco l'asterisco con la traduzione.
Tano-kun
- 17 anni fa
00
Assolutamente a favore delle onomatopee tradotte e adattate (non traslitterate pedissequamente perché, come già fatto notare, in giapponese sono diversissime dalle nostre). Preferisco inoltre l'utilizzo di quelle classiche, senza invenzioni come "civett civett" per un bisbiglio. Lascerei in originale solo qualche onomatopea particolarmente elaborata dal punto di vista grafico, che comporterebbe un lavoro eccessivo e toglierebbe anche un disegno valido (la maggior parte delle onomatopee NON le considero disegni). Alcuni esempi ci sono in "City hunter".
Già che l'argomento è stato sfiorato, preferisco anche il lettering manuale, se fatto bene. Ma pare che nessun editore manga lo faccia, solo la FlashBook utilizza un font che assomiglia a una scrittura umana (o a ddirittura creato a partire da questa).
Evolution
- 17 anni fa
00
Io preferisco sicuramente le onomatopee adattate direttamente sul disegno... al massimo mi van bene anche quando le lasciano invariate mettendo l'adattamento a margine... odio quando non le traducono... Per esempio nell'ultimo volume di MAR (n.10) uscito dalla playpress non avevano adattato per nulla le onomatopee e arrivavo a non capirci un acca... le onomatopee sono fondamentali, è quel surplus che ti fa "vivere" meglio la storia...
DoctorDoomIII
- 17 anni fa
00
Vedo che è facile accontentare tutti.
Beh a me sta bene tutto a parte dvisual che nemmeno si prende la briga di tradurle a margine.
Musashi
- 17 anni fa
00
Onomatopee tradotte oppure no? NO NO NO...ASSOLUTAMENTE NO scusate l'urlo
aquila_della_notte
- 17 anni fa
00
se le traducono negli STESSI IDENTICI SPAZI CHE OCCUPANO I CARATTERI GIAPPONESI allora per me possono tradurle.
se cosi non è, basta un asterisco e la traslitterazione fuori vignetta.
Ananke
- 17 anni fa
00
Io odio le vie di mezzo e odio gli asterischi. Non capisco come si possano sopportare tutte quelle scrittine in surplus solo per adattare una onomatopea.. che mandano a quel paese tutto l'equilibrio della tavola. Perciò, personalmente, non mi cambia nulla se sono adattate o meno. Ma o uno, o l'altro. Niente asterischini, scrittine e compagnia bella. Mi sta bene, se proprio, una traduzione a lato vignetta se proprio (il Gyabo di Nodame non lo perderei per nulla al mondo). Se dovessi scegliere per forza tra le due opzioni succitate: tradotte. Come ha detto Kaneda non sempre le onomatopee sono accompagnate da una immagine (per esempio le scene con rumori fuori campo.. se non scrivono frush o bang mica posso immaginarmi che cosa è..)
ximpalullaorg
- 17 anni fa
00
Onomatopee tradotte, ovvio. Il resto e' esterofilia che nulla ha a che fare con il "rispetto" tanto invocato.
Gentaro
- 17 anni fa
00
@Ananke
Una soluzione potrebbe essere questa: qualche anno fa acquistai il primo numero di Kurosagi Corpse Delivery Service (che tra l'altro consiglio) in USA. Ebbene la Dark Horse (casa che lo pubblica) ha optato per lasciare le onomatopee intatte, in lingua originale, per poi allegare a fine albo un “Sound FX Glossary” con riportato il suono di ogni onomatopea e la spiegazione in inglese (es. PIPEPE PEEPU PIPAPAPA nel baloon a p. 170, vignetta 2 = cell ringing. Ma lo stesso squillare del cellulare qualche pagina dopo è PIPAPA PIPAPUPAPA PIPAPI e ogni volta diverso, anziché un semplice ring-ring o drin-drin. Vero che le suonerie dei cellulari sono le più varie! Altri es. POTSU POTSU POTSU = raindrops, GEBOBOBO = vomiting blood, e così via!!!). Insomma, la solita fatica di saltare a fine volumetto per ogni onomatopea diventa estenuante, però le tavole sono lasciate in qualche modo integre. Concordo che talvolta le onomatopee (soprattutto quando occupano un'intera pagina, come un urlo disperato) sono dei veri e propri disegni, quasi opere d'arte, e che per renderle nella lingua tradotta bisognerebbe fare un bel lavoro. Concordo anche sul fatto che in alcune scene se non fossero tradotte non capiremmo che sta per accadere (e ciò è fondamentale in manga ad alta tensione, quando un rumore di passi o uno sparo in lontananza ci metterebbero sul “chi-va-là” proprio come il protagonista del manga!). Insomma, come dice DoctorDoomIII, accontentare tutti è un'impresa!
DoctorDoomIII
- 17 anni fa
00
@Gentaro. Se non erro una soluzione simile a quella che citi fu adottata su Immortale. E in teoria sarebbe la quadratura del cerchio (a parte che le vuole adattate punto e basta).
Il grosso problema è che così sono impossibili da leggere, è difficile che uno faccia avanti e indietro per recuperare il significato dell'onomatopea.
Io già lo trovo un po' arduo da fare con le note di Akumetsu o del vecchio Keji ma dato che sono una decina non è un problema.
Ma per tutte le onomatopee sarebbe drammatico...
@Ananke, l'asterisco si può benissimo tralasciare se la traduzione è messa in un punto che rende chiara l'associazione con l'onomatopea giapponese.
Gentaro
- 17 anni fa
00
@DoctorDoomIII Per esempio in Anne Freaks la Planet ha optato per disporre la traduzione come semplice scritta proprio di fianco (o a volte sopra) le onomatopee disegnate della vignetta. Come impatto visivo credo sia meno doloroso delle traduzioni a piè di vignetta e sparse nella pagina. Sinceramente tra tutte le possibili soluzioni finora esaminate in questa discussione, non saprei per quale optare…
Gentaro
- 17 anni fa
00
@DoctorDoomIII Mi sono dimenticato di dirti che avevi ragione, ho controllato sul primo numero de l'Immortale pubblicato da Comic Art ed effettivamente vale lo stesso discorso di Kurosagi. Tuttavia nel caso dell'opera di Samura le onomatopee sono state occidentalizzate in appendice (thud, swish, cof cof, bang). Inoltre hanno omesso di tradurre anche intere frasi pronunciate 'di sfondo' ai baloons principali nelle vignette (guarda ad esempio a pagina 184 e 185) e tradotte solo in appendice. Questo mi sembra un poco eccessivo!
Morris
- 17 anni fa
00
Da veterano del fumetto io dico NO alle onomatopee in originale, allora, per prima cosa, io sto comprando un prodotto orientale (in questo caso) che però è stato adattato per un mercato occidentale, allora perché devo avere un prodotto adattato a 3/4 (panini) se non per metà (d/books e planeta ad esempio), non mi sembra coerente, come disse non ricordo chi nei precedenti commenti, ma si, lasciamo pure tutto in giapponese tanto così abbiamo l'originale no?! Ma scusate ma vi costa tanto andare a cercarvi volumi originali dei vostri manga preferiti? Io vado pazzo per JoJo e mi sto comprando anche i volumi originali (senza spendere troppo sia chiaro), ma per quanto riguarda come dicevo prima il prodotto per il mercato occidentale io lo voglio completo, e soprattutto perché loro vogliono lavorare di meno? E allora io perché devo spendere di più? Suvvia in questo modo secondo me vi state solo facendo fregare, continuerò ad amare ogni casa editrice che mi adatti le onomatopee.
PS: io compro solo alcuni dei tanti manga che vorrei avere, proprio perché trovo insulso regalare 5,50 euro ad esempio per un volume non completo. E solo e soprattutto se non ci sono altre possibilità per poterli leggere.