Posono provarci finchè vogliono ma lo stereotipo usato, i simboli e il modo di raccontare le storie dei giapponesi sono troppo distanti e culuralmente differenti dalla visione occidentale per poter essere assimilate. Alla fine si imita solo la parte visiva (occhi grandi, capelli colorali acconciati in modo stravagante) ma si lascia inalterato il tratto tipico della scuola occidentale e si ommettono i simbolismi, e il risultato è alquanto scadente. O si imita interamente (e per intero intendo sia tratto che modo di raccontare le storie), ma ciò va contro la politica degli editori, o non si imita, non posso esistere le vie di mezzo usando due stili per formare uno ibrido. Inoltre altra cosa inimitabile è che in Giappone esiste non solo un mercato editoriale ma anche un vero e proprio movimento underground, la sottocultura degli otaku, che ha creato un mercato parallelo con le produzioni autoprodotte nei vari circoli. Questo ha influito pesantementesia sia sui mangaka professionisti che sui produttori di anime (una delle ultime mode è stato il caramel dansen...) Una cultura così radicata circondata da fans così esigenti e opprimenti non potrà mai esistere in occidente, dove il tutto rimane una squallida imitazione per seguire la moda del momento.
luked
- 17 anni fa
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infatti... prendiamo la musica da noi funziona anche perchè in ogni anfratto c'è qualcuno che suona, sperimenta... ma di movimento underground di manga/anime ... io non l'ho visto. Però non possiamo dire di lasciar stare, forse gli attuali disegnatori sono solo un inizio di un movimento che nel futuro sarà molto importante, speriamo ^^. Mi puoi dire dove posso leggere qualcosa di sensato su delle mode come il caramel dansen? grazie
asd
- 17 anni fa
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Beh ma di disegnatori americani indipendenti ce ne sono a bizzeffe, tanto quanto in Giappone. Date uno sguardo al distributore di comics più conosciuto, http://www.diamondcomics.com/public/ Ovviamente la parte del leone la fanno i supereroi, ma esistono centinaia di produzioni non supereroistiche. Senza contare i titoli autoprodotti e non distribuiti, come i fumetti che circolano nell'ambiente punk o "alternativo" (nato MOLTO prima dei movimenti otaku giapponesi, qui si parla della seconda metà dei '60 con gente come Robert Crumb ecc.) e via discorrendo. È un discorso molto superficiale asserire che in occidente "tutto rimane una squallida imitazione", perché chi imita i giapponesi a occhio e croce è forse il 2-3% dei disegnatori. Certo, poi se si parla senza neanche conoscere il mercato di riferimento è facile, d'altronde è tipico dell'Italia e dei suoi personaggi come Costanzo e i giornalisti di Panorama questo modo di agire. Basta cambiare l'oggetto in esame, ma il metodo resta lo stesso.
Per il resto concordo sul giudizio degli occidentali che imitano gli orientali: fanno cagare. ^^
hoshimaru
- 17 anni fa
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Il problema sta in ambito culturale, se da una parte america ed europa hanno grossomodo gli stessi principi morali ed etici, lo stesso non si può dire del giappone che è l'opposto e non ha le stesse restrizioni. Devi vivere in giappone per capire il simbolismo e l'underground che gira attorno ad anime e manga, imitarne solo lo stereotipo creandone un ibrido perchè è kawaii e va di moda è un fallimento assicurato. Imo.
Hoshimaru, sono d'accordo con te su quello che dici nell'ultimo post, ma numericamente la percentuale di autori occidentali che imita quelli giapponesi è quasi inesistente se rapportata alla mole di produzioni cartacee. Come ho scritto sopra, saranno sì e no il 3% dei disegnatori.
baljak
- 17 anni fa
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Un ibrido perfettamente riuscito esiste da quasi quarant' anni : gli autori di Hong Kong. Hanno acquisito elementi da Ponente e da Levante, tra cui un uso del colore creativo ed espressivo che molti autori giapponesi ancora sperimentano col gontagoccie, il realismo fotografico e l' estetica del kawai, un fumetto erotico fantasioso ma privo (ed è un bene) dell' aspetto Loli
Domenico
- 17 anni fa
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Perfettamente riuscite le opere di Honk Kong?? Per il mercato orientale magari..per il resto del pianeta ho qualche dubbio..
Io se parlo di incontro fra culture orientale e occidentale guardo ancora ad Elektra Assassin..Un capolavoro assoluto...certo eravamo agli albori..e se guardo all'italia..bhè non è casuale che abbia messo la cover di Teresa Marzia.
Inoltre altra cosa inimitabile è che in Giappone esiste non solo un mercato editoriale ma anche un vero e proprio movimento underground, la sottocultura degli otaku, che ha creato un mercato parallelo con le produzioni autoprodotte nei vari circoli. Questo ha influito pesantementesia sia sui mangaka professionisti che sui produttori di anime (una delle ultime mode è stato il caramel dansen...)
Una cultura così radicata circondata da fans così esigenti e opprimenti non potrà mai esistere in occidente, dove il tutto rimane una squallida imitazione per seguire la moda del momento.