Mamma mia, sta cosa é propio seria, non avrei mai immaginato niente di simile, speriamo che riesca a risolvere questo problema e che esca fuori il vero colpato!
vt75ge
- 15 anni fa
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A me sembra che il coltello dalla parte del manico l'abbiano gli/le autori/autrici e non viceversa. Se è vero che si può trovare un altro editore disposto a puntare su di te (se non crearne addirittura uno proprio) è anche vero che gli editori non possono dire "se non vai bene tu cerchiamo un altro autore", dal momento che quello che conta è la storia. Insomma, se ci fosse un sindacato per i mangaka credo che avrebbe vittoria facile. Purtroppo poco si può fare sulla mancanza di, metaforicamente parlando, palle.
asd
- 15 anni fa
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Non è così semplice, perché il tuo manga può anche essere valido, ma senza una campagna di marketing ben organizzata da una casa editrice non venderai mai, soprattutto in un paese come il Giappone, dove si pubblicano tonnellate di manga (inclusi gli amatoriali) e dove è già difficile di per sé uscire dalla massa. Come pensate siano nati casi editoriali come Yu-Gi-O, Naruto e altre fesserie pre-adolescenziali? Grazie alla qualità del manga? Ma lol! Ad esempio è risaputo che i famigerati Cavalieri dello Zodiaco cartacei sono nati come costola della linea di giocattoli omonima, e non come manga originale.
Un mangaka senza casa editrice non andrà mai da nessuna parte. Al contrario, una casa editrice troverà sempre qualcuno disposto a farsi schiavizzare da cui trarre profitto. L'unico modo per bilanciare tutto questo è fondare un sindacato.
Quanto alle condizioni lavorative, pensavo fosse cosa risaputa che i mangaka lavorano più dei cinesi in miniera (o quasi), e questo succede fin dai tempi di Osamu Tezuka.
Stoner
- 15 anni fa
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Io personalmente penso che dovrebbero dotarsi di un sindacato all'americana. 1) Puoi lavorare solo se sei iscritto, cioè hai la tessera, di un sindacato. 2) Il sindacato non fa preferenze tra gli iscritti, quindi emergi solo se sei bravo, o hai fortuna. 3) Quando si fa sciopero si fa sciopero, e se non lo fai perdi la tessera e quindi non lavori più. Francamente ho sempre pensato che sarebbe il modo migliore anche per l'Italia.
@ asd: questa cosa dei cavalieri non la sapevo, sei sicuro? Guarda che c'è un'intervista fatta all'autore che dice che l'idea di "tizi in armatura" era venuta ad un componente del suo staff, perché all'inizio volevano fare un manga normale di arti marziali, ma la storia era un po' banale, quindi cambiarono.
ettorino
- 15 anni fa
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prima i giocattoli e poi il manga dei cavalieri?
non mi risulta.
asd
- 15 anni fa
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Questa cosa era riportata in un libro di Davide Castellazzi, ma potrei sbagliarmi, dopo vado a ricontrollare.
Comunque, sulla stessa falsariga, è noto che Getter Robot è nato proprio così (e qui sono sicuro).
Antonio.
- 15 anni fa
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Getter Robot, sì, tant'è vero che è nato come anime, ma Saint Seiya, è invenzione di Kurumada e i modellini vengono dopo. Con l'anime.
Ibra gear second
- 15 anni fa
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Comunque è vero, questi mangaka vengono ipersfruttati. Ed ogni tanto finisce che si esauriscono e ci rimettono la salute.
vt75ge
- 15 anni fa
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Ma se è così dura perchè non si "licenziano"? Perchè fare questo lavoro, che si sogna da bambini, nonostante il mobbing? Una volta acquisita notorietà non si può rescindere il contratto? E non ci sono autori che, se va bene, fanno uscire un volume all'anno?
Marco
- 15 anni fa
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Magari perchè hanno dei contratti per cui cedono alcuni diritti sull'opera in cambio della pubblicazione e l'editore potrebbe per tutta risposta far continuare l'opera ad un altro o addirittura togliere l'opera dagli scaffali. (E' solo una mia ipotesi, non voglio dire nulla come se sapessi) Le condizioni contrattuali in un mondo come il nostro dove anche i diritti d'autore non sono, come sarebbe giusto che fossero, inalienabili, ma vendibili quasi come una merce, contano tanto. E' un discorso simile a quello per cantanti e discografici. Ed è uno dei motivi per cui penso che il futuro sarà di chi, sfruttando internet e la sua arte, pubblicherà da sè, in diretto contatto coi lettori/ascoltatori che dovranno anche pagare di meno perchè la catena di distribuzione si farà più corta.
Astrea
- 15 anni fa
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@Marco: mi risulta che un manga in Giappone sia proprietà dell'autore, infatti mi pare che la Shinjo abbia proseguito il suo ultimo manga presso un altro editore poco dopo aver lasciato Shogakukan. Il problema potrebbero essere le "cattive referenze" che un autore si porterebbe in dote: se non è più che affermato e si è fatto la nomea di piantagrane (perché è così che sarebbe visto dalle altre case editrici) temo che avrebbe parecchie difficoltà a stipulare un altro contratto.
Emi-chan
- 15 anni fa
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@Astrea: le fonti sulle quali ho basato il mio articolo su Mangaforever sostengono che la Shinjo abbia terminato in fretta i suoi ultimi due manga pubblicati su ShoComi e Cheese (Shogakukan) per poi traslocare su Bessatsu Margaret dove sta serializzando una nuova opera intitolata Midnight Children. Non so se è riuscita a "portare con sé" alcuni manga, come hanno fatto le Peach-Pit con Rozen Maiden.
Nero
- 15 anni fa
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Ovvio che un manga appartiene al proprio autore, non si è mai visto un manga cambiare autore, sarebbe qualcosa di impensabile come un libro che per metà è scritto da uno e l'altra metà da un'altro. forse questo avviene per i comics americani e i videogiochi...