Parecchia aria fritta come nel tipico Gualtiero-style, ma parlando del mercato estero Shito l'ha vista giusta, ed è uno dei pochi secondo me.
ximpalullaorg
- 16 anni fa
00
Follie, specie per la faccenda dei maga usati. Assieme a Colpi, un altro che ha perso ogni contatto con la realta'.
Tacchan
- 16 anni fa
00
Più che aver perso contatto con la realtà, credo abbiano una visione diversa dalle nostra. Insomma, ritengo le considerazioni interessanti, in quanto anche la nostra visione, di appassionati, è almeno altrettanto distorta e sbilanciata.
Loro hanno semplicemente elementi per vedere le cose da un'altra ottica, per cui trovo queste letture altamente interessanti. Spero per cui di leggerne altri di interventi come quelli letti in queste settimane, e ringrazio tutti e tre per gli spunti che hanno messo in campo.
ABI_666
- 16 anni fa
00
Le royalties per i manga usati sono una follia, ma per i manga-kissa sono totalmente d'accordo. Già il noleggio di alcuni beni è stato vietato perché rovinava il mercato (vedi cd musicali e, ai tempi, le cassettine delle console), e di altri si paga una cospiqua royalty (sapete quanto costano i dvd noleggiabile, vero?), non vedo cosa ci sia di così assurdo nel farlo con i manga-kisse, ce davvero non sono altro che biblioteche private a copo di lucro.
Per il secondo punto, se pagassero tanto fin da subito i mangaka certo mi farebbe piacere per loro, ma non vedo come possa risollevare il mercato...
Il terzo punto boh, francamente non l'ho molto capito! ^^''
ximpalullaorg
- 16 anni fa
00
La realta' e' che Colpi fa parte di una ditta minimale (inutile negarlo) ed e' ossessionato *da anni* dal concetto di crisi. L'ultimo suo "delirio" (lo chiamo cosi') non e' altro che la riproposizione esatta di cio' che diceva nel biennio 92-94, solo aggiornato con le cose di oggi. In realta', come avevo scritto in passato, a me e' sembrato solo un metter le mani avanti per giustificare aumenti di prezzo. L'unica compagnia veramente in crisi e' GONZO, ma perche' GDH ha investito milioni in serie sperando che fossero opzionate all'estero, ma poi questo non e' successo nei tempi da loro stabilit(si veda Romeo X Juliet). Quello che propone Shito invece e' follia: se un consumatore rivende cio' che ha comprato, e' assurdo far pagare il rivenditore di roba usata. L'usato e' un problema serio in giappone, ma queste soluzioni non sono certo la risposta. Ci sarebbe una *vera* discussione da fare, ma Colpi non la fa, per conflitto di interessi direi: il terrore dei licenziatari per il reverse import, tanto da imporre limiti assurdi sulle uscite dei DVD/serie fuori dal Giappone. Detto per inciso, avendo collaborato per alcuni anni con Dynit quando ancora era Dynamic, ho avuto anch'io elementi extra che altri non avevano, ma non per questo mi permetto di pontificare come fanno quei due.
asd
- 16 anni fa
00
Io mi trovo d'accordo sul terzo punto, un po' meno sul primo.
Ridicola l'idea di tassare i manga usati, follia pura. Una volta che acquisto un prodotto, sono libero di rivenderlo. Se si vanno a tassare i rivenditori di manga usati il mercato non farà altro che spostarsi su internet, su siti come eBay, Yahoo o Amazon. I mercati dell'usato coinvolgono tutti i settori, ma non mi pare che la FIAT si lamenti delle auto usate (scusate l'esempio poco calzante).
Stesso discorso per i manga-kissa. Far pagare le royalties ai manga-kissa? Faranno proprio la fine delle videoteche, che stanno chiudendo una dopo l'altra. I clienti non ci stanno a pagare più di una certa cifra. Anche qui, il settore non farà altro che spostarsi altrove per aggirare i limiti più assurdi, anche perché proposte tipo questa avranno come logico la ricaduta finale del prezzo sui consumatori, che più di tanto stupidi non sono.
a_d_n
- 16 anni fa
00
per come la vedo io, basta ridurre il letame che si propone e la crisi nn sarà piu crisi.
Pino
- 16 anni fa
00
Scusate, ma il terzo punto e' a dir poco esilarante: "Si attende ancora qualcuno che, a quasi vent'anni ormai dalla 'seconda invasione dei manga in Italia', riesca a fondare un mercato e una cultura di settore che sopravviva più di un lustro, ma si radichi nella nostra società con nella sua giusta misura.". In pratica sta dicendo che tutti coloro che lavorano nel settore siano stati dei totali inetti, incapaci di fare quello che si sarebbe dovuto fare. E tra questi, c'e' anche lui, ovviamente, o forse si e' dimenticato che lavora in questo stesso settore? Bello dire "speriamo che arrivi un deus ex machina che se no qui non si va avanti", eh? Perche' non ci pensa lui, piuttosto, a risolvere la situazione? Avrebbe tutto da guadagnarci, no? Lui e la sua compagnia, no? Perche' questo splendido e illuminato messia non si immola per il bene del manga? Quale oscena ipocrisia.
Shito aka Juste
- 16 anni fa
00
Ehm, ma dov'è che ho scritto di qualsiasi sistema di tassazione per i manga usati? Io parlavo dei *reseller* di manga usati in quanto tali, intesi non come privati, ma come negozi ormai specializzati. Sono queste comunque imprese a scopo di lucro che vivono su un mondo produttivo a cui non contribuiscono minimamente, ma che anzi danneggiano. Non sarebbe insensato, da un punto di vista di modello di mercato, cercare un modo per indurre un loro contributo verso i produttori. Tuttavia, si noti, non mi sono sbilanciato in alcuna proposta, salvo dire che vietare la rivendita di prodotti usati è impensabile. Piuttosto mi sono focalizzato su i soli manga-kissa, che sono a tutti gli effetti dei noleggiatori, e quindi più facilmente inquadrabili in schemi noti.
Dimenticavo: io non sono un imprenditore, di questo e di nessun altro settore. Non ho mai avuto alcuna partecipazione societaria di alcuna società, indi non capisco la critica di ipocrisia. Io sono un operatore di settore in qualità di professionista, nulla più, e nulla più potrei essere (per mia natura, suppongo). Quindi la mia impressione sulla 'gestione del mercato' è "dall'interno", forse, ma non meno genuina di quelle degli esterni: che gli editori possano essere per me "datori di lavoro" non cambia il fatto che NON siano me, in nessun modo.
Antonio.
- 16 anni fa
00
Far pagare le royalties alle rivendite di manga è un’idiozia infernale, un po’ meno assurdo suona tassare i manga-kissa, ma sicuramente, come già avviene per il noleggio di film in DVD, per i titolari di tali esercizi i costi da sopportare per tenere in vita la propria attività sono già particolarmente laboriosi, considerando anche il loro ruolo di parte attiva nel mercato del settore. Per il resto, troppa fuffa sul mercato, poche idee, cliché consolidati e storie sempre meno interessanti, uniti all’invecchiamento demografico (in Giappone come da noi), nuove tecnologie che pretendono e promettono diffusione a tappeto e riduzione dei costi (e dei prezzi quindi) dei manga, unite a un’evoluzione, o almeno un cambiamento, socioculturale, modificano le regole del gioco destabilizzando una struttura creata in cinquant’anni di produzione, rendendola inadatta alla realtà odierna. Ma probabilmente queste ansie vengono anche enfatizzate fuori del Giappone...
ximpalullaorg
- 16 anni fa
00
Sara' ma i titoli che mi interessano li trovo eccome, semmai per me la spazzatura sono certi titoli assai blasonati... Come ho detto, il mercato nipponico ha ben altri problemi al momento, in primis il protezionismo. A mio avviso la visione di Colpi e Shito (fa piacere rileggerlo dopo millenni dall'ultima volta che fisicamente ho discusso con lui, ma ormai sono su posizioni ben diverse) e' non solo parziale ma anche distorta.
Jerushalaim
- 16 anni fa
00
Sia Colpi che Cannarsi hanno a mio avviso costruito prosopopee su una situazione ben più elementare. I motivi che hanno elencato a spiegazione della crisi sono, quando rilevanti, assolutamente marginali.
I manga-kissa? Ma andiamo! Ci sono sempre stati e quando non c'erano nelle librerie del fumetto ci si intratteneva ore a leggere manga e comics. Non è cambiato granché da questo punto di vista. L'idea propositiva di prezzo maggiorato per le copie destinate ai manga-kissa, sulla stregua di quello che accade in campo cinematografico per le copie destinate al videonoleggio, non tiene conto di due fattori molto importanti: il fatto che le copie destinate al videonoleggio sono diverse anche strutturalmente realizzate in modo da renderle più resistenti all'usura e, cosa ancora più importante, che le videoteche stanno chiudendo un po' ovunque. Il fatto che i manga-kissa sopravvivano è dovuto proprio ai costi contenuti ed al fatto di fornire solitamente tante altre cose oltre ai manga (si va dai cabinati per navigare, alle postazioni console con videogiochi e addirittura a stanzette dove dormire o appartarsi per un po').
La minore dedizione dei mangaka moderni? Quelli del dopoguerra, che avevano conosciuto la fame e gli stenti, lavoravano di più, quelli cresciuti nel benessere di meno. Ma guarda un po'... chissà perché.
Infine la crisi Giapponese non può in alcun modo venire spiegata dalla situazione editoriale estera che, seppure influente a livello di cessione diritti, è figlia di uno stesso comune problema.
Dopo aver utilizzato tante parole per rispondere alle considerazione esposte nell'articolo, darò la mia interpretazione in 6 righe.
La causa della crisi dei manga in Giappone e nei paesi dove questi sono diffusi è dovuta alla gravissima crisi economica che ha colpito le grandi potenze della terra e che progressivamente ci sta annichilendo. I soldi che abbiamo sono pochi e i costi dei manga sono alti a causa dei costi di produzione aumentati vertiginosamente.
Risolto il problema energetico e finanziario nelle grandi economie storiche (USA, Giappone, Europa, UK) le cose miglioreranno. Se ci stanno, i soldi si spendono.
Altra ragione principale della crisi dei manga, se servisse, è la normale, fisiologica flessione dei consumi di un media al momento della diffusione di un nuovo tipo. La radio ne ha risentito a beneficio della televisione così come il teatro e l'editoria verso il cinema, i giochi di ruolo e di società nei confronti dei videogame, i quotidiani e le riviste di informazione a vantaggio di internet, la piazza a favore del forum.
Armisael
- 16 anni fa
00
Bah il problema è quello globale, c'è crisi, ed invece di spingere per avere più consumi, tutti tirano la cinghia perchè all'origine gli "imprenditori" credendosi dio in terra cercano di risparmiare su tutto stipendi dei dipendenti compresi (ed al contempo riversando tutta la plusvalenza nelle proprie tasche senza reinvestirla) ed è normale che in un mercato del genere nessuno si metta a spendere, ricominciando da capo. Poi qualcuno si mette a criticare dei fenomeni che sono solo una conseguenza delle magre finanze...vabbè. Da sempre si indica la luna e si sente rispondere che l'unghia è sporca...
asd
- 16 anni fa
00
@Shito: ma io avevo capito che ti riferivi ai reseller, e la mia risposta resta valida per loro e per i privati, a costoro basta spostarsi online in mercati come eBay & co.
E comunque il settore editoriale, quello in cui lavorano, resta il medesimo. Se la tua attività vende manga paghi tot, se vende manga usati devi pagare una tassa in più? Sempre manga stai vendendo.
E chi vende sia nuovo che usato?
Ma soprattutto la proposta non risolverebbe il problema, perché se anche chiudessero i rivenditori di manga usati coloro (privati) che vogliono vendere o acquistare troverebbero altri modi. È il mercato, funziona così, e imporre limiti serve solo marginalmente, perché i limiti vengono aggirati, in un modo o nell'altro. Come hai fatto notare, è un meccanismo che è già fallito nel mondo dei videogiochi, che ha un mercato estremamente vasto confrontato a quello dei manga, oltre ad avere risorse finanziarie in più.
commander
- 16 anni fa
00
sarà qualcosa del tipo wrestling che andrà a flussi, in base alla moda? anche se non penso sia tutto così banale!
Cesar
- 16 anni fa
00
PEr me ci sono piccole/grandi emorragie in molti settori,ed in ogni paese. I soldi sono quelli che sono,se si puo' risparmiare si risparmia. Il tempo e' quello che e',e lo si spende molto di piu' su internet,cosa che avveniva meno 10 anni fa',e per nulla 15 anni fa'.Idem per i VideoGames,giocabili sempre di piu' in gruppo.
E trovo molto interessanti le analisi rilasciate dai tre (Colpi,Cannarsi e Castellazzi).
Poi c'e' gente che rosika..e mi fa' ridere.Brutta cosa l'invidia.
Koizumi
- 16 anni fa
00
Mi sono veramente piaciuti molto tutti e 3 gli interventi, li ho trovati veramente molto ma molto interessanti, niente da dire. Ci fanno capire meglio delle realtà alle quali magari non siamo abituati, ci "portano il giappone a casa"...poi ognuno ha idee proprie. Riguardo i manga-kissa, non capisco come facciano ad esistere cose di questo tipo...cioè ma è una falla enorme, te lo dico che poi nessuno si va a comprare i manga. E' sorprendente come un popolo evoluto come il giappone non si sia ancora adoperato per chiudere questa immensa falla (anche se immagino che non sarà così facile, ormai è diventato un meccanismo pericoloso e sistemarlo sarà dura).
DoctorDoomIII
- 16 anni fa
00
Quoto ximpalullaorg.
Sull'usato, qualsiasi motivo di porne un freno è assurdo. Qualsiasi motivo di specularci è un classico del mondo consumistico.
La rivendita di materiale usato però NON E' MAI un problema, ma è semmai la punta dell'iceberg dei veri problemi dell'economia di una nazione.
Comprare (e vendere) usato non lo si fa per diletto, per passione (vabbè qualcuno magari si), per collezionismo, o per qualsiasi altro motivo.
Lo si fa unicamente per questioni ECONOMICHE.
Se l'usato si spinge a livelli tali da farsi "sentire" nelle vendite del nuovo è solo e unicamente perchè il nuovo è "fuori mercato" come prezzi, come quantità, come politiche commerciali.
E in quel caso W l'usato!
Colpire poi chi della vendita di materiale usato fa un guadagno (che sia un privato o un negozio poco cambia) è assolutamente illiberale. Le tasse quei negozi ricordo a tutti che le pagano benissimo, le pagano infatti allo stato per ogni scontrino rilasciato.
Non pagano 2 volte l'editore ? E che bella scoperta, e perchè mai dovrebbe guadagnarci 2 volte un editore ? Il suo guadagno sulla copia l'ha già al momento della vendita, e non ha senso che qualcuno gli "garantisca" nelle rivendite successive di quella stessa copia una sorta di "gabella" per fargli meno pesare vendite mancate (ma tutte da dimostrare) sul nuovo.
Shito aka Juste
- 16 anni fa
00
Ringraziando tutti i lettori (non che mi reputi così degno di lettura, io), aggiungo che ho trovato molto interessante anche la semplice osservazione sulla 'nuova ripartizione del tempo libero' conseguita alla penetrazione capillare delle nuove tecnologie (computer, internet). Talvolta le cose più banali sono le più difficili da pensare, è proprio vero.
Sul tema dell'usato, sono CERTO che non si tratti di nulla di esterpabile o estirpando (<- nel senso di 'da estirparsi', in una maccheronica perifrastica passiva ^^). Tuttavia uno dei gravi problemi di tutto il mondo della 'arte di consumo' (musica in primis) è che sempre più le nuove tecnologie hanno disgiunto la 'possibilità di fruzione di un bene' dalla 'necessità del suo acquisto materiale'. Anche le forme di digitalizzazione dell'audio video (e condivisione/diffusione a titolo gratuito delle medesime) sono manifestazioni della stessa natura. Conscio che sia impossibile frenare, rallentare, impedire simili forme comunicative, penso piuttosto soltanto a modi per rendere chi ne beneficia (nel caso del reselling professionale di manga: i rivenditori) 'parte attiva' del mondo produttivo al quale 'coesistono'. Ovviamente mi chiedo anch'io in quale forme si potrebbe attuare una simile compartecipaizone, ma questa è altra storia.
Noritaka
- 16 anni fa
00
Non mi trova d'accordo il terzo punto:non si tratta di una questione di cultura,i manga sono un mezzo di intrattenimento perciò è solo questione di pubblicità. La principale fonte di pubblicità è data dal passaggio del relativo anime in tv,Dragon Ball vende tanto perché passano di continuo l'anime su italia1 e tanti manga prossimi alla chiusura(ad es City Hunter) si sono salvati con la prima messa in onda del cartone. Alla luce di questi fatti è evidente che uno dei principali arbitri della vita futura dei manga in Italia è Mediaset,e la situazione auspicata da Shito si potrebbe verificare solo se entrasse in campo magari comprando una ditta del settore come dynit o star comics,ma la cosa la vedo altamente improbabile. Forse l'unica speranza è la De Agostini,dal primo ottobre sbarca sul satellite e ha la sua divisione manga