Oh caspita, dovrei farlo leggere ai miei familiari con la puzza sotto il naso... Peccato che, non avendo visto nulla di tutto ciò che viene citato qui, non ci capirebbero nulla. E, comunque, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire (e peggior cieco di chi non vuol leggere)!
flanders (anonimo)
- 10 anni fa
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interculturalità... se ne sono inventata un'altra per guadagnarsi qualche attenzione e il gettone di presenza. come siamo bravi noi italiani a complicare le cose anche più semplici. non si poteva dire che mimi wo sumaseba è un bel film? perchè mai dobbiamo cercare nei prodotti del sol levante cose che solo noi vediamo, e loro no. chiediamo a un giapponese dell'interculturalità nell'intrattenimento giapponese alla radice quadrata del movimento socio-criptico-analogico de mi nonno con retrogusto semiologico meno il substanziale arretramento para-culturale della stalla de mi zia...
E' normale che dietro agli anime ed ai manga possano nascondersi tematiche profonde (se parliamo dello studio Ghibli poi questa è una garanzia ), perché in Giappone manga ed anime sono semplicemente considerati tecniche narrative come altre, come può essere un libro o un film o un documentario... Perciò anche in questo caso ci possono essere prodotti vuoti e mediocri come invece capolavori pieni di significato, prodotti per bimbi o prodotti per adulti, e così via! In Giappone è così e così dovrebbe essere ovunque, ma purtroppo in altri paesi, fra cui è - ahinoi! - compresa anche l'Italia, c'è ancora un'arretratezza pazzesca, che relega questo genere a 2 uniche possibilità: o zozzerie gratuite o storielle sceme per bimbi (ritardati, oserei aggiungere, considerando le censure che anime e manga devono sopportare)! Con l'ovvia conseguenza che per la maggioranza della gente qui in Italia se leggi manga e/o guardi anime le possibilità sono 2: o sei un pervertito o un bamboccione ritardato!
Che magnifico report! Ringrazio infinitamente per l'interesse e l'attenzione che Kyon, il bravo redattore di questo pezzo, ha evidentemente rivolto al seminario. Dalla regia mi dicono che l'incontro più riuscito sia stato il secondo, dove abbiamo indagato le origini dell'uso moderno del termine 'otaku' e il fandom giapponese di anime e manga in parallelo alla storia dell'anime boom giapponese dagli anni ottanta sino ad oggi, ma in effetti il terzo incontro era senz'altro quello in cui si 'tiravano le somme'.
La risposta del pubblico di EtnaComics è stata entusiasmante! Sono stato (e sono tuttora) veramente felice.
Kyon: se ti va di inviarmi una mail a g.cannarsi@gmail.com ti passo giusto un po' di correzioni di refusi nel tuo bellissimo articolo, che intendo rileggere per bene e d'accapo. Intanto ti segnalo solo che John è Kaminari, non Caminari.
flanders: spiacente, ma non ho percepito alcun gettone né nessun tipo di retribuzione per la mia partecipazione ad EtnaComics. Inoltre, se avessi letto con attenzione il bell'articolo di Kyon, avresti notato come la speculazione prenda le mosse da quella di un sociologo *giapponese*, ovvero Azuma Hiroki. Altra voce autorevole del settore a cui ho spesso fatto riferimento è quella di Okada Toshio. E nella seconda lezione sono partito dalla traduzione diretta degli articoli originali di Nakamori Akio sugli 'otaku'. Su MimiSuma ho citato anche scambi intercorsi tra gli stessi Miyazaki Hayao (sceneggiatore) e Kondou Yoshifumi (regista). Capisco la tua voglia di fare la malelingua, ma dovresti farlo su cose reali, non inventate.
L'interculturalità esiste ogni volta in cui i membri di una società/paese/cultura fruiscono l'opera di un'altra società/paese/cultura. Averne coscienza significa cogliere il meglio da questo incontro culturale, non certo sovracomplicare le cose semplici. Ho ripetuto molte volte che MimiSuma è "una semplice commedia scolastica", infatti. E chi era presente mi è parso capire appieno lo spirito del seminario. ^^
Grazie, Shito, ti scriverò senz'altro e apporterò le correzioni; perdona i refusi, ma nel prendere appunti qualcosa è andato evidentemente perduto, come il nome "Kaminari" Complimenti ancora per l'interessantissimo seminario, peccato aver perso il secondo incontro