P.S. Un unico appunto. "Shikibu" non andrebbe usato in maniera moderna a mo' di cognome, visto che era la carica di corte ricoperta dal padre (cerimoniere).
Quanto è bello quest'articolo e che bella idea... Complimenti Hachi! Adoro sempre di più i tuoi articoli! Non le conoscevo tutte, ammetto di aver sentito alcune di queste donne per la prima volta stasera. Sono però una grande fan di Yayoi Kusama e dei suoi pois, e ho dedicato un capitolo della mia tesi di laurea a Sadako Sasaki. Ora come ora sarei curiosa di vedere la faccia di Sei Shonagon nel vedere Murasaki Shikibu in classifica e lei no!
Una bella raccolta di esempi di donne che, credendo nei loro ideali e impegnandosi per raggiungerli, sono diventate un esempio per il Giappone e il mondo intero. Ho sempre sostenuto che la capacità viene prima del genere: non ho nessun problema a prendere ordini sul lavoro da colleghe che dimostrano di avere molta più competenza di me e le ammiro per il loro impegno - che spesso deve essere conciliato con il mandare avanti la famiglia.
Discorso a parte quello di Sadako Sasaki e delle sue gru di carta: conoscevo (a grandi linee) la sua storia, ma ignoravo che in suo nome fosse stato eretto un monumento. Mi immagino la commozione che si prova a vedere le gru di carta che tanti continuano a portare per lei...
@ Antoine, volendo mettere tutti i punti sulle i "Murasaki" non è, con molta probabilità, il nome della scrittrice ma un nome d'arte affibiato (dall'omonimo personaggio del libro). Per convenzione ovunque è sempre scritto cosi "Murasaki Shikibu" quindi non è un errore, ma l'unico modo per chiamare l'autrice. Del resto le donne non avevano proprio un cognome all'epoca.
Per il resto bell'articolo, interessanti come tutti quelli di Hachi194.
E' bello ogni tanto tirarsi su il morale leggendo di persone che sono riuscite con l'impegno e la dedizione verso i propri obbiettivi ad andare oltre a gli stereotipi, scrivendo la storia e anticipando i tempi, in un paese dove purtroppo sopratutto a livello professionale la parità di genere non esiste nemmeno sulla carta, come nel resto del mondo "evoluto"
@ FlowerOfTheMidNightMooN Lo so, lo so... Non intendevo dire che Murasaki Shikibu sia sbagliato. Se noti nell'articolo, dopo la prima volta, si usa solo Shikibu come se fosse un cognome... (un po' come chi cita Leonardo da Vinci e poi continua a citarlo usando solo "da Vinci", che è un errore).
Dieci figure femminili che devono rappresenatre l'esempio da seguire non solo per il Giappone, ma per tutte le nazioni del mondo, per la lotta contro la discriminazione sessuale e la violenza sulle donne. Grande Hachi, sto giro ti sei davvero superata!
Mi fa piacere leggere queste parole in un mondo dove il femminicidio, oramai mio malgrado, la fa da padrona.
Tanto da padrona che nel mondo civilizzato ( salvo alcuni Stati ) è sette volte inferiore agli omicidi che trattano uomini ed inferiore al numero di bambini morti a causa delle proprie madri.
Spiacevolmente stupito di vedere in una tale classifiche figure del mondo della moda (e le cui frasi di presentazione sono anche particolarmente agghiaccianti). E spiace anche constatare l'assenza di personalità del mondo della scienza (ok, l'ultima si avvicina, ma non del tutto).
Come sempre gli articoli di Hachi194 sono una miniera di notizie e curiosità che difficilmente riuscirei a trovare altrove, grazie di cuore! Le uniche due personalità che già conoscevo erano la dama Murasaki Shikibu e la povera Sadako Sasaki, quest'ultima grazie ad una lettura di un brano de "Il gran sole di Hiroshima" fatta quando frequentavo ancora le elementari.
@Slanzard forse perche la realta giapponese aldila di qualche caso eccezionale come quelli rappresentati e quella di una societa' estremamente maschilista sopratutto nell campo del lavoro per non parlare di quello politico..Come appare per altro nella breve intervista legata a Kimmie Iwata L unica si puo dire fra le figure presentate legata effettivamente al mondo del lavoro aziendale giapponese
@Slanzard. Cosa ci trovi di agghiacciante lo sai solo tu... Inoltre non vedo perchè si debba avere pregiudizi per il mondo della moda: potrei anche capire se si trattasse di figure attuali, ma ai tempi in cui Hanae Mori (e Coco Chanel) era più in auge la moda voleva ancora dire qualcosa. Complimenti ad Hachi per l'articolo.
Un altro bell'articolo, grazie Hachi! Alcune di queste illustri signore non le conoscevo; mentre stimo molto Murasaki Shikibu, ho letto tutto il Genji monogatari, e Hibari Misora, grandissima artista di cui ascolto spesso le canzoni che tengo sempre sul mio lettore mp3, adoro l'enka!
Una cosa aggiuntiva, che dovrebbe far riflettere e che nessuna dei personaggi presentati e nato dopo i 50 - Non ce nessuno nato dopo quel periodo o in tempi piu recenti che meritasse una qualche menzione, e che potesse dare un idea della situazione giapponese contemporanea ?
@Johnwayne: credo che il motivo sia che per "fare la storia" occorrano anni di duro lavoro ( a maggior ragione se si è donne in un paese con ancora una forte componente maschilista). Quindi sicuramente ci saranno donne forti anche adesso in posti di rilievo ma per entrare nella storia probabilmente dovranno aspettare ancora qualche anno, anche per poter valutare il tutto con la giusta prospettiva.
@Slandard, Le Mysanthrope Tra l'altro il mondo della haute couture - la figura dello stilista d'atelier in senso moderno nasce a metà Ottocento con Charles Worth, couturier dell'imperatrice Eugenia - è stato inizialmente e per lungo tempo dominato da uomini, che disegnavano i modelli per le signore dell'alta società. Alle donne era riservato solo il livello di modista, cioè chi agghindava le signore negli atelier (non erano sartine, ma comunque non le si poteva paragonare a un Worth o a un Poiret, visto che non disegnavano i modelli). Quindi sì, le donne che riuscirono ad affermarsi come stiliste dal dopoguerra in avanti, sono "grandi donne".
E poi la moda è un dato storico e sociale estremamente interessante. Fa parte degli usi e costumi di ogni civiltà e se ne ricavano grandi informazioni sulle società (per non parlare della grande considerazione che le è sempre attribuita, anche a livello simbolico: la moda è a tutti gli effetti parte delle arti suntuarie - poi scioccamente definite "minori" da una storia dell'arte fortunatamente superata - che nel Medioevo e parte dell'Età Moderna erano considerate alla pari, se non di più, di pittura e scultura).
P.S. Un unico appunto. "Shikibu" non andrebbe usato in maniera moderna a mo' di cognome, visto che era la carica di corte ricoperta dal padre (cerimoniere).