All'inizio del Novecento divennero talmente famose, che in Russia furono prese a modello dall'inventore della prima matrioska.
Infatti appena le ho viste mi sono venute subito in mente le bamboline russe! Penso che la scelta di rappresentarle senza braccia né gambe va di pari passo con il vestito che indossano (kimono): questo abito nasconde completamente le gambe e quasi del tutto le braccia, rendendo più semplice il lavoro degli artisti - che però si rifanno abbondantemente nel dipingere le decorazioni degli abiti e i particolari del volto.
Bella l'idea di regalarla ai neonati, un po' complicato farle dell'altezza del bimbo... la bambina dell'ultima foto, però, è da morsi!
@otakuanonimo Non avevo per niente fatto caso alle Kokeshi in Angeloid........è strabiliante la tua vista!!! (in realtà ero preso a guardare i meloni di Ikaros.....non capite male eh intendo le angurie.....ma si dai quelle che porta sempre con se.......vabbè dai fate voi XD)
Mi piacciono tantissimo le kokeshi, infatti ne ho comprate due al Napoli Comicon: ogni anno c'è uno splendido stand con kokeshi, daruma, maneki neko e tanti altri gadgets giapponesi! Perciò avevo letto già alcune notizie a riguardo, solo che non sapevo che i russi avessero preso spunto!
Bellissime! Adoro lo stile con cui sono fatte, molto "minimal", ma davvero particolari! Un esempio di come la bellezza sta nella semplicità delle cose! Tra l'altro non sapevo che le matrioska russe derivassero dalle bambole kokeshi... Grazie Hachi!
La cosa che più mi piace è il sapore unico che le kokeshi riescono a comunicare attraverso la propria nascita e la propria storia. Sono questi gli oggetti più preziosi, non i soliti prodotti franchise delle "big farm" creati in serie non per il piacere di essere creati ma fabbricati "per il piacere" di essere Venduti. Pezzi unici, di manifattura artigiana. Martello e scalpello, non macchinario e stampino. Sono questi gli elementi che caratterizzano nel profondo un paese: fusi nella cultura di un popolo e in grado di rendere esso tale.
Fa pensare sentire persone dire frasi del tipo:"amo il giappone per i suoi gadget". Certo è merce giapponese; ma non sarebbe migliore amare un paese per le caratteristiche sedimentate da secoli nella cultura?
Avevo visto la bamboline in giro, ma non ne conoscevo nemmeno il nome. Ha una lavorazione lunga e complessa, mi piacerebbe tanto possederne una creativa. Magari una con il nome molto particolare, anche questo è piuttosto singolare, il nome dal creatore.
Articolo molto bello ed interessante, come al solito. Grazie Hachi 194! Ho solo un dubbio: tu affermi che le prime bambole Kokeshi sono state realizzate nel XIX secolo, quindi alla fine del periodo Edo. Però nel primo episodio di Sasuke viene consegnata da un Sanada ninja morente proprio una dento-kokeshi al piccolo protagonista, con l'incarico di portarla al castello di Oosaka ed affidarla ai Sarutobi. Immediatamente dopo il suicidio del ninja moribondo Sasuke viene attaccato prima salla spietata kunoichi Kaede, e poi dal di lei padre Hattori Hanzou. In entrambi i casi il protagonista riuscirà a non farsela portare via, per poi scoprire nel terzo episodio che il corpo di quella bambola era in realtà il fusto di un mini cannoncino portatile, di notevole potenza. La cosa che non mi torna è che la vicenda di Sasuke è ambientata all'inizio del periodo Edo (XVII secolo), e più precisamente a partire dall'anno 1615, nel quale si concluse la vicenda dell'assedio del castello di Oosaka, quindi ben duecento anni prima di quanto è riportato nell'articolo. Possibile che Sanpei Shirato, che di solito è molto rigoroso nella narrazione dei fatti e dei dettagli storici, abbia commesso un errore di anacronismo?
Articolo interessante, non sapevo fossero nate come souvenir (pensavo fossero principalmente portafortuna) e non sapevo che la matryoshka (spero si scriva cosi O.o) prendesse spunto da esse! Si impara sempre qualcosa di nuovo
@Monfrin: ho ricontrollato le mie fonti, quelle che trovi al fondo dell'articolo e dicono proprio quello che ho scritto. Mi viene da pensare che sia cmq giusto anche quello che dici tu, nel senso che probabilmente esistevano bamboline simili alle kokeshi anche prima ma non c'era un business dietro, erano prodotte su scala ridottissima magari dal padre per i figli come giocattoli personali e solo nel XIX secolo sono state progettate su più vasta scala.
@Hachi194: Credo che sia come dici tu, probabilmente queste bambole erano meno conosciute e commercializzate prima del XIX secolo. L'unica ipotesi alternativa che mi ¨¨ venuta in mente e che queste forse prima di quell'epoca avessero un nome diverso, per¨° ¨¨ solo una mia congettura, non ho nulla che la possa confermare. Il dubbio mi era venuto anche considerando il titolo originale della seconda puntata di Sasuke: Öi¤Î¤³¤±¤· (Nazo no kokeshi) che tradotto sarebbe all'incirca "il mistero della kokeshi" (Titolo della versione italiana "La bambola").
Come sempre un altro bellissimo articolo, grazie Hachi. Conoscevo già questo particolare prodotto dell'artigianato nipponico e vorrei tanto possederne alcuni esemplari. Mi è venuta in mente una poesia di Banana Yoshimoto che si intitola proprio "Bambole kokeshi", ho anche la versione in pdf, ma se interessa a qualcuno ho trovato il link ad un sito che la pubblica per intero: http://guide.supereva.it/studi_orientali/interventi/2005/02/199327.shtml
Grazie per questo bellissimo articolo, Hachi! Soprattutto la kokeshi raffigurata nell'ultima immagine è davvero bellissima! Le avevo già viste in giro in qualche anime e manga e ora scopro cosa sono e, come sempre, tante belle curiosità ad esse legate e la loro storia, affascinante come quella di ogni oggetto trattato in questa rubrica.