Articolo interessante, anche io fin da piccolo sono stato abituato ad andare a scuola da solo. Detto questo, abito in una cittadina, non so se mi fiderei a mandare mia figlia a prendere una metropolitana da sola, visto soprattutto la mole di maniaci sessuali loli hunter a cui il Giappone ci ha abituato
Molto interessante! Quindi un'altra delle cose che si vedono comunemente negli anime e nei manga, cioè bambini e adolescenti che vanno e tornano a casa da scuola da soli o cmq tra di loro e non con l'auto di mamma e papà è una situazione reale! Io sono sempre andata a scuola da sola: non erano distanze immense ma ero comunque da sola. Come in tutte le cose il giusto sta nel mezzo.
Secondo me dovrebbe esserci una via di mezzo, sempre considerando dove si abita. Manderei i bambini a scuola da soli con il pulmino apposito, sempre sorvegliati dall'adulto/autista, ma non manderei in giro il bambino ilo pomeriggio/sera, ad esempio al super market. Renderli responsabili si, ma ci sono dei limiti. Anch'io andavo con la cuginetta in giro o a comprare il cioè (che vecchiaia), ma non mi allontanavo moltisismo da casa... Ma sempre considerato dove si abita, quartiere e varie distanze... Non mi perdonerei se succedesse qualcosa, mia madre docet...
I sono il tipo che una volta chiusa la porta di casa deve rientrare per controllare se i fornelli sono spenti o che prima di uscire deve accertarsi della posizione del gatto, se avessi una figlia probabilmente perderei dieci anni di vita ora che questa diventasse completamente autosufficiente, perche sono pienamente conscio della ossessione e per il suo bene cercherei di combatterla, per non parlare del fatto che sarei il tipico padre che vizia la figlia.
... e quindi sarebbe possibile che una sedicenne, ampiamente minorenne secondo i canoni giapponesi, se ne andasse in una grande città da sola a cercare lavoro? E non sto parlando di una sbandata senza famiglia, ovviamente. Lo chiedo perché ho letto un manga in cui accade proprio questo e secondo me è assurdo, ma a questo punto cominciano a venirmi dubbi!
Destino, parola usata dai più per sfuggire nella maggior parte dei casi alle proprie responsabilità.
dawnraptor pensandoci ci sono molti manga con questo escamotage...
Utente10941
- 9 anni fa
40
Non so, vivo nella periferia di Roma e mi sono sempre mossa da sola. Ma frequentando ora, da universitaria, Roma molto più da vicino, ti credo che i genitori accompagnino i figli piccoli a scuola! Per gli automobilisti romani sei un essere scomodo, tu che attraversi sulle strisce (pensa se di straforo!), i mezzi pubblici anche nelle stazioni principali sono poco raccomandabili, penso sia indispensabile che i bambini vengano accompagnati e controllati a vista d'occhio..poi, da adolescenti, sarà loro impegno dover crescere mentalmente per abituarsi al pendolarismo.
Io ho iniziato ad andare a scuola da sola quando ho iniziato le medie, i miei genitori mi hanno dato le chiavi di casa e facevo tutto da me. Alle superiori avevo ancora compagne che venivano accompagnate fin sotto il portone della scuola e se dovevano prendere un bus in caso di emergenza, non sapevano minimamente come muoversi. Ammetto che non manderei in giro una bimba di 4 anni, ma già a 7-8 potrebbero iniziare a rendersi indipendenti per le piccole cose, sempre a seconda del contesto in cui si vive (nella mia città ti asfaltano con le macchine anche se sei il pedone più corretto del mondo). Ieri, a scuola, mi è capitato che una bimba di 10 anni mi abbia chiesto se poteva andare al supermercato dietro l'angolo per comprare la merenda: è sveglia e so che se la caverebbe ma le ho detto di no, perché non sapevo se sua madre volesse o meno che la lasciassi andare da sola (poi la signora mi ha detto che va bene, ma non sapendolo, ho preferito tutelare me e lei), io lo avrei fatto ma so che ci sono bambini incapaci di attraversare la strada e genitori che credono di avere figli dementi (o meglio, li crescono come tali). Ricordo che quando ci fu l'ultimo grande terremoto in Giappone ho letto un articolo di un uomo italiano sposato con una giapponese che raccontava come la figlia piccola avesse affrontato la cosa sul momento; mi è rimasta impressa una frase riferita al momento in cui i bambini si erano nascosti sotto i banchi. Era circa: "i bambini non pregano, gli viene insegnato a non credere nei miracoli, piuttosto a realizzarli da sé". Forse non va bene responsabilizzare troppo i bambini, ma credo che i bimbi italiani (anzi, i loro genitori) dovrebbero imparare un po' da quelli giapponesi, anche per il modo in cui si affronta la morte, odio che anche se sei un mammalucco di 15 anni ti venga detto "no, non venire al funerale, sono cose brutte"...e grazie che sono cose brutte ma mica possiamo nasconderle a vita!
Aaaah ricordo anche di una mangaka che in un free talk del suo manga (non ricordo assolutamente quale) raccontava che quando faceva le elementari andava a scuola con il fratellino percorrendo un percorso di un'ora a piedi, solo andata! Impensabile per noi una cosa simile! Il bello era che raccontava la cosa per focalizzarsi sul fatto che sulla via del ritorno al fratellino scappasse sempre la pipì e dovesse farla tra le frasche! XD
Ricordo di aver visto un riferimento a "La mia prima commissione" in una serie animata, non ricordo esattamente quale, ma se ne parla anche un episodio di Detective Conan.
Articolo interessante, da tenere a mente che tra la cultura occidentale e quella asiatica c'è un'abisso, abisso che può avere lati positivi o negativi a seconda di come lo si guarda.
Insomma da un lato è lodevole che un bambino impari ad essere indipendente almeno nelle cose essenziali ma dall'altro c'è da mettere in conto che l'umanità è composta da individui diversi. Poco tempo fa su questo stesso sito fu pubblicato un'articolo su quel famoso serial killer che rapiva bambine per torturarle, abusare di loro e poi ucciderle.
Cosa voglio dire? Alla fine i bambini rimangono bambini e difendersi da un potenziale pericolo più grande di loro risulta impraticabile. Quindi se in parte ammiro questa tendenza a lasciare i bambini da soli al fine di rendere meno "traumatico" il passaggio alla maturità dall'altro non so se io ne sarei capace, anzi dubito fortemente che ne sarei capace.
Magari in Giappone le cose funzioneranno diversamente ma con tutto quello che accade ogni giorno sia in Italia che nel mondo... beh francamente non parlerei di mancanza di fiducia nei confronti di un minore, quanto nei confronti della gente che potrebbe incontrare... e si sa che di squilibrati il mondo è pieno, inutile fare finta che viviamo nel mondo delle favole.
Io sono cresciuta con dei genitori iperprotettivi, davvero in maniera ossessiva. Ho sempre pensato che, se mai fossi diventata madre, avrei evitato di commettere lo stesso errore. Leggere un articolo dove si tratta di uno stile di vita completamente diverso da quello che ho avuto io, ovviamente mi fa uno strano effetto. Forse in Giappone è davvero possibile che i bambini si responsabilizzino così in fretta ma qua, in Italia, un bambino che prende il treno da solo mi sembra follia. Credo comunque che si possano trovare ottime vie di mezzo, perché se è vero che "l'intera società giapponese dovrebbe riorganizzarsi nel caso i genitori decidessero di accompagnare a scuola i propri figli.", in ugual modo dovremmo riorganizzarci da noi, nel caso opposto.
Da bambino / ragazzo che è stato accompagnato in macchina a scuola fino alla quarta liceo, che non ha potuto usare un autobus da solo prima dei 16 anni e che veniva accompagnato in macchina persino a catechismo che era a 5 minuti a piedi da casa, sono favorevole alla maggiore responsabilizzazione fin da piccoli, perchè più si aspetta più diventa poi difficile diventare autonomi.
Questo articolo comunque aiuta meglio comprendere la facilità con cui Tsutomu Miyazaki raccattava bambine sole per strada...
Utente42820
- 9 anni fa
40
Il caso del video è esagerato. 4 anni a prendere treni su treni? Per me è impensabile. Trovo che un'indipendenza troppo ''precoce'' non sia del tutto sana. Secondo me l'ideale è 8/9 anni. Non so spiegare bene il perché, mi da un senso di disagio vedere una piccolina che gira da sola. E comunque, può essere indipendente quanto vuoi, ma se un giorno becca il malintenzionato di turno a casa di sicuro non ci torna. In questi casi la presenza del genitore ci vuole, per evitare i pericoli. Allo stesso modo è esagerato il nostro di comportamento, che tende troppo a proteggere i bambini. Non solo nell'andare a scuola, anche nella vita di tutti i giorni. E non parlare di questa cosa perché i bambini, e non trasmettere questa cosa in TV perché i bambini, e non pubblicizzare questa cosa perché i bambini, e se il figlioletto fa domande non spiegare perché è un bambino... Troppi tabù, troppe cose nascoste, oserei dire. Ci vorrebbe una via di mezzo, ma penso sia impossibile da raggiungere.
Dato che tutti raccontano, lo faccio anche io: Sia elementari che medie sono stata sempre accompagnata. Un po' per via di genitori un po' protettivi, un po' perché il mio senso dell'orientamento è pari a zero. (Vivo in un paesello di neanche 2mila abitanti da qualche parte nella Pianura Padana, e nonostante abbia tre vie in croce riesco a perdermici. >.>) Comunque, a Settembre ho cominciato le superiori, e inutile dire che si trovano in una cittadina, ben più grande del mio paesello. Il viaggio prevede di prendere un pullman. Prendo, vado, arrivo... e sbaglio fermata. Ne ha tre, io devo scendere all'ultima, e invece quel giorno sono scesa alla prima. Alla fine, grazie all'aiuto delle persone del posto, son riuscita ad arrivare a scuola, ma ho dovuto girare mezza città. :'D Questa esperienza mi ha segnata, ora infatti la strada pullman-scuola la potrei percorrere ad occhi chiusi. E di certo non sbaglio più la fermata! Quel giorno però mi son sentita parecchio inesperta, terrorizzata e ''piccolina''. T.T
Argomento che tocca in punto che mi sta molto a cuore e che su cui ho un'opinione fortissima: fanculo il sistema italiano! Scusate l'espressione forte ma quando ci vuole ci vuole. Mi da' un fastidio enorme la differenza tra il pericolo percepito (che e' infinito) e quello reale che e' pressoche' nullo. Quindi per evitare un pericolo fittizio si infliggono danni gravissimi ai bambini, che rischiano di diventare adulti che hanno paura di tutto e genitori iperprotettivi, trasmettendo il danno alle generazioni successive.
La possibilita' per un bambino italiano di finire sotto le mani di un pedofilo e' molto piu' bassa di quella di vincere alla lotteria di capodanno, inutile stare a angosciarsi. Pure la probabilita' per un bambino di finire sotto una macchina e' molto piu' bassa di quello che si pensa, e' una potenzialita', mentre il danno di crescere una persona ansiosa e' vigliacca e' molto piu'certo e pericoloso. E' un gravissimo problema che affligge le nuove generazioni. Nel passato questo problema non esisteva, per esempio io sono andato a scuola da solo fin dalla seconda elementare, in bicicletta e su di una strada trafficata. Non mi e' mai successo nulla. A quell'epoca (fine anni settanta) piu' o meno tutti nella mia classe andavano a scuola da solo, chi veniva accompagnato rischiava di venire sfottuto come mammoletta. Adesso le cose sono cambiate completamente. Ai miei tempi la parola "attacco di panico" neanche esisteva, mai sentito nessuno che l'avesse avuto. Adesso sembra che meta' dei ragazzi ne soffra, pure in eta' da scuola secondaria. Coincidenza? Mah, forse si' e forse no. Certo e' piu' facile imparare a cavarsela da soli a 7 anni che a 17 se non si e' mai fatto pratica prima.
Io su questo farei come i giapponesi, senza se e senza ma.
"la probabilita' per un bambino di finire sotto una macchina e' molto piu' bassa di quello che si pensa"
@micheles: Hahahaha, se, certo, te la sei sognata di notte. Non so tu dove vivi ma io sono di una piccola città del nord che risulta sempre tra le più vivibili in Italia, ebbene persino qui la gente quando ti vede attraversare sulle strisce invece di rallentare accelera per passare prima di te, causando numerosi incidenti. Una volta stavo passando in bici e un genio in motorino ha accelerato, nel momento in cui si è reso conto che non sarebbe mai passato ha inchiodato ed è scivolato per 5 metri fino ad arrivare quasi dove mi trovavo io, in mezzo alle strisce incredulo della scena vista. Per non parlare di quelli che stanno al telefono, fumano, guidano dopo che hanno bevuto e semplicemente non guardano la strada.
Ci manca solo che mandi mia figlia in giro da sola in sta giungla. Magari quando va alle medie.
Eppoi non conterei troppo sulla bassa quantita di maniaci, solo perchè i casi di sparizione non vengono registrati come rapimenti. Dove pensi che finisca la maggiorparte delle persone scomparse, se non nella cantina di qualcuno? Al paese della cuccagna?
Ci sarebbe un sacco di roba da dire, trovo riscontro anche io sulle molte esperienze che sono state esposte.
Non mi sento però di condannare questo iperprotezionismo che si è venuto a creare nel passare degli anni...perchè di fondo trovo giustificabile (in parte) la paura che può provare un genitore nel perdere la cosa più preziosa. Che poi si sia trasformato tutto in una esasperante tutela e altro discorso...
Aggiungo anche che in Italia esiste anche il reato di abbandono di minore.. (questo per allargare i discorsi e come spunto)
====================== (parentesi tra le parentesi) Comunque responsabilizzare il proprio figlio non significa dargli in mano un cellulare ad età scolare....questo l'ho dico perchè credo sia educativamente una delle peggiori cose che si possa fare.
@micheles: Sulla questione "finire sotto una macchina" avrei molto da ridire. Non so dove abiti ma dalle mie parti se non hai mille occhi aperti finisci con l'investire un bambino al giorno, considerando poi che casa mia è vicino ad una scuola non ti dico l'ansia che mi viene quando devo mettere l'auto in garage visto che alunni delle medie di ogni tipo a volte quasi mi scavalcano... con tutta l'auto. Ma ciò succede in tutto il mio paese (Pompei) nell'ora di punta.
Che ci siano molte questioni dalle quali imparare dai giapponesi sono d'accordissimo ma questo è un'argomento assai delicato. I giapponesi estremizzano un pò troppo e un pò tutto specie quando si parla di responsabilizzarsi. Io non starei tranquillo a mandare mio figlio (semmai ne avrò) lontano utilizzando i NOSTRI (ma anche quelli giapponesi, pur se di un'altro mondo in quanto a sicurezza) mezzi di trasporto.
Insomma parliamoci chiaro, è pur sempre di bambini che parliamo. Persino io o un'altra persona anche più adulta rischia un incidente, od altro, durante lunghi percorsi da solo senza la dovuta attenzione. Un bambino si distrae facilmente, molto più di un'adulto. Non hai idea di quante volte mi sia capitato di ammonire dei genitori in mezzo ad una strada quando i loro figli prendevano roba da terra o cominciavano ad allontanarsi... e qua oserei dire, che figura di m**da per loro.
E' tutta una questione di educazione, è chiaro, ma spesso non basta. Siamo umani d'altra parte, non macchine esenti da errori ed è per questo che i genitori o i tutori sono TENUTI ed hanno il DOVERE di guidarli fino ad un certo punto o ad una certa età (a mio modo di vedere fino agli 8-9 anni). E poi essere accompagnati dai genitori a scuola non è nulla di vergognoso, pertanto "mammoletta" un paio di palle, abbi pazienza.
Io ho iniziato ad andare a scuola da sola e a fare piccole commissioni in seconda elementare, era la norma a quei tempi (però si parla di un piccolo paese, suppongo fosse diverso nelle città), adesso invece le cose son cambiate (basta vedere gli ingorghi di traffico che si formano in prossimità delle scuole negli orari di entrata e uscita). Certe volte mi sorprendo quando parlo con qualche mamma: conosco chi fa ogni giorno da autista ai figli che frequentano le superiori e pure chi ha il figlio tredicenne che ha così paura di stare da solo in casa da non uscire nemmeno in giardino quando capita. Forse è vero che c'è stata una progressiva campagna mediatica per spaventare i genitori col risultato di togliere autonomia ai bambini. Però non trovo ideale neanche tutta l'indipendenza dei bambini giapponesi, è giusto dare fiducia e autonomia ma a piccoli passi, certe volte ho l'impressione che siano un pò abbandonati a se stessi con tutta questa libertà d'azione.
ShinXela
- 9 anni fa
40
Partiamo dal presupposto che io sono molto vecchia...quando andavo io alle elementari, molti dei miei compagni andavano da soli a scuola. Mia madre invece mi ha sempre accompagnata, essendo un genitore attento e premuroso a 360 gradi. Bisogna tenere in conto il fatto che l'Italia di oggi e' molto meno sicura, sotto molteplici punti di vista. Trovo alquanto fastidioso comunque il fatto che oggi molti di quei genitori tanto "apprensivi" che accompagnano i figli a scuola, sono assenti per tutto il resto. Vedi infatti bimbetti di 9/10 anni in giro fino a tarda sera, a bighellonare con le loro bici, e pure con la sigaretta in bocca ( e l'immancabile telefonino...evidentemente a molti di questi genitori basta che il figlioletto sia rintracciabile, per lasciarlo rincasare quando vuole e restare in giro a fare le peggio cose). Molti genitori giovani di adesso sono in questo modo: apprensivi nella forma, totalmente menefreghisti nella sostanza.
Non si possono fare paragoni tra l'Italia e il Giappone per quanto concerne la sicurezza dei bambini. Il Giappone è un paese sviluppato, l'Italia no.
Io ho incominciato ad uscire di casa da solo a 12/13 anni, e in men che non si dica mi sono beccato gente che faceva il gioco del motorino, ovvero cercava di prendermi sotto con la motoretta mentre attraversavo la strada, per pura cattiveria fine a sé stessa e/o stato di ebrezza.
Ai giardinetti pubblici mi beccavo fior fiore di drogati e pusher, che giravano indisturbati nei parchi gioco.
Insomma, ci siamo capiti.
Se avessi un figlio/a piccolo in questo paese non lo farei uscire mai da solo, almeno sino a 17 anni. Fossi in Svizzera o in un paese civile, il discorso sarebbe diverso.
Alla fine la via di mezzo è la migliore, ma dovendo scegliere preferisco il metodo giapponese che quello attuale occidentale. Personalmente venivo accompagnata a scuola solo fino alle elementari, mentre alle medie avevo un paio di compagne con cui andavo a scuola (a me toccava il tragitto più lungo, quindi inizialmente partivo da casa da sola). Con il tempo l'iperprotettività e l'ossessione verso i figli è degenerata e si vede che le ultime generazioni stanno crescendo dentro le campane, viziati e spesso incapaci di darsi da fare da soli. Porto ad esempio solo un episodio della figlia di dieci anni di un'amica. Premettendo che nonostante i miei erano protettivi ma in maniera molto accettabile e che non mi permettevano di andare in gita scolastica se si trattava di dormire fuori casa (mi son persa così alcune gite T_T), questo episodio è emblematico e grottesco XD In pratica la ragazzina per la prima volta andava in gita mancando per tutta la giornata. La mia amica, e anche le altre mamme, ha ossessionato maestre e figlia tramite whatsapp per sapere dove erano arrivati, cosa facevano, se erano ancora vivi, ecc XD La ragazzina, per perculare la mamma ossessiva, le ha detto a un certo punto che avevano avuto un incidente, ma non era vero. Il tutto condito da risate l'indomani mentre mamma e figlia me lo raccontavano -_-'
Io credo che a prescindere dal paese in cui ci si trova si debba fare attenzione ai propri figli. Non dico di utilizzare metodi oppressivi (chiamate ogni 30 secondi, divieto di uscire con amici, coprifuoco militare, ecc.) però l'indipendenza viene man mano, con la maturità (che ovviamente vien fuori da una buona educazione da parte dei genitori, naturalmente). Oh ma ci vogliamo rendere conto che un bambino di 5 anni, ma anche di 10 o 13 anni, non ragiona come un'adulto di almeno 30-40 anni?...
Certo, un Paese così sviluppato che due genitori se ne fottono bellamente se la loro figlia di sette anni perde il treno. Va beh, tanto torna a casa in qualche modo no? Chissà, magari sarà anche questo forte amore familiare ad aggiungersi alle cause che fanno del Giappone il primo Paese al mondo per suicidi minorili.
Io ho incominciato ad uscire di casa da solo a 12/13 anni, e in men che non si dica mi sono beccato gente che faceva il gioco del motorino, ovvero cercava di prendermi sotto con la motoretta mentre attraversavo la strada, per pura cattiveria fine a sé stessa e/o stato di ebrezza.
Ai giardinetti pubblici mi beccavo fior fiore di drogati e pusher, che giravano indisturbati nei parchi gioco.
Insomma, ci siamo capiti.
Si è capito che vivi nel Bronx.
l'indipendenza viene man mano, con la maturità (che ovviamente vien fuori da una buona educazione da parte dei genitori, naturalmente) ma ci vogliamo rendere conto che un bambino di 5 anni, ma anche di 10 o 13 anni, non ragiona come un'adulto di almeno 30-40 anni?...
Alla buon ora, qualcuno se ne accorge. Che poi, ok tu bambino a 7 anni vai a scuola da solo per lunghe tratte, figo, ma i genitori alla fine della fiera cosa sanno del loro figlio? Cacchio, l'andare a prendere il figlio a scuola è uno dei modi migliori per rendersi anche conto che gente frequenta il bambino, magari ti fermi un pò a chiacchierare con le maestre o con i genitori degli altri bambini tanto per rendersi conto ( in caso di pernottametti da amichetti ) con che genere di gente lasci tuo figlio.
Che bei tempi gli anni settanta! Quando mia madre mi mandava a comprare le sigarette per mio padre, oppure l'amaro e gli alcolici, e me li vendevano senza problemi, anche se avevo otto anni! Adesso invece vige il terrorismo, si fa credere ai genitori che i figli siano esposti ai rischi piu' grandi possibili e si vieta tutto, ottenendo ovviamente l'effetto contrario.
PS: non ho mai fumato in vita mia e sono quasi astemio.
Servizio interessante Mi accodo a chi dice che dipende da situazione e situazione, ma sopratutto anche dal carattere dei bambini... ci sono bambini che a 5 anni sono sveglissimi e altri che invece si vede che sono dei tontoloni (niente di strano visto l'età XD), però insomma, bisogna anche vedere il carattere di un bambino. Per esempio se mio figlio fosse super ingenuo, da madre avrei paura... in giro c'è gente che ti avvicina con qualsiasi scusa e per quanto puoi insegnargli qualcosa purtroppo il male è sempre dietro l'angolo! Io ho iniziato alle medie ad andare da sola e anche i miei fratelli, ma almeno nella mia città mi capita spesso di vedere bambini intorno ai 7-8 anni che gironzolani da soli (magari vanno al bar o a farsi un giro, ma solitamente in estate...)
@Fm35 A differenza degli altri, in parte concordo con te xD ma c'è anche da dire che secondo me per loro è una scusa questa cosa dell'indipendenza, non hanno tempo e basta. Inutile che continuiamo girarci intorno con tremila cose, genitori che lavorano tutto il giorno dove lo trovano il tempo di accompagnare i figli a scuola?
@NatsukiNagoya: Riguardo alla questione della mancanza di tempo più che della questione "indipendenza" da parte dei genitori mi trovi pienamente d'accordo, in effetti ci avevo pensato ad articolo concluso. Ricordiamo che i ritmi lavorativi giapponesi sono al limite dell'umano, se n'è scritto spesso ed ampiamente anche in passato.
Ora potrete pensare che sia ingenuo da parte mia ma a questo punto accosterei al fatto che negli anime i bambini vanno a scuola da soli il fatto che i genitori di questi ultimi si vedono di rado o per niente. Ricordate K-ON? Durante 3 anni di scuole superiori delle 5 ragazze non si è mai vista l'ombra di un padre o di una madre, MAI. I genitori di Yui erano sempre in viaggio e a tutte le festività e cerimonie (natale, ultimo dell'anno, cerimonia del diploma, ecc.) non sono mai state con le figlie... solo nel film appaiono per un paio di minuti. Ma K-ON è solo un'esempio, se fate mente locale trovate un'altra infinità di opere con queste caratteristiche, e non venitemi a dire che è per dare risalto ai personaggi principali che non ci crede nessuno.
Ripeto, sembrerà ingenuo ma a questo punto devo pensare che ciò che vediamo negli anime risulti abbastanza coerente con la realtà della vita quotidiana giapponese.
E sappi che le violenze e il bullismo ormai ci sono pure nei quartieri "per bene", non solo in quelli come il bronx.
Sappi che le violenze ed il bullismo sono fenomeni RARI, e stando a fonti ufficiali ( non Studio Aperto ) l'Italia è uno dei Paesi più sicuri del mondo ma si sa, la violenza fa audience e dunque vai di terrorismo psicologico 24 ore su 24. Ah, il Giappone a bullismo è messo peggio dell'Italia.
Fonte: vita vera, non chiacchere alla Maria de Filippi.
Ovvero fonte: La mia vita che vale come statistica ufficiale.
a c'è anche da dire che secondo me per loro è una scusa questa cosa dell'indipendenza, non hanno tempo e basta. Inutile che continuiamo girarci intorno con tremila cose, genitori che lavorano tutto il giorno dove lo trovano il tempo di accompagnare i figli a scuola?
Il Giappone è uno degli Stati in cui l'occupazione femminile è minima, la maggior parte delle donne sposate è casalinga ed al riguardo non sono rare le notizie di mobbing verso le donne sposate che lavorano affinchè si licenzino per far posto a "carne giovane" per andare a curare il marito ed i figli come la società vuole.
Per come la vedo io le donne (giapponesi) sposate casalinghe hanno ben poco di cui occuparsi visto che vivono in una casa di 3metri x 2 e il marito è fuori casa 14 ore al giorno, sempre se torna almeno per dormire, quindi non hanno nemmeno chissà che faccende domestiche di cui occuparsi... secondo me come posizione fa comodo anche a loro, sarà pure un modello di società che da loro va alla grande ma trovo impossibile pensare che il 90% di queste donne rinuncino a una carriera perché glielo impone la società, evidentemente fa comodo anche a loro farsi mantenere da una persona che non vedranno praticamente mai, lol, e non intendono più di tanto cambiare questo stile di vita. So anche io di questa cosa ma se già a 5 anni mandano i figli a scuola da soli (e pure le ore scolastiche sono tante), e il marito non c'è mai, praticamente cosa ti sposi a fare se non vedi mai la famiglia? Cosa avranno mai da fare queste donne casalinghe a parte cucinare per se stesse e pulire quei due metri di stanza che si ritrovano? E' un controsenso, ma va beh questo è off topic ò.ò
In realtà ho sempre pensato che i bambini andassero a scuola da soli proprio perché entrambi i genitori dovevano lavorare durante il giorno. In ogni caso le case in Giappone saranno pur di dimensioni un po' più ridotte rispetto alla norma, ma pulirle resta comunque difficile. Inoltre il lavoro di una casalinga non consiste solo nel pulire e cucinare, ma anche lavare i vestiti e quello porta via molto tempo, anche avendo a disposizione una lavatrice.
Io non mi fiderei mai a lasciare andare a scuola da sola una bambina così piccola. Anche io andavo e tornavo da scuola senza i miei genitori ma facevo le medie, mica la prima elementare. L'ideale sarebbe trovare una via di mezzo.
Sicuramente dipende dalle varie e diverse situazioni, ma credo che una via di mezzo sia sempre l' ideale. Io, essendo vicina ad elementari e medie, ho cominciato ad andarvi da sola in terza elementare, i primi mesi mia mamma faceva con me un pezzo di strada e poi mi faceva continuare da sola tenendomi d' occhio, poi ha smesso ed infine quando frequentavo la quinta ho avuto anche il permesso di accompagnare la mia sorellina da sola. più o meno alla stessa età ho cominciato a fare piccole commissioni. Dalle superiori, che invece erano lontane, mi sono sempre arrangiata senza problemi, appunto essendo stata abituata. Detto questo ammiro il Giappone sia per questo tipo di educazione che per la sua sicurezza, vorrei che vedere una bimba tanto piccola prendere treni da sola fosse normale anche qui, ma non lo sarà mai. E non perché l' Italia sia in occidente, ma solo perché nel tempo è diventata sempre più pericolosa. Mia nonna da bambina andava a scuola da sola con i fratelli, e si facevano tre chilometri a piedi all' andata e al ritorno ogni giorno! Ora sarebbe impensabile, purtroppo, perché abbiamo una micro-criminalità spaventosa, a differenza del Giappone. Comunque @dawnraptor, non è un' utopia, in germania è comune andare a vivere soli a 17 anni. @Fma mi dispiace contraddirti, io ho 18 anni e sono quindi appena uscita dall' età di potenziale bullismo. Ne sono stata vittima per 6 anni, così come il 75% dei miei amici, alcuni di loro anche per più tempo. In Italia il bullismo è spaventoso.
Io ho cominciato ad andare a scuola da sola a 11 anni, e vivendo in una citta' di medie dimensioni, non mi sono mai sentita in pericolo. Certo il Giappone e' un paese che come microcriminalita' e sicurezza sociale e' molto piu' avanti dell'Italia, quindi capisco il desiderio dei genitori giapponesi di rendere indipendente il figlio il prima possibile. Qui io non penso proprio manderei in giro il figlio/a di 4-5 anni, pero' allo stesso tempo non farei la classica mamma italiana iperprotettiva, secondo me intorno ai 10 anni va piu' che bene per uscire di casa da soli.