Penso che siano a volte fastidiosi né più né meno dei fanboy/fangirl di qualsiasi altra cosa (dai film agli scrittori, dalla musica ai grandi marchi): certamente non si tratta dei migliori interlocutori per una disquisizione intelligente che possa tangere anche minimamente gli idoli in questione, considerando la predisposizione a negarne i difetti, soverchiandoli con i pregi, veri o presunti. Se è vero che al fanatismo affiancano anche una scarsa conoscenza della materia (con atteggiamenti da poser, magari), questo non depone certo a loro favore. Tuttavia, ognuno ha il diritto di appassionarsi, anche follemente, a ciò che più lo aggrada, quindi, ben venga, se hanno scelto il Giappone come elemento focale del proprio interesse.
Ho visto questo video l'altro giorno (i video di Yuta sono quasi sempre molto interessanti, chi non lo conosce dia un'occhiata al suo canale! c:), e devo dire che a me ha colpito soprattutto il senso di mezzo nazionalismo che hanno gli intervistati, che sono giovani/giovanissimi oltre tutto... e lo stupore davanti all'idea di 'rinnegare' il paese d'origine. Sarà che noi italiani abbiamo fatto dell'idealizzare i paesi stranieri uno stile di vita, ma dubito che qui da noi qualcuno, a maggior ragione un giovane, si porrebbe il problema di pensare "sì, è una parola dal senso negativo, soprattutto perchè così facendo rinnega la sua patria e non è molto carino verso il paese!"... è un concetto che mi ha fatto un po' sorridere, fra tutti i lati negativi della parola hanno inquadrato e ingrandito quello minore!
Personalmente l'ho sempre ritenuto un termine che mi infonde tristezza... ma non nei riguardi dei soggetti verso cui è rivolto, ma verso coloro che lo utilizzano... la motivazione è molto più semplice e lampante di quanto uno possa credere, termini come questo nascono da chi desidera mostrare la propria superiorità su un altro individuo dimenticandosi (forse per non intaccare la propria autostima?) che la conoscenza di qualsiasi cosa deriva dall'esperienza e dal tempo dato che nessuno ha tutte le conoscenze a portata di mano prima di averle apprese. Quindi è "il vero appassionato", come viene definito nell'articolo, ad utilizzare queste etichette, un modo per esorcizzare l'ignoranza naturale da cui ogni individuo passa quando si avvicina inizialmente ad un hobby.
Ovviamente ci sono al mondo persone più o meno intelligenti, persone che desiderano colmare le proprie lacune mentre altre non le considerano fondamentali per la propria crescita personale, quindi ci saranno persone che non indagheranno mai sui pro ed i contro della loro passione, ma una cosa è certa, l'essere umano tende a proteggere quello che ritiene importante a prescindere dalle sue reali conoscenze, quindi solo una persona ignorante tradurrebbe un messaggio per esempio al servizio delle iene del tipo "Il Giappone non è come lo avete descritto" in un "Il Giappone è perfetto".
In conclusione il giappominkia è di norma un periodo di transito, un fenomeno che sicuramente esiste, ma che spesso viene ingigantito ed applicato con troppa facilità, spesso probabilmente si potrebbe parlare di semplice ignoranza o stupidità generica. Questo giro mi sa che riceverò una valanga di pollici rossi XD
In realtà gli unici che meriterebbero di essere odiati è chi si permette di disprezzare gli altri, chiamandoli appunto giappominkia. Chi ama porsi sopra il prossimo, sentirsi migliore, probabilmente insicura di se stessi in real life e che sente il bisogno di mettersi in mostra per chissà quale motivo.
Per le persone fanatiche di qualcosa, che sia il Giappone o altro, sicuramente risultano tediose e difficilmente gradevoli in una discussione, visto che faticano a capire che l'interlocutore potrebbe non essere interessato. Se poi è palese che sono poco informati, non fanno bella figura. Ma ok, credo che il tutto esuli dal termine giappominkia, è una cosa generica e probabilmente è una fase che in tanti passano.
Il problema è che su internet è bello farsi vedere fighi e superiori smerdando il prossimo.
"Il problema è che su internet è bello farsi vedere fighi e superiori smerdando il prossimo. "
Più che essere bello è che risulta estremamente facile, ma non solo dietro un monitor. Molte persone indossano maschere sociali per innalzarsi o integrarsi, sul web la questione è alla portata di chiunque, senza limiti d'età.
Se gli americani non si fossero inventati il termine "weeaboo", difficilmente noi avremmo avuto l'equivalente italiano (molti per sentirsi ancora più fichi usano la parola inglese). Questo è un grave indice di quanto siamo suscettibili all'influenza a stelle e strisce, che ci dice anche a quale cultura sia "cool" (uso un termine inglese intenzionalmente) o meno interessarsi.
P.S. Seguo anch'io il canale di Yuta, infatti avevo già visto questo video. Tocca sempre dei temi curiosi ed interessanti.
@shinxela se la gente usa "weeaboo" invece di "giappominkia" è perchè giappominkia è una parola sconosciuta al contrario di weeaboo che è molto più comune trovare su internet.
Avevo visto anche io il video qualche giorno fa. Carino, ma come commentava qualcuno (se non ricordo male), gli intervistati rispondono così perché non hanno mai incontrato di persona un weeaboo.
Per me è tutto indifferente, ma quando vedo un quindicenne che non ha mai letto nulla sulla vita in Giappone (e c'è da dire che qui su AnimeClick di articoli ce ne sono, e ho un passato di letture tra RubriKeiko e altri articoli su LodossMag) voler dimostrare di saperne più di gente che in Giappone ci va spesso, lì non è questione di essere giappominchia, è questione di mancare di rispetto.
Riguardo al nazionalismo mancante in Italia, finchè ci saranno così tante disparità tra le varie regioni non ci sentiremo mai una nazione unica per davvero, soprattutto finchè vedremo lo Stato come un ladro e non capiamo che siamo una nazione MOLTO giovane.
ShinXela
- 9 anni fa
36
@Mael: chiediti se sia legittimo che quel termine sia diventato così diffuso anche da noi quando è nato in America, Paese che col Giappone ha una storia molto diversa dalla nostra. Non meraviglia che ci sia da loro una resistenza alla diffusione della cultura giapponese, in quanto si va dai violenti scontri della seconda guerra mondiale, alla rivalità degli anni 80, durante i quali gli States si sentivano minacciati dalla forza economica del Giappone, ed anche Hollywood sfornava film anti-nipponici a nastro nel contesto di una propaganda anti-giapponese. Il Japan bashing si può definire una costante nella storia americana, perfino Trump ne sta rifacendo uso, parlando come se il Giappone fosse ancora quello economicamente forte degli anni 80. Gli italiani hanno sempre seguito acriticamente le mode d'oltreoceano, e parte di loro si sono allineati anche al Japan bashing, semplicemente perché fa figo, senza sapere neanche da quali sentimenti protezionistici e nazionalisti sia nato in America. Nessuno ne ha mai fatto una tragedia se qualcuno "vuo' fa l'Americano", ma se "vuole fare il Giapponese", è un dramma.
Anche a me farebbe piacere sapere che ci sono stranieri a cui piace l'Italia, ma appunto perché sono io italiana e questi presunti fan non si accanirebbero mai contro di me. La cosa é diversa in una conversazione tra un vero appassionato e un weeaboo tra loro ce ne sono molti di aggressivi pronti a difendere il Giappone da qualsiasi accusa a tutti i costi. Molte volte é difficile evitare che la discussione esploda in un litigio. Quante volte vi é capitato di leggere commenti su facebook in cui degli utenti insultavano delle persone semplicemente per il fatto che avevano detto qualcosa su cui non erano d'accordo? A me tante. L'esempio più evidente che mi viene in mente é una discussione che é nata qualche anno fa sulla definizione di manga. Tra di essi c'era qualcuno che li considerava tutto sommato come dei fumetti anche se diversi da quelli americani e in risposta a questo commento sono stati inviati un sacco di insulti, alcuni molto pesanti. Il motivo per cui non riesco a sopportarli é proprio per questa loro aggressività e per il fatto che non riescono ad accettare le opinioni altrui.
ShinXela
- 9 anni fa
27
"Poser"...in italiano sarebbe? Spero di riuscire ad indurre un certo tipo di riflessione, ma temo che il mio intento non venga colto.
Edit: a chi si trova in disaccordo col mio primo commento, vorrei fare osservare come già negli anni 90 ci fossero persone "fanatiche" del Giappone in Italia, ma non esisteva un termine dispregiativo verso di loro. Quando verso fine anni 90-inizi 2000 in America esplose il fenomeno Pokemon, e Douglas McGray coniò il concetto "Cool Japan" nel 2002, a seguire iniziò anche a diffondersi una resistenza verso la cultura pop nipponica, di cui il termine "Weeaboo" è l'espressione più lampante.E l'Italia abbraccio' questo nuovo atteggiamento senza capirne i retroscena culturali, strettamente americani.
Utente41523
- 9 anni fa
70
Sentir parlare di "veri appassionati" a me sembra una sorta di Snobismo, paradossale se viene da altri amanti della cultura giapponese, da sempre visti di cattivo occhio dal resto del mondo.
Per il resto la figura dei "Giappominkia" di sicuro non è un modello da seguire, ma a me personalmente non fanno nè caldo nè freddo.
@ShinXela: perchè tirare in ballo Trump e la propaganda quando parliamo di semplici parole? La connotazione negativa di "weeaboo" non è diversa da quella di "giappominkia", e deriva principalmente dal comportamento delle persone alle quali questi nomignoli vengono riferiti, per la loro ossessività nell'esaltazione del Giappone. Non nego che magari in origine weeaboo potesse avere significato propagandistico, ma siamo nel 2016, ora viene usato come insulto contro gente esageratamente appassionata di un proprio hobby e la connotazione nazionalista è stata persa col tempo. Il termine è diventato molto utilizzato qua per il semplice fatto che lo ritroviamo molto (spesso senza significato negativo) su tutti i principali siti dove si discute di anime/manga, dove ovviamente si parla inglese. Di certo non ci hanno fatto un lavaggio del cervello Trump e compari contro il Giappone. Capisco che non sia eticamente piacevole che la lingua italiana venga mescolata con quella inglese, ma è inevitabile.
Uso internet principalmente in lingua inglese, quindi ho più familiarità con il termine weaboo e sinceramente maldigerisco questa mania di aggiungere -minchia alla fine di una parola per ridicolizzare una categoria.
ShinXela
- 9 anni fa
27
@Mael: ora vado a cena, vediamo se più tardi riesco a risponderti, e possibilmente non al cellulare, come ho fatto finora, dato che mi trovo meglio al pc. Una breve nota: le "semplici parole" hanno una storia alle spalle, sono il riflesso di sviluppi e condizionamenti culturali su cui vale la pena riflettere. Anche capire perché sia "inevitabile" accettare certe contaminazioni, anche nel linguaggio, piuttosto che altre, è di profondo interesse per chiunque voglia andare oltre l'ovvio, nella fattispecie "quanto ottusi possono essere i giappominkia".
Meglio essere giappominkia che realityminkia, talentminkia, calciominkia, consoleminkia, smartphoneminkia, socialminkia e peggio di tutti bimbominkia. Perchè è meglio essere fanatici di una cultura che di cazzate.
L'esempio più evidente che mi viene in mente é una discussione che é nata qualche anno fa sulla definizione di manga. Tra di essi c'era qualcuno che li considerava tutto sommato come dei fumetti anche se diversi da quelli americani e in risposta a questo commento sono stati inviati un sacco di insulti, alcuni molto pesanti.
La cosa divertente è quando fai notare che in Giappone la parola manga significa "cartoni" portando tanto di esempi... le reazioni
@ANTICONFORMISTA Meglio non vivere un hobby in maniera ammorbante per gli altri. Punto.
"Tra di essi c'era qualcuno che li considerava tutto sommato come dei fumetti anche se diversi da quelli americani e in risposta a questo commento sono stati inviati un sacco di insulti, alcuni molto pesanti."
Sarò ripetitivo, ma questo è proprio ciò che intendevo nel mio commento precedente, io queste persone le definisco stupide, ignoranti, incapaci di argomentare le proprie convinzioni, non giappominkia, anche perché persone del genere se inserite in un contesto differente come può essere quello sportivo, politico, etico e via dicendo, non avranno comportamenti differenti solo perché l'argomento trattato non è il Giappone... dalle mie parti si dice "mettila comu vo, sempre è cucuzza" XD
@ Tacchan: Vero, sacrosante parole . In rete puoi dire quello che ti pare senza subire niente o quasi, ma nella vita reale, in un incontro 1 vs 1 questo non accade, perché non hai il coraggio di fiatare o rischi di prendere le botte se lo fai .
Utente51672
- 9 anni fa
43
Io dico "vivi e lascia vivere", quindi forza Giapponeeee xD
Quei giapponesi che ridono quando hanno capito il significato della parola Weeaboo non me la raccontano giusta, secondo me nella loro vita avranno picchiato più di un weeaboo. Cambiando discorso, qualcuno di voi sa l'etimologia inglese di Weeaboo?
Non mi stupisce. Più di una persona mi ha detto che i giapponesi sono sempre stupiti quando sentono di un italiano che vuole imparare la loro lingua e avvicinarsi alla loro cultura; quindi, se è vero, è normale che faccia loro piacere che ci sia gente che si interessi a loro in modo anche superficiale. Personalmente, quando sento di una persona di una cultura completamente diversa dalla mia che si interessa del io Paese anche io ne vado fiera... sperando, però, che non pensi siamo davvero soltanto il paese della mafia e della pizza. XD
Non conoscevo il termine weeaboo, ma lo trovo molto più simpatico e di "giappominkia" (che invece conoscevo ). Avevo conosciuto una ragazza che ogni tanto mi mandava i messaggi in questa pseudolingua nippo-italiana, ma non mi ha mai dato fastidio, forse non era un caso così patologico... In ogni caso, come hanno detto già molti, i weeaboo spesso si trovano in una fase di passaggio tra la clamorosa scoperta del mondo degli anime/manga e il conoscere meglio, in modo più accurato, la cultura giapponese.
Sono anche d'accordo (e ci mancherebbe) con chi ritiene sia sbagliato ritenersi superiori (detto così suona brutto, ma il termine giappominkia è dispregiativo, quindi è stato "coniato" da chi si considerava superiore a questa categoria). Dopotutto qui mica siamo un gruppo di ricerca antropologico, ma siamo solo appassionati, abbiamo un hobby. Uno che è stato in Giappone, che sa il giapponese etc etc... valutando le mie conoscenze storcerebbe di sicuro il naso. Ma poi... con tutte queste categorie... quello è weeabo, quello è un nerd, l'altro è geek... bah. Che tristezza.
olelbis (anonimo)
- 9 anni fa
34
@RyOGo manga vuo dire cartoni? dove? su google translate?
In Italia è stato coniato il termine giappominchia per definire tale categoria, non comprendo perché usare il termine straniero, e fare quindi i soliti provincialisti esterofili.
La lingua italiana e la sua cultura sono bellissime. Solo che molti di noi ottusamente guardano sempre all'estero come un qualcosa di figo ed orribile. La mentalità giapponese forse risolverebbe parte dei problemi in Italia probabilmente, a che prezzo però? Diventeremo delle macchine lobotomizzate dal sistema, stra-pieni di regole formali (inutili perché imposte e quindi non sentite), orari di lavoro assurdi, niente tempo libero e totale annichilimento del proprio essere individuo. Senza contare che abbiamo sanità gratuita (si cari giappominchia, il popolo eletto non ha questa cosa primaria), un pochino di welfare e malattia e ferie retribuite per esempio.
Stando in Giappone per viaggio sto capendo come funzionano le cose. È un posto da visitare certamente, ma viverci... valutate quello che perdete e quello che trovate. Non sempre l'erba del vicino è verde (come spiegavo ad alcuni Giapponesi che stra-vedono per l'Italia).
Io vorrei rivoltare la domanda. Non vi fa piacere se un giapponese si avvicina a voi pur avendo una conoscenza distorta dell'Italia? O vi dà fastidio essere associati a pasta, pizza e mandolino?
Insomma basta essere aperti e saper riconoscere pregi e difetti di una cultura e avere voglia di mettere in discussione eventuali pregiudizi. Appassionarsi ad un singolo aspetto di una cultura non è sbagliato di per sé. È il non essere abbastanza aperti da vedere il quadro generale ad esserlo.
E chi è il genio che ha coniato Weeaboo? Non mi serviva l'ennesima conferma della nostra superiorità linguistica: vuoi mettere con "giappominkia"? Più chiaro, più ironico, più graffiante, più tutto. XD
Comunque penso che l'interesse verso qualsiasi tipo di cultura sia encomiabile. Pensate un po' quanto sarebbe più encomiabile se provassero interesse per la propria! Perché la verità è che trapiantare forzatamente parole e copia-incollare espressioni e esclamazioni di una cultura all'interno della propria non è vero interesse (che si manifesta solo quando si desidera superare la superficialità), ma solo un modo per colmare evidenti lacune culturali che si hanno nei confronti della propria lingua(e cultura) madre.
ANTICONFORMISTA
- 9 anni fa
24
@RyOGo
"Meglio non vivere un hobby in maniera ammorbante per gli altri. Punto."
Il punto è che in questo paese sono i media e la società in maggioranza ad ammorbare con i realityminkia, talentminkia, calciominkia, consoleminkia, smartphoneminkia, socialminkia e peggio di tutti bimbominkia. Quindi in tutta questa fogna un giappominkia ne esce da vero signore, perchè resterà sempre una minoranza, non flagellerà le menti del popolo in ogni dove e in ogni quando e dimostrerà di non essere la classica pecora del gregge che segue il trend del momento nè le imposizioni delle masse. Inoltre come già ribadito essere interressati seppur a livello esagerato ad una cultura diversa dalla nostra denota in ogni caso una certa apertura mentale, una voglia di evadere dal lerciume che abbiamo in casa, una voglia di conoscere qualcosa di diverso che in questo caso sono la cultura, gli usi e i costumi di un'altra civiltà, che può solo far bene in un'epoca come la nostra in cui la Xenofobia prende sempre più piede, insomma aiuta anche ad essere un pò meno intolleranti col diverso!
ShinXela
- 9 anni fa
14
Come ho spiegato nei miei post precedenti, nel corso degli anni io ho visto la tendenza ad etichettare facilmente gli appassionati di manga e Giappone in Italia come "giappominkia", affermarsi in contemporanea con lo sviluppo della medesima negli States, che sono trendsetter praticamente in qualsiasi campo. Non sono pertanto così sicura che i due fenomeni si siano affermati in maniera distinta, come qualcuno pensa. Sicuramente gli americani hanno coniato il concetto di "weeaboo" in maniera autonoma, mentre che gli italiani siano arrivati all'equivalente di "giappominkia" da soli, senza subire l'influenza americana, ne dubito, anche per il semplice fatto che per l'appunto dal 2000 in poi si è stati spinti ad attingere da fonti in lingua inglese per avere accesso al mondo di manga ed anime.
Il fatto che non esistano equivalenti nomignoli dispregiativi per i fan della cultura americana e britannica (la maggioranza dei giovani italiani), è un dato a sostegno della mia tesi.
Ad ogni modo, tralasciando questo aspetto della questione, io concordo con Erebo82, nella sostanza:
>Personalmente l'ho sempre ritenuto un termine che mi infonde tristezza... ma non nei riguardi dei soggetti verso cui è rivolto, ma verso coloro che lo utilizzano... la motivazione è molto più semplice e lampante di quanto uno possa credere, termini come questo nascono da chi desidera mostrare la propria superiorità su un altro individuo dimenticandosi (forse per non intaccare la propria autostima?) che la conoscenza di qualsiasi cosa deriva dall'esperienza e dal tempo dato che nessuno ha tutte le conoscenze a portata di mano prima di averle apprese. Quindi è "il vero appassionato", come viene definito nell'articolo, ad utilizzare queste etichette, un modo per esorcizzare l'ignoranza naturale da cui ogni individuo passa quando si avvicina inizialmente ad un hobby.
Come scrissi anche in un altro topic, non capisco la necessità di taluni di mettersi in cattedra, per correggere i cosiddetti "giappominkia" e riportarli sulla corretta via. Nessuna persona che abbia raggiunto un minimo di maturità vedrà qualsiasi Paese come una sorta di Eden, lasciamo dunque ad ognuno di fare il proprio percorso di conoscenza.
Io mi definisco una "vera appassionata" del Giappone in quanto la mia passione dura praticamente dai miei primi anni di vita ad oggi, che ho la bellezza di 35 anni e mezzo. Non si è trattato quindi di un interesse passeggero, ma di una costante nella mia esistenza, che ovviamente, a seconda dell'età, si è caratterizzata in modo diverso. Quand'ero bambina ero attratta dal mondo degli anime ovviamente, ma anche dagli usi e costumi giapponesi che ne trasparivano. Dicevo a mia madre che da grande sarei andata in Giappone a disegnare i cartoni, giocavo a bere il sake versando l'acqua sul tappo delle bottiglie, i regoli bianchi erano il mio riso, da mangiare con gli stuzzicadenti, che nella mia fantasia diventavano bacchette... Fortunatamente i miei genitori non hanno mai demonizzato il mio interesse per questo Paese, ed anche se già durante gli anni 80 le polemiche contro i "cattivi cartoni giapponesi" impazzavano, piacevano pure a loro. Durante le superiori, il mio interesse verso anime e manga si mantenne vivo, ma progressivamente si spostò maggiormente sul Giappone. Quella fu una fase di idealizzazione: ne ammiravo l'efficienza, la forza economica, l'organizzazione, etc. Questi erano ancora gli stereotipi che andavano per la maggiore, durante gli anni 90...adesso se si parla di Giappone, ci si riferisce ad un modello economico fallimentare, ma ai tempi era ancora visto come "il futuro" in senso di progresso economico e tecnologico. Tra i 18 e i 22/23 anni abbandonai l'interesse per i manga/anime, ma in quegli stessi anni si fece invece ulteriormente più forte quello per il Paese del Sol Levante. Ne approfondii storia, cultura, letteratura, politica, etc. con gran voracità, venendo inevitabilmente a conoscenza dei difetti della società, e col tempo, mi crollò anche il "mito" dell'efficienza giapponese. Ma mica crollo' il mio interesse, anzi...agli stereotipi, fecero spazio conoscenze più concrete ed affascinanti, ed il mio innato amore per la sociologia e l'antropologia non potè che aiutarmi nell'approcciarmi con umiltà verso una cultura non occidentale. Verso i 23 anni, mi riavvicinai anche al mondo di manga ed anime, che rimangono tuttora un interesse, ma secondario rispetto a quello per il Giappone.
Penso quindi di potermi definire una reale appassionata per la costanza che ha caratterizzato questa mia passione, il che NON significa ovviamente che mi ritenga la Treccani sul Giappone, anzi. Purtroppo però vedo tante persone che, solo in quanto hanno una conoscenza approssimativa dei problemi della società moderna giapponese, fanno i professori, provando a distruggere i "sogni" di chi magari è ancora alle prime fasi del loro amore. Se son rose fioriranno, a prescindere da queste interferenze esterne. Se invece non è una vera passione, ma un interesse effimero, scemerà anche senza l'aiuto dei "professori". C'è chi dall'oggi al domani, passa dal Giappone alla Corea del Sud per via dei k-drama e del k-pop. Erano questi veri appassionati del Giappone? Non penso.
Quanto al fatto di "conoscere veramente il vero Giappone", neanche visitandolo, o vivendoci per tot anni, si può pensare di aver davvero compreso quel Paese. Idem si può dire per tutti gli altri Paesi del mondo, chiaramente. Io non ho una piena conoscenza neanche del mio stesso Paese. Vivo nel Nord Est, e non mi sento di certo in grado di farmi interprete di tutta la complessa realtà italiana. Quando vedo quelli che vivono in Giappone, e parlano con la presunzione di poter giudicare e capire la mentalità di un intero popolo, mi cadono le braccia... Provate a pensare ad un giapponese che vivendo in Italia, pretenda in base alla sua esperienza personale di poter sentenziare SU OGNI AMBITO della nostra complessa cultura secolare...Non vi sembrerebbe ridicolo? Ecco, analogamente, lo sono i "professori del Giappone", autoproclamatisi tali grazie ad un viaggio per turismo, o a qualche anno di studio/lavoro nel Paese.
Essere sempre consapevoli dei propri limiti è il primo passo verso la conoscenza, che non potrà mai essere onnicomprensiva.
Ok, ma alla fine qui nessuno sta dicendo che i giappominchia devono stare zitti perché non capiscono niente del Giappone. Anche io ho attraversato una fase in cui sapevo poco niente di anime/manga ecc. ma non mi mettevo mica a offendere la gente a priori solamente perché non sono d'accordo con me. All fine la domanda era: Cosa ne pensiamo dei weeaboo? Non mi importa niente del termine e di chi l'ha inventato. Io sono solo contraria a questa categoria di persone per il loro comportamento. Punto.
Comunque qui siamo andati un po' fuori campo parlando di come noi ci rapportiamo con i "giappominkia". Nell'articolo si parla di come i giapponesi vedano certi individui con una percezione distorta, ma anche estremamente positiva (nondimeno estremamente erronea) del Giappone.
Per fare un paragone corretto, dovremmo metterci nei panni di un italiano alle prese con un italiofilo (e ce ne sono, specialmente nelle realtà più distanti da noi come l'oriente).
In un certo senso comprendo la reazione dei giapponesi ai "weeaboo" (infondo chiunque abbia un po' di amor di patria sarebbe felice che frammenti della propria cultura raggiunga un po' tutto il mondo), però sono abbastanza sicuro che loro li riterrebbero individui piuttosto ingenui e superficiali. Proprio come me quando giudico ingenua una persona straniera che tesse le lodi del mio paese senza viverci o conoscerlo discretamente bene.
ShinXela
- 9 anni fa
24
>Nell'articolo si parla di come i giapponesi vedano certi individui con una percezione distorta, ma anche estremamente positiva (nondimeno estremamente erronea) del Giappone.
Che poi bisogna tenere conto del fatto che Yuta ha intervistato 4 gatti.
Edit: Solitamente, questi benedetti "giappominkia", basano la loro idea del Giappone su ciò che vedono nei manga...E' divertente ed interessante a questo proposito il contributo di questi video, in cui due fratelli giapponesi discutono di alcune differenze tra real life e vita nei manga:
Sinceramente li trovo fastidiosi, ma non perché mi voglio porre al di sopra o cosa, anche io non sono esperta e ho imparato un sacco di cose in questi anni, quello che mi infastidisce è il loro atteggiamento mentale, nella vita se non sei esperto impari SEMPRE ma cavolo professati non esperto se non lo sei, spararsi le pose e non accettare l'opinione altrui e nemmeno voler ascoltare un discorso obbiettivo è una forma di chiusura. Non ho mai usato questo termine per disprezzare nessuno ma mi infastidisce vedere qualcuno con un atteggiamento del genere quindi più che prenderlo in giro ed elevarmi preferisco evitare le discussioni.
uno che passa... (anonimo)
- 9 anni fa
00
è il classico termine cretino nato per insultare chi si avvicina a qualcosa per hobby, inventato da pseudo pro, professionisti di cosa poi? per farsi arie da intellettuali da 4 soldi e distinguersi dalla massa... se come no... un termine nato per spregio alle persone, stupido, volgare come chi lo usa. non mi stupisce che venga proposto proprio qua dove sovente il termine è usato per offesa al primo che chiede qualcosa su un fansub o su di un cartone animato che ai "pro" sta antipatico.
A mio avviso, ognuno vive le sue passioni come vuole, purché non venga a rompere a me sul cosa devo seguire, sul cosa è meglio, sul fatto che quello che piace a me invece fa schifo, che si dice così invece di colà e via discutendo. Poi che questi seguano gli anime mainstream e abbiano un'infima infarinatura di Giapponese e se ne vogliano vantare, che m'importa, facciano pure, purché, ripeto, non vengano a rompere le scatole a me. Detto ciò seguo già la pagina di Yuta e avevo già visto pure questo video ma secondo me è bello che gli intervistati abbiano visto il lato positivo della cosa, anch'io d'altronde sarei felice se qualcuno fosse interessato al mio Paese, anche se solo superficialmente e perché fa figo, ma sì, va bene, purché non lo denigri. u.u
lol chiamano tutti (dai normies ai veri otaku) giappominkia ma è buono il sushi che vanno a mangiare in viale diaz con gli altri nenni che bevono e fumano a 15 anni, vero?
Se è vero che al fanatismo affiancano anche una scarsa conoscenza della materia (con atteggiamenti da poser, magari), questo non depone certo a loro favore. Tuttavia, ognuno ha il diritto di appassionarsi, anche follemente, a ciò che più lo aggrada, quindi, ben venga, se hanno scelto il Giappone come elemento focale del proprio interesse.