Non è possibile avere entrambe le cose? Magari anche nello stesso prodotto? Mi sembra un "problema" interno che devono risolvere loro, ma in genere è il mercato che decide: si investe in ciò che vende meglio e se ciò che vende meglio sono quelle cose lì, la vedo dura smuovere gli investitori su altro. Che comunque, a me pare che non manchino le opere di livello.
Solita diatriba espressa in altra forma. Capisco bene che la Moritsugu possa essere esasperata dalla situazione, soprattutto in quanto donna e addetta ai lavori. Concordo con lei che oggigiorno la componente sessuale negli anime sia un connotato pressoché onnipresente, più o meno ammiccante all'otaku medio. Non so dire se sia effettivamente una cosa nata a seguito di Evangelion, ma certamente oggi è più marcata di un tempo. Credo però che la Moritsugu sbagli però su una cosa:non necessariamente più soldi significano più qualità. Inoltre lei, magari proprio perché artista, non tiene conto di una cosa fondamentale: sia i produttori di Anime che Marvel/Disney producono per vendere. In occidente il target è ampio e comprende bambini così come i giovani adulti, per cui è chiaro che i film della Marvel/Disney debbano essere privi di comportamenti inadeguati. Esempio banale: in tutti i film del Marvel Cinematic Universe abbiamo mai visto qualcosa che vada al di là di un bacio? O banalmente qualcuno che fuma? Mai (nonostante Nick Fury nei fumetti fumi come un forsennato), appunto perché la platea comprende ragazzini. Ha ragione sul fatto che i problemi della società sono spesso integrati nella pellicola (in forma più o meno idealizzata), cosa che apprezzo, ma che non basta a creare un bel prodotto. Zootropolis è un film che certamente mi è piaciuto, ma che ho gradito per esempio meno di Avengers Endgame per dirne uno, che di critica sociale non ha così tanto, anzi come genere di film potrebbe essere quasi più vicino alle produzioni anime per le tematiche trattate. Ma perché in Giappone allora si va avanti ad oppai ed Hentai? Perché, per come è costituita attualmente la società giapponese, vendono bene. QUesta è una mia personale opinione, ma mi sembra naturale che una popolazione con convenzioni sociali rigide e rapporti interpersonali complessi come quella giapponese trovi più assuefacente e liberatorio dedicarsi a quei prodotti che permettono di sublimare voglie sessuali e di affetto spesso represse. La Moritsugu in sostanza sbaglia a criticare le produzioni anime (non tutte fra l'altro colpevoli di ipersessualizzazione), piuttosto che la società stessa in cui vive.
Iniziamo col dire che se mi piacevano tanto i cartoni Disney guardavo i cartoni Disney e non cercavo intattenimento in terra nipponica.
Quando ha portato l'esmpio di Zootropia volevo mettermi ad urlare, un concentrato di buonismo e politacally correct che fa a cazzotti con il pluralismo dei temi affrontati da sempre dagli anime; certo esiste il fanservice, il moe e tante, tante altre cose peggiori nell'animazione giapponese, ma esiste anche una prateria di generi praticamente inesplorata dall'animazione occidentale (con tutti gli ibridi tra generi possibili BTW) che rende unica l'industria giapponese dell'animazione arrivando a dei picchi, sia nei lungometraggi che nelle serie tv, che fanno impallidire la Disney. Quello che non sopporto di questo discorso è che dietro il "non utilizziamo il fanservice per attirrare gli otaku" suggerisce non una maggiore qualità in se ma di andare a copiare chi fa cose che con l'animazione giapponese ci incastra davvero poco. E' come dire "nella cucina italiana c'è troppa pizza, copiamo la cucina francese" ignorando il restante 95% della cucina italiana.
Iniziamo col dire ch se mi piacevano tanto i cartoni Disney, guardavo i cartoni Disney e non cercavo intattenimento in terra nipponica.
Quando ha portato l'esmpio di Zootropia volevo mettermi ad urlare, un concentrato di buonismo e politacally correct che fa a cazzotti con il pluralismo dei temi affrontati da sempre dagli anime; certo esiste il fanservice, il moe e tante, tante altre cose peggiori nell'animazione giapponese, ma esiste anche una prateria di generi praticamente inesplorata dall'animazione occidentale (con tutti gli ibridi tra generi possibili BTW) che rende unica l'industria giapponese dell'animazione arrivando a dei picchi, sia nei lungometraggi che nelle serie tv, che fanno impallidire la Disney. Quello che non sopporto di questo discorso è che dietro il "non utilizziamo il fanservice per attirrare gli otaku" suggerisce non una maggiore qualità in se ma di andare a copiare chi fa cose che con l'animazione giapponese ci incastra davvero poco. E' come dire "nella cucina italiana c'è troppa pizza, copiamo la cucina francese" ignorando il restante 95% della cucina italiana.
l'anime deve essere più simile ai prodotti Marvel e Disney
E perchè, c'abbiamo la possibilità di vedere due versioni dello stesso mezzo con stile e tematiche diverse e dobbiamo uniformarli? Ma ben venga la diversità, senza preferenze di sorta, lo dico da grande appassionato Disney ad esempio pur avendo un rapporto privilegiato con l'animazione giapponese ovviamente...e poi francamente leggere che pure un'addetta ai lavori si fossilizza su alcuni dettagli degli anime ignorando tutto il resto che hanno da offrire è anche un po' triste...
Parlerò da ignorante, quindi se dico cazzate perdonatemi.
"L'anime deve essere più simile ai prodotti Marvel e Disney": inizialmente il titolo del pezzo mi aveva spaventato, perché, gli anime giapponesi più stanno lontani da Marvel e Disney, meglio è. Nel senso che quelle sono multinazionali globalizzate, mentre ciò che mi piace degli anime è proprio il loro essere giapponesi. Poi l'eggendo l'articolo ho capito meglio quello che vuole dire Keiko Moritsugu. La capisco, ma è un discorso molto difficile e complesso: il fanservice, troppa sessualità inutile, poca profondità, la ricerca della qualità. Ci sono mille sfacettature da prendere in considerazione. Forse servirebbe uno studio sociologico! Il rischio è di cascare in semplificazioni banali. Qualità contro fanservice: è una battaglia eterna. Bisognerebbe trovare il giusto equilibrio, se non nei singoli titoli, almeno nella varietà della produzione, perché è vero che oggigiorno si sfornano tantissimi titoli, ma molti ovviamente non possono che essere scadenti o mediocri. Più che guardare fuori verso le multinazionali, l'industria giapponese dovrebbe guardare dentro se stessa, imparare dalla sua storia gloriosa degli anni '70-'80-'90. Riprendere un percorso che per certi versi si è interrotto proprio con Evangelion. E' bello creare titoli che hanno qualcosa da dire, ma non deve essere una cosa forzata. Il produttore o il regista non deve alzarsi una mattina e dire: oggi facciamo un anime con critiche sociali. Sarebbe assurdo e ridicolo. Il segreto secondo me sta nel far crescere generazioni di sceneggiatori, registi (e quant'altro fa parte del mondo anime) sempre migliori. I giapponesi devono sempre cercare di migliorare il loro Know-how, senza abituarsi a minestre riscaldate. Qualcuno disse che gli anime di oggi «sono fatti da otaku per otaku». Ecco, lì sta il punto. Servono addetti ai lavori con qualità artistica. Sicuramente ce ne sono tanti e a questi va data l'opportunità di esprimersi un pò di più, senza troppe catene. A quel punto l'anime importante, che intrattiene, ma che non ti fa spengere il cervello, viene fuori da solo senza scimmiottare gli americani. Poi io sono un sostenitore della varietà: una realtà mi piace se è variegata, se ti offre roba per tutti i gusti. Nel mio mondo ideale non si butta via niente. Serve il titolo più serio, quello meno, quello ancora più scanzonato, basta che funzioni. Tutti i generi anime vanno bene: hentai ecchi, fino ai più rispettabili, pure gli isekai (che mi stanno sulle balle, proprio perché più di altri generi, rappresentano una certa omologazione dei titoli contemporanei). In questa epoca d'oro degli anime, viene proposta troppa monnezza e poche storie da raccontare. Sceneggiatura, sceneggiatura, sceneggiatura: se l'industria anime lavora su questo e su migliori retribuzioni, andrà avanti come un treno. Altrimenti prima o poi la bolla esploderà e andranno a produrre animazione in Cina (dove non c'è democrazia, ma costa meno tutto) a fare titoli di sterco: li voglio proprio vedere fare critiche sociali in un regime totalitario.
Già chi parte dal presupposto di essere "geniale" (in senso autoironico o meno) mi sa un po' di caduta di stile. Noblesse oblige. In ogni caso, anche ammettendo che gli anime ormai siano solo prodotti di nicchia o per otaku arrapati (e a mio avviso non è così), ed anche supponendo che "la qualità dei film Disney e Marvel migliora di anno in anno" (e a mio avviso non è così), questo cosa ci dice? Che le due realtà produttive soddisfano due diverse tipologie di pubblico? Nello specifico gli "arrapati" e gli "impegnati"? Perfetto, e allora? C'è spazio per una sola categoria? Bisogna soddisfare solo le grandi masse impegnate e socialmente sensibilizzate e ignorare i miserandi rifiuti della società nichilisti e sciovinisti? Bisogna indirizzarsi solo sulla produzione dagli introiti più redditizi o dalle istanze più costruttive? C'è spazio solo per gli apocalittici o solo per gli integrati? Se l'animazione nipponica sta morendo per un "calo di qualità" e quella occidentale sta vibrando di "folgorante ermeneutica", sono costretto a scegliere? Ho bisogno del vaticinio di gente "geniale" che mi indichi la differenza fra le ghiande e i diamanti? E se io preferissi una misera foglia d'erba alla quotidiana fatica delle stelle?
Prosaicamente: cosa c'è di male in un orgasmo a poche lire?
Moritsugu, tu critichi le mie masturbazioni, ma è sesso con qualcuno che amo!
Sinceramente preferirei evirarmi con un pugnale arrugginito. Che senso ha uniformare all' occidentale ciò che ha una tradizione ricca e propria , e che in oltre è amato per questo . Poi per non parlare del fatto che con tutti gli esempi di produzione fumettistica occidentale io non mi ispirerei proprio a quelle due. Poi si punta il dito contro il fanService come se fosse un demone , ma il vero problema è che si tende ad esagerare sui punti negativi per ignorare il buono.... ma i manga e gli anime sono molto più che fanservice gratuito
Un po' ha ragione, spesso le scene harem/moe prendono il sopravvento sulla trama. Secondo me è sbagliato barricarsi dietro "gl'anime sono un prodotto di nicchia", nonostante sia vero, frena in partenza ogni sana ambizione. Non trovo strampalato il desiderio di veder trasmessi nei cinema esteri anime non solo per 3 giorni ( almeno qui Italia ). Per farlo non servono soltanto bei film o tanti soldi, ma una piccola pulizia alla reputazione dell'animazione giapponese, ed il modo migliore sarebbe ridurre queste opere. Una situazione molto irreale, e qui entra il dilemma "è lo spettatore a decidere cosa vedere o il media ad 'educare' il suo pubblico? ".
Quando tesse le lodi della marvel/disney sul migliorarsi con il passare delle produzioni , qui mi trova in disaccordo. Inoltre, come hanno già commentato, di certo non guardo un anime se voglio un prodotto simil-disney.
Anch’io sono cresciuta con e ho amato i Disney, ma a un certo punto uno può voler aprirsi ad altri generi e ha tutto il diritto di farlo. D’altra parte non ho mai visto un marvel in vita mia perchè non mi hanno mai attirato e per fortuna non mi sono “rientrati dal retro” tramite gli anime! L’autrice inoltre se la prende solo con una parte di anime generalizzando troppo, senza notare che ogni stagione ci sono anche un botto di produzioni kodomo per i più piccoli, remake di serie vintage, e anche qualche prodotto più autoriale e impegnato. Non sono mai stati questi settori ad aver voce, o perchè bambini con tutto il loro marketing a sè, o perchè numericamente piccoli o chiusi in sè stessi, ma ci sono. Poi non ha detto niente sugli anime a target femminile, quindi la sua analisi non è nemmeno completa :/ Sul ritratto medio della relazione tra i due sessi, credo le cause dell’abbondanza di fanservice, di harem (in entrambi i versi) di isekai ecc. siano da ricercare nella società e negli stili di vita imposti in giappone, più che negli anime in sè neanche fossero questa entità indipendente dalla realtà... Da parte mia, sono favorevole alla coesistenza di tutti i tipi di anime, non moe e moe, dalle riflessioni più profonde alle emozioni più forti al fangirleggiamenti più beceri, non rinuncerei a nulla di tutto il ventaglio che c’è in mezzo. Notiziona, tutto ciò può convivere assieme in una persona.
non toglie che i migliori anime sono quelli ispirati da opere occidentali, Tezuka parte dalla Disney, come i Battle Shonen sono l'equivalente giapponese della Marvel.
Sam Hitogami
- 6 anni fa
54
Sono d'accordo che il moe e fanservice hanno distrutto gli anime, che hanno trame sempre più ridicole e pensate per un pubblico di nicchia, però non vorrei neppure prodotti politicamente corretti come quelli Disney che piacciono da bimbi mentre da adulti sono un pò dell cavolatine... Zootropolis poi è strano : non mostra le pistole o fucili per non avere guai con la censura tv USA o UK, ma poi mostra la poliziotta protagonista ammanicata con un boss mafioso ( fa pure da madrina al nipote appena nato )! Ah bè, viva la coerenza ! Però quando la Motitsugu dice "Da Evangelion in poi, gli anime sono diventati ..." dice una fesseria enorme: primo, perché il moe , l'ecchi e balle varie c'era già negli anni ottanta , anche se non esibito come oggi. C'era pure in serie mainstream per bimbi come Arale o Robottino , quindi di che stiamo parlando ? Evangelion poi è stato un successo mondiale , non certo un fenomeno di nicchia, quindi che ci azzeca con la nicchia ? Di certo molti anime oggi si sono dati una calmata per diffondersi all' estero : ad esempio , Saint Seiya o Dragon Ball , nelle nuove serie , non hanno un briciolo del sangue o ammiccamenti sessuali presenti nelle serie anni 80. In One Piece hanno tolto la svastica sulla schiena di Ace per evitare fraintendimenti ( in jap è un manji , un simbolo sacro ) e via così... vedremo cosa ci riserverà il futuro .
Ragionamento giusto, paragoni sbagliati. Lo stile Marvel non si addice affatto allo stile anime, e quello Disney moderno nemmeno. Semmai ci vorrebbero anime più simili a serial tv di qualità: Twin Peaks, The Handmaid's Tale, The OA, Game of Thrones, Stranger Things, On My Block... Per ora, Carole & Tuesday sta andando nella direzione giusta, mentre le produzioni anime di Netflix rimangono abbastanza mediocri. Riguardo al moe, agli ecchi, harem e così via anche io sono d'accordo. Va detto però che la cosa si è un po' ridimensionata. Ma prima... Dopo Durarara/Baccano, Steins;Gate, Madoka Magica e poche altre serie a ravvivare l'ondata di mediocrità iniziata a partire dal 2007, gli anni tra il 2012 e il 2016 sono stati molto scarsi per i non amanti di SAO e del moe.
Ha perfettamente ragione, il moe ha saturato lo scenario ed è tempo di limare un po' l'escapismo.
Utente60368
- 6 anni fa
28
Il politically correct e il non urtare la sensibilità della cosidette minoranze sta prendendo piede nell'ideologia di alcuni autori, pochi per ora, ma cambiare il character design e renderlo più occidentale, nonchè rimuovere il fanservice perchè farebbe contento il fan otaku maschio, snaturerebbe proprio il concetto stesso di anime che fonda parte delle sue basi proprio in quei tratti caratteristici.
Su twitter i fans l'hanno criticata aspramente, bene, sembra il solito tentativo di autorazzismo con lo scopo di separarci, cosa che va molto di moda in eu, beh allora sai che ti dico cara swj Moritsugu Keiko, vaffanculo di cuore dall'Italia.
il politically correct e il non urtare la sensibilità delel minoranze sta tristemendo piede nell'ideologia di alcuni autori, pochi per ora, ma cambiare il character design e renderlo più occidentale, ninchè rimuovere il fanservice snaturerebbe proprio il concetto stesso di anime che fonda parte delle sue basi proprio in quei tratti caratteristici.
su twitter i fans l'hanno criticata aspramente, beh lo faccio anche io, Moritsugu Keiko vaffanculo swj in salsa nipponica.
Promuovere il rispetto verso gli altri sarebbe un problema? SERIAMENTE?
Utente60368
- 6 anni fa
28
Promuovere il rispetto verso gli altri sarebbe un problema? SERIAMENTE?
Scusa, quale rispetto? Questa dice che il moe e i prodotti per otaku maschi sarebbero il male e bisognerebbe copiare dagli yankee epurando tutte gli elementi sessisti e varie nel rispetto di tutte le minoranze. Ma roba da matti, se ci si mettesse a rispettare i diritti di tutti, sopratutto di 4 gatti, che cosa si arriverebbe a produrre? I pokemon per bambini o animazione riempita di buoni propositi e una falsa rappresentazione della realtà? Seguire una certa agenda politica? Propaganda separatista? Ma non esiste.
Che se li faccia lei questi manga occidentalizzati per le minoranze, senza coinvolgere gli altri, anime e manga vanno bene come sono, anzi, sono anche troppo censurati ultimanente proprio per lo stesso problema e le critiche che riceve da questi gruppi stranieri (femministe in primis).
Sostenere le minoranze su oper di fantasia è sbagliato perchè non potrai far altro che limitare te stesso e la tua creatività.
rimuovere il fanservice perchè farebbe contento il fan otaku maschio, snaturerebbe proprio il concetto stesso di anime che fonda parte delle sue basi proprio in quei tratti caratteristici.
Immagino che Tezuka, Miyazaki, Tomino, Oshii, Otomo, Yuasa e molti altri per te non esistano. Oh beh, non sei certo l'unico.
Promuovere il rispetto verso gli altri sarebbe un problema? SERIAMENTE?
Non in teoria, ma in pratica in effetti si tende spesso ad esagerare, come il prossimo Saint Seiya by Netflix in cui hanno cambiato sesso ad Andromeda così tanto per far vedere che sostengono il girl power e la parità dei sessi...
Utente60368
- 6 anni fa
27
Immagino che Tezuka, Miyazaki, Tomino, Oshii, Otomo, Yuasa e molti altri per te non esistano. Oh beh, non sei certo l'unico.
Non ho detto tutti ma una parte, certo ci sono anime senza fanservice pur essendo moe, che moe poi significa solo "cute", il mio avatar è moe e non c'è nulla di male in questo, è una caratteristica di manga e anime.
Non si possono rimuovere certe caratteristiche che definiscono un prodotto solo perchè qualcuno potrebbe offendersi, sopratutto se è una minoranza e che quindi non vale un caz*o come pubblico, è come se un napoletano dovesse cambiare il modo in cui fa la pizza perchè a qualche gruppetto di stranieri non piace e la preferirebbe fatta in maniera differente per meglio venire in contro ai propri gusti personali.
Anime e manga non devono omologarsi alle minoranze per allargare il bacino d'utenza, ma devono rimanere coerenti con se stessi e con quello che sono, opere di nicchia che coprono differenti generi per differenti tipologie di pubblico.
@NoLongerHuman In questi tempi di analfabetismo funzionale dilagante purtroppo accade questo e altro. Mi auguro che eventuali progetti in quella direzione siano gestiti bene.
Il politically correct e il non urtare la sensibilità della cosidette minoranze sta prendendo piede nell'ideologia di alcuni autori, pochi per ora, ma cambiare il character design e renderlo più occidentale, nonchè rimuovere il fanservice perchè farebbe contento il fan otaku maschio, snaturerebbe proprio il concetto stesso di anime che fonda parte delle sue basi proprio in quei tratti caratteristici.
Su twitter i fans l'hanno criticata aspramente, bene, sembra il solito tentativo di autorazzismo con lo scopo di separarci, cosa che va molto di moda in eu, beh allora sai che ti dico cara swj Moritsugu Keiko, vaffanculo di cuore dall'Italia.
Tutto giusto, ma le tue posizioni politiche non le toccherei nemmeno alla lontana.
Utente60368
- 6 anni fa
16
Tutto giusto, ma le tue posizioni politiche non le toccherei nemmeno alla lontana.
Ci sta, purtroppo le due cose spesso sono collegate a una certa agenda politica, spero che ciò non vada ad inquinare anche la società nipponica, non se lo meritano.
La Disney è la principale causa per cui in occidente gli anime o cartoni animati come vengono chiamati sono considerati prodotti per bambini anche se lentamente qualcosa sta cambiando per cui no grazie spero restino prodotti ben distinti.
La Disney è la principale causa per cui in occidente gli anime o cartoni animati come vengono chiamati sono considerati prodotti per bambini anche se lentamente qualcosa sta cambiando per cui no grazie spero restino prodotti ben distinti.
la Disney in Occidente è conosciuta per titoli per tutte le età. Non vi inventate cose please. Se per la maggioranza i prodotti animati vengono considerati roba per bambini la Disney non c'entra nulla. Negli anni 90 la Disney fece la serie animata di Gargoyle che era molto matura come temi e target per i tempi.
La Disney è la principale causa per cui in occidente gli anime o cartoni animati come vengono chiamati sono considerati prodotti per bambini anche se lentamente qualcosa sta cambiando per cui no grazie spero restino prodotti ben distinti.
Peccato che ancora oggi per la maggior parte delle persone i cartoni animati sono considerati per bambini non conta l'epoca prova a parlare con chiunque non mastica di anime. Ho sbagliato generalizzando dicendo occidente ma in Italia vedo ancora molti esempi così.
Ha ragione. E' un dato di fatto che i film Disney abbiano uno stile più universale che li porta ad avere un enorme successo in tutto il mondo (Giappone compreso) mentre i film e le serie animate giapponesi non sempre, dato che propongono spesso tematiche o artifizi narrativi che piacciono solo ai giapponesi. Un ritorno a tematiche più universali e meno strettamente otaku aiuterebbe sicuramente gli anime ad uscire dalla nicchia come accadeva in passato.
Ma alla fine non ci sono entrambi? Cioè nell'universo anime si trovano contenuti per otaku e non, con temi di ogni genere, perchè dobbiamo impedire che coesistano? Chi si affaccia al mondo dell'animazione giapponese e riscontra solo elementi per otaku o simili fa solo una valutazione sommaria che non va a favore della sua apertura mentale, esattamente come chi vede in Disney solo buoni sentimenti e canzoncine, ripensiamo solo ai film giapponesi che abbiamo avuto in Italia negli ultimi due anni, e non riporto quelli mai arrivati, In questo angolo di mondo, La forma della Voce, Mirai, Voglio mangiare il tuo Pancreas, questa è roba per otaku, sono 'inquinati' da fanservice o moe inutile? Io non credo. Certo poi c'abbiamo avuto pure Your Name, Ordinal Scale e Fate, titoli più otaku oriented (ma che secondo me hanno avuto pure più successo...) che trovano il loro spazio in virtù di quella preziosa diversità che per me è una forza che l'animazione giapponese non dovrebbe perdere mai, anche se non garantisce lo stesso successo commerciale dei grandi produttori occidentali, per me sbaglia il pubblico a non dare un'occasione anche a questa versione dell'animazione piuttosto che i giapponesi a crearla...
Ma alla fine non ci sono entrambi? Cioè nell'universo anime si trovano contenuti per otaku e non, con temi di ogni genere, perchè dobbiamo impedire che coesistano? Chi si affaccia al mondo dell'animazione giapponese e riscontra solo elementi per otaku o simili fa solo una valutazione sommaria che non va a favore della sua apertura mentale, esattamente come chi vede in Disney solo buoni sentimenti e canzoncine, ripensiamo solo ai film giapponesi che abbiamo avuto in Italia negli ultimi due anni, e non riporto quelli mai arrivati, In questo angolo di mondo, La forma della Voce, Mirai, Voglio mangiare il tuo Pancreas, questa è roba per otaku, sono 'inquinati' da fanservice o moe inutile? Io non credo. Certo poi c'abbiamo avuto pure Your Name, Ordinal Scale e Fate, titoli più otaku oriented (ma che secondo me hanno avuto pure più successo...) che trovano il loro spazio in virtù di quella preziosa diversità che per me è una forza che l'animazione giapponese non dovrebbe perdere mai, anche se non garantisce lo stesso successo commerciale dei grandi produttori occidentali, per me sbaglia il pubblico a non dare un'occasione anche a questa versione dell'animazione piuttosto che i giapponesi a crearla...
Una volta era diverso, ma ora il pubblico giapponese degli anime è formato principalmente da otaku maschi, più una minoranza sempre più robusta di otaku femmine, proprio perchè dopo i primi anni del Duemila l'animazione nipponica ha cominciato a fissarsi sugli stessi stilemi ancora più di quanto lo facesse prima: sempre più anime ambientati sempre e solo in Giappone, sempre più storie a sfondo scolastico con studenti che dicono e fanno sempre le stesse cose, sempre più protagonisti maschili fessacchiotti o depressi in cerca di facile gratificazione, sempre più ragazze kawaii dagli atteggiamenti bamboleggianti o tsundere (o qualsiasi cosa che abbia il suffisso -dere), sempre più protagoniste shoujo piatte e insignificanti, sempre più mondi fantasy fatti su misura per diventare eroi, eccetera. Tutto questo c'era anche in precedenza, intendiamoci, ma il mercato dell'animazione negli anni scorsi si è fossilizzato in una nicchia invece di espandersi. Le eccezioni ci sono, naturalmente, rivolte a quella minoranza di pubblico che vuole solo storie coinvolgenti e personaggi carismatici (oltre che a quell'altra minoranza ancora più esigua che vuole tematiche adulte, qualità e originalità). Quali sono gli anime più famosi a livello internazionale? Gli shounen d'azione/avventura,come Attack on Titan e My Hero Academia, e film sentimentali e coinvolgenti come i Ghibli, Your Name e Koe no Katachi: ovvero anime fatti per piacere, teoricamente, a "tutti". Il fandom giapponese, popolo conformista per sua natura, è statico, in cerca di rassicurazioni. Anche quello occidentale lo è, in un certo senso, ma è anche più individualista, eterogeneo e variegato, oltre che cresciuto in seno ad una cultura differente. Ecco perchè gli anime più conosciuti in assoluto sono più o meno sempre gli stessi, e hanno comunque meno richiamo internazionale di un Signore degli Anelli o di un Game of Thrones. E dopo anni di fossilizzazione (ancora peggio dell'animazione giapponese), l'animazione occidentale si è risvegliata, creando serie come RWBY, Rick & Morty o BoJack Horseman. Perfino la Disney, con Frozen, ha iniziato una piccola rivoluzione.
per gli otaku l'animazione giapponese e pari al mercato delle sigarette e alcolici, esiste solo per soddisfare un vizio
ecco cosa sono gli otaku
una seduta psichiatrica ci vuole, altro che continuare a viziarli o meglio si cercassero una vera ragazza.
Accettare tutto questo significa accettare peggioramento anno dopo anno.
Utente60368
- 6 anni fa
26
Di vizi, non manca mai quello di usare i soliti stereotipi e luoghi comuni per demonizzare il genere... si deve per forza giustificare questa invasione di campo dai soliti dell'autocommiserazione, la nuova forma di razzismo contro la propria nazione, il medium anime è già abbastanza omologato e in declino fra pessimi adattamenti e tagli per appagare lo spettatore sensibile occidentale, non ha bisogno di altro letame dai falsi fans.
è già abbastanza omologato e in declino fra pessimi adattamenti e tagli per appagare lo spettatore sensibile occidentale
se gli anime sono omologati o pessimi adattamenti perchè lo vogliono lo stesso pubblico giapponese, non fare paranoie se propio tu cadi su soliti stereotipi e luoghi comuni per demonizzare invece l'occidente.
il medium anime è già abbastanza omologato e in declino fra pessimi adattamenti e tagli per appagare lo spettatore sensibile occidentale, non ha bisogno di altro letame dai falsi fans.
Assolutamente sì: sono stati proprio i sensibili spettatori occidentali a volere serie come High School DxD, Keijo e Goblin Slayer, perchè ovviamente sono tutti maschi eterosessuali statunitensi che odiano il proprio paese e la propria cultura. E anche falsi fans, perchè le opere di Miyazaki, Oshii e Watanabe non se le fila nessuno fuori dal perfettissimo e onnipotente Giappone (infatti tutti stanno schifando Carole & Tuesday, serie politically correct e censuratissima che sembra uscita dagli studi della Marvel). Ma soprattutto, hanno il potere di far fare quello che vogliono a studi di animazione, produttori, sponsor ed emittenti televisive del Sol Levante, anche più degli stessi fans giapponesi! The Big N(etflix) is watching you.
Utente60368
- 6 anni fa
26
Non perchè lo vogliono ma perchè ne sono costretti, di recente la sony, per citare una compagnia ormai in mani occidentali, ha fatto epurazione di giochi ecchi sulla propria consolle e costretto gli sviluppatori ad autocensurarsi. Non demonizzo l'occidente ma chi vuole imporre il politically correct leccando il culo alle minoranze.
Caro No Longer Human, citi proprio serie censurate per venire incontro ai gusti occidentali in fase di adattamento, sopratutto il recente Goblin Slayer. Anche Tate no Yuusha ha subito cambi in alcune scene proprio per, detta dai produttori stessi, rendere il prodotto più palatabile in occidente. Il manga è molto più severo, Raphtalia uccide senza pietà mentre qui addirittura fanno uccidere un nemico per motivi casuali. Persino l'innocuo "vita da slime" ha subito epurazioni di certe scene ommesse nell'anime. Il problema c'è, poi se si vuole farci ironia sopra è un'altro paio di maniche.
Posso sapere il motivo della disattivazione del mio post? Va bene tutto, ma a volte mi sembra di essere in Corea del Nord...
Beh, a me una volta hanno mandato un "cartellino" (lol) perché i miei post sarebbero "provocatori". La tanto invocata sincerità non è ben vista... Anche se in effetti il tuo commento era abbastanza inutile, senza offesa.
Posso sapere il motivo della disattivazione del mio post? Va bene tutto, ma a volte mi sembra di essere in Corea del Nord...
Beh, a me una volta hanno mandato un "cartellino" (lol) perché i miei post sarebbero "provocatori". La tanto invocata sincerità non è ben vista... Anche se in effetti il tuo commento era abbastanza inutile, senza offesa.
Chi si offende? Inutile sì, lo ammetto, ma non penso ci fossero gli estremi per censurarlo...
penso che spesso ci si dimentichi delle cose reali e ci si abbandoni troppo alle finzioni che noi stessi creiamo. I prodotti d'animazione Disney (ecc.) sicuramente seguono un Etica più filo occidentale come è ovvio, ma non dovremmo dimenticare che l'etica (e affini) sono un costrutto della nostra società, di fatto sono una nostra invenzione. Per assurdo, per essere felici, dovremmo ricercare quelle che sono le nostre emozioni personali (anche le più primordiali). Quindi ben vengano le Oppai! E l'arte, penso che di base sia la ricerca della felicità.
Detto questo, comprendo anche il punto di vista di K.Moritsugu nel vedere il peso mediatico di questa branchia dell'arte e il pensare di dover promuovere un proprio ideale.
In merito alla qualità Disney c'è poco da dire, i FILM SONO BELLI e ci siamo cresciuti... ma se andiamo a guardare quello che non è destinato al cinema ma alla serializzazione sui canali tematici ...beh ... spesso ci troviamo davanti programmi per ritardati.
Inoltre lei, magari proprio perché artista, non tiene conto di una cosa fondamentale: sia i produttori di Anime che Marvel/Disney producono per vendere. In occidente il target è ampio e comprende bambini così come i giovani adulti, per cui è chiaro che i film della Marvel/Disney debbano essere privi di comportamenti inadeguati. Esempio banale: in tutti i film del Marvel Cinematic Universe abbiamo mai visto qualcosa che vada al di là di un bacio? O banalmente qualcuno che fuma? Mai (nonostante Nick Fury nei fumetti fumi come un forsennato), appunto perché la platea comprende ragazzini. Ha ragione sul fatto che i problemi della società sono spesso integrati nella pellicola (in forma più o meno idealizzata), cosa che apprezzo, ma che non basta a creare un bel prodotto. Zootropolis è un film che certamente mi è piaciuto, ma che ho gradito per esempio meno di Avengers Endgame per dirne uno, che di critica sociale non ha così tanto, anzi come genere di film potrebbe essere quasi più vicino alle produzioni anime per le tematiche trattate.
Ma perché in Giappone allora si va avanti ad oppai ed Hentai? Perché, per come è costituita attualmente la società giapponese, vendono bene. QUesta è una mia personale opinione, ma mi sembra naturale che una popolazione con convenzioni sociali rigide e rapporti interpersonali complessi come quella giapponese trovi più assuefacente e liberatorio dedicarsi a quei prodotti che permettono di sublimare voglie sessuali e di affetto spesso represse. La Moritsugu in sostanza sbaglia a criticare le produzioni anime (non tutte fra l'altro colpevoli di ipersessualizzazione), piuttosto che la società stessa in cui vive.
Quando ha portato l'esmpio di Zootropia volevo mettermi ad urlare, un concentrato di buonismo e politacally correct che fa a cazzotti con il pluralismo dei temi affrontati da sempre dagli anime; certo esiste il fanservice, il moe e tante, tante altre cose peggiori nell'animazione giapponese, ma esiste anche una prateria di generi praticamente inesplorata dall'animazione occidentale (con tutti gli ibridi tra generi possibili BTW) che rende unica l'industria giapponese dell'animazione arrivando a dei picchi, sia nei lungometraggi che nelle serie tv, che fanno impallidire la Disney.
Quello che non sopporto di questo discorso è che dietro il "non utilizziamo il fanservice per attirrare gli otaku" suggerisce non una maggiore qualità in se ma di andare a copiare chi fa cose che con l'animazione giapponese ci incastra davvero poco. E' come dire "nella cucina italiana c'è troppa pizza, copiamo la cucina francese" ignorando il restante 95% della cucina italiana.
Grossomodo concordo, specie con l'introduzione.
E perchè, c'abbiamo la possibilità di vedere due versioni dello stesso mezzo con stile e tematiche diverse e dobbiamo uniformarli? Ma ben venga la diversità, senza preferenze di sorta, lo dico da grande appassionato Disney ad esempio pur avendo un rapporto privilegiato con l'animazione giapponese ovviamente...e poi francamente leggere che pure un'addetta ai lavori si fossilizza su alcuni dettagli degli anime ignorando tutto il resto che hanno da offrire è anche un po' triste...
"L'anime deve essere più simile ai prodotti Marvel e Disney": inizialmente il titolo del pezzo mi aveva spaventato, perché, gli anime giapponesi più stanno lontani da Marvel e Disney, meglio è. Nel senso che quelle sono multinazionali globalizzate, mentre ciò che mi piace degli anime è proprio il loro essere giapponesi.
Poi l'eggendo l'articolo ho capito meglio quello che vuole dire Keiko Moritsugu. La capisco, ma è un discorso molto difficile e complesso: il fanservice, troppa sessualità inutile, poca profondità, la ricerca della qualità. Ci sono mille sfacettature da prendere in considerazione. Forse servirebbe uno studio sociologico!
Qualità contro fanservice: è una battaglia eterna. Bisognerebbe trovare il giusto equilibrio, se non nei singoli titoli, almeno nella varietà della produzione, perché è vero che oggigiorno si sfornano tantissimi titoli, ma molti ovviamente non possono che essere scadenti o mediocri. Più che guardare fuori verso le multinazionali, l'industria giapponese dovrebbe guardare dentro se stessa, imparare dalla sua storia gloriosa degli anni '70-'80-'90. Riprendere un percorso che per certi versi si è interrotto proprio con Evangelion.
E' bello creare titoli che hanno qualcosa da dire, ma non deve essere una cosa forzata. Il produttore o il regista non deve alzarsi una mattina e dire: oggi facciamo un anime con critiche sociali. Sarebbe assurdo e ridicolo. Il segreto secondo me sta nel far crescere generazioni di sceneggiatori, registi (e quant'altro fa parte del mondo anime) sempre migliori. I giapponesi devono sempre cercare di migliorare il loro Know-how, senza abituarsi a minestre riscaldate.
Qualcuno disse che gli anime di oggi «sono fatti da otaku per otaku». Ecco, lì sta il punto. Servono addetti ai lavori con qualità artistica. Sicuramente ce ne sono tanti e a questi va data l'opportunità di esprimersi un pò di più, senza troppe catene.
A quel punto l'anime importante, che intrattiene, ma che non ti fa spengere il cervello, viene fuori da solo senza scimmiottare gli americani.
Poi io sono un sostenitore della varietà: una realtà mi piace se è variegata, se ti offre roba per tutti i gusti. Nel mio mondo ideale non si butta via niente. Serve il titolo più serio, quello meno, quello ancora più scanzonato, basta che funzioni. Tutti i generi anime vanno bene: hentai ecchi, fino ai più rispettabili, pure gli isekai (che mi stanno sulle balle, proprio perché più di altri generi, rappresentano una certa omologazione dei titoli contemporanei).
In questa epoca d'oro degli anime, viene proposta troppa monnezza e poche storie da raccontare.
Sceneggiatura, sceneggiatura, sceneggiatura: se l'industria anime lavora su questo e su migliori retribuzioni, andrà avanti come un treno. Altrimenti prima o poi la bolla esploderà e andranno a produrre animazione in Cina (dove non c'è democrazia, ma costa meno tutto) a fare titoli di sterco: li voglio proprio vedere fare critiche sociali in un regime totalitario.
In ogni caso, anche ammettendo che gli anime ormai siano solo prodotti di nicchia o per otaku arrapati (e a mio avviso non è così), ed anche supponendo che "la qualità dei film Disney e Marvel migliora di anno in anno" (e a mio avviso non è così), questo cosa ci dice? Che le due realtà produttive soddisfano due diverse tipologie di pubblico? Nello specifico gli "arrapati" e gli "impegnati"?
Perfetto, e allora?
C'è spazio per una sola categoria? Bisogna soddisfare solo le grandi masse impegnate e socialmente sensibilizzate e ignorare i miserandi rifiuti della società nichilisti e sciovinisti? Bisogna indirizzarsi solo sulla produzione dagli introiti più redditizi o dalle istanze più costruttive?
C'è spazio solo per gli apocalittici o solo per gli integrati?
Se l'animazione nipponica sta morendo per un "calo di qualità" e quella occidentale sta vibrando di "folgorante ermeneutica", sono costretto a scegliere?
Ho bisogno del vaticinio di gente "geniale" che mi indichi la differenza fra le ghiande e i diamanti?
E se io preferissi una misera foglia d'erba alla quotidiana fatica delle stelle?
Prosaicamente: cosa c'è di male in un orgasmo a poche lire?
Moritsugu, tu critichi le mie masturbazioni, ma è sesso con qualcuno che amo!
Che senso ha uniformare all' occidentale ciò che ha una tradizione ricca e propria , e che in oltre è amato per questo .
Poi per non parlare del fatto che con tutti gli esempi di produzione fumettistica occidentale io non mi ispirerei proprio a quelle due. Poi si punta il dito contro il fanService come se fosse un demone , ma il vero problema è che si tende ad esagerare sui punti negativi per ignorare il buono.... ma i manga e gli anime sono molto più che fanservice gratuito
Secondo me è sbagliato barricarsi dietro "gl'anime sono un prodotto di nicchia", nonostante sia vero, frena in partenza ogni sana ambizione. Non trovo strampalato il desiderio di veder trasmessi nei cinema esteri anime non solo per 3 giorni ( almeno qui Italia ). Per farlo non servono soltanto bei film o tanti soldi, ma una piccola pulizia alla reputazione dell'animazione giapponese, ed il modo migliore sarebbe ridurre queste opere. Una situazione molto irreale, e qui entra il dilemma "è lo spettatore a decidere cosa vedere o il media ad 'educare' il suo pubblico? ".
Quando tesse le lodi della marvel/disney sul migliorarsi con il passare delle produzioni , qui mi trova in disaccordo.
Inoltre, come hanno già commentato, di certo non guardo un anime se voglio un prodotto simil-disney.
Ah bè, viva la coerenza !
Però quando la Motitsugu dice "Da Evangelion in poi, gli anime sono diventati ..." dice una fesseria enorme: primo, perché il moe , l'ecchi e balle varie c'era già negli anni ottanta , anche se non esibito come oggi.
C'era pure in serie mainstream per bimbi come Arale o Robottino , quindi di che stiamo parlando ?
Evangelion poi è stato un successo mondiale , non certo un fenomeno di nicchia, quindi che ci azzeca con la nicchia ?
Di certo molti anime oggi si sono dati una calmata per diffondersi all' estero : ad esempio , Saint Seiya o Dragon Ball , nelle nuove serie , non hanno un briciolo del sangue o ammiccamenti sessuali presenti nelle serie anni 80.
In One Piece hanno tolto la svastica sulla schiena di Ace per evitare fraintendimenti ( in jap è un manji , un simbolo sacro ) e via così... vedremo cosa ci riserverà il futuro .
Su twitter i fans l'hanno criticata aspramente, bene, sembra il solito tentativo di autorazzismo con lo scopo di separarci, cosa che va molto di moda in eu, beh allora sai che ti dico cara swj Moritsugu Keiko, vaffanculo di cuore dall'Italia.
Promuovere il rispetto verso gli altri sarebbe un problema? SERIAMENTE?
Scusa, quale rispetto? Questa dice che il moe e i prodotti per otaku maschi sarebbero il male e bisognerebbe copiare dagli yankee epurando tutte gli elementi sessisti e varie nel rispetto di tutte le minoranze. Ma roba da matti, se ci si mettesse a rispettare i diritti di tutti, sopratutto di 4 gatti, che cosa si arriverebbe a produrre? I pokemon per bambini o animazione riempita di buoni propositi e una falsa rappresentazione della realtà? Seguire una certa agenda politica? Propaganda separatista? Ma non esiste.
Che se li faccia lei questi manga occidentalizzati per le minoranze, senza coinvolgere gli altri, anime e manga vanno bene come sono, anzi, sono anche troppo censurati ultimanente proprio per lo stesso problema e le critiche che riceve da questi gruppi stranieri (femministe in primis).
Sostenere le minoranze su oper di fantasia è sbagliato perchè non potrai far altro che limitare te stesso e la tua creatività.
Non ho detto tutti ma una parte, certo ci sono anime senza fanservice pur essendo moe, che moe poi significa solo "cute", il mio avatar è moe e non c'è nulla di male in questo, è una caratteristica di manga e anime.
Non si possono rimuovere certe caratteristiche che definiscono un prodotto solo perchè qualcuno potrebbe offendersi, sopratutto se è una minoranza e che quindi non vale un caz*o come pubblico, è come se un napoletano dovesse cambiare il modo in cui fa la pizza perchè a qualche gruppetto di stranieri non piace e la preferirebbe fatta in maniera differente per meglio venire in contro ai propri gusti personali.
Anime e manga non devono omologarsi alle minoranze per allargare il bacino d'utenza, ma devono rimanere coerenti con se stessi e con quello che sono, opere di nicchia che coprono differenti generi per differenti tipologie di pubblico.
In questi tempi di analfabetismo funzionale dilagante purtroppo accade questo e altro. Mi auguro che eventuali progetti in quella direzione siano gestiti bene.
Ci sta, purtroppo le due cose spesso sono collegate a una certa agenda politica, spero che ciò non vada ad inquinare anche la società nipponica, non se lo meritano.
la Disney in Occidente è conosciuta per titoli per tutte le età. Non vi inventate cose please.
Se per la maggioranza i prodotti animati vengono considerati roba per bambini la Disney non c'entra nulla. Negli anni 90 la Disney fece la serie animata di Gargoyle che era molto matura come temi e target per i tempi.
ecco cosa sono gli otaku
una seduta psichiatrica ci vuole, altro che continuare a viziarli o meglio si cercassero una vera ragazza.
Accettare tutto questo significa accettare peggioramento anno dopo anno.
se gli anime sono omologati o pessimi adattamenti perchè lo vogliono lo stesso pubblico giapponese, non fare paranoie se propio tu cadi su soliti stereotipi e luoghi comuni per demonizzare invece l'occidente.
Caro No Longer Human, citi proprio serie censurate per venire incontro ai gusti occidentali in fase di adattamento, sopratutto il recente Goblin Slayer. Anche Tate no Yuusha ha subito cambi in alcune scene proprio per, detta dai produttori stessi, rendere il prodotto più palatabile in occidente. Il manga è molto più severo, Raphtalia uccide senza pietà mentre qui addirittura fanno uccidere un nemico per motivi casuali. Persino l'innocuo "vita da slime" ha subito epurazioni di certe scene ommesse nell'anime. Il problema c'è, poi se si vuole farci ironia sopra è un'altro paio di maniche.
Posso sapere il motivo della disattivazione del mio post?
Va bene tutto, ma a volte mi sembra di essere in Corea del Nord...
Chi si offende?
Inutile sì, lo ammetto, ma non penso ci fossero gli estremi per censurarlo...
Detto questo, comprendo anche il punto di vista di K.Moritsugu nel vedere il peso mediatico di questa branchia dell'arte e il pensare di dover promuovere un proprio ideale.
In merito alla qualità Disney c'è poco da dire, i FILM SONO BELLI e ci siamo cresciuti... ma se andiamo a guardare quello che non è destinato al cinema ma alla serializzazione sui canali tematici ...beh ... spesso ci troviamo davanti programmi per ritardati.
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