Trump pronto a imporre una tariffa del 100 % su tutti i film non prodotti negli USA
Non è chiaro se e come questa tariffa sarà poi applicata
di Ironic74
Già a maggio Trump aveva annunciato l’intenzione di parlare con i dirigenti di Hollywood per avviare il processo di imposizione di questa tassa, sostenendo che l’industria cinematografica americana sta morendo “molto rapidamente”. Queste dichiarazioni arrivano nel contesto di una nuova ondata di tariffe annunciata la scorsa settimana, che include una tassa del 100% sulle importazioni di farmaci brevettati e del 50% su mobili per cucina e bagno. Sulla sua piattaforma Truth Social, Trump ha affermato: “Il nostro settore cinematografico è stato rubato agli Stati Uniti d’America da altri Paesi, come togliere le caramelle a un bambino. La California, con il suo governatore debole e incompetente, ne ha sofferto in modo particolare!” Ha precisato che la tariffa del 100% sarà imposta “su tutti i film realizzati al di fuori degli Stati Uniti”, senza però specificare quando questa entrerà in vigore.

Non è chiaro poi se le tariffe riguarderanno anche i film distribuiti su piattaforme di streaming come Netflix, oltre che quelli proiettati nelle sale cinematografiche, né come verranno calcolate. La Camera di Commercio Canadese ha espresso forte preoccupazione per questa tassa, poiché molte produzioni americane si affidano a strutture, personale e talenti canadesi per realizzare film di Hollywood. Catherine Fortin-LeFaivre, vicepresidente senior per le politiche internazionali della Camera di Commercio Canadese, ha sottolineato che queste tariffe rischiano di penalizzare gli studi americani che girano in Canada, aumentando i costi, frenando gli investimenti e indebolendo il vantaggio competitivo costruito insieme, con effetti negativi su entrambe le economie e migliaia di posti di lavoro della classe media.
L'analista Dan Coatsworth ha ha messo in dubbio la fattibilità della tassa, ricordando che le tariffe si applicano generalmente ai beni fisici e che molti registi scelgono di girare all’estero per benefici fiscali. Ha inoltre evidenziato che sarà difficile definire cosa significhi esattamente “film americano” se una pellicola viene girata negli USA ma con attori, registi o finanziamenti stranieri. Costringere le produzioni a realizzare i film esclusivamente negli Stati Uniti potrebbe far aumentare i costi, che poi ricadrebbero sugli spettatori, danneggiando così la domanda per le piattaforme di streaming e le sale cinematografiche. Al momento gli investitori non sembrano considerare questa minaccia un pericolo serio: le azioni di società come Netflix e Disney hanno subito un breve calo, per poi riprendersi. Alcuni grandi film prodotti da studi americani negli ultimi anni, come Deadpool, Wolverine, Wicked e Gladiator II, sono stati girati fuori dagli Stati Uniti, evidenziando come la produzione cinematografica sia ormai un settore globale. Nonostante le difficoltà, gli Stati Uniti restano un centro importante per le produzioni, con una spesa di 14,54 miliardi di dollari nel 2024, anche se in calo del 26% rispetto all’anno precedente. Paesi come Australia, Nuova Zelanda, Canada e Regno Unito hanno invece visto un aumento degli investimenti. Il governo britannico sta valutando l’impatto delle nuove tariffe sulla sua industria cinematografica, che impiega milioni di persone e genera miliardi di sterline per l’economia locale.
Rimane inoltre poco chiaro quali anime poi sarebbero interessati da questa possibile tassa sulle importazioni. Molte produzioni di prodotti anime oggi sono coprodotte e finanziate sia da aziende giapponesi sia da imprese di altri Paesi. Sebbene il personale delle produzioni anime sia per lo più composto da membri giapponesi o residenti in Giappone, alcune produzioni o singoli episodi sono stati affidati in subappalto a studi cinesi o sudcoreani, oppure hanno assunto animatori negli Stati Uniti (tra gli altri Paesi) e altri membri dello staff al di fuori del Giappone.
Fonte: BBC
ANN