Il presidente USA, Donald Trump, ha ribadito la sua minaccia di imporre una tariffa del 100% su tutti i film non prodotti negli Stati Uniti, affermando che l’industria americana del cinema è stata “rubata” da altri Paesi. Il presidente ha dichiarato lunedì che la California è stata particolarmente colpita da questo fenomeno e che la tariffa rappresenterebbe la soluzione a un problema “lungo e mai risolto”.
Già a maggio Trump aveva annunciato l’intenzione di parlare con i dirigenti di Hollywood per avviare il processo di imposizione di questa tassa, sostenendo che l’industria cinematografica americana sta morendo “molto rapidamente”. Queste dichiarazioni arrivano nel contesto di una nuova ondata di tariffe annunciata la scorsa settimana, che include una tassa del 100% sulle importazioni di farmaci brevettati e del 50% su mobili per cucina e bagno. Sulla sua piattaforma Truth Social, Trump ha affermato: “Il nostro settore cinematografico è stato rubato agli Stati Uniti d’America da altri Paesi, come togliere le caramelle a un bambino. La California, con il suo governatore debole e incompetente, ne ha sofferto in modo particolare!” Ha precisato che la tariffa del 100% sarà imposta “su tutti i film realizzati al di fuori degli Stati Uniti”, senza però specificare quando questa entrerà in vigore.

Non è chiaro poi se le tariffe riguarderanno anche i film distribuiti su piattaforme di streaming come Netflix, oltre che quelli proiettati nelle sale cinematografiche, né come verranno calcolate. La Camera di Commercio Canadese ha espresso forte preoccupazione per questa tassa, poiché molte produzioni americane si affidano a strutture, personale e talenti canadesi per realizzare film di Hollywood. Catherine Fortin-LeFaivre, vicepresidente senior per le politiche internazionali della Camera di Commercio Canadese, ha sottolineato che queste tariffe rischiano di penalizzare gli studi americani che girano in Canada, aumentando i costi, frenando gli investimenti e indebolendo il vantaggio competitivo costruito insieme, con effetti negativi su entrambe le economie e migliaia di posti di lavoro della classe media.
L'analista Dan Coatsworth ha ha messo in dubbio la fattibilità della tassa, ricordando che le tariffe si applicano generalmente ai beni fisici e che molti registi scelgono di girare all’estero per benefici fiscali. Ha inoltre evidenziato che sarà difficile definire cosa significhi esattamente “film americano” se una pellicola viene girata negli USA ma con attori, registi o finanziamenti stranieri. Costringere le produzioni a realizzare i film esclusivamente negli Stati Uniti potrebbe far aumentare i costi, che poi ricadrebbero sugli spettatori, danneggiando così la domanda per le piattaforme di streaming e le sale cinematografiche. Al momento gli investitori non sembrano considerare questa minaccia un pericolo serio: le azioni di società come Netflix e Disney hanno subito un breve calo, per poi riprendersi. Alcuni grandi film prodotti da studi americani negli ultimi anni, come Deadpool, Wolverine, Wicked e Gladiator II, sono stati girati fuori dagli Stati Uniti, evidenziando come la produzione cinematografica sia ormai un settore globale. Nonostante le difficoltà, gli Stati Uniti restano un centro importante per le produzioni, con una spesa di 14,54 miliardi di dollari nel 2024, anche se in calo del 26% rispetto all’anno precedente. Paesi come Australia, Nuova Zelanda, Canada e Regno Unito hanno invece visto un aumento degli investimenti. Il governo britannico sta valutando l’impatto delle nuove tariffe sulla sua industria cinematografica, che impiega milioni di persone e genera miliardi di sterline per l’economia locale.
Rimane inoltre poco chiaro quali anime poi sarebbero interessati da questa possibile tassa sulle importazioni. Molte produzioni di prodotti anime oggi sono coprodotte e finanziate sia da aziende giapponesi sia da imprese di altri Paesi. Sebbene il personale delle produzioni anime sia per lo più composto da membri giapponesi o residenti in Giappone, alcune produzioni o singoli episodi sono stati affidati in subappalto a studi cinesi o sudcoreani, oppure hanno assunto animatori negli Stati Uniti (tra gli altri Paesi) e altri membri dello staff al di fuori del Giappone.
Fonte: BBC
ANN
Già a maggio Trump aveva annunciato l’intenzione di parlare con i dirigenti di Hollywood per avviare il processo di imposizione di questa tassa, sostenendo che l’industria cinematografica americana sta morendo “molto rapidamente”. Queste dichiarazioni arrivano nel contesto di una nuova ondata di tariffe annunciata la scorsa settimana, che include una tassa del 100% sulle importazioni di farmaci brevettati e del 50% su mobili per cucina e bagno. Sulla sua piattaforma Truth Social, Trump ha affermato: “Il nostro settore cinematografico è stato rubato agli Stati Uniti d’America da altri Paesi, come togliere le caramelle a un bambino. La California, con il suo governatore debole e incompetente, ne ha sofferto in modo particolare!” Ha precisato che la tariffa del 100% sarà imposta “su tutti i film realizzati al di fuori degli Stati Uniti”, senza però specificare quando questa entrerà in vigore.

Non è chiaro poi se le tariffe riguarderanno anche i film distribuiti su piattaforme di streaming come Netflix, oltre che quelli proiettati nelle sale cinematografiche, né come verranno calcolate. La Camera di Commercio Canadese ha espresso forte preoccupazione per questa tassa, poiché molte produzioni americane si affidano a strutture, personale e talenti canadesi per realizzare film di Hollywood. Catherine Fortin-LeFaivre, vicepresidente senior per le politiche internazionali della Camera di Commercio Canadese, ha sottolineato che queste tariffe rischiano di penalizzare gli studi americani che girano in Canada, aumentando i costi, frenando gli investimenti e indebolendo il vantaggio competitivo costruito insieme, con effetti negativi su entrambe le economie e migliaia di posti di lavoro della classe media.
L'analista Dan Coatsworth ha ha messo in dubbio la fattibilità della tassa, ricordando che le tariffe si applicano generalmente ai beni fisici e che molti registi scelgono di girare all’estero per benefici fiscali. Ha inoltre evidenziato che sarà difficile definire cosa significhi esattamente “film americano” se una pellicola viene girata negli USA ma con attori, registi o finanziamenti stranieri. Costringere le produzioni a realizzare i film esclusivamente negli Stati Uniti potrebbe far aumentare i costi, che poi ricadrebbero sugli spettatori, danneggiando così la domanda per le piattaforme di streaming e le sale cinematografiche. Al momento gli investitori non sembrano considerare questa minaccia un pericolo serio: le azioni di società come Netflix e Disney hanno subito un breve calo, per poi riprendersi. Alcuni grandi film prodotti da studi americani negli ultimi anni, come Deadpool, Wolverine, Wicked e Gladiator II, sono stati girati fuori dagli Stati Uniti, evidenziando come la produzione cinematografica sia ormai un settore globale. Nonostante le difficoltà, gli Stati Uniti restano un centro importante per le produzioni, con una spesa di 14,54 miliardi di dollari nel 2024, anche se in calo del 26% rispetto all’anno precedente. Paesi come Australia, Nuova Zelanda, Canada e Regno Unito hanno invece visto un aumento degli investimenti. Il governo britannico sta valutando l’impatto delle nuove tariffe sulla sua industria cinematografica, che impiega milioni di persone e genera miliardi di sterline per l’economia locale.
Rimane inoltre poco chiaro quali anime poi sarebbero interessati da questa possibile tassa sulle importazioni. Molte produzioni di prodotti anime oggi sono coprodotte e finanziate sia da aziende giapponesi sia da imprese di altri Paesi. Sebbene il personale delle produzioni anime sia per lo più composto da membri giapponesi o residenti in Giappone, alcune produzioni o singoli episodi sono stati affidati in subappalto a studi cinesi o sudcoreani, oppure hanno assunto animatori negli Stati Uniti (tra gli altri Paesi) e altri membri dello staff al di fuori del Giappone.
Fonte: BBC
ANN
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E chi ha iniziato a produrre in Messico e in Cina/tutto il sud-est asiatico per "risparmiare"? Sì, risparmiare sul costo della manodopera e alzare i profitti!
Mi vengono in mente, così a caso, ford, gm, nike, apple, ecc. ecc. E chissà a quale nazione fanno riferimento... boh
Mi aveva, giustamente, bacchettato qualche mese fa un caro utente del sito visto che non ne avevo colto la grandezza… e invece risolto in pochi giorni le situazioni in Russia e Israele, messo al loro posto quei soloni che pensano di poter parlare di medicina e salute solo perché hanno fatto anni di studi e ricerche, e pure creato teorie innovative per risollevare l’economia globale e renderla equa per tutti…
Vincerà sicuramente il Nobel per la pace, la medicina e l’economia, se non saranno invidiosi di cotanto genio… che fortuna…
Non è tanto le produzioni estere che colpirà, ma i mancati introiti (in certi casi enormi) di aziende estere che lavorano nel settore, che andrà a colpire, s'è fa realmente questa cosa, le aziende estere difficilmente beccheranno più dollari, quindi le aziende estere non ci guadagneranno più niente.
Il megalomane vuole far rimanere in USA quella grande massa di soldi che andavano all'estero, perché all'estero finora era più conveniente
Ma qui penserei si riferisca in primis a film statiunitensi, non internazionali, e il motivo è facile da ipotizzare, molti film hollywood i giorni d'oggi vengono girati all'estero, buona cosa per i film che risparmiano soldi, ma non tanto buona cosa per i lavoratori americani, riportando la produzione di film in america, riporta anche opportunità di lavoro per i cameramen, gli stuntmen, i scenografi, i truccatori, gli assistenti, eccetera americani
https://www.youtube.com/watch?v=3itlYVnP-KQ
Il noto bipolare dalla testa gialla per dirla in due parole vuole che i dollaroni restino negli stati uniti ad ingrassare ancora di più gli obesi Americani, è non sè né fotte nulla dall'estero, sè tante aziende Canadesi, Cinesi, Europee chiuderanno, sè nè frega.
Ma nemmeno, perchè le produzioni usa si spostino totalmente in usa quei dazi dovrebbero salire del 500-800%
Una troupe di tecnici audio/luci (non ricordo bene) in ungheria costa 1/10 dell'equivalente negli USA.
il potus è convinto che con al sua manovra se il film pinco spendeva 100 in ungheria ora spenderà 1000 negli usa.. ed è qui il problema, che anche con la sua "idea del secolo" alle produzione converrà ancora produrre all'estero perchè la mano d'opera costa molto meno che negli usa. (il 100% vuol dire che quello che paghi 8 ora lo paghi 16, ma se a produrlo in usa spendo 50...)
In ogni caso chi ci rimetterà maggiormente sarà l'intera industria cinematografica usa che si troverà a dover produrre 2 film al costo attuale di 10.
Si tratta di un'intervista poco attendibile perché questa affermazione è storicamente falsa. Il periodo più lungo senza presidenti repubblicani è stato di 20 anni. (La causa fu la grande depressione).
Il budget si riduce notevolmente con le tassazioni ed i costi negli USA , perciò i primi tagli cadranno sul personale "non essenziale" già dalla fase di programmazione. In casi di ritardi , cosa non rara, i costi aumentano a dismisura.
Be questo mi pare ovvio, è il presidente degli Stati Uniti, non del Canada o della Cina o dell'Italia
Rimanendo sull'animazione, gli unici 2 studi che oggi realizzano l'intera produzione negli USA sono Disney Animation e Pixar (anche se Disney nel 2022 ha aperto anche una sede in Canada che doveva servire per le serie Disney+ poi cancellate, e ora sta venendo riadattata per dare supporto ai lungometraggi).
DreamWorks dal 2016 (con l'acquisizione da parte di Universal) ha iniziato un processo di esternalizzazione sempre maggiore. Molti loro film sono interamente animati da studi terzi esteri (Capitan Mutanda, Il piccolo yeti, Spirit - Il ribelle, Orion e il Buio, Dog Man), mentre altri lo sono almeno parzialmente (Baby Boss 2, Troppo Cattivi 2). Il Robot Selvaggio è stato indicato come l'ultimo loro film interamente animato in house. E infatti stanno licenziando e/o lasciando scadere i contratti del proprio personale interno.
I film Illumination invece sono interamente animati presso il loro studio francese, Illumination Paris.
Mentre quelli di Sony Pictures Animation si appoggiano o a studi terzi o a Sony Pictures Imageworks (che è in Canada).
Praticamente tutte le altre case hollywoodiane (Warner, Paramount, Nickelodeon...) si affidano interamente a studi terzi.
Da una parte è un bene per questi ultimi, ma non è tutto oro quel che luccica. Ad esempio Jellyfish Pictures, lo studio britannico che aveva animato Dog Man per la DreamWorks, è fallito poco più di un mese dopo l'uscita del film.
Ora, sicuramente qualcosa va fatto...ma con ciò non voglio dire che questa sia la mossa giusta. Come già detto da altri, anche con il 100% di dazi, rimarrà comunque più conveniente esternalizzare. Di contro però aumenteranno i costi per gli studi hollywoodiani, che potrebbero decidere di abbassare ulteriormente i budget (che è comunque già il trend attuale), diminuendo qualità del prodotto e entrate agli studi esteri, creando un effetto domino. Detto da uno che di economia non ci capisce nulla sia chiaro, ma tanto mi sa che dall'altra parte non siamo messi troppo meglio ahah.
Se questa cosa andrà in porto e in questa maniera, sarà un bel vantaggio competitivo per Disney Animation e Pixar. O meglio, uno svantaggio per tutti gli altri.
Si sono dimenticati dei tempi in cui venivano qui a Cinecittà a fare i loro kolossal perché costava molto meno?
"Rubato" de che?
Che poi hanno anche meno restrizioni, per meglio dire, non è che si può fare un film storico in Texas, ovviamente tranne per i film con i cowboy.
Trump scambia tutto con il business, crede di conoscere tutto, ma alla fine sono sempre queste le cose che fa, il popolo degli USA lo ha eletto dopo che nel suo primo mandato ha subito un paio di impeachment, queste notizie su quello che dice Trump non dovrebbero essere una novità.
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