Anne Shirley: un classico senza tempo tra tradizione e modernità - Recensione

La serie che adatta i primi libri di Lucy Maud Montgomery si rivela una bella sorpresa per tutte le età, ma non consideriamola un remake!

di Ironic74

Anne of Green Gables della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, nota in Giappone come Akage no Anne (traducibile appunto nell'italiano "Anna dai capelli rossi"), è una storia dal grande appeal presso il pubblico giapponese ma anche  italiano, tramite la trasposizione Meisaku nella serie animata del 1979 di Isao Takahata per Nippon Animation, trasmessa dalle nostre emittenti pubbliche nelle ultime due decadi del secolo scorso, per poi venire replicata dalle reti Mediaset fino praticamente ai giorni nostri.
Ecco quindi che l'arrivo di una nuova trasposizione anime, dal titolo Anne Shirley, ha incuriosito parecchio i vecchi e i nuovi appassionati di animazione ma anche dei romanzi dell'autrice. Questa nuova serie di 24 puntate realizzate da The 






 
Trama: Canada, seconda metà del XIX secolo. Gli anziani fratelli Matthew e Marilla Cuthbert decidono di adottare un maschio orfano che li aiuti con il lavoro nei campi. Recatosi alla stazione per prendere il nuovo membro della famiglia, tuttavia, Matthew si trova di fronte una chiacchierona ragazzina dai capelli rossi, Anne Shirley. A causa di un disguido, l'orfanotrofio ha infatti inviato una ragazza e non un ragazzo come richiesto; Matthew decide quindi di portare la piccola Anne alla propria casa e consultarsi con Marilla sul da farsi. Anne è un ragazzina dalla spiccata fantasia, che trasforma un semplice filare di ciliegi in fiore in una "candida via della gioia" e che, ancora ignara dell'errore avvenuto, non riesce a contenere la gioia di aver abbandonato l'austerità dell'orfanotrofio per andare a vivere a Green Gables, la famosa casa dei Cuthbert nota per i suoi verdi abbaini.






L'errore che ho visto fare fin dalla trasmissione delle prime puntate di questa serie, da noi arrivata in streaming sia su Anime Generation che su Crunchyroll, è stata quella di fare paragoni o addirittura considerarla un remake dell'opera di Takahata, quando invece si trattava di un semplice nuovo adattamento di un'opera letteraria molto amata, che anche in versione live action ha beneficiato di varie produzioni, da ultimo quella del 2017 andata anche su Netflix.

Come ha detto Hiroshi Kawamata, regista della serie:

"In passato sono stati realizzati molti adattamenti del personaggio, tra cui anime, film live-action e rappresentazioni teatrali, quindi penso che ognuno abbia la propria immagine di Anne Shirley. Questa volta sono tornato all'opera originale senza essere vincolato da quell'immagine e ho cercato di esprimere Anne attraverso la mia interpretazione. Spero che vedere la forza e la schiettezza di Anne ricordi alle persone di credere in se stesse e di andare avanti."

 



Questo nuovo adattamento anime racconta quindi la crescita di Anne da bambina a donna, attraverso il suo legame con Matthew e Marilla nella fattoria chiamata "Green Gables" ad Avonlea in Canada, la sua amicizia con Diana e la sua storia d'amore con Gilbert. 
Ritroviamo così l'orfana esuberante e piena di immaginazione che riesce a trasformare per sé e per gli altri tutto ciò che vede in qualcosa di magico: dalla fattoria in cui va a vivere ai paesaggi circostanti, che diventano parte di un grande affresco nostalgico, come il "lago delle acque lucenti" e la foresta incantata. Scenari che i fan di Anna conoscono benissimo e che questa serie riporta davanti ai nostri occhi con sfondi capaci di ricrearne l'atmosfera sognante, grazie a delicate tonalità pastello. 
Si segue però, come detto, tutto il percorso verso l'età adulta della ragazza, quindi non solo la sua più che nota infanzia, con episodi sempre spassosi come quello in cui cerca di cambiare il colore dei propri capelli, nella più tipica non accettazione di se stessi che ben conoscono tutti i giovani di allora come di oggi. Seguiamo anche il suo percorso di studi, la condivisione di una casa con altre ragazze e la decisione di insegnare prima, e di iniziare a scrivere dopo. Senza dimenticarci appunto il suo percorso sentimentale, da giovane e ingenua sognatrice di un amore romantico d'altri tempi alla piena accettazione dei suoi veri sentimenti verso Gilbert.

 


Anna non appare sempre come una protagonista perfetta; anzi, più volte lo spettatore, così come i personaggi che la circondano, tende a ridere dei suoi slanci emotivi o a criticarla per alcune decisioni controverse. Questo la rende al tempo stesso molto umana, ma anche il motore propulsore per quelle stesse persone, che non possono evitare di lasciarsi trascinare dalla sua passione e dai suoi sogni. Sogni che rappresentano una possibile salvezza per un’orfana, una zavorra per un’adolescente che deve trovare la propria strada e, riformulati, la forza a cui attingere per raggiungere un inaspettato riconoscimento letterario.

Anna segue un percorso arduo, fatto di sfide, di momenti gioiosi e di altri molto tristi, come solo la vita vera può costringere ad affrontare. La serie riesce a riassumere tutto questo percorso in modo efficace, pur con qualche inevitabile accelerazione, restituendoci una storia dal sapore dei vecchi “cartoni di una volta”, sebbene con un taglio inevitabilmente e giustamente moderno, senza tuttavia falsarne le vicende o snaturare i personaggi. La narrazione alterna una struttura quasi episodica, con puntate davvero toccanti in alcuni casi, a momenti essenziali per far progredire la trama.


Come spiega in una intervista la producer della serie, Yoshiko Nakayama:


"Ho sempre amato Anna dai capelli rossi e lo leggo avidamente fin dalle scuole medie. È una storia in cui non si vedono grandi sviluppi drammatici. È sempre un racconto di piccole sprazzi di vita quotidiana. Anne usa la sua vivida immaginazione per superare molti ostacoli nella vita. Non fugge mai dalle sfide difficili che le si presentano. È quel tipo di coraggio e apprezzamento per le piccole gioie della vita quotidiana che volevo portare sullo schermo. Il tutto creando un ritmo che non annoi il giovane pubblico di oggi, assicurandosi che siano invogliati e curiosi di seguire l'episodio successivo. Tutti i titoli degli episodi sono anche scelti con cura dalle citazioni dei romanzi"



A mio avviso quest'opera riesce davvero a portare l'orfanella di Avonlea a un nuovo pubblico. In tanti hanno amato il personaggio di Anne non solo per il suo essere un'orfana coraggiosa – d'altronde negli anni '70 e '80 ne abbiamo visti parecchi in diverse opere – ma perché è una figura che oggi definiremmo "resiliente", capace di usare i suoi sogni ad occhi aperti per affrontare un'infanzia traumatica. In questo la regia è stata davvero abile, soprattutto nei primi episodi, nel farci vivere diverse emozioni in presa diretta. Un esempio è l'iconico momento in cui Matthew, il futuro tutore di Anne, va a prenderla alla stazione ferroviaria: la vediamo attraverso una lente fish-eye che ci cala nei panni dello stesso Matthew, mostrandoci quanto sia strana ma tenera questa coraggiosa orfana.
Certo anche quest'opera non è esente dai difetti che toccano quasi tutte le recenti produzioni anime, le animazioni in alcune puntate sono altalenanti e a volte la cgi rischia di non farci apprezzare la poesia dei background quasi sempre molto curati.
Con maestria certe pecche vengono nascoste ma non sempre e a dare manforte ci pensa anche una colonna sonora, ad opera di Michiru Oshima, discreta ma avvolgente alternando a energici ritmi folk, parti più drammatiche e altre romantiche e nostalgiche, seguendo abilmente il ritmo narrativo.



Menzione a parte per I colori dell'animaLiz e l'uccellino azzurroLa forma della voceome regista e storyboarder sia per la opening che per la ending della serie, riuscendone a catturare l'atmosfera e le intenzioni, pur discostandosene non poco dal tratto 

Ecco le parole della stessa Yamada riportare sul sito ufficiale della serie:


Quando ero bambina, ammiravo semplicemente lo sguardo sognante di Anne.
Crescendo, invece, sono stati gli sguardi che Matthew e Marilla rivolgono ad Anne a toccarmi profondamente il cuore.
E ora, mi sento nuovamente catturata da Anne mentre, con le proprie forze, apre passo dopo passo la sua strada.
Penso che sia un’opera meravigliosa, in cui ognuno, in momenti diversi della propria vita, potrà trovare emozioni preziose.
Spero che la possiate godere appieno.



"Yokan", cantata da Tota



La ending "heart" cantata dalla band Laura day romance.
 

 
Riassumendo. Anne Shirley è un nuovo adattamento anime in 24 episodi dei primi libri della saga di Lucy Maud Montgomery. Non è un remake della celebre serie di Takahata del 1979, ma una reinterpretazione fedele ai romanzi originali che racconta l'intero percorso di crescita di Anne, dall'infanzia all'età adulta.
La serie mantiene il fascino nostalgico dei "cartoni di una volta" con sfondi in delicate tonalità pastello, ma con un taglio narrativo moderno. Riesce a catturare la resilienza di Anne, una ragazzina orfana dalla vivida immaginazione che trasforma il mondo intorno a sé in qualcosa di magico, affrontando con coraggio le sfide della vita.
Pur con alcune pecche tecniche nelle animazioni e nell'uso della CGI, l'opera funziona grazie a una regia emotivamente coinvolgente (specialmente nei primi episodi), una colonna sonora avvolgente di Michiru Oshima, e la capacità di portare questo personaggio iconico a un nuovo pubblico senza snaturarne l'essenza.


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