Lucca Comics & Games 2025: incontri con Kwang-jin (Itaewon Class)
Dal webtoon al drama: Kwang-jin e il desiderio di un ambiente più sano per chi è diverso
di alis89
Grazie alla collaborazione tra le case editrici Jundo e ReNoir, Kwang-jin ha partecipato all’evento “Amore e vendetta, dalla penna allo schermo” insieme alla collega Na Yoon-hee (autrice di Whale Star), moderato da Valentina Ghetti e Martina Levato.
In questo incontro,l'autore ha potuto parlare delle sue opere e della difficoltà di trasformarle in live-action.
Partendo proprio dal titolo dato all’evento, Kwang-jin racconta che, secondo lui, la forma più pura dell’amore è quando non ci si aspetta nulla in cambio, come l’amore che i genitori hanno per i figli; il protagonista di Itaewon Class perde quest’amore proprio all’inizio della storia ed è per questo che lui segue il desiderio di vendetta.
Una delle confessioni fatte dall’autore riguarda il fatto che non si aspettava così tanto successo in Italia, motivo per cui è rimasto molto sorpreso.
Quando ha iniziato a scrivere la sua opera, non aveva in mente un pubblico estero e non ha avuto un occhio di riguardo verso chi non conosce la cultura coreana; è anche vero che in coreano esiste un famoso detto che recita “ciò che è veramente coreano, è anche internazionale” ed è forse in questa frase che risiede il successo dell’opera anche al di fuori della Corea.
Il destino di ogni fumettista, dopotutto, è quello di lavorare in modo solitario e, particolarmente all’inizio delle storia, senza avere la percezione del riscontro da parte del pubblico: un po’ come un gioco d’azzardo!
Tutto il mondo è paese (esiste un proverbio simile anche in Corea) e tutti noi abbiamo conosciuto cosa significa l’ingiustizia, abbiamo visto dei muri che sembravano incrollabili e quindi abbiamo sempre bisogno di leggere, sia in Sud Corea che in tutto il resto del mondo, di protagonisti come Sae-ro-yi, che lavorano su loro stessi per migliorarsi, senza però abbandonare la propria morale.
Kwang-jin parla anche della difficoltà di adattare il webtoon allo schermo, sottovalutando un po’ in principio quello che sarebbe stato il lavoro di sceneggiatore e i problemi cui è poi andato incontro. Lavorando a tutto tondo sui fumetti, occupandosi da solo di disegni e storytelling, ha sottovalutato il mondo della sceneggiatura che pensava si riducesse a scrivere la storia. In realtà è molto più complesso di così. Innanzitutto, anche delle semplici battute possono rappresentare delle difficoltà perché ogni frase può essere recepita in modo diverso in base alla persona che la ascolta. Le parole devono essere interpretate nel modo più omogeneo possibile da tutti e per fare questo è serve tanta cooperazione. In un fumetto, infatti, Kwang-jin è il solo a decidere, ma quando si tratta di una serie TV tante persone e reparti devono collaborare e trovarsi d’accordo su ogni piccolo fattore.
Riguardo a questo, ringrazia sempre la moglie, presente insieme alla figlia in sala, perché senza il suo appoggio e il suo incoraggiamento non avrebbe mai realizzato la sceneggiatura di Itaewon Class.
Sia in questo incontro che durante l'evento "Jundo Keynote: novità editoriali, ospiti internazionali, annunci", Kwang-jin ha ribadito più volte l’importanza di rappresentare la diversità nelle sue opere.
Esplicativa è la risposta alla domanda postagli dal nostro Alessandro Falciatore, moderatore dell’evento organizzato da Jundo:
Nel suo webtoon Itaewon Class si intrecciano le storie di diversi personaggi emarginati dalla società, a partire dal protagonista che è un ex-detenuto, persone che hanno avuto un passato difficile e che lottano per ottenere una seconda possibilità. Quanto ritiene importante affrontare questo tema nelle sue opere?
“Non so se conoscete Itaewon, è una strada di Seoul, ed è un quartiere famoso perché multietnico, ci sono tante nazionalità che si intrecciano tra di loro, tante culture e sembra un mondo in miniatura. La prima volta che ho visto Itaewon, ho vissuto queste emozioni di internazionalità, di stupore e sono anche le emozioni che ho voluto far esprimere a Sae-ro-yi, il protagonista. Quando ho visto quest’ambiente, ho pensato che volevo creare un posto sicuro dove, non solo le minoranze, ma anche le persone ferite o che vengono lasciare un po’ indietro, si rispettino a vicenda. Così è nato Itaewon Class.”
L’autore non pensa che un’opera per essere buona deve lanciare un bel messaggio al pubblico, ma in alcune storie è un fattore essenziale e questo è il caso di Itaewon Class. Fin dall’inizio voleva mostrare personaggi che avevano toccato il fondo, ma che continuano a lottare e che possano infondere coraggio ai lettori che hanno fin da subito recepito questa componente tanto che hanno condiviso racconti ed esperienze con Kwang-jin, il quale ha sentito ancora più la responsabilità nello scrivere la trama.
In fin dei conti, anche a lui è capitato di toccare il fondo nella vita; nella finzione viene romanzato tutto, ma in realtà chi non ha niente, non ha nemmeno niente da perdere: è così che nascono le storie più emozionanti e divertenti.
L’impegno è un valore universale e lui lo vorrebbe mostrare nelle sue opere, vorrebbe far vedere aspetti e vite diverse per creare un ambiente più sano.
La Corea del Sud è un paese molto conservatore e chiuso alle diversità; la paura del fallimento è altissima, così come il tasso di suicidi. Proprio per questo in Itaewon Class sono presenti certi argomenti.
Kwang-jin ripone molta fiducia nel suo paese. La Corea del Sud, in fin dei conti, è la nazione del “miracolo del fiume Han”: dopo la Guerra di Corea, il paese era raso al suolo, tanto che pensavano ci sarebbero voluti un centinaio di anni per riprendersi e, invece, la sua terra è risorta nel giro di venti/trenta anni.
Abbiamo successivamente avuto la possibilità di approfondire alcune tematiche con una breve intervista all’autore.
AnimeClick: Il nome del protagonista, Sae-ro-yi, è un nome molto particolare, con tre sillabe; solitamente i nomi coreani sono composti da una o due sillabe. Come mai questa scelta? Ha un significato particolare?
Kwang-jin: Sae-ro-yi in realtà deriva dalla parola saeropda, un avverbio che significa nuovamente. Inoltre penso che il nome del protagonista deve avere un certo impatto. In più conosco un signore che gestisce una birreria e si chiama appunto Park Sae-ro-yi. E ho pensato che fosse perfetto per il mio personaggio, quindi l’ho chiamato proprio così.
AC: Sae-ro-yi è un protagonista molto determinato e fermo nei suoi principi. Quanto di lui riflette la sua esperienza personale o il suo modo di essere?
K: No, non mi rivedo nel protagonista. Anzi, in realtà, non mi rivedo in nessun personaggio della storia.
AC: La parte grafica del suo webtoon è molto riconoscibile, caratterizzata da colori decisi e accesi. Da cosa è stato inspirato per la sua scelta estetica?
K: In verità, in Corea il mio tratto non è ritenuto molto bello rispetto agli altri fumettisti. Il modo in cui si disegna, purtroppo, non si sceglie e questo tipo di tratto è quello che è stato dato a me, la mia capacità.
AC: Lei è anche lo sceneggiatore del famoso k-drama che possiamo vedere su Netflix. Quanto dell'essenza del webtoon è riuscito a trasmettere nel drama? È soddisfatto del risultato?
K: Quando si parla di autori non c’è mai una soddisfazione completa. Però la realizzazione del drama è stata un’occasione per poter esprimere in modo migliore ciò che mancava nel fumetto. Quindi sono molto contento e anche soddisfatto sotto questo aspetto, ovvero di riuscire a raccontare maggiormente e in modo migliore; ma comunque avrei voluto ancora di più!
AC: Il drama presenta delle modifiche rispetto all'opera originale: ci sono differenze che ha fortemente voluto lei? E come è nata l'idea di aggiungere il personaggio di Toni?
K: Se guardiamo al fumetto ci sono molti personaggi differenti: viene presentata una persona transgender, un personaggio sociopatico, anche il protagonista è un ex-detenuto. Però mancava qualcosa, cioè la figura dello straniero. Toni fa quindi parte dell’aspetto della diversità che si poteva ampliare. E visto che volevo raccontare la diversità ho deciso di aggiungere anche il personaggio del ragazzo straniero.
Kwang-jin ha ammesso di aver scoperto il piacere di viaggiare, visitando le città di Roma, Firenze e Lucca, quindi ci auguriamo che possa tornare presto in Italia.