Seiji Mizushima (Fullmetal Alchemist): ''La produzione di anime dovrebbe essere dimezzata''

Il regista posta il suo pensiero su Twitter

di Antonio.

Il regista di Fullmetal Alchemist pensa che i fan si ritrovino almeno il doppio delle serie di cui realmente necessitino.
 
Seiji Mizushima

Negli ultimi anni tantissimi appassionati hanno iniziato a lamentare la troppa offerta di titoli. Ogni stagione televisiva di tredici settimane, in Giappone, vede il debutto di dozzine di nuove serie, ed è virtualmente impossibile per gli spettatori riuscire a star dietro a ogni franchise in onda; questo si traduce nel bruciare ogni possibile vera potenzialità di prodotti che nemmeno riescono a trovare il loro pubblico di riferimento.
 
Seiji Mizushima è uno di questi fan, ma è anche l'affermato regista di Fullmetal Alchemist (la serie del 2003) e di Gundam 00. Anche lui, come molti altri appassionati, non riesce a seguire la massiva offerta di nuovi contenuti stagionali a causa del loro numero e del tempo limitato da dedicarci. Il regista ha recentemente pubblicato su Twitter un commento in cui dice chiaramente che nessun fan potrebbe lamentarsi se la grande offerta di serie stagionali venisse dimezzata:
 
Molti registi si dividono anche tra due progetti a stagione; è un lavoro incredibilmente pesante. C'è una grande eccedenza di contenuti da produrre e scarsità di personale negli studi. A che pro realizzare così tanti anime? Sarebbe meglio lavorare bene su una serie alla volta.

Tanti utenti hanno risposto a Mizushima su Twitter, condividendo la sua frustrazione. Per esempio:
 
-"Sì, dimezzare il numero delle serie sarebbe una gran cosa. Io riesco a iniziare al massimo dieci serie a stagione ma vederne completamente solo sei. Mi piacerebbe se si tornasse a produrre serie di 26-50 episodi come in passato.";
 
-"Ci sono troppi programmi. Sarebbe bello se fossero tutti di alta qualità, ma troppe serie si concludono in una stagione di dodici episodi e cadono subito nel dimenticatoio, impedendo così lo sviluppo di una solida fan base per il franchise.";
 
-"Non c'è modo di riuscire a vederli tutti, e tante di queste serie sono praticamente la copia di altre";
 
-"Mi piacerebbe che si tornassero a produrre serie lunghe, da mandare in onda per un intero anno. E concordo, dovrebbero esserci meno serie su cui gli animatori dovrebbero lavorare per dedicarci più tempo e fare un lavoro migliore.";
 
-"Con tutte queste serie a cui star dietro in tv, quand'è che la gente troverà il tempo di vedersi i Blu-ray acquistati?".

Come espresso nei molti commenti, la norma sarebbero serie di almeno 26 episodi da trasmettere in tv per sei mesi circa - solitamente in Giappone va in onda un nuovo episodio di una serie a settimana - ma la tendenza a dividerle in stagioni da 13 episodi, da rinnovare se il titolo ottiene il riscontro sperato di pubblico, impedisce agli staff di differenziare i propri prodotti da altri dello stesso genere a causa delle strette tempistiche produttive, col risultato di opere superficiali e poco interessanti.

Allo stesso tempo occorre segnalare che la grande quantità di anime oggi prodotti, in un numero senza precedenti, include anche titoli di nicchia indirizzati a tipi di pubblico molto particolari. E' il caso di Uma Musume, che tra gli otaku è stato un grande successo: è difficile immaginare che la serie con una "ragazza-cavallo-da-corsa-idol" potesse essere prodotta in passato per la tv.
 

C'è anche da sottolineare che l'animazione giapponese non è solo un prodotto per bambini come può essere intesa in Occidente, e si indirizza principalmente a studenti e giovani lavoratori con poco tempo a disposizione per le loro passioni alle prese con la vita familiare e l'età adulta. La sensazione di "troppi anime" da seguire potrebbe derivare, in parte, dalle lamentele di appassionati che si trovano a dover ridimensionare il loro interesse crescendo e che non hanno più il tempo di vedere tutte le serie che vorrebbero… 

Fonte consultata: SoraNews24.


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