Una volta doppiato lo vedrò sicuramente.
Non sapevo che Tenshi no Tamago in 40 anni non era mai arrivato in Italia.
Una volta doppiato lo vedrò sicuramente.
Mah.Saro' l'unico, ma per me e' una c@gata pazzesca.
Noioso e astruso. Se per apprezzarlo/capirlo ho bisogno della spiegazione del regista, vuol dire che il regista ha miseramente fallito nel suo intento.
A ognuno il proprio.
Se per apprezzarlo/capirlo ho bisogno della spiegazione del regista, vuol dire che il regista ha miseramente fallito nel suo intento.
Non sapevo che Tenshi no Tamago in 40 anni non era mai arrivato in Italia.
Una volta doppiato lo vedrò sicuramente.
Saro' l'unico, ma per me e' una c@gata pazzesca.
Noioso e astruso. Se per apprezzarlo/capirlo ho bisogno della spiegazione del regista, vuol dire che il regista ha miseramente fallito nel suo intento.
A ognuno il proprio.
Non sapevo che Tenshi no Tamago in 40 anni non era mai arrivato in Italia.
Una volta doppiato lo vedrò sicuramente.
Non mi farei troppi problemi su dub vs sub, in 70 minuti circa di animazione credo che Tenshi no Tamago abbia un 150 righe di dialoghi o giù lì.
Non esistono diverse interpretazioni ma solo una, quella del regista. C'è chi ci arriva e chi no. In questo caso ci si può solo avvicinare, per volontà del regista che l'ha fatto ermetico, chiuso dentro un uovo, perché lui non credo la svelerà mai totalmente.
caro @alucard80 lo avevo proposto un anno fa e l'abbiamo apprezzato in pochi...cari settari se state leggendo preparatevi che questo è un papabile missile da recensire/proporre
Non esistono diverse interpretazioni ma solo una, quella del regista. C'è chi ci arriva e chi no. In questo caso ci si può solo avvicinare, per volontà del regista che l'ha fatto ermetico, chiuso dentro un uovo, perché lui non credo la svelerà mai totalmente.
Ognuno è libero di avere la sua interpretazione il regista non è il portavoce di quello che è giusto o sbagliato, questo non vuol dire che non bisogna utilizzare l'intelligenza.
Ma vedilo almeno prima di parlarne in tal modo.Non l'ho mai visto perche' odio i film onirici e inconprensibili, quindi continuero' a non vederlo.
Non esistono diverse interpretazioni ma solo una, quella del regista. C'è chi ci arriva e chi no. In questo caso ci si può solo avvicinare, per volontà del regista che l'ha fatto ermetico, chiuso dentro un uovo, perché lui non credo la svelerà mai totalmente.
Ognuno è libero di avere la sua interpretazione il regista non è il portavoce di quello che è giusto o sbagliato, questo non vuol dire che non bisogna utilizzare l'intelligenza.
Ahahahah, certo, tu puoi vedere mia nonna che vaga per fare la spesa in cerca di sconti. Chi te lo impedisce, sei liberissimo di farlo e non sarò certo io a farmarti.
Azz, tu sai meglio del regista cosa voglia dire? Però! Uno realizza un'opera e tu per essere libero di interpretarla e pensarla come vuoi, annulli quella di chi la crea... marò che meraviglie che si leggono qui!
Esistono opere che richiedono una certa conoscenza, oltre ad essere ermetiche a tal punto da non riuscire a coglierne il significato, nell'immediato ma anche dopo diverse visioni. Non bisogna vergognarsi. Io stesso faccio fatica ma ne rimango affascinato.
2001, Mulholland Drive, Inland Empire, Eraserhead, Dogra Magra ecc.ecc. sono ostici ma non è che abbiano diverse interpretazioni! Ne hanno una. Stiamo parlando di film nella loro interezza e non di finali aperti come Inception, per fare un semplice esempio, dove è il regista stesso a lasciare libera l'interpretazione dello spettatore.
Non è il caso di Tenshi no tamago. Ed è giusto che il regista stia muto senza rivelare nulla.
Ma vedilo almeno prima di parlarne in tal modo.
Non esistono diverse interpretazioni ma solo una, quella del regista. C'è chi ci arriva e chi no. In questo caso ci si può solo avvicinare, per volontà del regista che l'ha fatto ermetico, chiuso dentro un uovo, perché lui non credo la svelerà mai totalmente.
Ognuno è libero di avere la sua interpretazione il regista non è il portavoce di quello che è giusto o sbagliato, questo non vuol dire che non bisogna utilizzare l'intelligenza.
Ahahahah, certo, tu puoi vedere mia nonna che vaga per fare la spesa in cerca di sconti. Chi te lo impedisce, sei liberissimo di farlo e non sarò certo io a farmarti.
Azz, tu sai meglio del regista cosa voglia dire? Però! Uno realizza un'opera e tu per essere libero di interpretarla e pensarla come vuoi, annulli quella di chi la crea... marò che meraviglie che si leggono qui!
Esistono opere che richiedono una certa conoscenza, oltre ad essere ermetiche a tal punto da non riuscire a coglierne il significato, nell'immediato ma anche dopo diverse visioni. Non bisogna vergognarsi. Io stesso faccio fatica ma ne rimango affascinato.
2001, Mulholland Drive, Inland Empire, Eraserhead, Dogra Magra ecc.ecc. sono ostici ma non è che abbiano diverse interpretazioni! Ne hanno una. Stiamo parlando di film nella loro interezza e non di finali aperti come Inception, per fare un semplice esempio, dove è il regista stesso a lasciare libera l'interpretazione dello spettatore.
Non è il caso di Tenshi no tamago. Ed è giusto che il regista stia muto senza rivelare nulla.
Questa roba della "unica interpretazione" che corrisponde alla verità e alle volontà del regista è una cosa che sia i registi stessi che la filosofia dell'arte smentiscono sin dall'alba dei tempi.
Azz, tu sai meglio del regista cosa voglia dire? Però! Uno realizza un'opera e tu per essere libero di interpretarla e pensarla come vuoi, annulli quella di chi la crea... marò che meraviglie che si leggono qui!
Esistono opere che richiedono una certa conoscenza, oltre ad essere ermetiche a tal punto da non riuscire a coglierne il significato, nell'immediato ma anche dopo diverse visioni. Non bisogna vergognarsi.
Questa roba della "unica interpretazione" che corrisponde alla verità e alle volontà del regista è una cosa che sia i registi stessi che la filosofia dell'arte smentiscono sin dall'alba dei tempi.
...si, come no.
Azz, tu sai meglio del regista cosa voglia dire? Però! Uno realizza un'opera e tu per essere libero di interpretarla e pensarla come vuoi, annulli quella di chi la crea... marò che meraviglie che si leggono qui!
Esistono opere che richiedono una certa conoscenza, oltre ad essere ermetiche a tal punto da non riuscire a coglierne il significato, nell'immediato ma anche dopo diverse visioni. Non bisogna vergognarsi.
Ah è vero, sono ignorante e inoltre non so cosa significa intrattenimento.
Questa roba della "unica interpretazione" che corrisponde alla verità e alle volontà del regista è una cosa che sia i registi stessi che la filosofia dell'arte smentiscono sin dall'alba dei tempi.
...si, come no.
Apri un qualsiasi libro di filosofia dell'arte e scoprirai un mondo. Non devi neanche andare a scavare chissà dove eh, sono idee estremamente diffuse tra chi studia l'arte. Poi per il resto liberi di credere a quello che si vuole insomma, avere conoscenze di teoria dell'arte non lo prescrive il medico e si può vivere bene pure senza.
Ognuno ha il suo modo di interpretare le cose; in prodotti molto particolari come questo, spesso non ci sono mezze misure, c'è a chi piace tantissimo e a chi fa cxxxxe.
Vero, ha proprio ragione Akira Kurosawa, gli uomini sono affetti dalla sindrome di Rashomon da millenni. Pensano tutti di aver ragione. Persino quando la "verità" è una.
Comunque, non c'è bisogno di aprire nessun libro talmente semplice il concetto. Se uno crea una 500, tu sei liberissimo di credere di stare guidando una Ferrari. La tua interpretazione è libera. Nessuno te lo vieta. Ma non cambia che quella sia una 500.
Carpenter ha realizzato Essi Vivono. Il messaggio è chiaro. Chiarissimi sono i riferimenti, le metafore, l'interpretazione, ecc.ecc. Che abbia più letture, è vero, ma è sempre il regista ad averle date, CREATE. Non puoi inventarne di altre, tu. O meglio, lo puoi fare, ma non lo erano nelle intenzioni del regista, nella creazione.
Se lui ha fatto un due tre, tu non puoi tirar fuori sette. Se ti piace filosofeggiare poi, puoi farlo, piace anche a me.
Vero, ha proprio ragione Akira Kurosawa, gli uomini sono affetti dalla sindrome di Rashomon da millenni. Pensano tutti di aver ragione. Persino quando la "verità" è una.
Comunque, non c'è bisogno di aprire nessun libro talmente semplice il concetto. Se uno crea una 500, tu sei liberissimo di credere di stare guidando una Ferrari. La tua interpretazione è libera. Nessuno te lo vieta. Ma non cambia che quella sia una 500.
Carpenter ha realizzato Essi Vivono. Il messaggio è chiaro. Chiarissimi sono i riferimenti, le metafore, l'interpretazione, ecc.ecc. Che abbia più letture, è vero, ma è sempre il regista ad averle date, CREATE. Non puoi inventarne di altre, tu. O meglio, lo puoi fare, ma non lo erano nelle intenzioni del regista, nella creazione.
Se lui ha fatto un due tre, tu non puoi tirar fuori sette. Se ti piace filosofeggiare poi, puoi farlo, piace anche a me.
Studiosi, critici, filosofi e gli artisti stessi sostengono il contrario, però se lo dice Goonie che l'interpretazione è UNA e l'ha decisa il regista, allora mi fido.
Certo che se così fosse mi chiedo come mai scriviamo gli articoli sui film e ci sforziamo di interpretarli, tanto varrebbe intervistare gli autori e farci dire tutto da loro, no? Se rispondessero a tutte le nostre domande potrebbero persino risparmiarci la fatica di guardarli! Se ci pensi è anche strano che si continui a scrivere e creare nuove letture di opere del passato. A distanza di centinaia di anni stiamo ancora a formulare nuove teorie interpretative di cose come l'Iliade, l'Eneide, l'Orlando Furioso o i Promessi Sposi, il che non ha senso! Fossero le interpretazioni fisse e di numero limitato, anche in assenza della parola dell'artista non dovremmo averle già esaurite da tempo? Qualcuno fermi davvero l'umanità, stiamo buttando un sacco di tempo a studiare cose che non hanno più bisogno di essere studiate...
Ma poi, in un film, che è uno dei medium collaborativi per eccellenza, il "significato" lo crea e lo decide solo il regista? Sceneggiatore, direttore della fotografia, attori ecc... sono tutti marionette nelle mani del regista che li usa come un disegnatore usa una matita? O hanno fatto una riunione prima sincronizzando i cervelli per decidere con precisione massima i "significati" dei film ed evitare di contraddirsi? Anche qua, chi studia e chi fa il cinema dice un po' il contrario, però...
Parlando seriamente, l'opera d'arte non è quella che sta nella testa dell'artista prima che ci lavori. L'opera d'arte è ciò che si crea nel momento in cui le intenzioni di uno o più artisti si scontrano con le loro capacità e le contingenze della realtà, è nel processo che nasce e non in una fantomatica idea a priori (l'idea dell'opera d'arte che esiste "a priori" nella testa dell'artista la lasciamo a Croce e Gentile). Questo significa che in un'opera d'arte non c'è solo quello che l'artista ci ha messo coscientemente. Inoltre un'opera d'arte è fatta anche di passaggi indeterminati e vaghi, spazi da riempire, spigoli da evidenziare e nodi da sciogliere, tutti elementi che rendono fondamentale l'apporto di chi ne fruisce per completarla. L'opera d'arte non è un "puzzle" o un "enigma" che va risolto per giungere a un risultato univoco, alla "verità", ma una "questione aperta" che possiamo discutere e ridiscutere. Questo non vuol dire che si può dire "qualsiasi cosa", è ovvio che un testo favorisca questa o quella lettura anziché un'altra, ma che non si debba mai smettere di tentare nuove strade. Poi saranno le altre persone a trovarle convincenti o meno.
Per il resto, ci sta non essere d'accordo, ognuno è libero di prendere le posizioni che vuole nei dibattiti intellettuali.
...stai facendo tutto tu. Poi non è un peccato essere ignorante. Lo sono anche io. Ma non certo vado delirando imponendo al regista la mia interpretazione del suo lavoro.
Vero, ha proprio ragione Akira Kurosawa, gli uomini sono affetti dalla sindrome di Rashomon da millenni. Pensano tutti di aver ragione. Persino quando la "verità" è una.
Comunque, non c'è bisogno di aprire nessun libro talmente semplice il concetto. Se uno crea una 500, tu sei liberissimo di credere di stare guidando una Ferrari. La tua interpretazione è libera. Nessuno te lo vieta. Ma non cambia che quella sia una 500.
Carpenter ha realizzato Essi Vivono. Il messaggio è chiaro. Chiarissimi sono i riferimenti, le metafore, l'interpretazione, ecc.ecc. Che abbia più letture, è vero, ma è sempre il regista ad averle date, CREATE. Non puoi inventarne di altre, tu. O meglio, lo puoi fare, ma non lo erano nelle intenzioni del regista, nella creazione.
Se lui ha fatto un due tre, tu non puoi tirar fuori sette. Se ti piace filosofeggiare poi, puoi farlo, piace anche a me.
🐴🐴
Studiosi, critici, filosofi e gli artisti stessi sostengono il contrario, però se lo dice Goonie che l'interpretazione è UNA e l'ha decisa il regista, allora mi fido.
Certo che se così fosse mi chiedo come mai scriviamo gli articoli sui film e ci sforziamo di interpretarli, tanto varrebbe intervistare gli autori e farci dire tutto da loro, no? Se rispondessero a tutte le nostre domande potrebbero persino risparmiarci la fatica di guardarli!
A distanza di centinaia di anni stiamo ancora a formulare nuove teorie interpretative di cose come l'Iliade, l'Eneide, l'Orlando Furioso o i Promessi Sposi, il che non ha senso! Fossero le interpretazioni fisse e di numero limitato, anche in assenza della parola dell'artista non dovremmo averle già esaurite da tempo? Qualcuno fermi davvero l'umanità, stiamo buttando un sacco di tempo a studiare cose che non hanno più bisogno di essere studiate...
Ma poi, in un film, che è uno dei medium collaborativi per eccellenza, il "significato" lo crea e lo decide solo il regista? Sceneggiatore, direttore della fotografia, attori ecc... sono tutti marionette nelle mani del regista che li usa come un disegnatore usa una matita? O hanno fatto una riunione prima sincronizzando i cervelli per decidere con precisione massima i "significati" dei film ed evitare di contraddirsi?
Parlando seriamente, l'opera d'arte non è quella che sta nella testa dell'artista prima che ci lavori. L'opera d'arte è ciò che si crea nel momento in cui le intenzioni di uno o più artisti si scontrano con le loro capacità e le contingenze della realtà, è nel processo che nasce e non in una fantomatica idea a priori (l'idea dell'opera d'arte che esiste "a priori" nella testa dell'artista la lasciamo a Croce e Gentile). Questo significa che in un'opera d'arte non c'è solo quello che l'artista ci ha messo coscientemente. Inoltre un'opera d'arte è fatta anche di passaggi indeterminati e vaghi, spazi da riempire, spigoli da evidenziare e nodi da sciogliere, tutti elementi che rendono fondamentale l'apporto di chi ne fruisce per completarla. L'opera d'arte non è un "puzzle" o un "enigma" che va risolto per giungere a un risultato univoco, alla "verità", ma una "questione aperta" che possiamo discutere e ridiscutere. Questo non vuol dire che si può dire "qualsiasi cosa", è ovvio che un testo favorisca questa o quella lettura anziché un'altra, ma che non si debba mai smettere di tentare nuove strade. Poi saranno le altre persone a trovarle convincenti o meno.
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Tanti modi con cui potrei interpretare questi due cavalli... ma la Verità la sai solo tu... :'(
Vero, ha proprio ragione Akira Kurosawa, gli uomini sono affetti dalla sindrome di Rashomon da millenni. Pensano tutti di aver ragione. Persino quando la "verità" è una.
Comunque, non c'è bisogno di aprire nessun libro talmente semplice il concetto. Se uno crea una 500, tu sei liberissimo di credere di stare guidando una Ferrari. La tua interpretazione è libera. Nessuno te lo vieta. Ma non cambia che quella sia una 500.
Carpenter ha realizzato Essi Vivono. Il messaggio è chiaro. Chiarissimi sono i riferimenti, le metafore, l'interpretazione, ecc.ecc. Che abbia più letture, è vero, ma è sempre il regista ad averle date, CREATE. Non puoi inventarne di altre, tu. O meglio, lo puoi fare, ma non lo erano nelle intenzioni del regista, nella creazione.
Se lui ha fatto un due tre, tu non puoi tirar fuori sette. Se ti piace filosofeggiare poi, puoi farlo, piace anche a me.
Studiosi, critici, filosofi e gli artisti stessi sostengono il contrario, però se lo dice Goonie che l'interpretazione è UNA e l'ha decisa il regista, allora mi fido.
Certo che se così fosse mi chiedo come mai scriviamo gli articoli sui film e ci sforziamo di interpretarli, tanto varrebbe intervistare gli autori e farci dire tutto da loro, no? Se rispondessero a tutte le nostre domande potrebbero persino risparmiarci la fatica di guardarli! Se ci pensi è anche strano che si continui a scrivere e creare nuove letture di opere del passato. A distanza di centinaia di anni stiamo ancora a formulare nuove teorie interpretative di cose come l'Iliade, l'Eneide, l'Orlando Furioso o i Promessi Sposi, il che non ha senso! Fossero le interpretazioni fisse e di numero limitato, anche in assenza della parola dell'artista non dovremmo averle già esaurite da tempo? Qualcuno fermi davvero l'umanità, stiamo buttando un sacco di tempo a studiare cose che non hanno più bisogno di essere studiate...
Ma poi, in un film, che è uno dei medium collaborativi per eccellenza, il "significato" lo crea e lo decide solo il regista? Sceneggiatore, direttore della fotografia, attori ecc... sono tutti marionette nelle mani del regista che li usa come un disegnatore usa una matita? O hanno fatto una riunione prima sincronizzando i cervelli per decidere con precisione massima i "significati" dei film ed evitare di contraddirsi? Anche qua, chi studia e chi fa il cinema dice un po' il contrario, però...
Parlando seriamente, l'opera d'arte non è quella che sta nella testa dell'artista prima che ci lavori. L'opera d'arte è ciò che si crea nel momento in cui le intenzioni di uno o più artisti si scontrano con le loro capacità e le contingenze della realtà, è nel processo che nasce e non in una fantomatica idea a priori (l'idea dell'opera d'arte che esiste "a priori" nella testa dell'artista la lasciamo a Croce e Gentile). Questo significa che in un'opera d'arte non c'è solo quello che l'artista ci ha messo coscientemente. Inoltre un'opera d'arte è fatta anche di passaggi indeterminati e vaghi, spazi da riempire, spigoli da evidenziare e nodi da sciogliere, tutti elementi che rendono fondamentale l'apporto di chi ne fruisce per completarla. L'opera d'arte non è un "puzzle" o un "enigma" che va risolto per giungere a un risultato univoco, alla "verità", ma una "questione aperta" che possiamo discutere e ridiscutere. Questo non vuol dire che si può dire "qualsiasi cosa", è ovvio che un testo favorisca questa o quella lettura anziché un'altra, ma che non si debba mai smettere di tentare nuove strade. Poi saranno le altre persone a trovarle convincenti o meno.
Per il resto, ci sta non essere d'accordo, ognuno è libero di prendere le posizioni che vuole nei dibattiti intellettuali.
Essendo, tu, l'espressione di ciò che pensi, non dovresti accusarmi di nulla se sei coerente con ciò che scrivi. La mia visione dell'arte dovresti accettarla perché proprio tu stai manifestando più vie e diversità. Che ossimoro che sei!
Essendo, tu, l'espressione di ciò che pensi, non dovresti accusarmi di nulla se sei coerente con ciò che scrivi. La mia visione dell'arte dovresti accettarla perché proprio tu stai manifestando più vie e diversità. Che ossimoro che sei!
Io ti ho infatti presentato quello che è il pensiero di artisti e studiosi dell'arte, poi ho comunque concluso con "libero di prendere le posizioni che vuoi".
D'altronde se sei davvero convinto che tutti gli studiosi siano dei repressi che sgomitano per sentirsi importanti come gli artisti, ci sta che per te il loro lavoro non abbia alcun valore e in fondo mi viene anche difficile controbattere a chi nega completamente il pensiero filosofico etichettando tutti in questo modo. Significa che la nostra divergenza di pensiero è ben più profonda e non riguarda semplicemente l'arte. Comunque ci sono stati studiosi con posizioni anche molto più radicali delle mie su questo versante (e che non penso di condividere), ma non so se definirei Umberto Eco e Roland Barthes dei repressi (oddio, forse sì, ma per altri motivi...) (Umberto Eco, oltre a postulare l'idea che il lettore lavori attivamente per il loro completamento, li scriveva pure i romanzi).
Personalmente studio arte e letteratura perché mi affascinano e perché studiarle mi permette di apprezzarne ancora di più la bellezza, tutto qua.
In questo specifico caso, Oshii e Amano furono gli sceneggiatori. Dunque furono loro a creare la storia.
Direi anche basta, queste discussioni magari fatevele in privato. Arriva un titolo che da anni era una grave lacuna non fosse arrivato in Italia. Siete contenti. Bene.
Non ve ne frega nulla. Amen.
W la libertà![]()
Seh vabbè i due Patlabor e Ghost in the Shell per dirtene tre suoi non ti sono piaciuti? Non ti posso mai credere, forse non li hai proprio visti. Non c'entrano NIENTE con questo, tutt'altra roba, sia di genere, tipo di narrazione e temi trattati, molto più adatti anche a tutti. Che paragone stai facendo?Ma vedilo almeno prima di parlarne in tal modo.
Ho visto altri film di Oshii e non me ne e' piaciuto nessuno. Non fa per me. Cio' detto sono contento che esca al cinema per i suoi fan.
Seh vabbè i due Patlabor e Ghost in the Shell per dirtene tre suoi non ti sono piaciuti? Non ti posso mai credere, forse non li hai proprio visti.
In questo specifico caso, Oshii e Amano furono gli sceneggiatori. Dunque furono loro a creare la storia.
Ma non la forma finale di Tenshi no Tamago. Secondo me tu hai capito eccome lol
Comunque visto che se ne state parlando di un argomento che vi piace, colgo l'occassione di citare questa frase di Daniel Pennac tratta da "Come un romanzo":
Una volta pubblicato, il libro non appartiene più a chi l'ha scritto. L'autore sparisce, resta solo il lettore.”
Direi anche basta, queste discussioni magari fatevele in privato. Arriva un titolo che da anni era una grave lacuna non fosse arrivato in Italia. Siete contenti. Bene.
Non ve ne frega nulla. Amen.
W la libertà![]()
💯
Continuo a non capirti, giuro. La frase che citi non è una novità. Molti registi l'hanno usata in passato: una volta finito, un film bisogna lasciarlo andare, non appartiene più al regista. Ma è anche ovvio. Senza chi legge/guarda, senza qualcuno che compra e ne ammiri o denigri, un'opera rimarrà "chiusa", solo per la goduria di chi l'ha realizzata.
In questo specifico caso, Oshii e Amano furono gli sceneggiatori. Dunque furono loro a creare la storia.
Ma non la forma finale di Tenshi no Tamago. Secondo me tu hai capito eccome lol
Comunque visto che se ne state parlando di un argomento che vi piace, colgo l'occassione di citare questa frase di Daniel Pennac tratta da "Come un romanzo":
Una volta pubblicato, il libro non appartiene più a chi l'ha scritto. L'autore sparisce, resta solo il lettore.”
Continuo a non capirti, giuro. La frase che citi non è una novità. Molti registi l'hanno usata in passato: una volta finito, un film bisogna lasciarlo andare, non appartiene più al regista. Ma è anche ovvio. Senza chi legge/guarda, senza qualcuno che compra e ne ammiri o denigri, un'opera rimarrà "chiusa", solo per la goduria di chi l'ha realizzata.
Comunque, come risposta ti rimando a cosa pensava Dalì dei critici e degli studiosi dell'arte!Direi anche basta, queste discussioni magari fatevele in privato. Arriva un titolo che da anni era una grave lacuna non fosse arrivato in Italia. Siete contenti. Bene.
Non ve ne frega nulla. Amen.
W la libertà![]()
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Ma a parte ridere, mettere cavalli e numerini sai fare altro? Non so, un'opinione personale? Se annoiano i nostri commenti che li leggi a fare?
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